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YOUSSEF ISHAGHPOUR - ELIAS CANETTI METAMORFOSI E IDENTITÀ

letteratura tedesca



YOUSSEF ISHAGHPOUR - ELIAS CANETTI METAMORFOSI E IDENTITÀ


PROFILO

o  Odia l'oppressione, il potere e la morte

o  La volontà di sopravvivere caratterizza ogni potere

o  Sa che ci sono masse altrettanto distruttive di quanto lo sia il potere, sa che distruzione, potere e morte sono presenti ovunque.

o  La speranza è la sola cosa che gli permette di affrontare l'orrore della storia.



o  Non perdona a Dio la condizione del mondo.

o  La patria è la "biblioteca".

o  L'autonegazione degli ebrei implicava la negazione della realtà esistente.

o  Il desiderio di farla finita con la storia, che significa potere, differenze, divieti e separazioni.

o  Della tradizione ebraica, Canetti condivide la conoscenza viscerale del potere, il rifiuto radicale della morte, la dedizione alla memoria, il rispetto del vivente, l'idea della sacralità del "respiro", della respirazione.

o  "Auto da fè" rappresenta una sorta di fine del mondo, una fine del mondo che si realizza attraverso la fine di tutti i libri.

o  Finché ci sono uomini che non aspirano al potere, c'è speranza.

o  Al silenzio, Canetti preferisce la ricerca di una vita ascetica, noncurante dell'ammirazione altrui.

o  In "Auto da fè" la cultura è un mezzo di difesa dell'individuo contro la massa.

o  La massa è la "scarica".

o  La scarica è il momento della fusione, del divenire simile, della metamorfosi.

o  L'esistenza umana può essere descritta come: la massa o il potere. Diventa un colloquio privato, la "Provincia dell'uomo" è un testo scritto per non soffocare sotto l'orrore del secolo.

o  Il discorso del poeta vuole e può salvare gli altri dalla morte e deve praticare la metamorfosi.

o  La sopravvivenza del poeta è possibile se egli sa custodire e salvare anche la memoria degli altri.

o  La massa e il potere sono per lui delle realtà antropologiche.

o  La relazione tra la morte e la sopravvivenza diviene l'essenza del potere.

o  Kafka ha intravisto che il potere è diventato il problema più urgente del nostro tempo.

o  La massa è originaria.

o  Tanto la formazione della massa che la sua disgregazione producono effetti terribili.

o  Chi cerca il potere conosce bene le masse.

o  Colui che sopravvive ha paura, la terra non è più sicura in nessun luogo.

o  Canetti vuole proporre la capacità di pensare il molteplice, smontare il potere, interrogarsi e respirare.


METAMORFOSI E IDENTITÀ

o  In "Auto da fè" e nell'autobiografia non si ha l'impressione che si tratti dello stesso uomo.

o  C'è un primo e secondo Canetti. Il primo, un autore satirico, sarebbe ossessionato dall'idea della fine del mondo, il secondo, un "saggio", resterebbe ancorato alla santità della vita. Si può dividere l'opera di Canetti in due, prima e dopo "Massan e potere".

o  "Auto da fè" era intitolata "la torre di Babele".

o  L'oggettivazione come effetto dell'identità e del sistema.

o  In esilio, lontano dall'atmosfera della sua lingua, il poeta è indebolito sotto vari aspetti.

o  Ha imparato il sentimento della santità di ciò che vive.

o  Furono gli orrori della guerra a condurre Canetti a riconoscere la santità del vivente.

o  Il principale simbolo di massa è il fuoco.

o  Con l'avvento di Hitler, il rapporto tra massa e potere si è imposta alla sua attenzione.

o  L'essenza del potere è la sopravvivenza.

o  La forma estrema è il tiranno.

o  La metamorfosi è il principio stesso del vivente, ciò che ha reso possibile agli esseri umani di diventare tali.

o  La morte è un'ossessione permanente.

o  Voler sopravivere significa voler sopravvivere ai propri morti, è l'essenza stessa del potere.

o  L'ordine riguarda tutte le forme di potere.

o  Sopravvivenza e metamorfosi si oppongono, ma il poeta è il solo che le riunisce.

o  Rivaluta l'ascolto e le voci.

o  Sogna un uomo che abbia disimparato tutte le lingue. Sarebbe così restituita la sostanza della realtà, delle immagini, dei suoni, dei nomi, il cui senso rimane refrattario ai significati.

o  Il soffio della sua vita è la parola.

o  La soggettività diventa conoscenza e respirazione.

o  Sentiva il mondo minacciato da una catastrofe.

o  Era attirato dal teatro. Solo che investe profondamente la collettività gli sembrava degno di essere rappresentato.


