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Bioetica - Responsabilità, Non radicalità, Computer, eroe dei nostri tempi

psicologia







-parte iniziale-

  Cos'é la bioetica?   Pag.2

Responsabilità

Non radicalità



  Cosa sono? Pag.3

-parte di ricerca-

  Computer, eroe dei nostri tempi  Pag.5

Progetto Genoma Umano Pag.7

  Grazie, voglio vivere  Pag.12

Essere un embrione  Pag.13

  Facciamola finita   Pag.19

Morte, questa è la tua fine    Pag.20


























Cos'è la




P  


artiamo dall'inizio, quindi chiariamo le idee su cosa sia l'etica.

L'etica è una branca della filosofia che studia i fondam 757b19h enti di ciò che viene considerato giusto o sbagliato. Ovvero si occupa della morale e dei valori dell'uomo che ne determinano il suo comportamento.


La bioetica è una disciplina che si occupa delle questioni morali che sorgono dal continuo progredire della ricerca biologica, tecnologica e medica che si interessa di intervenire sull'uomo, sull'ambiente, sugli animali. Essa interviene, quando alcune di queste tecnologie travalicano il limite della scienza ed entrano in quello della morale, scatenando così varie polemiche e critiche. La bioetica si occupa, infatti, della responsabilità che ha l'uomo verso se stesso e verso tutto ciò che lo circonda. La responsabilità ha un ruolo centrale in tutta la bioetica, infatti, tutti i suoi argomenti ruotano intorno alla responsabilità dell'uomo. La responsabilità si suddivide in tre tipologie che vengono anche usate per distinguere in tre grandi gruppi i temi della bioetica:

  RESPONSABILITA' VERSO SE STESSI

  RESPONSABILITA' VERSO GLI ALTRI

  RESPONSABILITA' VERSO L'AMBIENTE

La bioetica si può considerare una branca multidisciplinare del sapere scientifico, poiché in essa sono implicate, oltre che la biologia e la medicina, anche l'etica, la riflessione filosofica, la deontologia professionale e la filosofia della scienza.


Si parla per la prima volta di bioetica nel 1970 all'interno di un articolo dell'oncologo americano Van R. Potter. Poco dopo sarà l'ostetrico olandese Hellegers ad approfondire meglio la nuova discipline.

Dagli anni Settanta ad oggi sono sorti molti centri privati e comitati pubblici di bioetica. In Italia il Comitato Nazionale per la Bioetica è sorto nel ed è un organo consultivo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. I suoi documenti sono consultabili da tutti, sia nella versione cartacea (sotto forma di quaderni editoriali editi da un'altra struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri: il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria), sia nella versione online.

Inoltre vi sono comitati etici in tutte le strutture sanitarie pubbliche italiane che sono composti da personale medico e paramedico, ed esperti in psicologia clinica, filosofia, sociologia, materie giuridiche, teologia, etc.

Attualmente stanno nascendo bioeticisti in senso stretto in virtù dell'insegnamento accademico della bioetica, ovvero non solo come insegnamento inserito all'interno di Storia della Medicina o di Filosofia Morale. Nel è stata eretta la prima Facoltà di Bioetica al mondo, diretta dal professor Gonzalo Miranda, presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.


Un aspetto molto importante che deve sempre essere tenuto in considerazione da chiunque affronti, esponga, critichi la bioetica e i suoi argomenti, è il non essere mai del tutto radicali. La radicalità, infatti, non può esistere nella bioetica poiché gli argomenti da essa trattati sono molto soggettivi e, da caso a caso, possono cambiare totalmente. Si trovano in bilico tra il giusto e lo sbagliato e nessuno può stabilire con certezza cosa stia da una parte e cosa dall'altra.

Personalmente credo che se ci fosse anche la minima sicurezza che uno di questi argomenti fosse giusto o sbagliato non ci sarebbe neanche bisogno di starne qui a discuterne. Penso che di dovere avrebbe già reso fattibile o abolito del tutto, a seconda della sentenza finale, ciò che l'argomento tratta.



-VARI PUNTI DI VISTA-

La bioetica non può esistere senza le critiche che si porta dietro sin da quando è nata. In ogni suo aspetto la bioetica è un inesauribile fonte di discussioni. Quest'ultime vi sono, ovviamente, in tutti i suoi temi, ma si trovano persino alla sua base, nei suoi principi. Ecco alcuni tra moltissimi pareri contrastanti riguardanti, appunto, la base della bioetica.  

  Edmund Pellegrino, uno dei padri della bioetica, ritiene che la radice umanistica della medicina si possa trovare solo nella tradizione ippocratica.

  La bioetica cattolica sostiene che "ciascun individuo umano ha il diritto alla vita, intendendosi come individuo l'uomo dal concepimento (naturale) alla morte cerebrale totale". Beauchamp e Childress rivendicano i quattro principi dell'etica biomedica fondando così la teoria dei principi:

Autonomia della medicina

Non maleficenza

Beneficenza

Giustizia

  Robert Veatch sostiene che debba esserci un rapporto contrattuale fra medico e paziente basato sui cinque punti fondamentali: autonomia, giustizia, mantenere le promesse, dire la verità e non uccidere.

  La teoria utilitaristica toglie la sacralità della vita umana dal centro della discussione e la sostituisce con il paradigma di massimizzazione della qualità della vita.

  La bioetica femminista critica il paradigma dominante dell'etica liberale per la sua astrattezza nel concetto di autonomia, che non si fa carico dei condizionamenti sociali e nasconde la discriminazione e l'oppressione delle donne nella "società patriarcale".

Si potrebbe continuare ancora e ancora, ma per ora ci fermiamo qui. Tutto questo per rendere subito chiara l'idea di quanto sia soggettiva e del tutto personale una qualsiasi opinione che riguarda la bioetica. Potrebbero esserci miliardi di pareri diversi, ma neanche uno sbagliato. Niente è sbagliato in questo contesto perché quello che potrebbe essere sbagliato per me potrebbe rivelarsi il pensiero più giusto per un'altra persona. Eccoci di nuovo qui: niente è giusto e niente è sbagliato.



-Cosa sono???-

BIOETICA Il termine bioetica viene coniato nel 1970 da Potter. "Bio" deriva dal greco "bios" che significa "vita", mentre "etica" deriva dal greco "ethos" che significa "costume".

La responsabilità è l'essere consapevoli delle nostre azioni, ma soprattutto delle conseguenze che esse portano verso noi stessi o verso gli altri. Quindi essere responsabili vuol dire saper assumersi il peso e gli effetti che le nostre azioni hanno nel tempo e nello spazio.

RADICALITA' Atteggiamento intellettuale filosofico di chi affronta le questioni in modo risoluto e intransigente e che cerca di risolvere le situazioni partendo dalla base di esse, dalle radici.





N


iente più fumetti o cartoni animati! Ora i nostri eroi sono eroi veri! Altro che Superman o Spiderman o Batman ora noi abbiamo il Computer!!! Roba vecchia il saper volare o il poter lanciare ragnatele dai polsi, ora va di moda andare contro tutte le leggi della natura alle quali l'uomo è sempre dovuto sottostare. L'uomo, infatti, non deve più essere unico al mondo, ma deve avere migliaia di cloni in modo da poterlo salvare da malattie mortali. Già che ci siamo perché l'uomo non può diventare creatore e farsi un uomo tutto per se? Già immagino nei negozi di giocattoli scatole e scatole con su scritto: "Kit Fai Da Te!!! Crea il tuo essere umano personalizzato e poi fanne quello che vuoi! Lo stato non conferisce nessun diritto a qualsiasi creazione fatta con questo gioco". Sei nata mora ma hai sempre sognato di essere bionda? Basta tinte! Ti fai dare un'aggiustatina al tuo DNA e vedrai che biondo naturale da paura!

Esagero? Può darsi, ma da come la penso io non c'è tanto da dare per scontato che tutto questo possa venire in un futuro vicino o lontano che sia. Ormai la mia considerazione della razza umana è veramente molto bassa e non mi stupirei più di niente. In fondo qual è quella razza che, peggio dei bambini piccini, se non riesce ad ottenere ciò che vuole è capace di uccidere milioni di persone pur di ottenerlo? Qual è quella razza che usa la tecnologia non per vivere in un modo migliore ma per uccidere in un modo migliore? Qual è quella razza che invece di distribuire il denaro in modo equo ne fa un uso scorretto e futile? Solo una razza è capace di fare questo e altro. Ed è la razza umana.

Ora però ci tengo a precisare che non vedo tutto nero. Non voglio assolutamente dire che nel mondo non ci siano persone buone pronte a perdere la vita pur di salvarne un'altra, dico solo che, sfortunatamente, il potere non è nelle loro mani. Che mondo sarebbe oggi se il potere fosse in mano a persone come Gandhi, Martin Luther King, Papa Giovanni Paolo II e persone che anche se anonime hanno il dono di avere un cuore buono, puro, sincero? Sicuramente un posto migliore. Un posto dove una scoperta importante, come quella del progetto genoma umano, sarebbe adottata solo ed esclusivamente per una giusta causa. È proprio del progetto genoma che ora andrò a parlare. Prima di cominciare questa relazione ero totalmente all'oscuro dell'esistenza di questo progetto, ma appena l'ho scoperto mi ci sono appassionata e ho deciso di introdurcelo. Inizialmente ne ero attratta positivamente. Ero impressionata da quanto l'uomo si fosse spinto avanti con la tecnologia sanitaria e da quanto questa ricerca potesse cambiare la vita di molte persone. Mi è bastato, però, fare una ricerca più approfondita per scoprire tutti i contro e i retroscena che questo progetto genoma umano portava con se. Ho subito cambiato il mio parere e mi sono data ancora più da fare nella ricerca del materiale. Purtroppo non si trova molto su questo argomento, in quanto molto attuale e non molto conosciuto. Spero comunque che quel poco materiale raccolto sia sufficiente a dare un'idea chiara su cosa sia questo progetto genoma umano, ma soprattutto su quello che esso comporta.










































-cos'è???-


un progetto internazionale di ricerca che ha come obiettivo la mappatura del patrimonio genetico umano, ovvero la descrizione della struttura, della posizione e della funzione dei geni che caratterizzano la specie umana. Il Progetto Genoma Umano fu avviato nel 1990 con il coinvolgimento di istituti di ricerca pubblici coordinati dai National Institutes of Health (NIH), e dal Dipartimento dell'energia (DOE), degli Stati Uniti. La sua conclusione, prevista inizialmente nel 2005, fu in seguito anticipata al 2003. Tra gli stati partecipanti vi sono la Francia, la Germania, il Giappone, l'Italia, la Gran Bretagna e altri membri dell'Unione Europea.

