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Wundt, strutturalismo e funzionalismo
1. Wilhelm Wundt (1832-1920)
Come rileva Edward B. Titchener nel 1921, per Wilhelm Wundt, il fondatore del primo
laboratorio di psicologia sperimentale, il metodo sperimentale è essenziale per definire la
psicologia come scientifica. La psicologia sperimentale di Wundt e la psicologia empirica di
Brentano definiscono la "nuova" psicologia entre les deux siècle assicurandole con «la loro opera e il
loro esempio [.] un posto tra le scienze [.]». Wundt e Brentano hanno, infatti, teorie e metodi
di impostazione radicalmente diversa e, per alcuni versi, opposta, tanto da far affermare a
Titchener che «non c'è via di mezzo tra Brentano e Wundt» (Titchener, 1921).
Figura 1. Wilhelm Wundt
Wilhelm Wundt, medico e fisiologo tedesco, si
connota per la sua cultura, il suo eclettismo, la sua
ampissima produzione, e, a volte, per la sua
contraddittorietà: l'opera wundtiana comprende la
filosofia e l'epistemologia (il problema del rapporto fra
vitalismo e meccanicismo, del rapporto fra principio
causalistico e principio finalistico, o la natura della
logica e della meccanica, ecc.), la fisiologia e la
psicofisiologia (come ad esempio le teorie fisiologiche
dell'associazione), la psicologia (ad esempio il
problema della percezione del tempo o la natura
dell'emozione estetica), oltre che i capisaldi di fine
ottocento della psicologia sperimentale: la psicofisica
di Weber e Fechner.
Nella vasta produzione di Wundt, Fondamenti di
psicologia fisiologica è la prima opera sistematica della
psicologia scientifica: in ciascuna delle sei edizioni dei
Fondamenti - la prima pubblicata nel 1873-74 e
l'ultima nel 1908-11.
Wundt apportava ampliamenti e arricchimenti derivati dai nuovi risultati delle ricerche europee ed
americane. Sebbene la sua immagine stereotipata di scienziato ottocentesco "cultore dei fatti"
avverso al razionalismo filosofico sia stata ridimensionata rispetto al passato, è altrettanto vero
che Wundt stesso pensava che tra filosofia e psicologia ci fosse un legame indissolubile, tanto da
affermare nel saggio del 1913 La psicologia in lotta per la sua esistenza, che non dovrebbe insegnare
«chi è un semplice sperimentalista e non è allo stesso tempo un uomo preparato
psicologicamente e filosoficamente, pieno di interessi filosofici».
Questa dispensa è elaborata da Simona Nicolosi, ricercatrice e docente di Psicologia generale
dell'Università degli studi di Enna/Kore. Le dispense hanno la finalità di sintetizzare i contenuti delle
lezioni di Storia della Psicologia del corso di Psicologia generale tenuto dalla docente. Qualora lo studente
volesse approfondire alcuni o tutti gli aspetti trattati, potrà utilizzare i riferimenti bibliografici indicati alla
fine di ogni dispensa per risalire ai testi utilizzati per la presente trattazione.
È indubbio, comunque, che l'opera di Wundt rappresenti una base concettuale molto
complessa della psicologia scientifica, se da essa si sviluppano due correnti del pensiero
psicologico tanto diverse tra loro: lo strutturalismo e il funzionalismo
«Wundt [.] è divenuto lo 'sfondo' contro cui si sarebbero staccate le 'figure' dei movimenti [psicologici]
successivi» (Boring, 1950). La ricerca storica recente sulle origini della psicologia ne ha ridisegnato la
figura mettendo in evidenza la complessità della sua opera senza appiattirla nel luogo comune di Wundt
fondatore del primo laboratorio di psicologia sperimentale.
