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è semplice da società che non presenta elementi di identificazione ulteriore rispetto quelli previsti dall'articolo 2247 per la società in genere.
Cioè quando non ha per oggetto l'esercizio dell'attività commerciale e quando le parti non abbiano adottato le forme di una società commerciale. Si presta ad una serie illimitata di utilizzazione nell'ambito dell'attività definibili ai sensi dell'articolo 2247 come attività economica (non commerciali).
Essa è il prototipo della intera categoria di società cosiddette di persone. Il codici le rivolge norme in linea di principio destinate regolari anche società in nome collettivo della società in accomandita semplice.
Il contratto di società semplice non è soggetto forme speciali: vale il concetto di libertà di forme. Salve quelle richieste dalla natura dei beni conferiti (viene richieste infatti la forma scritta, pena novità, per i contratti che trasferiscono proprietà di beni immobili e per il godimento di beni immobili per un tempo eccedente i 9 anni)
il contratto si può forma 232f56c re anche oralmente e tacitamente (società di fatto).
Diverso discorso era società occulta (il contratto viene stipulato per iscritto e l'esistenza del contratto viene nascosta. L'imprenditore individuale ha uno o più soci che restano occulti ai terzi) .
È società apparente invece e quando due più persone, fra loro non legate da un contratto di società, si comportano in modo da ingenerare l'opinione che agiscano come soci, e da indurre mi terzi a fare affidamento sull'esistenza della società. La nostra giurisprudenza nega al socio apparente la possibilità di eccepire al terzo l'inesistenza della società. Tuttavia se c'è il conferimento, l'articolo 2251, se il contratto non è scritto, impone la nullità. Tuttavia facendo ricorso al principio dell'articolo 1367: nel dubbio il contratto e le singole clausole devo interpretarsi nel senso in cui possono avere qualche effetto. Quindi il tacito conferimento in società di beni immobili non può essere inteso come conferimento in proprietà ne in godimento, poiché il contratto di società non produrrebbe alcun effetto. Quindi si dovrà concludere che siamo in presenza di un contratto di società di durata novennale (massima durata compatibile ) con mancanza di forma scritta.
articolo 2247: il conferimento è coessenziale al contratto di società.
In mancanza di determinazione contrattuale dei conferimenti, ciascun socio è obbligata versare quanto occorre per l'esercizio di quel dato tipo di attività economica, non è però necessario l'iniziale costituzione di un patrimonio sociale.
Se invece stato pattuito un conferimento iniziale, esso può essere un conferimento in proprietà o un conferimento in godimento.
Nel caso del godimento, non si è esposti a rischio economico, in caso di perimento, per causa non imputabili agli amministratori, egli ha diritto risarcimento del danno.
Tuttavia il rischio di cose conferiti in godimento resta carico del socio della conferite: il che significa che il socio perde, anche se il perimento delle cose non era lui imputabile, il diritto di restare in società e può essere escluso per volontà degli altri soci.
Si può conferire anche una azienda e anche di crediti. Si può conferire anche un'attività lavorativa (conferimento di servizi o di propria opera).
Al termine della società tuttavia il capitalista ha diritto all'integrale rimborso, mentre il socio lavoratore partecipa solo alla ripartizione dell'eventuale eccedenza attiva.
il contratto sociale può essere modificato soltanto con il consenso di tutti soci (articolo 2252) se non è convenuto diversamente.
È riconosciuta tuttavia una clausola con la quale sia convenuto diversamente: si potrà convenire che il contratto sociale sia modificato con deliberazione maggioranza. (Ma pur sempre la volontà dei soci).
Invece nelle società di capitali è per legge modificabili a maggioranza. Sulle esigenze di protezione dell'autonomia dei soci prevalgono altre esigenze di funzionalità dell'organismo produttivo.
