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L'ETÀ LAURENZIANA: ANGELO POLIZIANO

letteratura italiana



L'ETÀ LAURENZIANA: ANGELO POLIZIANO


Angelo Poliziano si cimenta sul doppio registro, sia del latino sia del volgare.

Le notizie biografiche. Nacque a Firenze nel 1454. La famiglia era strettamente legata ai Medici, perciò fu naturale che anche Poliziano si mettesse sotto la protezione della famiglia fiorentina. Negli anni giovani 343b13d li iniziò la versione in esametri latini dei libri II-V dell'Illiade. Compose la selva Ambra e la selva Nutricia. Pubblicò a Firenze la prima centuria dei Miscellanea, nella quale raccolse il meglio del suo insegnamento e dei suoi studi filosofici. Morì a Firenze nel 1949.

Lo stile e i modelli di riferimento. Dagli scritti teorici di Poliziano emerge la concezione di uno stile colto ed elaborato su vari modelli, ma personalizzato al punto di apparire assolutamente naturale e spontaneo. Ciò dipende dal suo modo di intendere l'imitazione delle fonti. Secondo lui bisognava tenere presenti molti modelli e accumulare un ricco patrimonio di forme, vocaboli, stilemi e lessemi, all'interno del quale attingere non passivamente, ma discriminando secondo la propria ottica e le proprie esigenze letterarie. La scoperta dei classici lo induce alla realizzazione di un progetto poetico che possa dare splendore e nuova veste alla poesia contemporanea. Egli intende la poesia come agente civilizzatore dell'umanità barbera e primitiva. Nelle selve Manto e Ambra l'autore dichiara che la poesia ha il pregio di vincere il tempo, e quindi di eternare le più eroiche imprese umane.



Le risorse del latino al servizio del volgare. Fra i testi in latino di poliziano emerge il Liber epigrammaton, una raccolta di componimenti latini di diverso metro e argomento (epigrammi, odi, inni ed elegie). Fra questi componimenti compare la famosa elegia In violas: l'elogio dei fiori colti dalla donna amata. L'impegno di Poliziano nel rivalutare la cultura classica da un particolare impulso anche al volgare che si nobilita. L'indagine sui testi latini e greci ha sollecitato Poliziano a una trasposizione sul versante volgare di alcuni temi e motivi classici. Nelle Rime Poliziano sperimenta le possibilità stilistiche del volgare e sfrutta tutte le risorse della lingua toscana.

Le Stanze per la giostra. L'opera in volgare più significativa di Poliziano è il poemetto in ottave intitolato Stanze per la giostra. L'opera è suddivisa in 2 parti, dedicate l'una all'amore e l'altra alle armi, in modo da dare equilibrato spazio alla celebrazione delle tematiche amorose e di quelle encomiastiche. Il tema amoroso è svolto secondo i dettami della filosofia neoplatonica e ficiniana: l'Amore è il primo stadio di un percorso ascensionale verso la Bellezza. E anche le figure mitologiche favoriscono un'idealizzazione della vicenda amorosa, grazie soprattutto a Venere, alla quale è dedicato l'episodio più ampio del primo libro. Le Stanze propongono alcune delle più apprezzate virtù umanistiche: le capacità marziali e quelle politiche, l'amore, la bellezza. Emerge nelle Stanze il sentimento della fragilità e della transitorietà di ogni cosa. L'opera attinge a 2 generi letterari indipendenti l'uno dall'altro: la narrazione in ottave, tipica della letteratura volgare e popolare e il poema encomiastico, tipico del periodo latino della decadenza, caratterizzato dal ricorrere delle figure mitologiche. Il linguaggio delle Stanze è il volgare fiorentino, che è adatto a creare un lessico vivace e variopinto. Il ritmo delle Stanze, libero e ampio è governato da vari artifici retorici.

La Fabula di Orfeo. La Fabula di Orfeo è una riduzione teatrale in versi dell'antico mito di Orfeo. L'Orfeo occupa nella storia letteraria del 400 un posto di grande importanza come primo esempio di testo teatrale in volgare, riguardante un argomento profano. La storia di Orfeo viene rielaborata attraverso le Georgiche di Virgilio e la Metamorfosi di Ovidio. Alla storia Poliziano aggiunge un finale particolarissimo. Orfeo riprende le parole del protagonista delle Stanze contro le donne e contro l'amore. Le baccanti allora, per punirlo di tale disprezzo, lo uccidono. La presenza di questa parte, diversa dai tradizionali finali, è determinata dall'occasione di festa per la quale il testo fu composto. La Fabula di Orfeo riscosse un enorme successo soprattutto nelle corti dell'Italia settentrionale.

I Detti. Dal gusto umanistico per le facezie, e insieme dall'attenzione al mondo cittadino e ai fatti quotidiani, nascono i Detti piacevoli, che ripropongono, in volgare, un genere tradizionalmente consegnato in latino. I suoi detti anticipano, con l'accento posto più sull'aneddoto che sulla morale, il genere dei "ricordi", che fiorirà nel 500.




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