Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

IPPOLITO NIEVO - LA VITA E LE OPERE

letteratura italiana



IPPOLITO NIEVO


LA VITA E LE OPERE

Nella sua vita si dedicò a una multiforme attività letteraria, culminata nel fresco romanzo Le confessioni d'un Italiano, pubblicato postumo. Ma Nievo fu anche un intellettuale attento e partecipe alle vicende storiche, politiche e sociali del suo tempo, uno dei pochi che comprese il peso che le masse contadine avevano negli equilibri complessivi della nazione italiana ancora in via di formazione.

La vita. Ippolito Nievo nacque a Padova nel 1831, da famiglia nobile. Si iscrisse alla facol 737f56h tà di legge, dedicandosi nel contempo al giornalismo e alla letteratura. Non intraprese la professione giuridica, ma intensificò 1'attività di pubblicista e di scrittore. Sull'onda dell'entusiasmo per il pensiero di Mazzini, partecipò alla campagna dei Cacciatori delle Alpi guidato da Garibaldi, combattendo in Valtellina e sullo Stelvio. L'anno seguente s'imbarcò con lo stesso Garibaldi per prendere parte all'impresa dei Mille. Morì nel 1861.

Le opere di Nievo: più generi. La produzione di Nievo è assai vasta, così come particolarmente ampia è la gamma di generi che essa tocca: dal racconto parodistico alle novelle d'ambiente campagnolo sino al romanzo delle Confessioni. Ma Nievo fu anche poeta, autore di teatro e interessante saggista. Il romanzetto satirico e polemico Antiafrodisiaco per l'amor platonico è stato scritto in seguito a una deludente vicenda amorosa. A livello linguistico la prosa nieviana è caratterizzata dalla compresenza di elementi molto diversi fra loro: la pagina di Nievo tende a fondere l'elemento aulico e letterario con quello popolare e dialettale. In Storia del secolo passato, la vicenda è ambientata negli anni della decadenza della Repubblica Veneta. Nievo cerca di ricreare l'ambiente dell'epoca attraverso l'analisi della situazione storica e la ricostruzione linguistica. Ma se da una parte la cornice storica finisce coll'appesantire l'azione narrativa, dall'altra nella lingua si constata un'eccessiva preminenza del registro aulico e arcaicizzante. Viene pubblicata su varie riviste una serie di racconti di ambientazione campagnola, che avrebbero dovuto essere raccolti in un volume dal titolo Novelliere campagnuolo. Alcuni di questi racconti testimoniano l'evoluzione della tecnica narrativa nieviana: l'aderenza alla realtà e una certa felicità espressiva ne fanno le prove più convincenti del filone della letteratura campagnola. Nievo fu uno dei pochi intellettuali risorgimentali a comprendere la necessità di un coinvolgimento attivo delle masse contadine nel moto indipendentistico nazionale e nella costruzione dello stato unitario.



Il Varmo. Il Varmo è considerato una «prova generale» delle Confessioni. La narrazione è imperniata su 2 temi cari a Nievo: la fanciullezza, con i suoi svaghi e con i preannunci dell'età adulta, e il Friuli, con la bellezza della sua campagna ma anche con le difficili condizioni di vita dei suoi contadini. Il titolo si riferisce al nome del fiume che scorre lungo la "bassa" friulana fino a confluire nel Tagliamento. La lingua presenta materiali eterogenei: venetismi, friulanismi e lombardismi convivono con arcaismi, aulicismi e voci toscane, in una promiscuità non sempre ben assortita.

Un racconto "filosofico": Il barone di Nicastro. Il barone di Nicastro è un racconto "filosofico" che segna il ritorno ai toni della satira. Nievo vi narra le avventure tragicomiche del barone sardo Camillo di Nicastro il quale trova un manoscritto di un suo avo in cui viene negata l'esistenza della virtù. Dal testo avito lo strambo personaggio ricava la convinzione che la perfezione sia racchiusa dal numero 3, mentre il numero 2 sarebbe portatore di malefici influssi. Il nobile studioso decide allora di partire per un lungo viaggio intorno al mondo, nel tentativo di dimostrare la reale esistenza della virtù. Il lungo pellegrinaggio in tutto il mondo non porta a esiti positivi.

Si tratta di un' opera dai toni spiccatamente umoristici, che ricordano il Foscolo del Didimo Chierico, alcuni romanzi del

Esce Il conte pecoraio, romanzo di derivazione manzoniana nell'intreccio, ma avvicinabile per lo sfondo e per la cronologia compositiva alle novelle campagnole. Il taglio popolare e la vicenda sono didattici e moralistici. Nel linguaggio si nota una contrapposizione fra gli spunti vernacolari del dialogo e la scrittura più sostenuta delle parti narrative. Il pescatore d'anime è un tentativo di sviluppare in forma narrativa le riflessioni sulla classe contadina e sul clero povero.

Le opere in versi e il teatro. Nievo fu anche prolifico autore di poesie. Pubblicò due volumi di Versi, che costituiscono un campionario di forme e tematiche proprie della poesia settecentesca e romantica, e rivelano l'influsso dei modi popolari e burleschi di Giusti, cui si affiancano più sorvegliati accenti pariniani e foscoliani. Vi si incontra anche una vena autobiografica che si esprimerà con maggiore evidenza nei successivi volumi di poesia, Lucciole e Amori garibaldini. L'eccessiva facilità di ritmi e immagini limita il valore letterario di queste prove, anche se è significativa la ricerca di una poesia realistica, ironica, accessibile a un pubblico relativamente ampio. Di minore interesse è la produzione teatrale, che consta di un certo numero di commedie, tra il popolare e il comico, e di due tragedie in versi, che falliscono nel tentativo di innovare la lezione alfieriana e manzoniana.