Secondo l'articolo 2252 il socio non può servirsi, senza il consenso degli altri soci, delle cose appartenenti a patrimonio sociale per fini estranei a quelli da società. Quindi con il consenso si possono utilizzare i beni per fini estranei alla società. (Questa norma è concepibile solo nelle società di persone. E deriva dalle società medievali dove il socio potevo utilizzare il capitale per curarsi o per pagare il riscatto di un caso di arresto)
l'amministrazione è l'attività di esecuzione del contratto sociale.
Secondo l'articolo 2257: l'amministrazione della società spetta ciascun socio. Tale principio vale solo per i soci illimitatamente responsabili. Tale amministrazione spetta ciascun socio disgiuntamente dagli altri: può intraprendere operazioni senza chiedere l'approvazione degli altri soci. A ciascun socio tuttavia gli è concesso di opporsi prima che l'operazione sia compiuta. (A maggioranza dei soci decide sull'opposizione)
si può tuttavia pattuito una forma di amministrazione congiunta: consenso di tutti gli amministratori.
Oppure forma di amministrazione a maggioranza. (Secondo la parte attribuita ciascun socio negli utili)
oppure l'amministratore può essere nominato con il contratto sociale o può essere stabilita la designazione per una durata limitata nel tempo con deliberazione dei soci. (Amministratore nominato con atto separato). Se sono più di uno amministrano disgiuntamente.
Le deliberazioni che attengono all'organizzazione della società (nomina, revoca di amministratori, politica di bilancio, delibera annuale di approvazione rendiconto) si ottengono Con nell'unanimità di consensi, salvo che il contratto sociale non abbia espressamente adottato il principio di maggioranza.
L'articolo 2259 distingue tra revoca di facoltà di amministratore conferita con contratto sociale e revoca di facoltà di amministratore conferita con atto separato.
In caso di facoltà di amministratore conferita con atto separato: rinvia alle norme sul mandato: se mandato è stato conferito da più persone con un unico atto e per un affare d'interesse comune, la revoca non ha effetto qualora non sia fatta da tutti i mandatari salvo che ricorrono giusta causa.
(Nella società in accomandita semplice è necessario il consenso di tutti soci accomandatari e l'approvazione della maggioranza di tanti soci accomandanti che rappresentano a maggioranza di capitale)
nel caso di revoca d'amministratore nominato con il contratto sociale: non ha effetto se non ricorrono giusta causa (ed è necessario comunque il consenso unanime o di maggioranza si è stabilito diversamente da contratto). Infatti l'amministratore accetta carica perché considera la riserva di tale carica suo favore come condizione determinante della partecipazione alla società. Gli altri soci accettano di parteciparono società solo in quanto quel dato socio ne sia amministratore.
La violazione dei propri doveri e ogni evento che, anche non imputabili all'amministratore, rende impossibile l'assolvimento dei compiti che l'amministrazione comporta.
In ogni caso la revoca per giusta causa può essere chiesta di diesel mente da ciascun socio: se tutti soci non sono d'accordo nel deliberare la revoca, ciascuno di essi può chiedere al giudice di pronunciarla previo accertamento.
Ciascun socio ha un diritto di informazione: che può esercitare in qualsiasi momento (ottenere notizie sullo svolgimento di affari sociali e consultare documenti da società)
ciascun socio ha un diritto di rendiconto: che socio qui sta al termine di ogni anno.
L'attuazione rendiconto dev'essere approvato all'unanimità. Il socio che non approva il rendiconto deve motivare (documenti alla mano) altrimenti è legittimata lassù esclusione dalla società. Se ogni accordo si rivelasse impossibile occorre sciogliere la società
Nelle società di capitali è previsto il metodo assembleare: complesso procedimento che muove dalla convocazione dei soci in un medesimo luogo e per un determinato ordine del giorno si segue una discussione e al termine la votazione.
Nella società di persone, l'opposto, e assenti ogni traccia del metodo assembleare. Nel silenzio della legge, si è consolidato un orientamento secondo il quale è sufficiente raccogliere le singole volontà anche separatamente senza nessun tipo di procedimento. La volontà dei soci può infine essere dichiarata anche tacitamente.
