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Piani e lavori preliminari alla costruzione capitale.
Prima di connotare più da vicino il piano sul quale si basa l'attuale edizione della Volontà di potenza, e prima di indicare il punto dove incomincerà il nostro domandare, riportiamo alcune testimonianze dall'epistolario di Nietzsche che gettano un po' di luce sull'origine de 626h77g i lavori preliminari alla progettata costruzione capitale e che alludono allo stato d'animo di fondo dal quale viene il lavoro.
È in errore la concezione corrente secondo la quale Così parlò Zarathustra di Nietzsche avrebbe dovuto mettere in forma poetica la sua filosofia, e che poi, dal momento che lo Zarathustra non ebbe fortuna, Nietzsche l'avrebbe voluta riscrivere in prosa per raggiungere una migliore comprensibilità. In verità la progettata opera capitale, La volontà di potenza, è altrettanto poetica quanto lo Zarathustra è filosofico. Il rapporto tra le 2 opere rimane quello tra preamobolo e costruzione capitale. Ma tra il 1882 ed il 1888 vennero compiuti passi essenziali che l'ordinamento dato finora ai frammenti postumi nasconde completamente, impedendo di vedere la struttura essenziale della metafisica di Nietzsche.
Nietzsche ha sempre forti dubbi sulla possibilità di dare forma di opera alla sua filosofia, anche se è sempre fiducioso.
Successivamente, non si parla più di una semplice opera capitale. Sono già i sintomi dell'ultimo anno del suo pensiero, dove tutto intorno a lui è in una chiarezza eccessiva e dove quindi, al tempo stesso, incalza da lontano anche l'eccesso. In questo stesso anno, nel 1888, cambia completamente il piano dell'opera.
È necessario ora fare un accenno ai piani stessi e al loro cambiamento.
Nella successione dei progetti si possono distinguere 3 posizioni fondamentali:
la prima si estende cronologicamente dal 1882 al 1883 (Così parlò Zarathustra)
la seconda dal 1885 al 1887 (Al di là del bene e del male, Genealogia della morale)
la terza comprende gli anni 1887 e 1888 (Il crepuscolo degli idoli, Ecce Homo, L'Anticristo)
Ma non si tratta degli stadi di uno sviluppo. Le 3 posizioni fondamentali non si distinguono nemmeno per la loro estensione; ognuna di esse si riferisce alla totalità della filosofia e in ognuna sono rispettivamente incluse le altre 2, ma in un modo di configurarsi interno ogni volta diverso e in una diversa collocazione del centro che dà forma al tutto. Ed era solo la questione di questo centro ciò che propriamente tormentava Nietzsche. Tale questione non era certo quella esteriore di una sintesi adeguata di un materiale manoscritto già pronto; era, senza che Nietzsche arrivasse veramente a saperlo, la questione dell'autofondazione della filosofia. Si tratta del fatto che ciò che la filosofia è, e il modo in cui di volta in volta è, si determina solo in virtù di se stessa, ma che questa autodeterminazione è possibile soltanto in quanto essa si è già fondata da sé. La sua essenza propria le si rivolta sempre contro, e quanto più una filosofia è originaria, tanto più puramente si eleva in questa svolta su se stessa.
Ognuna delle 3 posizioni fondamentali è designata da un titolo predominante. Non è un caso che i 2 titoli rispettivamente esclusi come titoli capitali ricompaiano ogni volta come sottotitoli.
La prima posizione di fondo è caratterizzata dal titolo capitale: Filosofia dell'eterno ritorno con il sottotitolo Un tentativo di trasvalutazione di tutti i valori. Un piano che ne fa parte contiene come capitolo conclusivo culminante: "La dottrina dell'eterno ritorno come martello in mano all'uomo più potente". Di qui si vede inoltre che l'idea di potenza, e ciò significa sempre della volontà di potenza, emerge attraversando il tutto da cima a fondo.
La seconda posizione di fondo è caratterizzata dal titolo: La volontà di potenza con il sottotitolo Tentativo di una trasvalutazione di tutti i valori. Un piano che ne fa parte contiene come quarta parte dell'opera: "L'eterno ritorno".
La terza posizione di fondo trasforma il titolo che nelle 2 precedenti era soltanto sottotitolo capitale: Trasvalutazione di tutti i valori. I piani che ne fanno parte contengono come quarta parte la "Filosofia dell'eterno ritorno" e una parte ulteriore, che varia di posizione, su "Coloro che dicono sì". Eterno ritorno, volontà di potenza e trasvalutazione sono le 3 parole-guida sotto le quali sta, in una distribuzione di volta in volta diversa, l'insieme della progettata opera capitale.
Ora, dobbiamo sviluppare riflessivamente la posizione di una domanda in grado di comprendere in modo connesso, come trasvalutazione, la dottrina dell'eterno ritorno dell'uguale, la dottrina della volontà di potenza e queste 2 dottrine nella loro connessione più intima, e dobbiamo arrivare a cogliere contemporaneamente la posizione di questa domanda di fondo come necessaria nel corso della metafisica occidentale.
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