LA LEGGENDA DEL SECOLO: Massa e potere

o  Con la metamorfosi l'uomo è diventato umano, le lingue e gli oggetti si sono costituiti; ma la metamorfosi non separa l'uomo da tutto il resto. L'uomo è un corpo e nel suo corpo si compie la metamorfosi. La metamorfosi è un fenomeno interno, è la possibilità di diventare in momenti diversi corpi diversi, e di ritornare a essere sempre lo "stesso" negli intervalli tra l'uno e l'altro. La metamorfosi è un fenomeno totale, ma non definitivo.

o  La massa e il suo manipolatore non formano una sola entità. La massa è opposta al potere in tutte le sue manifestazioni.

o  La massa non rappresenta la società, ma il suo rovesciamento. Nella massa, l'individuo prova il sentimento di oltrepassare i suoi limiti, di essere liberato da tutto ciò che lo imprigionava, da tutti i riti, le cerimonie, le funzioni: dalle sue carceri.

o  La massa, per non scomparire, allontana il più possibile il momento della scarica.

o  Canetti voleva comprendere le manifestazioni di massa che si svolgevano intorno a lui.

o  Il "sopravvissuto" è la maledizione originaria dell'umanità.

o  Il despota non esiste senza la massa.


L'ECO DEL PASSATO: Le voci di Marrakech

o  L'esistenza della comunità aMarrakech è un mondo che resta chiuso allo straniero e gli oppone muri impenetrabili. Il luogo di passaggio è la Mellah, il quartiere ebraico. Questo viaggio si trasforma in una risalita alle origini.

o  Canetti annota che a Marrakech si è sentito molto più vicino a coloro di cui non comprendeva la lingua che agli inglesi o ai francesi, con cui poteva parlare. Della lingua che Canetti non comprende, gli resta un nome irriducibile: Allah. I ciechi lo ripetono eternamente. È la ripetizione che si rivela essere il principio di questo mondo. Può scrivere queste "voci" solo chi è venuto dall'esterno per ascoltarle.

o  Anche nei paesi dei sogni la morte è la, sempre presente (cammelli). Canetti si ritrova in un rapporto di esteriorità, e cerca di mettersi in relazione con quest'"altra" realtà.

o  L'ebraismo è una religione della voce e dell'ascolto, ma è anche in cammino nel deserto (no una nazione). C'è la nostalgia di una terra promessa.

o  Canetti è colpito dai tipi umani più diversi, e da qualcosa che però li accomuna: lo sguardo di esseri costantemente sul chi vive.

o  A Marrakech l'intensità il desiderio proviene dal divieto di guardare le donne.

o  Canetti è di origine ebrea, ma non partecipa ad alcuna comunità; dell'essere ebreo, conserva capacità di metamorfosi, la facoltà di essere un solitario, nell'identità e nella differenza.

o  "Pensare" significa meditare sulla vita.


STORIA DI UNA VITA: LE NASCITE DEL POETA

o  Canetti pensa che i tentativi fatti per mantenere viva la memoria degli uomini siano ancora il più grande risultato che l'umanità abbia finora conseguito.

o  Quel che importa è la complessità di un cammino, e tutti gli incontri di persone e di eventi, tutti gli istanti che sembrano indifferenti e che non dimeno concorrono a formare l'esistenza di qualcuno.

o  Canetti sa che la memoria non riproduce il passato ma ne produce una nuova figura, grazie alla quale quel passato può acquisire un indice di attualità più elevato di quello assunto al momento della sua esistenza. Il ricordo desidera manifestarsi senza essere turbato, nell'istante da lui prescelto, e senza che nulla venga a disturbarlo.

o  La sua esistenza di "poeta" verrà dalla lacerazione nella passione per la madre e per la lingua, e nascerà allo stesso tempo dall'incontro tra la vocazione poetica e la coscienza delle parole con la realtà della massa e del potere.

o  L'ordine in cui apprendiamo le cose è ciò che modella la nostra individualità.

o  Canetti non nutre per la sua infanzia nostalgia o tenerezza.

o  Il suo odio, il suo tentativo di omicidio e la sua malattia mortale, Canetti lo conosce in relazione alla lingua.

o  La paura della morte si impadroniscono di lui insieme al sentimento della colpa di sopravvivere.

o  Nulla gli stava più a cuore di quelle conversazione con la madre.