Lo studio del patrimonio genetico offre anche numerosi spunti alla riflessione bioetica, che riguardano, per citarne alcuni, la legittimità dell'uomo di manipolare i geni, la liceità di porre un brevetto sulle scoperte, la possibilità di perseguire la strada della terapia genica per la risoluzione di alcune malattie genetiche. Allo scopo di esaminare i possibili risvolti etici, legali e sociali della "questione genetica", i promotori del Progetto Genoma Umano costituirono al suo avvio una commissione speciale, la ELSI (Ethical, Legal and Social implications Project).


Ecco un pezzo del discorso che il 18 Marzo 1994 ha reso pubblico, a tutta Italia, il risultato del Progetto Genoma. Già da questa poche righe si può percepire che il Progetto Genoma non può esistere senza i vari problemi che esso scatena a fargli da contorno:

"(.) Occorre segnalare soprattutto i rischi connessi a possibili usi distorti delle applicazioni che possono derivare dalla conoscenza accumulata nel corso delle ricerche del Progetto Genoma Umano; per sviluppare un'adeguata riflessione etica sulla responsabilità a livello degli operatori, si raccomanda che i coordinatori di queste ricerche in Italia promuovano, come già avviene a livello internazionale, indagini parallele sul loro impatto etico e sociale nonché su quello giuridico. Un altro importante antidoto contro le distorsioni della realtà scientifica, le quali possono generare infondati timori, ma anche contro i possibili usi impropri della conoscenza accumulata nel corso del Progetto Genoma Umano, è l'informazione e il dibattito pubblico. (.)"



-a cosa serve???-

I principali scopi che i ricercatori stessi associano al Progetto Genoma sono i seguenti:

  Possibilità di individuare i geni delle malattie ereditarie

  Intervenire sui geni "disgenici" per eliminarli

  Sviluppo, contemporaneo alla ricerca, di appositi farmaci

  Realizzazione di un archivio internazionale di tutte le basi azotate che compongono il genoma umano

  Uso criminologico dei dati disponibili, grazie a tracce "genetiche" lasciate sul luogo del delitto.

  Uso nell'ambito dell'igiene e sicurezza dei luoghi di lavoro, circa la scoperta di eventuali predisposizioni a malattie professionali legate all'ambiente in cui si opera.

Anche se.


-dentro la bioetica-

Proprio come dicevo: anche se.

  Tra diagnosticare e curare c'è di mezzo il mare!!!

Ormai tutti sanno cos'è il Progetto Genoma. Una cosa, invece, che non tutti sanno è che fino ad ora è stata svolta solo una minima parte del lavoro complessivo di questo progetto. Infatti, prima di poter applicare con successo le scoperte fatte fino ad ora passeranno decenni e, magari, si scoprirà che alcune malattie genetiche sono completamente incurabili, anche lavorando sulla loro base genetica, il DNA.

  Il ritorno dell'eugenetica

La situazione potrebbe degenerare! A quanto pare, in un futuro, saremo in grado di identificare i "portatori" di malattie genetiche, ma non di eliminarle. Sicuramente ci sarà qualcuno che opterà per l'eliminazione degli individui stessi, evitando così la trasmissione della malattia e mantenendo intatta la tanto perfetta razza umana. Perché ritorno? Il nome Hitler vi ricorda niente? E' successo una volta, perché non potrebbe ricapitare? In fondo è noto a tutti che l'uomo non sa trarre benefici dai suoi errori.

  Sorpresa!!!

Esistono malattie molto gravi che restano nascoste nel paziente per moltissimo tempo e si manifestano solo in seguito. Il Progetto Genoma potrebbe permettere ad una persona di scoprire che verrà colpito da un male terribile, che non è curabile. Ecco che sorgono domande inevitabili: il paziente è obbligato a conoscere il suo gravoso futuro? Chi ha il diritto di sapere? I suoi familiari? Il suo datore di lavoro? Che vantaggio si può ricavare dal sapere la data quasi certa della propria morte? Psicologicamente l'impatto sul paziente può essere devastante, ma lo è anche sui suoi conoscenti che lo tratteranno come un morto che cammina.

  L' inevitabile discriminazione

Le potenzialità predittive di Progetto Genoma, in assenza di cure efficaci, potrebbero diventare un terribile strumento discriminatorio. Le aziende potrebbero chiedere, in sede di assunzione, le risultanze dell'analisi del Dna del candidato. In politica, fra candidati di opposte fazioni, si potrebbe arrivare al punto di esigere la pubblicazione della mappatura del proprio antagonista, escludendo così di fatto dalla "eleggibilità attiva" coloro che abbiano una malattia genetica latente. Tutti potrebbero. e lo farebbero.

  Cassa di risparmio del DNA

Una delle conseguenze più immediate di Progetto Genoma sarebbe la creazione di banche dati relative ai soggetti sottoposti a indagine. Queste banche dati dovrebbero essere disponibili soltanto per finalità scientifiche e dovrebbero essere inaccessibili a privati, industrie, banche, assicurazioni, etc. etc. Ovviamente proprio questi ultimi hanno un interesse economico alla creazione e consultazione di banche e quindi, poiché la ricerca ha bisogno del loro interesse economico, è facile prevedere come sarà difficile mantenere la privacy sul nostro DNA

  L'allocazione delle risorse

Nel Progetto Genoma sono stati investiti tempo e denaro in modo continuo e piuttosto consistente e, ora, ci troviamo davanti a molti dubbi sulla sua vera utilità. Ma siamo sicuri che i fondi usati per Progetto Genoma non potevano essere spesi per portare cure immediate o per svolgere ricerche i cui risultati sarebbero applicabili in tempi rapidi ai malati? Insomma, siamo sicuri che non siano soldi buttati via?

  Uomo = Geni e.

L'idea sottintesa al Progetto Genoma è che "l'uomo è il suo genoma". Secondo lo scienziato Giuseppe Sermonti "Esiste oggi un mito da sfatare: che la vita sia nel Dna, tutta nel Dna, nient'altro che nel Dna". Gli stessi risultati del Progetto Genoma sembrano smentire questa impostazione meccanicistica, dal momento in cui si è scoperto che i geni umani sono molto meno numerosi del previsto (non 100.000 come ci si aspettava ma tra i 28 e i 40mila! Appena il triplo rispetto ai 13.000 del moscerino! Quasi un terzo in più di una piantina! Circa il doppio rispetto a un verme!). Quindi l'uomo è così "complicato"e diverso da tutti gli animali, non lo deve certo a una questione di chimica genetica ma a molto di più.

  E l'uomo creò la Terra

Il Progetto Genoma è spesso inteso come un simbolo del dominio della scienza sull'uomo, della possibilità di sostituirsi al Creatore per fare ciò che il "mercato" chiede o ritiene più vantaggioso. Un po' come in borsa, no? Oggi salgono di quota gli uomini biondi, domani quelli con i denti perfetti. Sempre, ovviamente, in nome del progresso.

  Servono delle analisi

Con questo sviluppo scientifico rischia di affermarsi sempre di più una nuova idea di medico. Il medico con i computer, il medico tecnologico, il medico che ti riempie di analisi a quantità industriali, il medico che ha il motto "meglio prevenire che curare!". Praticamente il medico disimpegnato che se non riesce a prevenire il male dice: -Sa. è troppo tardi, troppo lungo, troppo costoso, inutile, perfino dannoso.



-ieri &.-

Nel Progetto Genoma Umano i fondatori stessi, fin dall'inizio, hanno sentito il bisogno di delimitare dei limiti etici a tutto il progetto e avevano deciso di investire il 7%, del finanziamento annuale, per lo studio delle applica­zioni etiche, legali e sociali di quest'ultimo. Qui nacque la ELSI (vedi sopra). Si diedero davvero da fare, infatti, il 28 dicembre 1990 il Comitato Genoma Umano della Società Americana di Genetica Umana inviò una lettera al Direttore del Centro Nazionale per la Ricerca sul Genoma che conteneva richieste ed osservazioni ben precise sui limiti etici di tutto il progetto. Questi sono i quattro principi che la lettera conteneva :

  La scienza, nel nostro caso la conoscenza sempre più ampia e profonda della struttura e delle funzioni del genoma umano, è un bene inestimabile.

  Il fare scienza deve sottostare a criteri di comportamento fondati su una riflessione etica, nel senso più rigoroso del termine.



  La tecnologia, cioè l'applicazione delle cono­scenze acquisite dalla scienza, è un grande potere dell'uomo, che deriva dal diritto che egli ha di utilizzare i risultati della ricerca scientifica e il dovere di tradurli a vantaggio dell'uomo stesso e della società. Essa è un bene inestimabile. Ma anche l'esercizio del potere, an­cor più che fare ricerca, esige una norma radicata nell'inte­riorità di chi lo esercita. Altrimenti dispotismo.

  La persona umana con la sua natura e la conseguente sua dignità, cioè la realtà integrale che è il sog­getto umano, detta dalla sua interiorità stessa la norma del suo agire. E questa interiorità, che fa una cosa sola con il suo "biologico" ma lo trascende, la quale - da lui stesso interrogata - gli indica ciò che è bene o male.