Wilhelm Wundt nacque a Neckarau, vicino a Mannheim, nel 1832. La sua infanzia non fu facile,
soprattutto dopo la morte prematura del padre, un pastore luterano. Si ritiene che la scelta di fare il
medico (si laureò a Heidelberg nel 1856) sia stata condizionata anche dall'esigenza di svolgere una
professione che permettesse di superare rapidamente le ristrettezze economiche della famiglia. [.] Negli
anni dell'università a Heidelberg Wundt fu assistente del fisiologo Hermann von Helmholtz (1821-94) e
durante una permanenza nel 1856 a Berlino studiò con «il padre della fisiologia sperimentale», Johannes
Müller (1801-58), e con il fisiologo Emil Du Bois-Reymond (1818-96). Dopo gli anni di insegnamento, e
ricerca a Heidelberg (fino al 1874) nel campo della fisiologia, Wundt divenne professore di filosofia
prima a Zurigo (1874-75) e poi a Lipsia, dove rimase dal 1875 fino alla morte nel 1920. A Lipsia Wundt
fondò quello che è considerato il primo autonomo e organico laboratorio di psicologia sperimentale,
dove si formarono decine di psicologi che a loro volta fondarono nuovi laboratori di psicologia in
Germania e all'estero.
La produzione di Wundt fu vastissima, quasi maniacale (è stato calcolato che per produrre le oltre
cinquantamila pagine dei suoi libri e articoli, abbia dovuto scrivere o rivedere in media 2,2 pagine al
giorno tra il 1853 e il 1920); può essere vista lungo un percorso che va dalla fisiologia (Contributi alla teoria
della percezione sensoriale, 1858-62) alla «psicologia fisiologica» o psicologia sperimentale (Fondamenti di
psicologia fisiologica, 1873-74; l'ultima ed. fu la VI in 3 voll., 1908-11), alla filosofia (Logica Etica
Sistema di filosofia, 1889) e infine alla «psicologia di popoli» o psicologia socio-culturale
Psicologia dei popoli, 10 voll., tra il 1900 e il 1920). Carattere introduttivo e grandissima diffusione
ebbe il Compendio di psicologia (1896, con la IX ed. rivista nel 1911; trad. in inglese nel 1896 e in
italiano nel 1900). Una sorta di autobiografia psicologica fu scritta da Wundt con il titolo Vissuto e
conosciuto
Nel 1879 Wundt fondò a Lipsia
l'Istituto di Psicologia, il primo
laboratorio di psicologia
sperimentale nella storia della
psicologia scientifica, nel quale si
effettuavano gli esperimenti sulle
stesse problematiche che da anni
venivano già studiate nei
laboratori di fisiologia.
Eppure l'importanza del
laboratorio sperimentale di
Wundt risiedeva oltre che nella
denominazione ufficiale, che
contribuiva a stabilire
l'indipendenza istituzionale della
psicologia rispetto alle altre
scienze biologiche, anche nel
metodo
Nel Compendio di psicologia
Paragrafo tratto da Mecacci (1995) Storia della psicologia del Novecento, Roma Laterza: pp. 5-6.
Figura 2. Il laboratorio di Lipsia
(1896) Wundt affermava che il metodo sperimentale e l'osservazione erano i due metodi
fondamentali della psicologia.
Il laboratorio di Lipsia rimase per decenni un modello che fu adottato anche in altri paesi,
spesso dagli studiosi che avevano lavorato proprio con Wundt. Dal laboratorio di Wundt sono
usciti tutti i pionieri della psicologia sperimentale, i tedeschi Kraepelin, Külpe, Meumann, gli
americani Stanley Hall, McK. Cattell, suo primo assistente, Spearman, il francese Bourdon, i belgi
Thiéry e Michotte.