o  Canetti sviluppa una concezione della conoscenza della realtà attraverso le immagini.

o  Kraus assumerà un'importanza essenziale per lui.

o  La passione per la madre è stato l'evento capitale della sua vita: senza di essa, Canetti non sarebbe esistito.

o  Canetti sarebbe la realizzazione del desiderio della madre, ma contro la volontà di lei.

o  La colpa di sopravvivere è costituita dal suo essere: è quella "sopravvivenza" che diventerà la maledizione dell'umanità e l'essenza del potere. Solo la metamorfosi e la massa permettono di sfuggire all'identità e all'individualità mortale.

o  Rifiuta la separazione delle parole e delle cose, e la loro riduzione a segni e combinazioni.

o  È a Francoforte che Canetti fa la sua prima esperienza di massa. Nel 1927 due operai erano stati uccisi, ma gli assassini furono liberati. Durante questa giornata si accorge che la massa, per formarsi, non ha bisogno di dirigenti. Cerca di comprender come il potere nasca dalla massa.

o  Le persone che Canetti incontra al momento giusto diventeranno i prototipi di altri personaggi.

o  A Berlino i contatti incessanti di ogni genere costituivano l'essenza della vita, rapida e violenta in mezzo al frastuono generale.

o  A Berlino, si era sentito vicino al mondo intero, comprendendo che era un mondo di pazzi.

o  Aumenta il rispetto di Canetti per i folli. La realtà non tollerava l'utopia dell'intesa tra i folli, ne la volontà del loro autore di non farli morire.

o  Canetti è un essere molteplice. Gli elementi che interagiscono nella genesi di "Auto da fè" sono tanti e diversi da rendere difficile la sua ricezione. I suoi modelli letterari non sono quelli della lingua tedesca, ne del romanzo contemporaneo.

o  Nulla vale di più della ricchezza di una vita umana, e questa consiste nella conoscenza degli altri.

o  Ogni rifiuto da parte degli editori, ogni lettura fallita, rafforzano la fede di Canetti nei suoi scritti.


LA COSCIENZA DELLE PAROLE: IL MESTIERE DEL POETA

o  La conoscenza degli uomini nella loro specificità e nella loro molteplicità, ecco il fine che si propone Canetti. Il rispetto della singolarità e del particolare costituiscono il suo metodo.

o  Modelli e contro-modelli sono necessari alla formazione del poeta.

o  Da Kraus Canetti ha appreso ciò che non si deve volere , e il senso di responsabilità nei confronti dell'evento, così come l'attenzione rigorosa per la lingua.

o  Kafka appartiene alla categoria degli scrittori che scrivono poco, ma che hanno colto qualcosa di più importante e inaccessibile. Kafka resterà il poeta che ha espresso con maggior purezza il nostro secolo e la sua essenza.

o  Hitler e Kafka sono accostati, come contro-modello e modello assoluto.

o  Canetti pensa di non appartenere al suo tempo.

o  Il mestiere del poeta è la coscienza delle parole e insieme il rispetto della realtà delle cose.

o  Canetti comincia ad annotare le sue riflessioni sulla lingua durante la guerra.

o  L'aforisma ridà respiro al pensiero: è la libertà di poter rispondere a una disponibilità permanente, di essere vigile e aperto in ogni direzione.

o  Mano a mano che gli anni aumentano, la sfera del passato si estende, l'orizzonte del futuro si restringe per mancanza di immaginazione utopistica.

o  Il ritorno all'interiorità, alla rammemorazione del passato, è anche un rifugio contro il tempo esteriore e contro un grave pericolo, di carattere personale, che incombe sul poeta Canetti: la gloria.

o  La morte è il dato originario. Il sacro è legato all'orrore e al sangue.

o  Negare la morte è il fine degno di una nuova religione.

o  I tre comandamenti: il poeta deve appartenere al suo tempo, conoscerlo direttamente in ciò che possiede di inesauribile, esprimerne l'essenza e contrastarlo radicalmente.

o  Non c'è più nessuna poesia che sembri capace di dare un'immagine veritiera del nostro mondo. L'uomo non deve lasciarsi intimidire.

o  Odia le sentenze che schiacciano senza migliorare nulla.

o  La profezia è un malevolo inganno, e anche il profeta è una figura del potere.

o  Poiché con le parole sono stati provocati dei disastri, si dovrebbe,con le parole, poterli impedire.

o  Il mestiere del poeta consiste nel salvare la lingua, ascoltare, preservare la memoria.




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