-.oggi-

La situazione di oggi è abbastanza delicata e complessa per quanto riguarda lo stabilire dei limiti etici, infatti, nel caso venissero a mancare dei principi dettati dalla morale personale della comunità, allora è la legge che ha il compito di riempire il "vuoto morale" che si è venuto a creare. Anche se sempre tale rimane. La legge non può dare un senso di morale vero e proprio ma bensì una morale ingannevole e non innocua, una morale legislativa.  Il ritorno a un giusto equilibrio, per quanto riguarda i limiti etici, esige il ritorno alla cono­scienza piena e vera dell'uomo, compresi gli scienziati e i tecnologi che non possono venire meno a questa loro responsabilità. Giovanni Paolo II nel discorso rivolto ai parteci­panti alla plenaria dell'Accademia Pontificia delle Scienze il 28 ottobre 1994, parlò proprio di queste responsabilità che, a volte, nell'ambito scientifico vengono a mancare: "Non bisogna lasciarsi affascinare dal mito del progresso, come se la possibilità di realizzare una ricerca o di mettere in opera una tecnica permettesse di qualificarle immediatamente come moralmente buone. La bontà morale di ogni progresso si misura dal bene autentico che procura all'uomo, considerato secondo la du­plice dimensione corporale e spirituale. Quando l'uomo è in causa, i problemi superano il quadro della scienza, la quale non può rendere conto della trascendenza del soggetto, né evitare le leggi morali che derivano dalla posizione centrale e dalla dignità primordiale del soggetto nell'universo".















-dico la mia!!!-

Posizione alquanto difficile da prendere. Questo PGM che, inizialmente mi era sembrato come un cavaliere senza macchia e senza paura, in realtà nasconde molti scheletri nell'armadio. Dopo aver analizzato i pro e i contro, qui sopra, anche solo dal punto di vista numerico si nota la netta maggioranza dei secondi. E' anche vero però che non è il numero che conta ma il contenuto. La questione, almeno per me, non cambia molto. Hanno più fondamenta i contro. Spiego subito perché. I ricercatori e fondatori del Progetto, che sono sicuramente coloro che ne sanno di più al riguardo, espongono più volte i loro dubbi sulla possibile applicazione o meno del progetto. Che senso ha, a questo punto, scoprire ed individuare i portatori di malattie genetiche se poi l'unico cambiamento che porti nella vita di quella persona è il caos più totale? Ho provato ad immaginare la mia reazione se un giorno, uno scienziato col camice bianco venisse a dirmi tutto contento del risultato ottenuto: -Lei ha una malattia genetica che la porterà inevitabilmente alla morte e nessuno può farci assolutamente niente!-   Catastrofe totale!!! Cioè, uno come può reagire? Io credo che inizialmente cercherei di fuggire dalla realtà, rifugiandomi nella negazione dell'evidenza. Quando poi troverei il coraggio per ammettere quello che realmente mi sta accadendo sarebbe. be', sarebbe orribile. Avrei dei problemi nelle relazioni con gli altri. Troverei che chiunque si comporti in modo accondiscendente e li odierei per questo. Certo la morte prima o poi arriva, ma saperlo in questo modo, rende tutto diverso. La cosa che più di tutte mi fa essere contraria a questo progetto è la presenza nascosta, anche se non troppo, dell'eugenetica. Non so se non si preoccupano di mascherarla o se hanno fatto un pessimo lavoro nel tenerla nascosto, ma sicuramente c'è. Sicuramente c'è la voglia irrefrenabile di poter sorpassare il potere della natura, il potere di Dio, di dimostrare che c'è una sola grande potenza al mondo, ovvero l'uomo. Che, ovviamente, non può mostrarsi così com'è sin dalla nascita, assolutamente no! Eliminiamo ciò che non è perfetto e teniamo solo la "vera" razza umana. Ecco la domanda: quale razza? Lascio l'interrogativo sospeso, anche perché non è di razzismo che devo parlare. Ho davvero come l'impressione che, anche se solo in parte, questa cosa del Progetto Genoma Umano sia un po' "buttiamo lo sporco sotto al tappeto". Certo se davvero tutto andasse in porto e riuscissero a salvare delle vite umane, allora assoluto rispetto, ma penso che, anche se tutto andasse in porto, non si accontenterebbero di fermarsi al limite di ciò che è giusto moralmente. non pensandoci due volte "oplà!" e con un balzo siamo dall'altra parte a progettare uomini biondi con gli occhi azzurri e un sorriso perfetto. Mi trovo d'accordo con le parole di Giovanni Paolo II che parla di una cosa per me fondamentale. Molto spesso si sente alla tv, alla radio, ovunque insomma, parlare di questo grande sviluppo tecnologico, di quanto l'uomo ha fatto passi avanti, ecc., però non si sente mai parlare del lato negativo della faccenda. Questo compito spetta ad una minoranza, come la chiesa o altre associazioni di vario genere, che vengono prontamente snobbate, sovrastate e zittite da coloro che non vogliono che si sappia dell'esistenza di questo aspetto negativo. Le persone hanno il diritto di sapere. L'ignoranza, infatti, porta a pensare che la tecnologia sia solo una cosa positiva e che non può portare a niente di male poiché nasce per migliorarci la vita. Ho usato le parole adatte: nasce per. Mi viene in mente l'esempio di un'aquila. Un aquilotto appena nato è del tutto indifeso e non è neanche capace di volare, ma dopo non molto tempo ecco che diventa uno dei predatori più spietati e terribili che ci siano. Concludo riponendo le mie speranze nella buona fede degli uomini.




D

irei che oggi è abbastanza difficile sentire queste parole. Le ho scelte come titolo per l'introduzione dell'argomento di cui sto per parlare, perché credo che il soggetto in questione, se potesse parlare, non smetterebbe mai di dirle. Il soggetto in questione è l'embrione e il tema trattato è la discussione sullo statuto dell'embrione. Sono davvero convinta che se solo avessero il dono della parola sarebbero queste le parole che tutti gli embrioni griderebbero, le loro prime parole. Come biasimarli? Tra aborti, congelamenti, dibattiti infiniti su quando effettivamente va considerato o meno una persona, chiunque le urlerebbe a squarcia gola! Proviamo a portare su noi stessi quello che un embrione vive. Allora, siamo in una prigione ridotta e scomoda, siamo imbavagliati e legati, possiamo emettere qualche gemito ma l'unica persona che può sentirci è una guardia donna piuttosto lunatica, suscettibile e con qualche malessere e -piccolo dettaglio!- sono tutti molte volte più grossi di noi. Nonostante questi handicap possiamo comunque sentire tutto quello che succede intorno a noi. Questo "tutto" sono le parole di varie persone che discutono tra loro, indecise se ucciderci subito, congelarci per poi sfruttarci come cavie, o riconoscerci qualche diritto. Sarete d'accordo con me quando dico che non è proprio una bella situazione!

Mi è venuta un'immagine in mente. Mi immagino tutte le bandiere alle finestre delle case con su scritto "grazie, voglio vivere". bello! Se con le bandiere della pace qualcosa siamo riusciti a fare, magari possiamo ottenere qualche risultato anche così. Ci vuole proprio una bella spinta positiva a tutto il mondo. Ci vorrebbe una giornata mondiale per la vita. Dove per un giorno -di più non è fattibile- tutti i crimini che avvengono in ogni istante in tutto il mondo smettessero di essere compiuti. Un giorno in cui tutti riescano ad essere rispettosi con tutti. Un giorno in cui l'uomo possa ritrovare i propri valori. Dopo quel giorno si renderebbe conto di cosa stia perdendo dalla vita e. tutto tornerebbe esattamente come prima. Sì perché siamo sbagliati di natura. È più semplice passare oltre qualcuno che ti chiede aiuto, piuttosto che fermarsi ad aiutarlo. È più semplice mandare a quel paese qualcuno, piuttosto che risolvere parlando. È più facile premere un grilletto, piuttosto che risolvere un problema. È più facile sbagliare, piuttosto che fare la scelta giusta.














-concetto di persona-

C

ome cominciare se non con la base di tutto il grande dibattito che vi è su questo argomento?

Al contrario di quanto molti pensano il termine "persona" non è sinonimo di "individuo umano", ma è un termine tecnico usato nelle scienze umane e in filosofia che significa:

Individuo umano con capacità razionali, con due caratteristiche fondamentali:

  Unicità. L'unicità genetica che ci rende ognuno diverso dall'altro e che l'embrione acquisisce al momento della singamia secondo alcuni, mentre secondo altri al 14° giorno dove l'embrione non può più scindersi o fondersi.

  Unitarietà. La unitarietà, cioè l'inscindibilità, viene acquisita dall'embrione ugualmente il 14° giorno quando non si può avere né la scissione in due né la fusione di due embrioni in uno.

Si hanno entrambe queste caratteristiche contemporaneamente alla comparsa della stria primitiva, il 14° giorno, che è il segno inequivocabile dell'inscindibilità. Quindi solo al 14° giorno si avrebbe la formazione di "un individuo", unitarietà, e di "quell'individuo", unicità.

Infine manca la razionalità per la quale non si intende la comparsa di un sistema nervoso, ma bensì la comparsa dei processi mentali cui ha senso attribuire la qualifica di razionale.