Sono necessari due presupposti:
1. inadempimento degli obblighi imposti da legge o da contratto sociale (compreso il dovere di amministrare con diligenza)
2. il danno che la società abbia subito come conseguenza del loro inadempimento.
L'azione può esser esercitare in giudizio dai nuovi amministratori oppure da ciascun socio.
Essa è diretta ad ottenere la condanna di amministratori a risarcire il danno cagionato alla società e a restaurare il patrimonio sociale.
Salvo patto contrario, (articolo 2262) ciascun socio ha diritto di percepire la sua parte di utili dopo l'approvazione del rendiconto. Ha diritto a una integrale divisione degli utili. (Differenza del società di capitali nel quale l'assemblea delibera sulla distribuzione)
una politica di autofinanziamento è possibile solo con il consenso di tutti soci (o con maggioranza se previsto)
l'articolo 2263 stabilisce che le parti spettante soci nei guadagni nelle perdite si presumono proporzionali ai conferimenti (salvo diverso patto). Se il valore del conferimento non è determinato da contratto si presuppone uguali. se il contratto determina soltanto la parte di ciascun socio nei guadagni, nella stessa misura si presuppone e debba determinarsi da partecipazione alle perdite.
Le parti sono comunque libere di pattuire diversamente con il solo limite del patto Leonino: è nullo il patto con il quale uno più soci sono esclusi da ogni partecipazione agli utili o alle perdite.
Per quel che riguarda le perdite sotto il patrimonio sociale, i creditori sociali possono soddisfarsi da ogni singolo socio che in seguito avrà azione di regresso nei confronti degli altri soci in proporzione della partecipazione di ciascuno nelle perdite.
Nel caso del socio d'opera , la parte spettante , se non è determinato al contratto, è fissata dal giudice secondo equità. I giudice può escludere il socio dalle perdite.
A società assume obbligazioni e acquista diritti per mezzo dei soci che ne hanno rappresentanza.
In mancanza di diversa disposizione del contratto, la rappresentanza spetta ciascun socio amministratore.
La rappresentanza si estende a tutti piatti che rientrano nell'oggetto sociale e comprende a chi straordinaria amministrazione inclusa l'alienazione di immobili o la costituzione di ipoteca su di essi., e al tempo stesso rappresentanza negoziale e processuale. Ciascun socio amministratore può da solo agire in giudizio in nome della società. (Sempre che non viga il sistema di amministrazione congiunta).
È però ammesso che il contratto prego lì in modo diverso la rappresentanza: il contratto può dissociare il potere di rappresentanza dal potere di amministrazione riservando la rappresentanza ad uno o alcuni. Può stabilire che la rappresentanza spetti ai soci amministratori congiuntamente anziché disgiuntamente; può infine limitare poteri di rappresentanza del singolo socio amministratore.
Per quanto riguarda le modificazioni dei poteri di rappresentanza, vale la regola secondo la quale incombe sulla società l'onere di portarle a conoscenza dei terzi con mezzi idonei. Altrimenti non sono loro opponibili.
Per le limitazioni all'origine del contratto, spetta al terzo l'onere di accertare il potere di rappresentanza.
articolo 2267: i creditori da società possono far valere i loro diritti sul patrimonio sociale. Per i obbligazioni sociali rispondono personalmente e solidalmente i soci che hanno agito in nome e per conto della società e, salvo patto contrario, gli altri soci.
Salvo Patto contrario server ad escludere la responsabilità illimitata e solidale dei soci che non agiscono.
È responsabilità diretta: il creditore può direttamente agire nei confronti dei soci senza rivolgersi alla società e senza l'onere di dimostrare l'insufficienza di patrimonio sociale soddisfare le sue ragioni.
Il socio gode di un limitato beneficio di escussione preventiva di patrimonio sociale: il socio richiesto del pagamento può domandare, anche se la società è in liquidazione, la preventiva escussione del patrimonio sociale, indicando i beni sui quali il creditore possa agevolmente soddisfarsi (cioè di pronta e facile convertibilità in denaro).