«Anche se il metodo ufficiale è sempre l'introspezione, il fatto che il laboratorio sia ritenuto
indispensabile significa che lo psicologo non si limita più alla propria introspezione ma sente
l'esigenza di controllare i suoi risultati con quelli degli altri. Ne deriva che le condizioni
dell'osservazione devono essere uniformate per diventare confrontabili, esemplari, significative
perché studiate nei dettagli. La sperimentazione non è più soltanto una possibilità, un'esigenza, ma
diventa una realtà. Essa richiede apparecchi per stabilire con esattezza le situazioni e registrare le
reazioni [.]. Nello stesso tempo d'altronde, e senza volerlo, la psicologia comincia a trasformarsi in
psicologia della condotta. È evidente che lo sperimentatore stabilisce regole introspettive pesanti,
ma egli nota anche ciò che il soggetto dice o fa, risultati che resisteranno all'erosione del tempo
anche quando le teorie saranno completamente disgregate (Fraisse e Piaget, 1963) ».
Nel laboratorio di Wundt si affrontarono esperimenti su visione, udito, tatto, gusto, senso del
tempo, percezione, tempi di reazione, il sentimento, l'associazione mentale. Il metodo
sperimentale si basava sull'intervento «volontario» dell'osservatore che controllava i processi
psichici (percezione, sensazione, memoria) oggetto di analisi della «psicologia individuale».
L'osservazione era invece più adatta allo studio dei «prodotti dello spirito» (la lingua, le
rappresentazioni mitologiche, i costumi), oggetto della «psicologia sociale» che, invece, non
possono essere manipolati dal ricercatore.
«Secondo il «volontarismo» wundtiano, tutti i processi psichici umani passano attraverso quattro
fasi:
1. la stimolazione;
2. la percezione, che rende cosciente l'esperienza psichica;
3. l'appercezione, concetto che risale a Herbart , che costituisce una fase durante la quale
l'esperienza cosciente viene identificata, qualificata e sintetizzata dalla mente;
Secondo Wundt era anche possibile misurare la durata dell'appercezione (circa 0,1 secondi), durante
alcuni esperimenti sul tempo di reazione;
Ed infine 4. l'atto di volontà, che suscita la reazione psichica, e che è connotato dal libero arbitrio,
vissuto come serie di stati d'animo «risolutivi» organizzati in una specifica successione temporale».
Sebbene nelle teorie psicologiche wundtiane permanga una spiccata componente
spiritualistica, che le sottrae all'indagine scientifica modernamente intesa - come il «volontarismo»
- è tuttavia vero che molti contenuti della sua opera costituiscono il patrimonio della psicologia
scientifica contemporanea.
Oggetto dell'indagine psicologica, metodo sperimentale e principio del «parallelismo
psicofisico».
Qui il termine significativo non è inteso nella sua accezione statistica; per una spiegazione dettagliata
termine "significatività" nella statistica per le scienze sociali, si rimanda al calcolo probabilistico e al test di
significatività, quest'ultimo consente di valutare la differenza tra due o più variabili riducendo il rischio di
casualità nella valutazione dell'incidenza tra variabili indipendenti.
«L'oggetto dell'indagine psicologica è l'esperienza umana immediata, contrapposta all'esperienza
mediata, che è invece oggetto delle scienze fisiche. Definizione e distinzione queste di cui sono
debitori a Wundt quasi tutti i sistemi psicologici moderni, dallo strutturalismo al gestaltismo
(Legrenzi, 1980).
Nell'ambito della psicologia sperimentale, almeno per tutto il primo decennio del Novecento, il
metodo sperimentale fu legato all'introspezione. Solo successivamente, dopo le critiche del
comportamentismo, l'introspezione fu abbandonata. L'introspezione è intesa da Wundt come
auto-osservazione libera e personale.
«Wundt codificò con estremo rigore il metodo sperimentale nell'ambito dell'indagine psicologica,
insistendo per primo sull'importanza dell'accurata identificazione, dello stretto controllo e della
precisa quantificazione delle variabili psichiche, che nel suo laboratorio erano circoscritte ai processi
sensoriali e percettivi semplici; e polemizzando duramente con chi, come Franz Brentano, teorico
della «psicologia dell'atto», trovava una incompatibilità di fondo fra ricerca psicologica e
sperimentazione di laboratorio (Legrenzi, 1980).