-sviluppo & vita-

Ovviamente non illustrerò l'intero sviluppo di un embrione nel grembo materno, ma solo i primi giorni dove appunto è lì che si ricerca l'inizio di una nuova vita. Premetto anche che, al contrario di tutto quello che vi è scritto in questa relazione,tranne citazioni esplicitate, le parole usate per la descrizione dello sviluppo dell'embrione non sono mie, ma copiate da un sito scientifico, poiché io di meglio non potevo fare e, inoltre, non c'è molto da personalizzare.  "Un nuovo essere vivente ha inizio con la fecondazione, consistente nella penetrazione dello spermatozoo all'interno di una cellula uovo od ovocita e nella successiva fusione dei due nuclei dei gameti (pronuclei) in un nucleo unico; processo detto singamia, che porta alla formazione dello zigote. Tale processo dura circa ventiquattro ore e, a tal proposito, si discute tra gli scienziati se per fecondazione si debba intendere il momento della penetrazione dello spermatozoo o quello della singamia. Dal 2° al 5°/6° giorno lo zigote si divide per segmentazione (divisione in due) in 2-4-8-16-32-64 cellule, a formare la cosiddetta blastocisti. Ciascuna cellula, detta blastomero, ha la peculiarità di essere totipotente, ovverosia, se dall'agglomerato di 8 cellule, per esempio, se ne sottrae una e la si coltiva in vitro, questa si divide indefinitamente dando luogo ad un nuovo individuo, mentre le rimanenti 7 cellule continuano il proprio sviluppo dando anch'esse egualmente luogo ad un individuo completo. Dal 6° giorno questa totipotenzialità viene perduta e le singole cellule acquistano il carattere della unipotenzialità, nel senso che ciascuna di esse si sviluppa finalisticamente verso i vari organi o apparati; difatti la blastocisti è formata da due strati cellulari, uno esterno detto trofoblasto, da cui deriveranno gli annessi embrionali (placenta, corion, cordone ombelicale) ed uno interno, da cui deriverà il vero e proprio embrione e successivamente il feto. Con la formazione del trofoblasto, inizia l'annidamento della blastocisti nella mucosa uterina ed anche uno scambio ormonale e biochimico tra prodotto del concepimento e corpo materno. Dal 6° al 14° giorno la blastocisti continua a svilupparsi, ma può accadere che possa dividersi in due dando luogo a gemelli monocoriali, oppure fondersi con un'altra blastocisti, allo stesso stadio di sviluppo. Il processo di fusione non è frequente quanto quello di divisione, anche perché quest'ultimo caso è evidente, in quanto dà luogo a due esseri viventi, mentre la fusione lo è solo quando le due blastocisti sono di sesso differente, come accade nelle anomalie intersessuali quali: l'ermafroditismo o lo pseudoermafroditismo, mentre passa inosservata nel caso di blastocisti dello stesso sesso. Al 14° giorno compare il primo abbozzo del sistema nervoso, la cosiddetta stria primitiva, segno inequivocabile che si tratta di un solo individuo. Dal 14°giorno in poi lo sviluppo prosegue unico ed unitario fino alla fine. Pertanto, l'orientamento attuale della maggior parte di studiosi di biologia è che al prodotto del concepimento, dalla fecondazione fino al 14° giorno, si debba dare l'attributo di pre-embrione, riservando quello di embrione vero e proprio al concepito dal 14° giorno alla 8° settimana.



-embrioni sotto vetro-

Il problema dell'uso degli embrioni per esperimenti scientifici nasce quando gli embrioni non utilizzati, ovvero gli embrioni che non vi è stato modo di usare nella fecondazione in vitro (FIVET) vengono congelati. A questo punto il destino degli embrioni in bottiglia è ormai segnato, vi sono, infatti, due "possibilità" per l'embrione:

  Essere usati per sperimentazioni di vario genere

  Essere distrutti:

Attivamente

Passivamente (tenendolo per cinque anni in congelamento)

Nessuna delle due prospettive è molto allettante, ma non ce ne sono altre.   Questo "surplus" di embrioni ha fatto sorgere il delicatissimo problema dello statuto dell'embrione, ovvero la nascita della domanda: "l'embrione è o non è una persona umana?" e "ha diritto ad un proprio statuto che ne sottolinei gli aspetti morali, biologici e giuridici?". A queste domande vi sono due risposte radicalmente differenti:

  Pensiero cattolico, teoria dello zigote. Considera l'embrione come persona fin dal momento del concepimento.

  Pensiero laico, teoria post zigotica. Ritiene l'embrione come persona solo in una fase successiva a quella dello zigote.

Sono poi anche altre teorie, come ad esempio:

  La vita umana individuale. L'embrione viene considerato tale dal sesto giorno poiché la blastocisti passa da uno stato di totipotenzialità a uno di unipotenzialità.

  Vita celebrale. L'embrione viene considerato tale quando si forma il sistema nervoso e ha inizio la vita celebrale, ovvero quando l'embrione passa da un livello cellulare a un livello solistico.




-chiesa vs. laici-

È una lotta continua e senza fine, ormai ne sentiamo parlare giornalmente, e direi che è quasi necessaria. Infatti, solo grazie alle discussioni che la bioetica crea, analizzando tutti i punti di vista, ognuno può farsi un'idea propria a riguardo. Mi sono sempre interessata ai vari punti di vista, specialmente quello della chiesa ,essendo io cattolica, e quindi ho deciso di analizzare meglio i due pareri contrastanti:

  Teoria laica

Questa tesi ritiene che l'embrione può essere considerato come essere vivente solo dallo stato di zigote in poi, dicendo anche che ciò che viene prima di questa fase non può essere considerato solo pura materia biologica, ma può essere utilizzato per fare ricerche, ovviamente da persone con una chiara rettitudine morale, e che queste ricerche siano finalizzate al progresso delle conoscenze medico e biologiche e, conseguentemente, a un migliore trattamento delle malattie.

Esiste una "Dichiarazione sull'embrione" che appunto parla della tesi laica riguardo all'embrione ed è firmata da molti eminenti scienziati, tra cui il premio nobel Rita Levi Montalcini. Eccola riportata qui di seguito:

Il problema dello statuto dell'embrione umano e del rispetto ad esso dovuto, è uno dei problemi centrali e più controversi della bioetica contemporanea. Per evitare alcune delle ricorrenti confusioni in materia, noi sottoscritti riteniamo di dover affermare che quello relativo all'inizio di una "persona" come quello della sua fine, sia un problema filosofico e concettuale, che dev'essere risolto tenendo opportunamente conto delle migliori conoscenze scientifiche disponibili ed adeguandosi ad esse. In questo senso, in quanto scienziati ed operatori del settore, noi affermiamo che le recenti conoscenze relative alla totipotenzialità dello zigote e dell'evoluzione, unita ad altre considerazioni, portano a dire che "prima" del 14° giorno dalla fecondazione è da escludersi che l'embrione abbia "vita personale" o sia "persona". Non è nostro compito stabilire con precisione quando ciò avvenga, ma certamente non avviene al momento della fecondazione, bensì in un momento successivo ad essa. Da questo, tuttavia, non consegue che allo "embrione" non sia dovuto alcun rispetto, prima del 14° giorno, ma ribadiamo che questo è un problema di ordine diverso dal precedente, che dev'essere risolto in base al senso di responsabilità dei ricercatori e in base ad opportuni indirizzi legislativi."

Questa tesi viene condivisa anche da studiosi di corrente cattolica. In Francia, ad esempio, qualche tempo fa un gruppo di cattolici pubblicò un libro, "Aux debuts de la vie. Des Catholiques prennent position", che parla appunto di questo tema. Secondo questo testo vi sono quattro differenti stadi dopo la fecondazione:

  1. Il periodo che va dalla fecondazione allo stadio di 8 cellule; in questa fase l'uovo vive totalmente delle riserve materne e il genoma paterno non interviene o interviene pochissimo. Nulla consente, dunque, di chiamare quest'uovo embrione.
  2. Il periodo in cui la massa cellulare si trasforma in blastocisti con uno strato esterno, trofoblasto, che dà luogo agli annessi embrionali ed uno strato interno, bottone embrionario, che darà luogo all'essere vivente, 5° giorno dalla fecondazione. Anche in questo periodo al bottone embrionario non si può attribuire il carattere di embrione, in quanto le cellule che lo costituiscono sono totipotenti ed indifferenziate.
  3. Il periodo di preparazione all'impianto, 6° giorno dalla fecondazione, in cui l'uovo incomincia ad inviare segnali alla madre, ed il trofoblasto prolifera attivamente, penetrando nella mucosa uterina, mentre le cellule del bottone embrionario restano quasi del tutto "quiescenti".
  4. Il periodo post impianto dal 6° al 14° giorno, in cui si differenziano progressivamente i tessuti primitivi ed iniziano a delinearsi le strutture organiche del nuovo essere.

Gli autori del libro ritengono che fino al terzo stadio si possano effettuare ricerche scientifiche sull'embrione, sempre da persone competenti ed adeguate, mentre dal quarto periodo in poi non ritengono che sia adatto effettuare ricerche di alcun tipo.

Analogo orientamento è stato espresso anche da esponenti del mondo cattolico clericale. E' il caso di un sacerdote cattolico australiano, padre Norman Ford, il quale in una sua recente pubblicazione "Quando comincio io", afferma che il confine tra il pre-embrione e l'embrione vero e proprio è la comparsa della stria primitiva al 14° giorno, che indica l'unicità e la unitarietà dell'individuo.

Anche il gesuita Richard A. McCormick, professore di etica cristiana al dipartimento di teologia dell'università di Notre Dame, sostiene:

"In questo mio saggio io sostengo che lo status morale, e più in particolare la controversa questione dello status di persona, è legata al conseguimento della individualità evolutiva in quanto matrice dell'individuo singolo. La mia posizione è in contrasto con la tesi secondo cui l'embrione conseguirebbe lo status di persona in uno stadio precedente, ossia quando raggiunge l'unicità genetica. Io sostengo che un embrione possegga uno status diverso dal pre-embrione, anche se possiamo scegliere di trattarlo allo stesso modo."

Lo stesso autore riconosce che la questione dello status morale dell'embrione non è un problema di competenza della scienza, ma un problema filosofico, al quale la scienza può dare un contributo. All'uopo cita il Dettame della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF), 1974, pag. 437 n° 19, in cui, nella dichiarazione sull'aborto procurato, si riconosce che il problema "persona-embrione" è "una questione filosofica", nonché un altro documento cattolico, il Donum Vitae, (CDF), 1987, in cui si osserva che le conclusioni della scienza forniscono una: "preziosa indicazione per la deliberazione della ragione sullo status di persona".