Sono responsabili anche i nuovi soci: chi entrò sua parte di una società già costituita risponde per i obbligazioni sociali anteriori.
Sono responsabili anche i soci uscenti e i suoi eredi: nel caso in cui il rapporto sociale si scioglie limitatamente ad un socio; e il obbligazioni sociali fino al giorno in cui si verifica lo scioglimento.
E ammesso il patto sociale di limitazione della responsabilità o di esclusione dalla solidarietà: il patto sottoposto ad un particolare onere pubblicitario con mezzi idonei. La pubblicità vale solo per obbligazioni contrattuali, non quelle extra contrattuali, in relazione alle quali inconcepibile un affidamento del creditore sul patrimonio socio. Al creditore da fatto illecito il socio potrà opporre la propria qualità di socio responsabilità limitata indipendentemente da ogni pubblicità del patto di limitazione.
Il patto di limitazione non vale per i soci che hanno agito in nome e per conto della società.
(Tale patto di limitazione fa assumere alla società semplice e sembianze e la struttura di una società in accomandita semplice. Incongrua e la limitazione per i soci amministratori per il motivo della correlazione fra potere direzione e rischio d'impresa)
Articolo 2270 e 2271: il creditore particolare non può agire sul patrimonio sociale ma egli può:
1. Far valere sui diritti sugli utili spettante socio debitore
2. Compiere atti conservati, in particolare procede da sequestro conservativo, sulla quota spettante al socio debitore nella liquidazione.
3. Chiedere, se gli altri beni del debitore sono insufficiente soddisfare i suoi creditori, la liquidazione della quota, che la società dell'attuale entro tre mesi dalla domanda
(mentre nella società in nome collettivo e in quella in accomandita semplice registrate, dice l'opposta regola secondo la quale creditore particolare non può finché dura da società, chiede nella liquidazione)
il creditore nella liquidazione del socio, otterrà solamente una somma di denaro corrispondente al valore della quota del socio debitore. Inoltre egli all'onere di provare che gli altri beni del suo debitore sono insufficiente soddisfare sui crediti. (Anche se la realizzazione del credito non può attuarsi agevolmente)
tale socio è escluso di diritto dalla società.
Non è ammessa compensazione fra debito che un terzo ha verso la società e il credito che egli ha verso il socio.
È esclusa, anche se l'articolo 2271 non se ne occupa, l'ipotesi contraria. (Terzo creditore da società e debito del socio)
La morte del socio non determina di regola, lo scioglimento della società: essa determina solo lo scioglimento del rapporto sociale relativo socio defunto, mentre a società prosegue con i soci superstiti.
In caso di morte di uno dei soci gli altri devono liquidare la quota agli eredi. (Articolo 2284)
prevede però due eccezioni: ammette chi soci superstiti preferiscono sciogliere la società oppure continuarla con i eredi se questi vi acconsentano. (Col consenso di tutti soci).
Viene fatta salva la contraria disposizione del contratto sociale: che può prevedere ad esempio, la clausola di scioglimento del contratto dopo la morte di un socio. Oppure:
1. Clausola di continuazione facoltativa
2. Clausola di continuazione obbligatoria
3. Clausola di successione: in tal caso , l'accettazione dell'eredità, comporta l'assunzione automatica della qualità di socio senza alcuna esplicita adesione a contratto di società.
(La validità di 2. e 3. Sono dubbie perchè contrastanti con i principi dell'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario).
L'articolo 2285 riconosce ciascun socio facoltà di recedere. Ma non in modo illimitato.
1. Solo se la società è contratta a tempo indeterminato o per tutta la vita di uno dei soci.
2. Oppure se contratta a tempo determinato, solo quando sussista una giusta causa o una causa prevista dal contratto sociale.
È soggetta a preavviso di almeno tre mesi, mentre quello per giusta causa s'esercita mediante domanda giudiziale e dalla data di domanda.
