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Tutte le notizie
che si hanno sull'origine
Durante le Dionisie cittadine o Grandi Dionisie si faceva un concorso tra le varie tribù dell'Attica per stabilire quale fosse il miglior cantico ditirambico e un concorso tra i poeti Greci con in palio tre premi da assegnare: al miglior corega, al miglior poeta e al miglior attore. Oltre alla tragedia, più tardi verso il 501 a.C., si introduce nelle gare il dramma satiresco e solo nel V secolo a.C. la commedia.
È ancora
sconosciuta ad oggi l'origine della commedia. Secondo
Aristotele deriva da komos, villaggio, e potrebbe voler dire canto
Si desume dalle
poche fonti che i drammi, di argomento più mitologico che storico, fossero
interpretati da un solo attore, il quale usava le
maschere per cambiarsi di ruolo. Gli autori Greci di tragedie
Per i greci non
solo il teatro è uno spettacolo, ma un vero e proprio
rito collettivo, con funzione persino di purificazione. Infatti,
secondo Aristotele, tut 515f52f te le forme di teatro, ma prevalentemente la tragedia
avevano una funzione catartica in quanto servivano a rappresentare l'inconscio
umano. Si arrivo addirittura all'istituzione
Si attribuisce a
Tespi (uno dei primi autori drammatici del VI secolo a.C.) la trasformazione
del capocoro in attore che cominciò a pronunciare parole di contenuto non più
legato al mito di Dioniso, alle quali rispondeva il canto del coro, che
costituì poi il nucleo centrale del dramma. Nell'antico teatro greco il
Le notizie
riguardo le scene e le macchine, utilizzate ne l teatro greco
sono fornite da Aristotele, Polluce (sofista e grammatico greco del II sec.
Per la scena c'erano dei prismi triangolari dipinti su ogni lato, girevoli, sistemati alle due entrate laterali. Per gli effetti c'erano le macchine per produrre suoni e fulmini, botole da cui spettri e spiriti facevano la loro apparizione, torri, piattaforme basse su rotelle, una carrucola con un gancio che serviva a sollevare e abbassare le divinità, gru per portare via in fretta i cadaveri, anche se nell'epoca più antica non potendosi mostrare le scene di violenza, esse venivano introdotte o raccontate da un messaggero.
A questo proposito,
possiamo dire con tranquillità che la struttura
Gli attori della commedia si presentavano con tunica corta e calzari bassi.Gli abiti convenzionali degli attori Greci erano una tunica lunga dal collo fino alle caviglie, con le maniche lunghe fino alle mani, ornata da vivacissimi disegni colorati e figure simboliche, i colori dovevano servire a esprimere lo stato d'animo di un personaggio. Oltre la tunica gli attori indossavano un mantello. Naturalmente il re portava una corona, i vecchi si appoggiavano a un bastone e così via altri accessori per caratterizzare i personaggi.
Le calzature, di
nome coturni, avevano un'alta suola di legno, spesso dipinta con colori
simbolici, esse servivano a elevare l'attore per
renderlo più visibile agli spettatori più lontani. Contribuivano a ergere l'attore anche gli onkos, delle parrucche
molto alte. Riguardo le maschere abbiamo notizie da Polluce (sofista e
grammatico greco del II sec.
La parola theatron deriva quasi sicuramente dal
verbo theaomai che significa guardo sono spettatore . In origine questa parola
indicava la
La cavea, oggi con solo 46 gradini, ha il diametro di 138.60 m. ed è divisa in 9 settori, detti cunei, da scalette laterali. La platea semicircolare era chiamata dai Greci orchestra , perchè vi danzavano i cori. La parola orchestra deriva dal greco "orcheomai" che significa danzare. La forma canonica è quella circolare e al di sotto dell'orchestra vi erano solitamente dei passaggi, usati con varie funzioni. A Siracusa tali passaggi fungevano da "Caronoi klimakes ", ovvero Scale Carontee, usate nelle rappresentazioni per le apparizioni spettrali. Oltre l'orchestra vi era la scena, di cui però non ne è rimasta traccia, solo numerose cavità e fori di difficile lettura. La parola scena deriva dal greco "skené, che significa tenda; infatti in origine era solo una tenda che costituiva la scena. Questo tipo di scenario pare sia stato introdotto dal siracusano Formide (V° secolo a.c.).
Moltissimi sono stati i cambiamenti
subiti da questa parte di teatro. Sicuramente al
tempo
Al centro di questa terrazza vi è scavata una grotticella artificiale detta " grotta del Ninfeo".
Vicino alla grotta del Ninfeo, è possibile notare una costruzione non propriamente contemporanea al teatro: la cosiddetta " casetta dei mugnai".
Teatro di Epidauro, costruito da Policleto il Giovane nel 360 a.C.
La storia degli spettacoli e della
letteratura drammatica in Grecia segue nelle grandi linee le periodizzazioni
della storia politica alle quali si è qui pertanto attenuti. Dalla protostoria
all'inizio dell'età ellenistica (330 a.C.) fino a tutto il
periodo romano (30 a. C. - 395
a) Giochi
panellenici. Giochi a carattere panellenico si
svolgevano in quattro località, ad Olimpia, a Delfi sull'Istmo e a
Le gare si svolgevano fuori dal sacro recinto, nello stadio e nell'ippodromo a
est dell'altis. In Olimpia non si svolgevano agoni musicali, ma lacune
gare, come il pentatro, erano accompagnate da flauti.