Da gesuita, Richard, si rende conto che il suo parere è contrastante con quello della chiesa e giustifica le sue idee in questo modo:

"Discostarsi dall'insegnamento ufficiale della Chiesa non significa essere necessariamente in errore".

  Teoria cattolica

Questa teoria ha un pensiero nettamente opposto e contrastante con la teoria laica. Infatti, secondo la chiesa, l'embrione deve essere considerato come forma di vita sin dal momento della fecondazione, poiché fin dall'inizio è presente dentro l'embrione, un unico genoma che, tranne fattori esterni, diventerà un individuo. Quindi il concetto di persona per la chiesa è diverso da quello filosofico e prescinde solo dall'unicità genetica che ognuno di noi ha fin dalla nascita.

Questo concetto di animazione esiste da molto tempo nella chiesa e si è sviluppato di padre in padre. Sono state dette e ridette moltissime diverse teorie su questo tema e, ora, andrò a citarne alcune.

Tertulliano sosteneva che l'anima dell'embrione gli era trasmessa direttamente dai genitori esattamente durante il concepimento, in caso di fecondazione riuscita ovviamente. Dopo Tertulliano alcuni Padri sostennero che fosse Dio a conferire un'anima all'embrione verso il trenta, quarantesimo giorno, prendendo spunto dalla Bibbia dove si dice che dopo il parto la donna ha bisogno di questo numeri di giorni per purificarsi. Queste e molte altre supposizioni dettero vita ad un acceso dibattito all'interno della chiesa, finché nel 1869 Pio XI abolì ogni possibile data dell'inizio della vita di un embrione, dicendo che esso era vita fin da subito, punendo con la scomunica qualsiasi aborto fatto anche nelle primissime fasi della gravidanza.

Come Pio XI, all'interno della chiesa, molte persone ribadirono più volte questo concetto, ecco alcune citazioni:

  "La vita dev'essere tutelata con la massima cura fin dal momento del concepimento". Concilio Vaticano II, la Carta dei diritti della Famiglia

  "Io condanno nel modo più esplicito e formale ogni manipolazione sperimentale dell'embrione umano, giacché l'essere umano, dal concepimento alla morte, non può essere sfruttato". Giovanni Paolo II a un gruppo di scienziati

  "Dal punto di vista morale, questo è certo: anche se ci fosse un dubbio concernente il fatto che il frutto del concepimento sia già una persona umana, è oggettivamente un grave peccato osare di assumersi il rischio di un omicidio La Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF), che inoltre dice: "Fino a quando la scienza non dimostrerà che il pre-embrione non è una persona umana, bisogna trattare quest'ultimo come se lo fosse".



-il comitato nazionale

per la bioetica-

In questo caso il Comitato nazionale per la Bioetica fa un po' da paciere. Infatti, nell'ultima seduta, presieduta dal professore D'Agostino, ha concluso che bisogna:

"Riconoscere il dovere morale di trattare l'embrione umano, sin dalla fecondazione, secondo i criteri di rispetto e tutela che si devono adottare nei confronti degli individui umani, cui si attribuisce comunemente la caratteristica di persona, e ciò a prescindere dal fatto che all'embrione venga attribuito, sin dall'inizio, con certezza, la caratteristica di persona nel suo senso tecnicamente filosofico, oppure che tale caratteristica sia ritenuta attribuibile soltanto con un elevato grado di plausibilità, oppure che si preferisca non utilizzare il concetto tecnico di persona e riferirsi soltanto a quell'appartenenza alla specie umana, che non può essere contestata all'embrione sin dai primi istanti e non subisce alterazioni durante il suo successivo sviluppo".

Il Comitato ha inoltre elencato cosa è moralmente corretto fare, o non fare, sui pre-embrioni:

  Moralmente illeciti

produzione di embrioni a fini sperimentali, commerciali o industriali.

generazione multipla di esseri umani geneticamente identici mediante fissione gemellare o clonazione

creazione di chimere

produzione d'ibridi uomo-animale

trasferimento di embrioni umani in utero animale o viceversa

  Moralmente leciti

eventuali interventi terapeutici in fase sperimentale su embrioni, quando siano finalizzati alla salvaguardia della vita e della salute dei medesimi

sperimentazioni su embrioni morti ottenuti da aborti

produzione di embrioni a fini procreativi

decisione di non impiantare embrioni nel caso in cui, a seguito di diagnosi pre-impianto, questi risultino affetti da gravi malformazioni o patologie genetiche

utilizzazione per scopi sperimentali o terapeutici di embrioni freschi o congelati che siano biologicamente inadatti all'impianto










-Dico la mia!!!-

Eh già... deve essere proprio dura essere un embrione! Nove mesi. Nove lunghi mesi. Già il luogo non è il massimo, se poi ci si mettono anche quei tipi là fuori che non vogliono proprio decidersi su quando può cominciare ad avere dei diritti, allora la cosa diventa davvero dura! O no? Secondo me i bambini appena nati piangono perché possono finalmente esternare la loro frustrazione e gridare al mondo: "ora siete tutti d'accordo che sono vivo?". OK, torniamo seri. Io sono cattolica, questo è un dato di fatto, non è altrettanto certo, invece, il fatto che debba essere sempre d'accordo su quello che la chiesa dice o pensa. Per esempio, non capisco per quale motivo la chiesa continua e si ostina a rinnegare i preservativi. Capisco che per loro il sesso si deve fare solo con il fine di procreare, ma a questo punto meglio un bambino mancato da una scappatella improvvisata -magari da un uomo e una prostituta- piuttosto che due persone malate di AIDS. Questo comunque era solo un esempio. parliamo degli embrioni. Ho fatto l'esempio dei preservativi perché quello era un caso -non l'unico- in cui mi trovo in disaccordo con la chiesa, mentre di fronte a questo tema mi trovo pienamente d'accordo con la sua opinione. Al diavolo l'unicità, l'unitarietà, la stria primitiva, e tutte le altre cose, è dalla fecondazione che un bambino nasce. Da quando lo spermatozoo entra nell'ovulo ha inizio un processo che ha qualcosa di unico e magico. Credo che il termine più adatto sia miracolo -della natura o di Dio sempre un miracolo è-. Da due cellule microscopiche che si uniscono nascerà poi un bambino in carne ed ossa. E c'è qualcuno che ha il coraggio di dire che non è vita? La scienza non fa forse rientrare nella categoria di essere viventi anche gli organismi unicellulari? Allora perché no un embrione? Io le mie risposte me le sono date. Mi trovo specialmente d'accordo con Giovanni Paolo II che condanna chiunque svolga ricerche sugli embrioni, poiché l'uomo dalla fecondazione alla morte non può essere sfruttato. Mi verrebbe da dire "parole sante!". Mi viene da chiedermi un'altra cosa. come può un essere umano dotato di un cuore funzionante fare esperimenti di qualsiasi tipo su un embrione? Come puoi prendere un bisturi, o non so quale altro strumento, e usarlo su quello che sai essere un bambino. Perché per me è un bambino! Anche se l'aspetto non lo ricorda di lì a pochi mesi lo sarebbe diventato. Un girino allora? Nessuno direbbe mai che di lì a poco diventerà una rana eppure succede. Sarò esagerata o melodrammatica -come lo sono stata in tutta la relazione!- ma per me questo è omicidio. Qui entra spontaneo il discorso dell'aborto. Anche qui sono irremovibile dalla mia posizione tradizionalista e cattolica. No, no e no. In qualsiasi caso, in qualsiasi contesto si voglia mettere un aborto -artificiale s'intende- è e rimane il porre fine consciamente alla vita di qualcuno. Se l'aborto fosse del tutto illegale e si facesse una buona propaganda per quanto riguarda l'affidamento e l'adozione si risolverebbero, anche se non del tutto, due problemi attuali e piuttosto gravi. Da una parte salvi la vita ad un bambino e dall'altra rendi felice una famiglia che non può avere un figlio proprio, ma ne desidera tanto uno. Ovviamente si dovrebbero anche sbrigare tutti gli imbrogli burocratici che rendono quasi impossibile adottare un bambino e prima di rendere illegale l'aborto ci sarebbe un procedimento lungo, ma non mi sembra di parlare di chimere o cose simili. Credo che le mie proposte siano del tutto fattibili anche se richiederebbero un minimo di buon senso che -nuovamente pessimista!- manca a molte persone che hanno il potere.

Concludo con un'altra speranza? No, meglio non pretendere troppo.




O

ra come ora sembra quasi che morire di vecchiaia, per cause naturali o disgraziatamente in un incidente -a meno che non siano più di mille morti!- non vada più bene. È banale, scontato, comune, fuori moda. Le persone "fiche" sono quelle che si uccidono, che si fanno staccare la spina, o ancora meglio se trovano un modo "nuovo" di suicidarsi, per non parlare poi di quando qualcuno che ha appena commesso un crimine decide di togliere la vita anche a se stesso. Oh. è così che si deve morire! Se c'è qualche disgraziato negligente che si è dimenticato di uccidersi dopo aver commesso un crimine grave, non c'è problema! Ci penserà lo Stato a farlo fuori. Eh già, siamo nel 2006 ma la pena di morte è ancora lì! E meno male! Pensate un po' che macello se non ci fosse. Qualche innocente ancora vivo, qualche coscienza ancora pulita, qualcuno che avrebbe potuto dare una svolta alla sua vita e fare qualche opera buona. solo al pensiero di quel che succederebbe mi vengono i brividi! Invece così si sta proprio bene, no? In prigione ci sono più posti liberi, si cerca di risolvere in qualche modo il problema della sovrappopolazione, decidiamo in un secondo se un essere umano come noi ha il diritto o no di vivere. ah, questa sì che è pacchia!

