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LETTERATURA ITALIANA - IL CINQUECENTO - IL PERIODO STORICO

letteratura italiana



LETTERATURA ITALIANA

IL CINQUECENTO



IL PERIODO STORICO


Da due opere dello stesso artista (pag. 2, Michelangelo Buonarroti) si possono cogliere due diversi aspetti della medesima epoca storica in cui queste opere sono state create, ovvero il Rinascimento:  

- Pietà (1496-97): scultura levigata che rimanda a un triangolo armonioso e a un gruppo equilibrato

- Pietà Rondanini (1564): scultura non levigata, tormentata, sofferente, inquieta e sembra quasi incompleta


Prima divisione del periodo:

Umanesimo (II metà del '400): 



- periodo di passaggio tra Medioevo e Rinascimento 242b14c

- ripresa delle humanae litterae e degli studi classici

- già anticipato dal Petrarca: un autore non è quindi più inquadrabile in un solo periodo

Rinascimento (I metà del '500):

- periodo di passaggio tra Umanesimo e Manierismo

- alcuni dicono che sia una "continuazione dell'Umanesimo"

Manierismo (II metà del '500):

- periodo di passaggio tra Rinascimento e Barocco


Seconda divisione del periodo (Rinascimento):

Fase creativa (1500-1530):

- Principe (Machiavelli)

- Orlando Furioso (Ariosto)

- Cortegiano (Baldassar Castiglione)

- Asolani (dove l'azione si svolge alla Corte della Regina di Cipro) e Prose della Volgar Lingua (Bembo)

Codificazione delle regole (1530-1563, anno del concilio di Trento)

Fase più autoritaria e dogmatica: Manierismo (1563-fine del '500)


Caratteristiche dell'Umanesimo e del Rinascimento:

richiamo del Neoplatonismo e del Platonismo, quest'ultimo ad opera di Marsilio Ficino

ricerca scientifica

filologia

senso più concreto della prospettiva storica senza più l'appiattimento e gli anacronismi tipici del Medioevo

riscoperta dei classici (valorizzati per quel che sono)

l'Umanesimo abolisce il volgare (usato solo nella comunicazione verbale) ma il Rinascimento lo riprende ritornando ad un volgare illustre/letterario (un esempio di volgare illustre/letterario è quello usato dall'Ariosto)

il volgare ha però bisogno di modelli (tipici del classicismo) stabiliti dal Bembo: 

- Boccaccio (per la prosa)

- Petrarca (per la poesia)

imitazione dei modelli:

- I parte del '500: emulazione con originalità

- II parte del '500: codificazione dello stile e delle regole in maniera dogmatica (la produzione perde creatività)


Caratteristiche del Manierismo:

s'impone come una soluzione all'imitazione dei modelli (tipica dell'Umanesimo e del Rinascimento): introduce la variazione della forma

l'arte varia più volte lo stesso contenuto

la produzione letteraria, parallelamente all'arte, varia con soluzioni più elaborate uno stesso argomento



LA SITUAZIONE POLITICA


1494: discesa di Carlo VIII per conquistare il Regno di Napoli ma senza trovare opposizione alcuna (si dice infatti che avesse "conquistato l'Italia con gesso"

gli Stati italiani sono deboli

le Signorie sono in crisi e non hanno i mezzi finanziari per assoldare le milizie

non c'è la presenza di uno Stato unitario, le Signorie sono infatti continuamente in lotta fra di loro

1559: conflitto tra Francia e Spagna

Signorie in Italia:

- Venezia: governata da una ristretta oligarchia con a capo il Doge, eletto dai nobili

- Firenze: strutture repubblicane (con a capo Savonarola), ma prevalgono e comandano di fatto i Medici

- Stato della Chiesa: il Papa è come un Principe amministratore del suo territorio



L'ECONOMIA


la Corte raggruppava, e manteneva:
- il Signore

- i familiari del Signore

- i nobili, sotto lo stretto controllo del Signore

- gli intellettuali (poeti, artisti, .), sempre soggetti al Signore, con l'incarico di cantargli le lodi e celebrarlo

è importante che la Corte si distingua dal popolo, organizzando anche feste per imporre la propria magnificenza

Corte ↔ popolo lavoratore che paga le tasse

il protocollo di Corte rimane intatto fino alle Corti del '700

gli intellettuali a Corte:

- hanno vitto e alloggio

- cantano con lodi il Signore

- trovano a Corte il loro pubblico ideale

- fuori dalla Corte non riescono a vivere anche per la mancanza di un pubblico disposto e capace di ascoltarli e di capirli

- all'inizio dettano usi e costumi, poi la Corte diventa invivibile a causa di rivalità, gelosie e complotti

con l'invenzione e la circolazione del libro la letteratura, e di conseguenza il sapere, si staccano dalla Corte e diventano accessibili a tutti

es: a Venezia, dove ci sono i maggiori stampatori del tempo (ad es. Aldo Manuzzio), Pietro Aretino scrive contro le Corti Italiane per guadagnare attraverso la vendita dei suoi libri, che riscontrano molto successo



