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LEASING
Con il termine leasing (dall'inglese to lease che significa prendere in prestito, affittare) si indica la locazione finanziaria. È un contratto atipico, in quanto non espressamente disciplinato dal codice civile.
Con il contratto di leasing un soggetto (locatore o concedente) concede ad un altro (utilizzatore) il diritto di utilizzare un determinato bene a fronte del pagamento di un canone periodico. Alla scadenza del contratto è prevista per l'utilizzatore la facoltà di acquistare il bene stesso, previo l'esercizio dell'opzione di acquisto (comunemente chiamato riscatto: termine proprio di altra forma contrattuale tipica) con il pagamento di un prezzo (nel linguaggio comune prezzo di riscatto). Il primo canone corrisposto dall'utilizzatore è sempre più frequentemente di entità maggiore rispetto ai successivi e per questo viene chiamato maxicanone iniziale. Il suo scopo è quello di ridurre i rischi di perdita del concedente in caso di insolvenza dell'utilizzatore: infatti, nel caso in cui in un determinato momento l'utilizzatore dovesse smettere di pagare i canoni, il locatore si riapproprierebbe del bene il cui valore di mercato sommato al maxicanone e ai canoni già corrisposti si presume superiore ai costi sostenuti dal locatore. Per l'utilizzatore il contratto di leasing rientra nell'amministrazione straordinaria ed è una forma di locazione che può manifestarsi in tre modalità: leasing finanziario, leasing operativo e lease back. Per il locatore è della massima importanza valutare il rischio bene dell'operazione, considerando la congruità di prezzo del bene, le sue caratteristiche di utilizzo e di profitto produttivo, la sua recuperabilità, la sua ricollocabilità sul mercato, il suo valore in caso di rientro anticipato dovuto ad insolvenza dell'utilizzatore e la sua rispondenza alle normative antinfortunistiche. La valutazione del rischio bene e' un'operazione complessa e specializzata, in quanto si articola sulla base di moltissimi parametri, che fornisce indicazioni indispensabili per una valutazione realistica del rischio complessivo dell'operazione, anche a tutela dello stesso utilizzatore.
Il leasing finanziario, più frequente, è contraddistinto dall'esistenza di un rapporto trilaterale in quanto vi intervengono tre soggetti:
Il bene è scelto direttamente dall'utilizzatore presso il fornitore, con il quale determina le modalità della vendita al locatore; al termine del contratto, l'utilizzatore potrà acquisire la piena proprietà del bene esercitando l'opzione d'acquisto. L'utilizzatore assume tutti i rischi e le responsabilità per l'uso del bene (ma ci sono delle limitazioni, specie in campo antinfortunistico in applicazione dell'articolo 6.2 del DLgs 626/94 come modificato dal DLgs 242/96).
Il leasing operativo viene offerto generalmente dallo stesso costruttore del bene costituente il bene del contratto e consiste in un rapporto bilaterale, coincidendo in questo caso le figure del fornitore e del locatore. Per questa forma di leasing solitamente non si hanno nè trasferimenti dei rischi a carico del conduttore nè previsione dell'opzione di riscatto.
A seconda delle caratteristiche del bene oggetto del contratto si è soliti distinguere:
Con il termine inglese management (da to manage: gestire, coordinare), ormai largamente diffuso anche in italiano (dove, peraltro, può essere tradotto con direzione), s'intende:
Il ruolo del manager, quindi, comporta non solo il coordinamento, la guida di un gruppo di persone, rappresentato dalla risorse umane a disposizione dell'azienda o della parte di azienda sotto la sua responsabilità, ma anche e soprattutto l'assunzione di decisioni di pianificazione e di gestione per garantire l'ottenimento di risultati in linea con gli scopi aziendali ed in grado di soddisfare gli stakeholder, ossia i soggetti (persone od organizzazioni) portatori di interessi nei confronti dell'azienda.
Secondo Henri Fayol il management consiste in cinque funzioni:
Tutte le aziende hanno necessità di un management: nelle imprese di minori dimensioni la relativa funzione è di solito svolta dallo stesso proprietario-imprenditore; quando le dimensioni aziendali crescono le funzioni manageriali tendono ad essere delegate a dei lavoratori, i dirigenti; questa separazione tra proprietà e management è ancora più accentuata nelle imprese di grandi dimensioni strutturate sotto forma di società per azioni dove i proprietari-azionisti eleggono un consiglio di amministrazione il quale, a sua volta, nomina i manager. Nelle aziende private no profit e nelle aziende pubbliche le funzioni di management sono direttamente svolte da membri degli organi di governo o da questi affidate a dirigenti. Da quanto detto emerge come sia limitativa l'accezione, diffusa nel linguaggio comune, che tende ad identificare il manager con il dirigente d'impresa. Si suole distinguere il management in base a distinti livelli di responsabilità e autorità in top e middle management. Il top (o senior) management comprende quel numero ristretto di persone (variamente denominate: "presidente", "amministratore delegato", "direttore generale", "segretario generale" ecc.) che estende la sua responsabilità e autorità all'intera azienda e risponde direttamente agli organi di governo, dei quali in certi casi è anche componente. Il middle management ha invece responsabilità e autorità su parti dell'azienda (unità organizzative), risponde al top management e occupa posizioni intermedie tra questo e il livello operativo (comprende, quindi, i "direttori" delle varie unità organizzative aziendali, siano esse di tipo funzionale o divisionale). La letteratura e le best practices in materia governance sottolineano l'opportunità che il management (e, in particolare, il top management) risponda ad un organo collegiale di governo (denominato genericamente board e il cui prototipo è rappresentato dal consiglio di amministrazione delle società per azioni) che non dovrebbe occuparsi della gestione aziendale ma delle scelte strategiche e del monitoraggio del management. Se esponenti del management sono anche membri di questo collegio - come avviene di norma nelle società per azioni - sarebbe inoltre opportuno che al loro fianco sedessero anche membri indipendenti, in modo da evitare conflitti d'interesse.
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