Scusate per l'esagerato cinismo ma quando ci vuole ci vuole!!! Sono totalmente contro l'eutanasia, ma mi rendo benissimo conto che, per alcune persone ,in alcuni casi è davvero dura stabilire cosa sia giusto fare o non fare. Non comprendo allo stesso modo chi usa la pena di morte. Andiamo con ordine. L'eutanasia. Come ho già detto la mia risposta è no sempre e comunque. Essendo io cattolica -e in questo caso la religione influenza tanto il mio parere- io penso che Dio la vita la da e Dio la vita la toglie. Di fronte a tutti i possibili casi di questo mondo, mettendo in mezzo anche le persone a me care, la mia risposta è sempre quella. Non potrei mai acconsentire allo staccare la spina a qualcuno. Mi sentirei come se avessi ucciso qualcuno. Semplificando il tutto, per me, omicidio, suicidio, eutanasia, pena di morte e cose simili, stanno tutte allo stesso livello. E quando sento commenti del genere: "Hanno fatto bene a giustiziarlo, se lo meritava proprio" sento la rabbia crescermi dentro e le possibilità sono due, o comincio a sbraitare in faccia alla fonte di questa frase o corro il più lontano possibile per poi scaricare la mia rabbia su una qualsiasi cosa inanimata che non può soffrire!



Inspira. Espira. Inspira. Espira. bene! Ho scelto riparlare di questo argomento perché lo ritengo attinente alla bioetica e poi ho sempre desiderato poter dire la mia su questa pratica inumana e non mi potevo certo far sfuggire questa occasione! Di preciso la cosa è nata cercando il materiale per l'eutanasia -argomento che doveva stare al posto di questo- quindi, mentre navigavo in internet, ho trovato una cosa che cercavo da molto tempo. Ho trovato una raccolta dei pareri di Giovanni Paolo II su numerosi argomenti etici e bioetica, l' Evangelium Vitae. Leggendo qualche riga qua e là sono arrivata inevitabilmente alla pena di morte e mi è balenata in mente l'idea -folle- di metterla nella relazione. Ormai è troppo tardi per tornare indietro quindi cominciamo!





A

nche questo argomento, come del resto tutti gli altri, divide il mondo in due fazioni. Da una parte coloro che sono a favore della pena di morte, dall'altra quelli che sono contrari a essa. Voglio dire già da subito che io sono con questi ultimi.



-pena di morte nel mondo-

I paesi che mantengono l'uso della pena di morte nel mondo, al , sono 74, quelli che non applicano condanne a morte da più di 10 anni sono 28, quelli che mantengono la pena di morte per circostanze eccezionali sono 9 e quelli che la hanno abolita per tutti i crimini sono 89.



-pena di morte in italia-

In Italia, il primo caso di stato in cui si sia verificata l'abolizione della pena di morte avvenne nel Granducato di Toscana il 30 novembre sotto il regno di Pietro Leopoldo Asburgo Lorena, Granduca di Toscana. In seguito la pena di morte venne abolita nel anche nel Regno d'Italia con l'approvazione quasi all'unanimità da parte di entrambe le Camere. Tuttavia, la pena di morte era stata de facto abolita fin dal anche se restava in vigore soltanto nel codice penale militare e in quelli coloniali. Nel sarà reintrodotta da Mussolini per punire coloro che avessero attentato alla vita o alla libertà della famiglia reale o del capo del governo e per vari reati contro lo stato. La Costituzione italiana, approvata il 27 dicembre ed entrata in vigore l'1 gennaio , abolisce definitivamente la pena di morte per tutti i reati comuni e militari commessi in tempo di pace. Essa rimase nel codice penale militare di guerra fino alla promulgazione della legge 589/94 del 13 ottobre , che l'abolisce sostituendola con la massima pena prevista dal codice penale.



-pena di morte nella repubblica popolare cinese-

La Repubblica Popolare Cinese è uno dei paesi che applicano la pena di morte come sanzione ordinariamente prevista dal locale codice penale e si stima che sia il paese nel quale il numero delle esecuzioni sia in assoluto il più alto del mondo. Non si è certi di questo poiché vi è un forte controllo governativo sull'informazione. In Cina, infatti, la pena di morte è un grande segreto da tenere nascosto. Un altro motivo è che la pena di morte in Cina è talmente comune che viene affidata a enti giurisdizionali paragonabili alle nostre regioni, ed è quindi impossibile poter sapere tutte le esecuzioni svolte. Secondo recenti indagini, comunque, la pena di morte, storicamente in atto da tempi immemorabili, sarebbe tuttora considerata da una buona parte della popolazione una sanzione appropriata per la punizione di determinati atteggiamenti criminosi. Le uniche differenze sarebbero i metodi applicati per punire le persone, che da molto crudeli sono passati a crudeli e basta. Il codice penale cinese prevede un numero elevato di reati la cui sanzione prevista sia la pena capitale, se ne calcolano, infatti, circa una settantina:    Violenti

  omicidio doloso

  omicidio involontario

  violenza

  stupro

  lesione fisica

  aggressione

  traffico di esseri umani

  rapimento

Economici o finanziari

  corruzione

  concussione appropriazione indebita

  rivendita di ricevute fiscali

  evasione fiscale contraffazione finanziaria

  speculazione

  frode

  frode finanziaria o assicurativa

  frode con carta di credito

  estorsione

  ricatto

  contrabbando nelle seguenti ipotesi

Reati contro lo Stato

  cospirare con stati stranieri per minare lo stato

  tentare di separare lo stato

  rivolta armata contro lo stato

  defezione al nemico

  spionaggio

  rivelare, acquistare o rubare segreti di stato

  provvedere al nemico armi o equipaggiamento militare in tempo di guerra

  fare parte di associazioni segrete a fine sovversivo

  sovversione

Crimini tentati

  Nel codice penale non si fa esplicito riferimento ai crimini tentati, ma tutti i reati capitali sono tali anche se tentati

Reati contro la proprietà

  rapina

  furto di ingenti proprietà

  furto abituale

  usare linee telefoniche o mezzi pubblici con l'evidenza che sono rubati

  furto di linee di comunicazione per profitto

  riproduzione di codici telefonici per profitto

  furto con scasso o violazione di domicilio

Altri

  causare distruzione di proprietà pubbliche o private evasione dal carcere o farci uscire altri

  spargere veleno

  vendita o fabbricazione di cibo nocivo o falso, di alcol tossico o di false medicine con gravi conseguenze sui consumatori

  vendita o fabbricazione di prodotti falsi o nocivi

  produzione o esposizione di materiale pornografico

  causare esplosioni

  possesso, vendita o fabbricazione di armi, munizioni o esplosivi

  gioco d'azzardo

  bigamia

  intralcio all'ordine pubblico

  disturbo della vita dei cittadini

  usare metodi pericolosi che causino morte o gravi lesioni

  incendio doloso

  lenocinio, ovvero organizzazione, forzamento, induzione, introduzione, protezione o sfruttamento della prostituzione

  teppismo

  caccia di specie protette

  uscita da quarantena mentre si ha la SARS o diffusione del virus

  rivelazione o furto di segreti di Stato via internet

  pirateria informatica

  reati legati alla droga

Negli ultimi 10 anni si calcolano sicure più di 24.000 esecuzioni, anche se un delegato del Congresso Nazionale del Popolo ha riferito che ce ne sono almeno 10.000 all'anno, ma vengono tenute nascoste perché sono pene di reati leggeri.  In Cina vengono utilizzati due metodi di esecuzioni. La fucilazione e l'iniezione. La fucilazione è molto più usata ed avviene sempre a gruppi, mentre per l'iniezione letale esistono dei furgoni attrezzati in tutto che vanno a domicilio dal condannato per l'esecuzione.



-metodi di esecuzione-

Nel corso della storia sono apparsi molti modi per applicare la pena di morte secondo le varie epoche e culture, tra cui:

  Crocifissione. Usata dagli antichi romani.

  Schiacciamento. Nel tempo di Marco Polo il popolo mongolo usava eseguire la condanna a morte delle persone rispettabili coprendole con un telo e schiacciandole con i cavalli.

  Ghigliottina. Usata in Francia a partire dalla rivoluzione francese.

  Garrotta. Usata in Spagna dal secolo XIX che consiste nel mettere al collo del giustiziato un anello di ferro e stringerlo lentamente con delle viti fino al soffocamento.

  Impiccagione. Comune nel medio evo.

  Fucilazione. In Italia era la forma più comune

  Colpo di pistola alla nuca. Usato a tutt'oggi in Cina

  Iniezione letale. Usata a tutt'oggi negli Stati Uniti

  Lapidazione. Usata ampiamente nell'antichità, è ancora presente in alcuni stati.

  Sedia elettrica

  Camera a gas

  Sventramento Veniva usato fino al XI secolo e consisteva nell'essere trascinati su una struttura di legno al luogo dell'esecuzione, l'essere appesi per il collo ed essere rimossi prima della morte, l'essere sbudellati e osservare i propri organi genitali e le proprie interiora bruciati, il cuore era l'ultimo ad essere rimosso. Il corpo era poi decapitato e smembrato in quattro parti. Queste cinque parti erano esposte al pubblico ludibrio in diverse zone della città o in diverse città per scoraggiare eventuali traditori.



-pro o contro?-

Questa pratica primitiva ha diviso e divide tutt'ora il mondo a metà. Accade che nei paesi in cui la pena di morte è in vigore ci siano vasti movimenti a suo sfavore, mentre nei paesi dove la pena di morte non è presente si sente il bisogno di legalizzarla. Ecco i motivi che le due fazioni usano a proprio vantaggio:  Pro

  La pena di morte sarebbe un efficace deterrente.