Le opere saggistiche. Fra gli scritti saggistici vanno ricordati almeno due contributi. Il primo è Studii sulla poesia

popolare e civile massimamente in Italia. Nievo vi sostiene l'esigenza di una letteratura orientata verso le problematiche sociali e civili, con particolare considerazione per quelle relative al mondo contadino. Sul piano linguistico viene difeso l'utilizzo di elementi regionali e dialettali a fianco di quelli propri dell'uso scritto tradizionale. Per queste ragioni il volumetto si pone come una sorta di premessa teorica delle soluzioni linguistiche e delle opzioni tematiche. Il secondo scritto è Frammento sulla rivoluzione nazionale, che rappresenta il culmine delle riflessioni politico-sociali di Nievo. Il tema centrale è quello del coinvolgimento delle masse contadine nel movimento indipendentistico italiano, che, privato del loro apporto, rimarrebbe solo una «rivoluzione politica» e non una vera «rivoluzione nazionale».

Nievo sottolinea come sia fondamentale per le classi intellettuali e dirigenti, per i "liberali" a cui si rivolge, comprendere le condizioni materiali del «volgo rurale» per poterle migliorare, prima di passare all'educazione di tale categoria sociale. In il Diario della spedizione dal 5 al28 maggio descrive in forma di appunti, la prima fase dell'impresa dei Mille.


LE CONFESSIONI D'UN ITALIANO

Il romanzo le confessioni d'un italiano venne pubblicato, dopo la morte precoce e improvvisa di Nievo, con ampie modifiche rispetto all'originale manoscritto: a partire dal titolo stesso, mutato in Confessioni di un Ottuagenario perché il pubblico non prendesse il libro per un romanzo "politico" quale in realtà era. L'edizione fiorentina suddivide inoltre la materia del romanzo in due volumi, mentre il piano di Nievo prevedeva una tripartizione. Gli interventi hanno alterato l'aspetto linguistico dell'opera, normalizzando la lingua di Nievo dal punto di vista fonetico e morfologico.

L'intreccio. Il libro porta il titolo di Confessioni, si immagina scritto in prima persona da un ultraottantenne che ripercorre le tappe della sua lunga vita. Il racconto risulta dal continuo incrociarsi e sovrapporsi del piano personale e di quello storico.

Il ritratto femminile della Pisana. Fra i personaggi del libro spicca soprattutto quello della Pisana, una figura assolutamente estranea agli stereotipi femminili proposti dalla letteratura italiana dell'epoca. Il suo spirito d'indipendenza, l'anticonformismo del suo comportamento e una pronunciata sensualità la pongono agli antipodi della Lucia manzoniana, e la rendono complementare al personaggio assennato e modesto di Carlo. Il loro amore è uno dei motivi più vivaci e originali del romanzo.

L'elemento politico. Il protagonista è testimone degli avvenimenti raccontati e attraverso le sue vicende assistiamo allo sviluppo della coscienza nazionale del Paese. Le continue peregrinazioni per l'Italia lo portano nei maggiori centri insurrezionali della penisola e sottopongono al lettore una realtà variegata e contraddittoria. Questa attenzione alle componenti regionali collega Nievo a quella corrente di pensiero federalista e ne accresce l'interesse storico-ideologico.

I modelli narratvi e linguistici. Ricca è la varietà di tradizioni e generi che si intersecano nell'opera: il romanzo storico, ma di storia recente, quella dell'Italia in via di formazione e in particolare quella di Venezia; gli accenti lirici propri dell'idillio campestre e del genere campagnolo, un mondo destinato a scomparire e affettuosamente rievocato tra nostalgia e senso della distanza; la scrittura saggistica e di riflessione morale, nelle digressioni documentarie e negli interventi dell'autore su temi e argomenti vari; il romanzo di avventure e di viaggio. Ma l'elemento predominante è il modello del moderno ed europeo "romanzo di formazione". Le frequenti digressioni, il carattere grottesco di certi episodi, la satira caricaturale che investe alcuni personaggi del mondo di Fratta, la stessa autoironia del narratore sono tutti tratti che richiamano Sterne. Non mancano spunti e movenze tipiche del melodramma o della narrativa popolare.

L'orientamento plurilinguistico. Alla pluralità di modelli di racconto e di scrittura fa riscontro l'orientamento plurilinguistico: termini aulici e vocaboli della tradizione comica e vernacolare toscana convivono con voci di sapore dialettale e regionale, secondo 1'amalgama teorizzato negli Studi sulla poesia popolare e qui realizzato con molto più equilibrio rispetto ai romanzi precedenti. In modo significativo lo scrittore si discosta dal monolinguismo fiorentinista proposto da Manzoni, avvicinandosi al linguaggio composito della ventisettana. Tale opzione è determinata da intenti espressivi più che mimetici: nei dialoghi come nelle parti narrative predomina un linguaggio medio, mentre la parlata dei vari personaggi è quasi uniformata dal filtro della voce del narratore-protagonista.




Privacy




Articolo informazione


Hits: 14487
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024