La giustificazione di questa facoltà alla propria giustificazione in una esigenza di tutela della libertà individuale: quella di evitare la perpetuità del vincolo contrattuale.
L'articolo 2286: solo per ricorrenza di determinate cause di esclusione. Poiché il contratto può essere sciolto solo per muto consenso e per cause previste da legge.
Cause previste dall'articolo 2286: eventi che comporterebbe una risoluzione del rapporto contrattuale per inadempimento. L'impossibilità sopravvenuta della prestazione.(Presenza di inadempimento del contraente che non sia di scarsa importanza.Presenza di eventi come la sopravvenuta impossibilità della sua prestazione.Sopravvenuta eccessiva onerosita della prestazione)
Sono cause di esclusione del socio:
1. Le grandi inadempienze delle obbligazioni che derivano dalla legge o dal contratto sociale (viene in considerazione, in particolare il cosiddetto obbligo di collaborazione del socio alla società. Viola l'obbligo di collaborazione di socio che con il proprio voto contrario immotivato, impediscano svolgimento dell'attività oppure di s'approvi per capriccio il rendiconto annuale un socio amministratore che pregiudizi la realizzazione degli scoppi da società. Oppure socio che senza consenso degli altri soci, eserciti per proprio conto o per altrui un'attività concorrente con quella società)
2. Interdizione, inabilitazione del socio una sua condanna d'una pena che importi interdizione, anche contemporanea, dai pubblici uffici.
3. La sopravvenuta in idoneità del socio a svolgere l'opera conferita o il perimento della cosa conferita in godimento non imputabile a gli amministratori, o perimento della cosa conferita in proprietà e non ancora acquistata da società.
L'esclusione è deliberata a norma dell'articolo 2287, dalla maggioranza dei soci calcolata per capi. La deliberazione di esclusione produce effetto decorsi trenta giorni.
Entro il termine di trenta giorni dalla comunicazione della deliberazione, il socio escluso può fare opposizione davanti al tribunale che può sospendere l'esecuzione. Si tratta di impressione dell'iniziativa del contraddittorio: l'accertamento giudiziale segue la risoluzione stessa. Tale inversione non ha luogo s'era società composta da due soci, in questo caso l'esclusione pronunciata dal tribunale.
Esclusione di diritto significa che lo scioglimento del rapporto sociale relativo d'un socio si determina in modo automatico (senza deliberazione dei soci senza possibilità di impedire lo scioglimento da parte dei soci) in alcuni casi:una di queste ipotesi è il fallimento del socio, un altro ipotesi era liquidazione dal quota su domanda di un creditore.
In tutti i casi nei quali rapporto sociale si scioglie limitatamente ad un socio, questi o i suoi eredi a diritto soltanto una somma di denaro che rappresenti valore da quota e che si determina in base la situazione patrimoniale della società nel giorno in cui si verificano scioglimento. Nella liquidazione si deve tener conto anche dell'avviamento e del maggiore valore della società. Il socio uscente o i suoi eredi, risponde delle obbligazioni sociali sorte fino a tal momento e per evitare anche quelle successive, dovrà portare a conoscenza dei terzi commenti opportuni, cessazione della qualità di socio, altrimenti non potrà esser opposta ai terzi.
A norma dell'articolo 2272 sono cause di scioglimento:
1. Il decorso termine: sempre che non cessione proroga espressa (esplicite dichiarazioni di volontà) oppure tacita (risultante dal comportamento concludente dei soci).
2. Il conseguimento dell'oggetto sociale ora sopravvenuta impossibilità di conseguirlo. (Eventi esterni, eventi interni: insanabile discordia fra i soci, morte di un socio ecc.)