  La necessità di punizioni esemplari per i delitti più efferati

  Il non funzionamento del sistema carcerario

  Le spese eccessive per il mantenimento dei detenuti

  Vendicare i bambini, le donne, gli uomini uccisi o violentati ingiustamente

Contro

  La inumanità della procedura

  La possibilità dell'errore

  Il non funzionamento della pena di morte come deterrente per i delitti più efferati. Piuttosto, si pensa che la sua introduzione potrebbe avere un effetto contrario.

  La possibilità che bisogna dare al reo di redimersi e di rendersi in qualche modo utile alla comunità a cui ha arrecato un danno enorme.

  La mancanza di diritto da parte dello stato di decidere per la vita umana, che, secondo gli abolizionisti, non gli appartiene.

Coloro che vogliono abolire del tutto la pena di morte hanno ipotizzato anche delle alternative ad essa:

  Lavori forzati. Il detenuto dovrà lavorare gratis 12 ore al giorno per tutta la vita al servizio dello stato, lavori manuali duri ed impegnativi, le altre 12 ore le passerà in un carcere obbligato a provvedere al proprio mantenimento, cioè non più cibo/farmaci pagati dallo stato, ma ottenuti da una percentuale del lavoro prodotto in una giornata (15%). Se dimostrerà buona condotta potrà ottenere gli arresti domiciliari a vita dopo 21 anni, ma le spese non saranno più a carico dello stato.

  Umiliazione. Il detenuto posto in una gabbia metallica sospesa ed appesa a 3 metri di altezza nella piazza principale della città dove ha commesso il reato, con le mani e le braccia legate, bloccando così ogni tentativo di suicidio, e la bocca chiusa da un nastro isolante, in grado di rendere impossibile qualsiasi espressione vocale. Tutto ciò per una durata di 10 ore al giorno a vita. Se dimostrerà buona condotta potrà ottenere gli arresti domiciliari a vita dopo 21 anni, ma le spese non saranno più a carico dello Stato.

  Psichiatria. Sottoporre il detenuto ad un lavaggio del cervello attraverso una cura psichiatrica ogni giorno di 6 ore senza nessun contatto fisico con i dottori ma ascoltando una voce elettronica, impedendo che il detenuto perda concentrazione sulla cura. Durata di 10 anni e successivamente gli arresti domiciliari a vita, ma le spese non saranno più a carico dello stato. Le altre 6 ore Lavori forzati o Umiliazione a scelta. Scopo: ossessionarlo con ciò che egli stesso ha commesso.

Questi metodi di sconto della pena sono considerati ignobili dai difensori dei diritti civili, ma sono, secondo alcuni, una alternativa valida alla pena di morte. Inoltre non tolgono la vita, ma la obbligano a viverla in un certo modo dopo aver commesso il reato.



-coalizione italiana

contro la pena di morte-

La Coalizione Italiana contro la Pena di Morte è un'associazione italiana che, in collaborazione con Nessuno Tocchi Caino, lotta da molti anni contro la pena di morte e ha stabilito 10 motivi umanitari per abolire la pena di morte, che sono i seguenti:

La pena di morte non serve come deterrente per i crimini

L'applicazione delle norme giuridiche è spesso soggetta a errori umani dolosi o involontari

La pena di morte è un arma troppo potente in mano a governi sbagliati

L'applicazione della pena di morte non incentiva la ricerca di sistemi preventivi

Il diritto alla vita è un principio fondamentale su cui si basa la nostra società

Lo stato si comporterebbe in modo criminale come il criminale stesso

La pena di morte è discriminatoria

La pena di morte non ristabilisce alcun equilibrio

Lo Stato è corresponsabile dei crimini commessi

La Pena di Morte non deve essere usata come fonte di risparmio

La stessa Coalizione ha anche stabilito 10 motivi biblici per abolire la pena di morte, che sono i seguenti:

Non uccidere

Solo Dio dona e toglie la vita

Dio ha tollerato la pena di morte solo nel Vecchio Testamento

Chi è senza peccato scagli la prima pietra

Gesù non fonda la sua dottrina sulla "meritocrazia"

Nessuno tocchi Caino

Dio si serve anche di assassini (pentiti)

L'uomo, immagine di Dio

Il precetto di condanna a morte aveva maggior valore nel Medio Evo

Legge dell'uomo o legge di dio?



-la posizione della chiesa-

Il pensiero comune è che la chiesa sia sempre stata a sfavore della pena di morte, ma in realtà non è così. Infatti San Tommaso d'Aquino sostenevano la liceità della pena di morte sulla base del concetto della conservazione del bene comune. Ovvero come è lecito, anzi doveroso, estirpare un membro malato per salvare tutto il corpo, così quando una persona è divenuta un pericolo per la comunità o è causa di corruzione degli altri, essa viene eliminata per garantire la salvezza della comunità. Il santo sosteneva tuttavia che la pena andasse inflitta solo al colpevole di gravissimi delitti, mentre all'epoca veniva utilizzata con facilità e grande discrezionalità. In base a questo principio lo Stato pontificio ha mantenuto nel suo ordinamento la pena di morte fino al XX secolo, benché inapplicata dopo il XIX secolo. Uno dei massimi esponenti cattolici della lotta contro la pena di morte è stato sicuramente Giovanni Paolo II che più volte ha ribadito il suo pensiero. A partire dagli ultimi mesi del 1998, riaffermando quanto da lui sostenuto da tempo in occasione di diversi interventi in favore di decisioni di clemenza che riconoscano dignità alla vita di ogni uomo, ha numerose volte auspicato che si giunga alla moratoria internazionale delle esecuzioni, accogliendo la proposta della Comunità di Sant'Egidio e di numerose Congregazioni religiose internazionali maschili e femminili e sostenuta da diverse organizzazioni umanitarie. Ecco alcuni dei suoi interventi a riguardo tra il 1998 e il 2001:

  20 novembre 2001- Appello del Papa al Governatore per salvare la vita a John Hardy Rose

  2 novembre 2001- Appello del Papa per salvare la vita di Terry Clark è stato presentato al Governatore G. Johnson, per mezzo del Nunzio Mgr. Montalvo.

  25 aprile 2001 Chiesta clemenza per l'attentatore di Oklahoma City, Mc Weigh, "ogni vita è sacra". Un messaggio a Bush inviato anche dall'arcivescovo di Indianapolis Buechlein, "il suo crimine è atroce, la condanna giusta, ma la pena capitale alimenta solo il sentimento di vendetta".

  1°gennaio 2001 Dal Messaggio di Sua Santità Giovanni Paolo II per la celebrazione della XXXIV Giornata Mondiale della Pace "Non si può invocare la pace e disprezzare la vita. Il nostro tempo conosce luminosi esempi di generosità e di dedizione a servizio della vita, ma anche il triste scenario di centinaia di milioni di uomini consegnati dalla crudeltà o dall'indifferenza ad un destino doloroso e brutale. Si tratta di una tragica spirale di morte che comprende omicidi, suicidi, aborti, eutanasia, come pure le pratiche di mutilazione, le torture fisiche e psicologiche, le forme di coercizione ingiusta, l'imprigionamento arbitrario, il ricorso tutt'altro che necessario alla pena di morte, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, la compra-vendita di donne e bambini".

  3 settembre 2000- Dopo aver chiesto la grazia per Rocco Barnabei, il Papa ha aggiunto: "Auspico che si giunga a rinunciare al ricorso alla pena capitale, dal momento che lo Stato oggi dispone di altri mezzi per reprimere efficacemente il crimine, senza togliere definitivamente al reo la possibilita' di redimersi".

  17 febbraio 2000- Attraverso una lettera del nunzio apostolico a Washington, Papa Giovanni Paolo II ha chiesto al governatore del Texas George W. Bush di graziare il condannato alla pena capitale Odell Barnes, che è stato messo a morte l'1 marzo per un crimine di cui si dice innocente. "Il Santo Padre prega perchè la vita del signor Barnes sia risparmiata grazie alla Sua compassione e magnanimità" recita la lettera inviata a Bush all'arcivescovo Gabriel Montalvo e resa di pubblico dominio dalla Coalizione texana per l' abolizione della pena di morte, con sede a Houston. "A nome di Sua Santità Papa Paolo Giovanni II - scrive Montalvo - ho l'onore di rivolgermi a Lei per chiederLe di considerare un ricorso di clemenza per Barnes, 31 anni, condannato nel 1991 per l'omicidio della fidanzata che dice di non aver commesso".

  3 febbraio 2000- Un messaggio inviato dal Papa a una "Colazione di Preghiera" organizzata oggi a Washington dal presidente americano Bill Clinton ha ribadito il diritto alla vita "dal concepimento fino alla morte naturale". Il messaggio, letto dal Nunzio Apostolico negli Usa arcivescovo Gabriel Montalvo, ha toccato implicitamente alcuni temi delicati come l'aborto, l'eutanasia e la pena di morte. "Il mondo si aspetta dagli Stati Uniti che diano l'esempio nella protezione di ciascuna vita umana, dando anche una protezione giuridica a tutti gli esseri umani, in particolare per coloro che sono più deboli e più vulnerabili".

  22 gennaio 2000- Il Pontefice è personalmente intervenuto per chiedere al Governatore del Texas la grazia per Larry Robison, sofferente di una grave forma di malattia psichica.

  21 gennaio 2000- Il Santo Padre ha scritto una lettera al Governatore del Texas George Bush Jr., rivolgendogli un appello affinché venga risparmiata la vita di Glen McGinnis, la cui esecuzione è fissata per i giorni prossimi.

  dicembre del 1999 Disse: "Si giunga ad un consenso internazionale per l'abolizione della pena di morte, dal momento che i casi di assoluta necessità di soppressione del reo sono ormai molto rari, se non addirittura inesistenti. Auspico inoltre che si giunga a rinunciare al ricorso alla pena capitale, dal momento che lo Stato oggi dispone di altri mezzi per reprimere efficacemente il crimine, senza togliere definitivamente al reo la possibilità di redimersi".