Wundt indicò chiaramente i confini dell'introspezione: l'analisi era limitata a fenomeni psichici,
sensazioni e percezioni, che erano replicabili, ma non includeva il pensiero, le emozioni e la
volontà.
Gli stati psichici interni potevano essere analizzati, nella psicologia scientifica, solo se manipolati
nel quadro di un esperimento psicologico dove si potessero riprodurre le stesse condizioni e si
potessero controllare rigorosamente le variabili studiate. Attraverso l'introspezione sperimentale,
il ricercatore doveva seguire la percezione interna degli eventi esterni, senza l'influenza però dei
fattori soggettivi e delle immagini derivate dalla memoria. I resoconti dei soggetti erano quindi
relativi alla percezione e quantitativi, ovvero riguardavano le caratteristiche fisiche degli stimoli
(durata, intensità, grandezza, ecc.). il soggetto doveva essere inoltre addestrato a riportare in
maniera sistematica e rigorosa i dati introspettivi, utilizzando una terminologia precisa: ciò per
evitare la frammentarietà nell'auto-osservazione e il ricorso ad un linguaggio ordinario.
Infine, Wundt enunciò un principio che continua ancor oggi a caratterizzare, a seconda che venga
accettato o venga respinto, le sistematizzazioni psicologiche: il principio del «parallelismo
psicofisico». Secondo tale principio i processi mentali e i processi fisici dell'organismo umano sono
paralleli: né Ì primi causano i secondi né i secondi causano i primi, ma a ciascun cambiamento dei
primi corrisponde puntualmente un cambiamento dei secondi» (Legrenzi, 1980).
Contraddittorietà
«Molte altre istanze e indicazioni di ricerca sono contenute nell'opera di Wundt; e a causa della
mole e dell'eclettismo dell'opera stessa, si tratta per lo più di istanze e indicazioni, se non
contraddittorie, almeno divergenti. In particolare, Wundt da un lato si contrappone alla tradizionale
psicologia introspezionistica dì derivazione hobbesiana, perché insiste nel porre gli eventi mentali in
relazione a stimoli e a reazioni oggettivamente conoscibili e misurabili, e difende l'importanza della
ricerca sugli animali, utilizzando per esempio l'indice oggettivo rappresentato dagli
elettrocardiogrammi di conigli sottoposti a stimoli dolorosi. Ma d'altro lato conferisce
all'introspezione lo status di metodo psicologico privilegiato, ponendo le premesse
dell'introspezionismo sistematico del suo allievo Titchener.
Ancora, da un lato esclude dalla propria indagine sperimentale il pensiero, ma dall'altro esprime
posizioni che sono in linea con l'odierna psicologia cognitivista.
O ancora, Wundt da un lato può essere considerato il padre delle successive psicologie
elementistiche, cioè di quelle psicologie - come lo strutturalismo o il comportamentismo
Figura Edward Bradford
Titchener
watsoniano - che scompongono la coscienza o il comportamento in elementi semplici ed
irriducibili, perché il suo esplicito ideale di scientificità è rappresentato dal lavoro iperanalitico del
chimico. D'altro lato, egli formula e sviluppa concetti quali quello di «sintesi creativa», che
precorrono le successive psicologie antielementistiche o globalistiche, come la psicologia della
Gestalt.
O ancora, Wundt da un lato pone le premesse storiche di una psicologia dell'uomo astratto o
generalizzato, non interessata alle differenze interindividuali e alle applicazioni nella vita sociale; ma
dall'altro lato dedica molta attenzione ai problemi della psicologia applicata e della psicopatologia.
Successori immediati di Wundt, strutturalismo e funzionalismo sono ambedue debitori dell'opera
del grande precursore: meno direttamente il secondo, assai più direttamente il primo, tanto che
alcuni storiografi - secondo [l'Autore ] impropriamente - non esitano a classificare lo stesso
Wundt come strutturalista» (Legrenzi, 1980).
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