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Miles Gloriosus
Analisi del testo letterario
Autore: Tito Maccio Plauto, commediografo latino ( Sarsina 255-251ca. -
Titolo: Il Miles Gloriosus - Il soldato fanfarore
Pubblico: cittadini romani
Autore e pubblico
Il Miles Gloriosus è una 424f53e commedia di Tito
Maccio Plauto, poeta latino. Nato a Sarsina nel 255-
Genere letterario
Il 'Miles Gloriosus' rientra nel genere teatrale della palliata, in quanto sia una commedia latina che rielabora un'opera teatrale greca, conservandone ambienti e personaggi. La vicenda è ambientata nella città greca di 'Efeso'; i personaggi sono sviluppati sui tipici caratteri greci, dai quali ereditano parole e comportamenti. Plauto utilizza inoltre la tecnica dell'intreccio, termine in riferimento al modo in cui i fatti raccontati vengono disposti dall'autore, spesso alternando l'ordine cronologico e introducendo avvenimenti che non hanno rapporti di 'causa-effetto' con altri.(Es. Anticipazione - Atto ; Flashback - Atto ). A rendere sempre più coinvolgente la commedia sono i ripetuti temi della beffa e del sosia e dell'avventura.
Struttura del testo
Didascalie e battute. Un testo teatrale è composto da didascalie, parte non dialogica, e da battute, parte dialogica. In particolare, in 'Miles Gloriosus', le didascalie sono perlopiù brevi e concise ed hanno uno scopo descrittivo. Le battute sono spesso brevi, ma non mancano lunghi monologhi ( Es. Palestrione - Atto Secondo )
Atti e scene. Il 'Miles Gloriosus' è suddiviso in scene raggruppate in cinque atti, suddivisione non effettuata da Plauto poiché le sue commedie proseguono senza interruzioni.
Nel "Miles Gloriosus" è presente
un antefatto (Palestrione - Atto Secondo) che ci introduce in media res all'interno della
vicenda. Palestrione descrive le vicende
del suo nuovo padrone, Pirgopolinice, durante le imprese militari propugnate
dal re Seleuco. Le gesta sembrarono però inverosimili alla moltitudine che,
considerandole fandonie, perse la stima in lui. Pirgopolinice sosteneva di
essere molto attraente ed arrivò a paragonarsi ad un dio. Non solo esaltato, ma
anche egoista, era incontentabile: in uno dei suoi viaggi ad Atene incontrò una
giovane fanciulla, Filacomasio, innamorata del giovane Pleusicle, e la
costrinse a diventare la sua concubina. Quindi un Flashback: Palestrione
ricorda del tempo in cui era servo di Pleusicle e che, cercando di avvertirlo
dell'accaduto a Filacomasio, cadde prigioniero di pirati, poi venduto come
schiavo a Pirgopolinice. Nella sua nuova casa egli incontrò la giovane infelice
e, astutamente, riuscì a prendere contatto con il suo vecchio padrone
inviandogli delle tavolette tramite un mercante. Pleusicle allora giunge ad
Efeso ed alloggia come ospite in casa di Periplecomeno, il vicino del soldato, che
un tempo era stato ospite di suo padre e voleva sdebitarsi. Fecero un foro
nella parete che permise ai due amanti di incontrarsi di nascosto. Una notte,
però, vengono scoperti da Sceledro, ottuso servo di Pirgopolinice, il quale
venne però imbrogliato: gli fu fatto credere che ciò che aveva visto era in
realtà la gemella di Filacomasio, venuta ad Efeso per cercare la sorella. Ciò
fu possibile mediante il foro della parete: Sceledro vide due donne identiche
in due case diverse. Il piano prevedere quindi di liberare la povera
Filacomansio. Entrarono in scena due nuovi personaggi: due meretrici con il
compito di sedurre Pirgopolinice. Pleriplecomeno si finse quindi marito di una
delle due donne e lo colse sul fatto accusandolo di adulterio e punendolo. Il soldato, spaccone e vanaglorioso, venne
quindi punito per la sua arroganza.