Talvolta, durante l'assemblea estiva veniva, data
lettura di opere in prosa (così avvenne per le Storie di Erodoto) o
venivano esposti dipinti.
b) Agoni e feste locali. Accanto agli agoni panellenici, vi era una folla di manifestazioni agonali e feste a
carattere encorico, alcune delle quali, come i giochi panatenaici e le
cerimonie misteriche di Eleusi, assunsero eccezionale importanza. Il passaggi graduale da queste varie cerimonie è indicato
dal processo evolutivo in cui la danza cede, a poco a poco, la sua posizione
prevalente rispetto alla parola. Le emozioni, i pensieri, i
sentimenti cominciano a trovare la loro via di comunicazione. Lo sforzo
spirituale si accentua: nasce il
Certo , alle origini, le azioni mitico-drammatiche
legate al culto, dovettero avere come centro ispiratore l'immagine e le imprese
di Dioniso, ma anche il
1. Lo spazio scenico A grandi linee, la codificazione rituale dovette avvenire in
questi termini: il
Trattandosi quindi di rendere partecipi migliaia di spettatori che
dovevano, non solo vedere, ma anche ascoltare, il
problema poteva essere risolto solo con una sopraelevazione
Il teatro greco si è sviluppato in forma compiuta solo
dopo l'età periclea. Gli elementi suoi caratteristici sono la cavea,
area semicircolare a gradoni, dove sedevano prima due
scale laterali e infine, da una serie di scalinate radiali chiamate cunei.
Nei primitivi teatri la cavea era formata in terra
battuta (teatro di Siracusa, 470 a.C,), solo nel IV secolo a. C. viene
realizzata interamente in pietra (Teatro di Epidauro, 370 a. C.). L'orchestra
è la zona nella quale in origine e durante tutto il
periodo classico agivano i danzatori e i coristi. Più tardi la rappresentazione
si sposta in un piano sopraelevato. La sckené,
in origine era un fondale di tela posto
nell'orchestra, di fronte alla cavea, più tardi costruita in legno per
accogliere gli attori durante il cambio dei costumi, fu posto dapprima a fianco
dell'orchestra, poi costruita in muratura, fu posta di fronte alla cavea di
modo che la parete sull'orchestra serviva da fondale. un'ultima
modifica portò alla formazione
2. Macchine teatrali del teatro greco Anche se in taluni casi si fa riferimento al teologheion
come ad un piano sovrastante la sckené e destinato ad accogliere le
apparizioni degli dei, dobbiamo pensare che, perlopiù, era il tetto della
stessa skené ad assolvere questa funzione di luogo deputato alla
teofania- Non abbiano conoscenza di quanto fosse alta la skené, ma
doveva comunque superare di molto i tre metri se pensiamo che in una scena di
Euripide, un attore doveva fare un balzo dal tetto a terra, quindi per
raggiungere altezze maggiori, veniva impiegata una sorta di gru chiamata mechàne.
Di questo attrezzo scenico dovette molto servirsi Euripide, ce
considerando la sua abitudine di concludere spesso i suoi lavori con
l'apparizione, appunto,
Accanto a queste macchine addette alla sopraelevazione degli attori, va ricordato, inoltre, un altro meccanismo chiamato ad
assolvere un diverso compito, si tratta dell' ekkiclema, sorta di
piattaforma su ruote sulla quale si collocano gli esecutori e le vittime e che
veniva spinta fuori dalla porta centrale della skené. Il diametro
Sappiamo anche che, a seconda
.3. Temi della letteratura
drammatica La tragedia, col dramma satiresco, attinge al patrimonio di
leggende eroiche dell'epos omerico,
4. Ordine dorico, jonico, corinzio Dal punto di vista dello scenografo è di fondamentale importanza
conoscere gli ordini architettonici per potersene servire all'occorrenza. La
misura di base che serve per la costruzione delle proporzioni dei vari canoni
architettonici è il modulo che è una misura
di norma presa sul raggio delle colonne, misurato all'imoscapo, cioè
nella parte più bassa
Gli ordini architettonici greci possono essere considerati due: il dorico e lo jonico il
terzo, il corinzio, in effetti, è una variazione dell'ordine
jonico. Tutti gli elementi dell'ordine hanno una precisa funzione: la
decorazione non è un elemento applicato, ma una trasfigurazione delle relative
funzione, come i triglifi, che ricordano le scanalature fatte sulle
teste delle originarie travi lignee per far scorrere meglio l'acqua piovana, o
le metope, tavolette poste tra il triglifo
e triglifo, affinché l'acqua non penetri all'interno della struttura.
L'ordine dorico è un assieme di elementi articolati e strutturati in forma organica, secondo un rigore compositivo che resta esemplare.
L'ordine jonico sembra abbia avuto origine
nella zona anatolica della jonia, verso il VII/VI sec.
a. C., ma solo nel V secolo giunge a completa maturazione. E' un ordine che si presenta con interpretazioni diverse, tra
le quali è da ricordare quella della Jonia, che nella base della colonna si
differenzia da quella greca. Come il dorico, anche lo
jonico è diviso in tre parti: stilobate, colonna e trabeazione. Mentre
la colonna dorica poggia direttamente sullo
stilobate, la colonna ionica si erge sopra una base, ma con un rapporto molto
più slanciato. Le scanalature non a spigolo vivo, sono
generalmente 24. L'ordine jonico valorizza la decorazione: l'echino è spesso
ornato da ovoli, anche l'abaco, più sottile che nel dorico, è
decorato. Nel capitello, la caratteristica voluta jonica presenta una veduta
frontale; quando è usata angolarmente viene modificata con l'inserimento a 45'
di un altra voluta, in modo da presentare nei due
prospetti sempre la visione migliore. L'architrave,
o epostilo, è suddiviso in tre fasce orizzontali di grandezza
degradante e sporgenti in maniera diversa; spesso la fascia superiore è
decorata. Il fregio, assente negli esempi
arcaici, appare verso la fine
L'ordine corinzio si differenzia dallo
jonico per la maggiore altezza
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