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Il percorso letterario

letteratura italiana



Nato a Pescara (che influenzò molto la sua opera) Gabriele d'Annunzio studiò a Prato studio nel prestigioso e religioso al Liceo Cicognini.

Visse una vita che si direbbe"inimitabile", era amante del lusso e della raffinatezza contraendo regolarmente debiti presso i propri editori.

Nel 1938, nel pieno del Ventennio Fascista, muore ed è il periodo in cui hanno inizio i totalitarismi in Europa.

Le sue opere più importanti sono:

"Le Laudi" che sono una raccolta delle celebri poesie ispirate ai miti ed alla religione.

"Terra" che sono dei bozzetti incompiuti, sperimentali e volutamente non finiti.

"Vergine" in Abruzzo

"Il Piacere" che è l'opera più importante.



Il percorso letterario

L'esordio

Si ispira a Carducci e a Verga nelle prime raccolte. In "Canto Novo" oltre alla metrica barbara (non italica, greca e romana) ricava da Carducci un senso tutto pagano di cose sane e forti. Si intravede una fusione totale tra io e natura che fa già presentire il "Panismo Superomistica", visioni cupe, mortuarie che fanno presentire il "vitalismo", spunti sociali provenienti da Verga.

Ricordiamo "Terra Vergine", in prosa, figure e paesaggi d'Abruzzo, non c'è nulla dell'ideologia verghiana, come potrebbe sembrare in una natura religiosa e sensuale, esplodono passioni primordiali, un erotismo vorace, una violenza sanguinaria e primitiva. Su questa linea le raccolte successive "IL Libro Delle Vergini", "San Pantaleone", riunite nel 1902 elle "Novelle Della Pescara".

Gli Anni '80 e l'Estetismo

Nei primi anni '80 con l'intermezzo di "Rime" e "L'Isotteo" insiste su temi di sensualità perversa con immagini di una femminilità fatale e distruttrice. Siamo nella fase dell'estetismo dannunziano:

  1. "Il verso è tutto", l'arte è un valore supremo cui sono subordinati tutti gli altri valori.
  2. La vita s sottrae alle leggi del bene e del male.
  3. La vita si sottopone solo alla legge del bello: la vita stessa è opera d'arte.
  4. ciò implica ricerca di eleganze estenuate, di artifici formali, ispirata dai poeti classici ma anche dai contemporanei francesi ed inglesi.
  5. L'esteta si isola dalla realtà meschina della società borghese, vive in un mondo sublimato di pura arte e bellezza.

L'esteta è una forma ideologica ai processi post-unitari, allo sviluppo capitalistico in senso moderno, che declassa ed emargina l'artista togliendosi il prestigio di cui aveva goduto in passato o costringendolo a subordinarsi alle esigenze di mercato.

Il Piacere e La Crisi dell'Estetismo

Ben presto D'Annunzio si rende conto della debolezza dell'esteta: questo non ha la forza di opporsi realmente alla borghesia in ascesa che si avviava all'industrialismo e al capitalismo monopolistico, all'imperialismo aggressivo, colonialista e militarista, in un mondo lacerato dai conflitti brutali, l'isolamento dell'esteta non è un privilegio anzi è sterilità ed impotenza.

Il culto della bellezza si trasforma in menzogna, l'estetismo entra in crisi. Su questa linea è "Il Piacere" del 1889 (pag 521)

I Romanzi Del Superuomo

Ideologia Superomistica

Cogli alcuni aspetti del pensiero di Nietzsche banalizzandoli e forzandoli entro un proprio sistema di concezioni: rifiuto del conformismo borghese, dei principi egualitari, l'esaltazione dello spirito dionisiaco, del vitalismo gioioso libero della morale comune, il rifiuto dell'etica della pietà, dell'altruismo, di tradizione cristiana, che mascherano l'incapacità di godere la gioia adionisiaca del vivere, l'esaltazione della "volontà di potenza" dello spirito di lotta dell'affermazione di se, il mito del superuomo, un nuovo tipo di umanità gioiosa e liberata.

D'Annunzio esaspera questi aspetti in chiave antiborghese, aristocratica, reazionaria ed imperialistica. È contro la democrazia e l'uguaglianza, il parlamentarismo; esalta l'energia violenta, il gusto dell'azione eroica e del dominio, il senso della bellezza proprie dell'elites dominanti.

Segna una nuova aristocrazia che tenga schiava la moltitudine degli esseri comuni, si elevi a forme superiori di vita attraverso il culto del bello, la vita attiva ed eroica.

Auspica un raffinamento della stirpe latina, una nuova politica aggressiva dello stato italiano che strappi la nazione alla sua mediocrità e la avvii verso un dominio sul mondo come l'Antica Roma (come Mussolini) dare anche attraverso la cultura, rendere Roma una grande potenza molto controllata perché reputata mezzo di propaganda.