  12 dicembre 1999- Il Papa Giovanni Paolo II è intervenuto all'inaugurazione dell'iniziativa "Il Colosseo illumina la Vita" tramite un video che era stato registrato la mattina di quello stesso giorno in occasione della preghiera dell'Angelus. Il Pontefice ha detto: "Stasera, al Colosseo, si terrà una manifestazione che si inserisce nella campagna mondiale in favore di una moratoria della pena di morte. Il Grande Giubileo è un'occasione privilegiata per promuovere nel mondo forme sempre più mature di rispetto della vita e della dignità di ogni persona. Rinnovo, pertanto il mio appello a tutti i responsabili, affinché si giunga ad un consenso internazionale per l'abolizione della pena di morte, dal momento che "i casi di assoluta necessità di soppressione del reo sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti".

  27 gennaio Durante la messa celebrata nello stadio coperto di St. Louis in Missouri, di fronte a 100.000 persone, per la maggior parte giovani, il Papa ha richiamato i Cattolici Americani "a scegliere per la vita e scegliere per la vita implica il rifiuto di qualsiasi forma di violenza. La nuova evangelizzazione richiede ai discepoli di Cristo di essere incondizionatamente a favore della vita. La società moderna è in possesso dei mezzi per proteggersi, senza negare ai criminali la possibilità di redimersi. La pena di morte è crudele e non necessaria e questo vale anche per colui che ha fatto molto del male."
Il primo risultato della visita del Papa è stata la concessione della grazia a Darrel Mease, un condannato a morte che ha ottenuto dal governatore, dopo l'intervento del S. Padre, la commutazione della pena in ergastolo.

  23 gennaio 1999- Celebrando la Messa nella dalla Basilica di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico, ha auspicato l'affermazione di una cultura della vita umana "dal concepimento fino alla morte naturale", ed ha poi affermato: "Mai più terrorismo e narcotraffico, mai più tortura e pena di morte" e "una vita degna per tutti. È giunta l'ora di bandire una volta per tutte dal continente qualsiasi attacco alla vita: mai più violenza, terrorismo. Mai più tortura. Bisogna porre fine all'inutile ricorso alla pena di morte".

  25 dicembre 1998- Giorno di Natale, durante il discorso seguito alla Benedizione "Urbi et Orbi" il Papa ha affermato: "Da questo giorno tragga rinnovato vigore nel mondo il consenso nei confronti di misure urgenti ed adeguate per fermare la produzione ed il commercio delle armi, per difendere la vita umana, per bandire la pena di morte, (.) Saluto ancora quanti sono convenuti qui con l'istanza di difendere la vita umana e bandire la pena di morte".

  21 dicembre 1998- Ricevendo il nuovo ambasciatore della Bulgaria presso la S. Sede, si è rallegrato con lui per la recente decisione dei governanti di quel paese di abolire la pena di morte. Il Papa ha tra l'altro affermato che è incommensurabile il valore della vita umana, di ogni vita umana, anche quella del peccatore e di qualsiasi criminale e che "i casi di assoluta necessità di sopprimere un colpevole sono ormai praticamente inesistenti".

  5 novembre 1998- Accogliendo un gruppo di parlamentari di diversi Paesi si è augurato che "si arrivi ad una moratoria nel Duemila, anno del Giubileo".

Giovanni Paolo II ha inoltre rilasciato questa dichiarazione nell' "Evangelium Vitae" sulla pena di morte:

"L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani. Se, invece, i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall'aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana. Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l'ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo «sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti" La posizione della chiesa oggi è chiara e ferma, e, ovviamente, è contro la pena di morte.




























-dico la mia!!!-

Cercando il materiale per questo argomento mi sono imbattuta in un sito che parla delle esecuzioni in Cina. Non fosse mai capitato! Cercavo informazioni su questo stato dove uccidere una persona equivale a comprare un panino al forno, quando mi trovo davanti un'immagine orribile che non dimenticherò mai. Era una sequenza di immagini di un esecuzione di massa tramite fucilazione. Le persone giustiziate erano quattro donne e tre uomini accompagnati ognuno da due militari più un terzo che teneva il fucile. C'erano centinaia di persone a guardare, esultanti, finalmente soddisfatte di ottenere giustizia. Ero già abbastanza scioccata quando ecco che mi appare di fronte l'immagine di un primo piano di una donna con il viso sfracellato dal proiettile che l'aveva colpita in pieno volto, vicino a un occhio. Si vedeva la guardia che continuava a sparargli e un'altra con un sorriso beffardo, mentre la folla esultava e gridava. Queste immagini mi hanno totalmente prosciugato. Dopo averle viste mi sentivo vuota. Ero lì ferma a chiedermi se non mi fossi sbagliata, se non fosse davvero come ho visto io, a chiedermi se la seconda guerra mondiale era finita o meno. Come se non bastasse poi ho trovato quei dati che dicono che in Cina ci sono 10.000 esecuzioni al mese. 10.000 volti sfigurati. 10.000 guardie che ridono. 10.000 folle che esultano. 120.000 ogni anno. 1.200.000 ogni 10 anni. Da quando sono nata a ora sono state uccise 1.920.000 persone. Ma che senso ha la pena di morte? Se arrivi ad odiare così tanto una persona che ha ucciso qualcuno, perché te vuoi essere come lei? Perché vuoi abbassarti a lei? Perché vuoi uccidere qualcuno? Penso che ci sia un grande senso di deresponsabilizzazione nell'applicare la pena di morte. Uno spara, ma pensa di non essere lui a uccidere qualcuno, bensì lo Stato. Lo Stato poi farà la stessa cosa. È proprio quello di cui parlavo prima l'aspetto della pena di morte che più mi fa arrabbiare, ovvero che sia uno spettacolo. Ci manca solo che lo mandino in diretta televisiva! In ogni esecuzione, dalla più antica ad ora, c'è sempre un pubblico felice che gode nel vedere qualcuno morire. Ma chi sei? Ma come puoi arrivare a tanto? Va bene il voler giustizia, ma un certo tipo di giustizia. Ma quanto è egocentrico l'uomo? Proprio non riesco a capire, non riesco a comprendere come un uomo possa decidere della vita di una persona. Come? Come puoi condannare uno all'iniezione letale e poi quella notte dormire sonni tranquilli? Poi se proprio devi uccidere qualcuno fallo in un modo non plateale e soprattutto senza farlo soffrire inutilmente. Lo sventramento ad esempio. perché? Si commenta da solo, ma io voglio sottolineare la totale inutilità di questa procedura. O che soffra tanto o poco muore lo stesso. Ma parliamo di quelle assurde tecniche che vorrebbero sostituire alla pena di morte. Tralasciando i lavori forzati che sono l'unica soluzione nei limiti della decenza, le altre due sono poco più su della pena di morte. L'umiliazione. appendi un uomo per tutta la sua vita sopra la piazza principale di una città. ma il cervello? Primo, è esagerato. Secondo, quale sindaco e quali cittadini vorrebbero un criminale appeso sopra la propria piazza. Terzo, ci ha già provato un mago e non è stato un grande risultato. Poi, stupendo, il lavaggio del cervello! Ma neanche in "Arancia meccanica" c'era un lavoro del genere. Ma come vengono in mente queste cose alla gente? Se le sognano la notte?

La pena di morte, pensandoci bene, è un grande paradosso senza fine. Tutti gli Stati in cui viene applicata proteggono con le loro leggi la vita umana. Se alcuno toglie questo diritto a qualcun altro, infatti, viene ritenuto colpevole. E fino a qua ci siamo. Capita però che non venga ritenuto solo colpevole, ma meritevole di fare la stessa fine. Quindi, se condanni un uomo che ha ucciso qualcuno, lo stato deve uccidere quest'uomo. Fa piacere pensare che siamo rimasti ai livelli del tempo in cui è stata ideata la legge del taglione. Tu fai una cosa a me e io faccio lo stesso a te. È davvero rassicurante sapere che l'uomo ragiona usando questi schemi mentali così complessi e maturi. Ma torniamo al nostro condannato. L'uomo viene quindi giustiziato senza neanche preoccuparsi molto se sia veramente il colpevole del crimine per cui viene ucciso o no. Viene giustiziato davanti a una folla. Viene ucciso. Lo stato uccide una persona. Lo Stato, che per primo difende il diritto alla vita di ogni singolo individuo, si mette in prima fila per toglierlo. E allora chi deve punire lo Stato? Lo Stato ha appena commesso un reato mortale e nessuno lo punisce. Allora è un fuggiasco, un evaso, un ricercato. Chi sta dando la caccia agli Stati in cui viene usata la pena di morte? Nessuno. Non mi è mai sembrato di sentire alla tv aggiornamenti su eventuali spostamenti di minacce per l'incolumità della gente che avessero nomi come Cina, USA, Iran o altro. E non mi venite a dire che la legge è uguale per tutti. Ora da pensatrice cattolica devo dire la mia in tutto e per tutto. Che l'uomo sia così egoista da voler prendere il posto di Dio si è sempre saputo. La tecnologia, alcuna almeno, ne è un esempio. Ma invece di ammazzare gente per sfogare le proprie manie di egocentrismo, perché non si comprano un bel modellino in scala della terra, di una città, di un uomo e sfogano lì la loro rabbia repressa per il non riuscire a creare un pianeta tutto loro, o a fallire tutte le volte che provano a camminare sull'acqua. Dio la vita la da e, sempre, Dio la vita la toglie. Basta. Punto. Fine. Per chi è ateo, basta che abbia il buonsenso di capire che togliere una vita umana secondo la legge del taglione non è poi una così gran bella cosa. Non ci vuole un genio per arrivare a capirlo. La vita umana va protetta sempre e comunque perché è il più bel dono che Dio ci abbia mai fatto. Ancora una volta non posso far altro che dire di ascoltare le parole di Giovanni Paolo II. Ascoltatelo. Ascoltatelo tutti. Eh, se lo ascoltassero tutti.






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