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La fondazione delle 5 tesi sull'arte

psicologia



La fondazione delle 5 tesi sull'arte


Come, e in quale misura, possono ora essere fondate le 5 tesi sull'arte precedentemente formulate??

La I tesi dice:     l'arte è la forma a noi più nota e più trasparente della volontà di potenza. In verità possiamo accettare questa tesi come evidentemente fondata soltanto dopo aver conosciuto le altre forme e gradazioni della volontà di potenza, cioè solo se abbiamo possibilità di confronto. Ma anche ora, unicamente in base all'illustrazione che abbiamo dell'essenza dell'arte, è possibile un chiarimento della tesi. L'arte è la forma a noi più nota, perché è concepita esteticamente come stato, e lo stato in cui essa è presente in modo essenziale e dal quale scaturisce è uno stato dell'uomo, dunque di noi stessi. L'arte rientra in un ambito nel quale noi stessi siamo e che noi stessi siamo. Non rientra in quegli ambiti che noi non siamo e che rimangono quindi per noi qualcosa di estraneo, come la natura. Ma l'arte non solo rientra in generale, in quanto produzione umana, in ciò che ci è noto, ma è ciò che è più noto per eccellenza. Tutto questo ha la sua fondazione nella concezione nietzscheana del mondo secondo il quale è data la dimensione in cui, dal punto di vista estetico, l'arte è reale. Essa è reale nell'ebbrezza della vita fisiologica del corpo. Che cosa dice Nietzsche del modo in cui è data la vita??



"Il credere nel corpo è più fondamentale del credere nell'anima"

Di conseguenza anche il corpo e la sua realtà fisiologica sono più noti e, in quanto fanno parte dell'uomo, sono per lui la cosa più nota. Dal momento però che l'arte ha il proprio fondamento nello stato estetico e questo dev'essere concepito in termini fisiologici, essa è la forma più nota della volontà di potenza, ma al tempo stesso anche la più trasparente. Lo stato estetico è un fare e un recepire che noi stessi compiamo. Noi non solo assistiamo a questo accadimento come osservatori ma manteniamo noi stessi in questo stato. La nostra esistenza ne riceve un riferimento più chiaro all'ente, cioè la visione nella quale l'ente ci si rende visibile. Lo stato estetico è la dimensione trasparente attraverso la quale costantemente vediamo, in modo che qui tutto diventa per noi perscrutabile. L'arte è la forma più trasparente della volontà di potenza.

La II tesi dice:   l'arte dev'essere concepita dalla prospettiva dell'artista. Si è visto che Nietzsche coglie l'arte partendo dal comportamento dell'artista, ma non si è visto perché ciò sia necessario. La fondazione dell'esigenza espressa nella tesi è così strana che non sembra essere seria. L'arte viene posta fin dall'inizio come una forma della volontà di potenza. Ma la volontà di potenza è, in quanto autoaffermazione, un costante creare; di conseguenza si interroga l'arte per sapere che cosa sia in essa il principio creatore, l'eccedenza o la mancanza. La creazione nell'arte è però reale nell'attività produttrice dell'artista. Dunque se si imposta la questione partendo dall'attività dell'artista, è garantito nel migliore dei modi l'accesso al creare in generale, e quindi alla volontà di potenza. Questa tesi è una conseguenza della tesi fondamentale che l'arte è una forma della volontà di potenza.

La formulazione e la fondazione di questa tesi non vogliono dire: Nietzsche ha dinanzi a sé l'estetica quale era stata fino ad allora e riconosce la sua insufficienza, notando inoltre che essa, sia pure non esclusivamente, parte dall'uomo che recepisce; e di fronte a questi dati di fatto gli verrebbe in mente di tentare un'altra via, quella che parte da colui che crea. L'esperienza fondamentale prima e direttrice dell'arte stessa rimane invece il fatto che l'arte ha un'importanza perché è fondatrice di storia, e che in questo consiste la sua essenza. Dunque si deve guardare a colui che crea, all'artista. Nietzsche ha ben presto espresso l'essenza storica dell'arte nelle seguenti parole: "la civiltà può partire sempre e soltanto dal significato accentrante di un'arte o di un'opera d'arte".

La III tesi dice:   l'arte è l'accadere fondamentale dell'ente nel suo insieme. Entro la metafisica di Nietzsche e muovendo da essa, questa tesi, in base a quanto detto finora, è la meno chiara e fondata. Se, e in quale misura, l'ente sia nell'arte massimamente ente può essere deciso soltanto se prima si è risposto a 2 domande:

in che cosa consiste, nell'ente, l'essere ente??

in che senso l'arte può essere, tra gli enti, più ente degli altri enti??

La seconda domanda non è per noi così strana, in quanto, nella quinta tesi sull'arte, viene affermato qualcosa che conferisce all'arte un primato unico. La quinta tesi dice: l'arte vale più della verità. La verità vuol dire: il vero nel senso del vero ente, più precisamente: dell'ente che vale come vero ente, dell'ente-in-sé. Da Platone in poi vale come ente-in-sé il soprasensibile, ciò che è sollevato e sottratto alla mutevolezza del sensibile. Il valore di qualcosa si misura per Nietzsche dal contributo che dà al potenziamento della realtà dell'ente. L'arte vale più della verità, significa: l'arte, in quanto è il sensibile, è più ente del soprasensibile. Se questo ente è valso finora come l'ente sommo e se tuttavia l'arte è più ente, allora l'arte risulta essere ciò che, tra gli enti, è più ente di tutti, l'accadere fondamentale nell'ente nel suo insieme.

Ma che cosa significa essere, se il sensibile può essere chiamato più ente?? Che cosa vuol dire qui il sensibile?? Che cosa ha a che fare con la verità?? Come può, quanto al suo valore, stare persino più in alto di essa?? Che cosa significa qui verità?? Come determina Nietzsche la sua essenza?? Tutto ciò è in un primo momento oscuro. Per questo non vediamo neppure che, né come, la quinta tesi sia sufficientemente fondata; non vediamo come la tesi possa essere fondata.

Questa problematicità si trasmette alle altre tesi, anzitutto alla terza, la quale può essere evidentemente decisa e fondata soltanto se prima viene fondata la quinta. La quinta tesi deve valere anche come presupposto per la comprensione della quarta, secondo la quale l'arte è il contromovimento che si oppone al nichilismo; infatti il nichilismo, cioè il platonismo, pone il soprasensibile come il vero ente, dall'alto del quale tutti gli enti restanti vengono degradati a non enti, vengono rinnegati e dichiarati nulli. Così tutto dipende dal chiarimento e dalla fondazione della quinta tesi: l'arte vale più della verità. Che cos'è la verità?? In che cosa consiste la sua essenza??

Questa domanda è già da sempre racchiusa nella domanda-guida e nella domanda fondamentale della filosofia, le precorre e ne fa intimamente parte. È la domanda preliminare della filosofia.





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