Nietzsche è il padre del nichilismo (nihil) che è il punto di partenza della sua filosofia.

Annientamento - superuomo - oltreuomo

Studia l'umanità: la civiltà greca dominata dallo spirito Dionisiaco, dal dio Dioniso, dal vitalismo libero e gioioso, che imponeva la morale dei signori, trapassa allo spirito apollineo, equilibrio, arte. Misura, ragione che imponeva la morale degli schiavi.

Decadenza dell'uomo che raggiunge il suo apice con il Cristianesimo esasperando la morale degli schiavi (principi del vangelo).

L'apice del nichilismo è la morte di Dio. Caduta totale di tutte le certezze (Nietzsche ha una concezione ciclica del tempo, tutto ritorna) l'uomo può e deve sollevarsi da tale crollo recuperando lo spirito dionisiaco con l'avvento di un superuomo, oltreuomo poi, inteso non come fisico, come concepito da D'Annunzio, umanità vitalistica, gioiosa, rigenerata, liberata dalla morale degli schiavi.

Il superuomo dannunziano non nega l'esteta, ma lo ingloba. Il culto della bellezza è essenziale nel processo di elevazione della stirpe, è uno strumento di una volontà di dominio sulla realtà. È anche un tentativo di reagire alle tendenze della società capitalistica moderna ed emarginare e degradare l'intellettuale.

I Romanzi Del superuomo

- "Il Trionfo Della Morte" (1894) è una fase di transizione (pag 528).

Dopo aver tentato di realizzare nella vita il suo progetto di esteta, Giorgio Aurispa è sconfitto da un'oscura malattia interiore che lo svuota delle energie vitali, gli impedisce di dare un senso alla sua vita, di attingere ad essa pienamente. Ha tentato di mettere in pratica il messaggio dionisiaca di Nietzsche di una immersione totale nella vita ma non è ancora in grado di realizzare questo progetto: gli si oppongono le forze oscure della psiche che si materializzano nelle sembianze di una donna, Ippolita. La lussuria consuma le sue forze, gli impedisce di attingere all'ideale superumano a cui aspira. È sconfitto dalle forze negative della morte come suggerisce il titolo, per cui si uccide, trascinando con se nel precipizio la "nemica" Ippolita.

- La "Vergine Delle Rocce" (1895). Segna una svolta radicale (pag 533).

Il protagonista Claudio cerca una compagna con cui generare un superuomo, futuro re di Roma, capace di guidare i destini dell'Italia. Entra nella nobile atmosfera di decadenza, sfacelo, "putredine" che regna in quella casa. Anche Claudio è sconfitto da queste forze oscure. Questo romanzo è definito come il "Programma Politico Del Superuomo".

- "Il Fuoco" (1900) è il "Manifesto Artistico Del Superuomo" (pag 533)

Il protagonista Stelio Effrena medita una grande opera d'arte, un insieme di poesia, musica e danza; un nuovo teatro che dovrà forgiare lo spirito nazionale della stirpe latina, come aveva già fatto Wagner per la Germania. Anche qui una donna, Foscarina, una grande attrice al tramonto con le sue nevrosi e la sua gelosia lo ostacola. Infine si sacrifica lasciando libero Stelio di seguire la sua vita.

Il Teatro

Dal 1896 si dedica al teatro grazie anche all'amore per la grande attrice Eleonora Duse. D'Annunzio rifiuta il teatro borghese e realistico, ambisce ad un teatro di "POESIA" che trasfigura la realtà riportando in vita l'antico spirito tragico, personaggi d'eccezione, passioni e conflitti psicologici fuori del comune in una complessa trama di simboli.

Si rivolge ad un pubblico d'elite con l'intento di diffondere il verbo superomistica e rinsaldare la coscienza della stirpe latina. Ma anche qui la tensione eroica si scontra con forze di segno contrario, che concorrono allo slancio energico dell'eroe, svuotano la sua volontà, vanificano i suoi sforzi, prospettando la sconfitta. Tra i più noti drammi "La Figlia Di Iorio", una tragedia pastorale collocata in un Abruzzo primitivo magico e superstizioso.

IL Periodo Del "Notturno"

È l'ultimo periodo della produzione dannunziana così chiamato dal titolo di della più significativa di queste prose, "il notturno" appunto, composto nel 1916 in un periodo in cui lo scrittore era costretto ad un'assoluta immobilità da un distacco di retina provocato da un incidente di volo. A causa della cecità, tutta l'esperienza vitale si concentra su altri sensi o nell'auscultazione della propri interiorità. Impressioni, visioni, ricordi vengono annotati rapidamente su lunghe strisce di carta. Pubblicate nel 1821 conservano questo carattere casuale di abbandono ai liberi movimenti della mente in uno stile secco nervoso, fatto di brevi proposizioni spesso in stile nominale, cioè senza verbi.(pag 520)







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