LA LINGUA


lingue usate:

- nel '400: la lingua ufficiale è il latino di stampo classico

- nel '500: si ritorna all'uso del volgare (non arcaico ma illustre)

il volgare illustre è un volgare tradizionalmente letterario che rende la classicità della lingua (dopo una lunga e consolidata tradizione che va dalla Poesia Siciliana allo Stilnovo e arriva, infine, a Petrarca)

l'imitazione:

- Dante è più difficile da imitare poiché usa una vastità di stili

- Petrarca è invece il più imitato anche perché, nelle sue opere, divide gli stili a seconda dell'argomento che viene trattato

es: nel Canzoniere (di Petrarca) c'è un linguaggio raffinato e selezionato ma i termini usati sono relativamente pochi e quindi facilmente imitabili

l'Italia non ha una vera e propria lingua letteraria "ufficiale" ma ha molti dialetti locali. Modelli e stampi di lingue letterarie ufficiali vengono proposti da tre diverse correnti:

corrente arcaizzante: il Bembo propone Boccaccio (per la prosa) e Petrarca (per la poesia) come modelli (rifacendosi al classicismo, nel quale Cicerone era il modello per la prosa e Virgilio per la poesia), non accettando però innovazioni

corrente "cortigiana": Baldassar Castiglione divulga la lingua per mezzo della sua opera, il Cortegiano, raccogliendo il meglio dalle Corti Italiane (la Corte migliore è però quella papale). Parimenti fanno Giangiorgio Trissino nel Castellano e Vincenzo Colli nel Calmeta

corrente toscana: Machiavelli propone invece il fiorentino parlato (un esempio di fiorentino parlato è quello usato dal Manzoni) come lingua ufficiale, anche se questa proposta non è accettabile perchè Firenze si ritrova ad essere una Signoria isolata rispetto alle altre

la soluzione accettata è quella del Bembo, anche perché viene usata dall'Ariosto nel riscrivere la seconda edizione dell'Orlando Furioso

si discute anche sulla grammatica e sul lessico: viene, a questo proposito, ideato il Vocabolario della Crusca, pubblicato nel '600, al quale anche il Manzoni attinge per scrivere prima e seconda edizione dei Promessi Sposi

col passare del tempo la Crusca diventa sempre più pesante perché soffoca la libertà degli scrittori che sembrano essere obbligati a servirsi solamente dei vocaboli e delle espressioni contenute in esso, diventando quindi come una sorta di canone e di ulteriore modello



LE IDEE


il periodo si propone come una rinascita da un periodo morto (ovvero il Medioevo, che si pone tra l'età di Roma e il Rinascimento), anche se sappiamo che morto non lo fu

l'idea principale è quella di imitare i Romani perché hanno raggiunto la massima perfezione, che già l'Umanesimo inizia a perseguire ma che raggiunge il suo apice nel Rinascimento

imitare, o meglio emulare, cioè imitare con originalità, è quindi usato in senso positivo, significa cioè specchiarsi nei classici: l'arte non è quindi considerata libertà

le regole diventano un modo per razionalizzare la realtà e per sentirsi di conseguenza sicuri: c'è il bisogno di dominare tutto ciò che crea disturbo

l'uomo presume di dominare la realtà e quindi di esserne al centro (= Umanesimo)

vi è una contesa tra autori antichi e contemporanei: il Poliziano afferma invece che "bisogna attingere il meglio da ogni autore"

Lorenzo de' Medici nella sua Raccolta Aragonese raccoglie tutti i componimenti italiani dalla Scuola Siciliana a Petrarca: da qui inizia quindi un'imitazione anche nei riguardi dei classici italiani

i canoni diventano regole soffocanti (precettistica) e l'arte diventa chiusa


Corrente classicista:

ripresa degli autori classici:

- nel Medioevo: ars poetica di Orazio

- nel Rinascimento: poetica di Aristotele, in cui tutte le tragedie greche seguono uno stesso schema (unità di tempo, luogo e azione). Nel Rinascimento si crede quindi che questo valga per tutte le tragedie


Corrente anti-classicista:

si propone come una sorta di letteratura comica: si rifiutano i modelli (vi è, ad es., una diversa concezione della "donna bella" rispetto a quella corrente del rinascimento)

esempi che non rientrano nel "bello stile":

- componimenti carnevaleschi (< Carnevale) e pasquinate (< Statua di Pasquino): tutti componimenti anonimi

- Pietro Aretino (Venezia): gira per le Corti Italiane e scrive di un mondo che è l'opposto di quello tramandato e ostentato dal classicismo (scrive, ad es. di monache gaudenti o di prostitute). Utilizza soprattutto la stampa, mezzo con il quale più scrive cose scandalose e più vende. Produce così un'alienazione dell'intellettuale che si ritrova ad essere rifiutato dalle Corti












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