L'unico "oggetto scenico" citato nella vicenda è il foro mediante il quale era
possibile che i due amanti si incontrassero. Tuttavia non è da considerarsi di
notevole importanza poiché non la sua funzione ma il suo effetto nella vicenda
ci interessa.
Personaggi. I personaggi sono otto e ad ognuno viene attribuito un carattere classico greco.
Pirgopolinice etimologia del nome =
"conquistatore di torri e di città"
Antagonista della vicenda, è un militare al soldo del re Seleuco; è un
'fanfarone' che si vanta di imprese mai compiute e si crede un grande
seduttore: tutte le donne dovrebbero infatti cadere ai suoi piedi. Vanitoso,
sfacciato e narcisista, non mette mai in dubbio le sue doti ed il suo fascino.
Antrotorgo etimologia del nome =
"rosica pane"
Servo-parassita di Pirgopolinice, non ha rimorsi e ricorre a tutto pur di
assicurarsi cibo e protezione. Sostiene sempre le parole del suo padrone benché
egli stesso le reputi spesso fandonie. È astuto e doppiogiochista: mostra il
suo vero 'io' solo rivolgendosi al pubblico.
Questo personaggio appare soltanto nel primo atto.
Filocomasio Amante del giovane
ateniese trattenuta in casa come concubina.
È astuta e furba e, negli stereotipi della letteratura classica, rappresenta la
'meretrix', cortigiana amata dall'"adulescent".
Pleusicle etimologia del nome
= "navigare". Il giovane deve infatti navigare fino ad Efeso per recuperare la
sua amata.
È modesto ed umile e, negli stereotipi della letteratura classica, rappresenta
l'"adulescent", giovane amante innamorato i una cortigiana.
Palestrione servo di Pirgopolinice,
precedentemente era stato servo di Pleusicle.
È sfrontato, geniale, spavaldo e fiero delle proprie mosse. Negli stereotipi
della letteratura classica, rappresenta il "servus callidus", dimostra infatti
di essere il personaggio più intelligente della commedia.
Periplectomeno amico del padre del giovane Pleusicle, è un vecchio vicino di casa di Pirgopolinice che ha messo a disposizione tutta la sua saggezza ed esperienza per riconciliare la coppia di giovani separata ingiustamente.
Ha cinquantaquattro anni ed è ricco, generoso, giovanile ed astuto. Negli stereotipi della letteratura classica è il "senex lepidus", il vecchio libertino.
Acroteleuzio cortigiana ingaggiata da
Pleripectomeno per il piano.
Nell'inganno interpreta la moglie di Periplectomeno che si è pazzamente
innamorata di Pirgopolinice. È abile nel recitare ed astuta: viene considerata
una donna ingannatrice e subdola.
Milfidippa serva di Acroteleuzio.
È bella, intelligente ed astuta.
4 - Linguaggio. Il linguaggio è utilizzato in funzione comica mediante forme lessicali spesso ambigue e denotanti situazioni irreali.
5 - Scopo della commedia. Scopo delle commedie plautine, ed in particolare del "Miles Gloriosus", è la risata: le commedie dovevano insegnare e divertire, erano il sollazzo della plebe romana dopo il "panem" ed il "circenses" (dal detto popolare "panem et circenses" che significa "dare da vivere e da divertirsi"). Essendo il "Miles Gloriosus" una palliata e sebbene fondi quindi le sue radici nella cultura greca, lo scrittore critica le impertinenze proprie del sistema latino come, ad esempio, l'ignoranza che era diffusa non solo tra il popolo, ma nell'intera società. Il teatro assunse quindi un importantissimo valore di comunicazione e di educazione per le masse popolari che non sapevano né leggere né scrivere.
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