3. La volontà di tutti soci. (O della maggioranza se previsto il sistema maggioritario delle modificazioni)
4. Il venire a mancare della pluralità dei soci, se nel termine di sei mesi questa non è ricostituita. Se il socio superstite trova un nuovo socio sembra la continuazione dell'antico rapporto sociale. Il nuovo socio risponderà di obbligazioni sociali sorte nella precedente fase della società. Non scioglimento opererà dopo sei mesi ex nunc (da quel momento)
5. Altre cause previste dal contratto sociale (ad esempio la clausola secondo la quale la società si scioglie per morte del singolo socio)
e cause di scioglimento della società operano di diritto e non occorre una deliberazione.
l'effetto di porre la società di liquidazione. I soci resteranno ancora legati fra loro, ma il vincolo contrattuale avrà come oggetto la liquidazione della società.
Lo scioglimento della società limita i poteri di amministratori limitatamente a gli affari urgenti fino a che non siano presi provvedimenti necessari per la liquidazione.
Gli amministratori non possono più utilizzare il capitale al fine dell'esercizio di impresa.
I soci hanno il diritto di rimborso del conferimento e alla ripartizione dei residuati attivo.
Il codice civile regola di articoli 2275-83 un procedimento legale di liquidazione (con norme derogabili) e si applica solo nel caso in cui il contratto sociale non prevede un modo di liquidare il patrimonio e i soci non sono d'accordo nel determinarlo.
I soci dominano, all'unanimità, uno o più liquidatori. O in caso di disaccordo provvede il presidente del tribunale. Ad essi, gli amministratori dovranno consegnare i beni sociali e i documenti della società e presentare il conto della gestione relativo al periodo successivo dell'ultimo rendiconto. Amministratori liquidatori devono insieme redigere alimentare da società (da quale risulta lo stato attivo passivo del patrimonio).
Il potere dei liquidatori è limitato agli atti necessari per la liquidazione. Ad essi inoltre spetta la rappresentanza della società anche in giudizio (che non spetta più a gli amministratori)
ai liquidatori è vietato intraprendere nuove operazioni e se lo fanno, lo fanno proprio rischio e ne rispondono personalmente e solidalmente.
Del loro operato di liquidatori rispondono nei confronti della società: i soci possono revocarli in ogni tempo di ciascun socio può richiedere al tribunale la revoca per giusta causa. Ciascun socio o i nuovi liquidatori potranno esercitare nei loro confronti azione di risarcimento dei danni ragionatela società .
I liquidatori possono ripartire i beni sociali solo dopo aver accantonato le somme necessari per pagar i creditori da società. Se il denaro e le vendite non sono sufficienti chiederanno i soci di versamenti ancora dovuti sulle rispettive quote. Chiederanno infine ai soci di limitatamente responsabili, in proporzione da parte di ciascuno nelle perdite, le somme ancora necessarie per estinguere passività.
Solo quando tutti creditori sociali saranno soddisfatti la società potrà dirsi estinta.
Verrà meno l'autonomia del patrimonio sociale rispetto ai patrimoni dei singoli soci: i soci potranno se vorranno, restare comproprietari dei beni che formavano il patrimonio sociale oppure ripartirli fra loro in natura. Altrimenti, l'attivo residuo, dovrà essere destinato al rimborso dei conferimenti, e l'eventuale eccedenza sarà quindi ripartita tra i soci in proporzione alla parte spettante ciascuno nei guadagni.
Non di rado succede che i soci, tra il periodo di tempo che va dallo scioglimento alla cessazione, decidano di riattivare la società rievocando lo stato di liquidazione.
Ma questa sarà una nuova società o sarà semplicemente una continuazione?
Poiché l'articolo 2273 ammette una proroga tacita della società, a maggior ragione sarà ammissibile dopo la scadenza del termine una proroga espressa. Inoltre poiché il verificarsi una causa di scioglimento non determina l'estinzione rapporto sociale, se questo è ancora in vita, i soci potranno ancora modificarlo.
Tuttavia la revoca dello Stato di liquidazione è possibile sola condizione che ciascun socio rinuncia diritto, acquistato all'atto scioglimento, alla quota di liquidazione e che la deliberazione sia presa dai soci all'unanimità.
I vantaggi di una revoca della liquidazione potrebbero essere:
1. Utilizzare la struttura di una società per intraprendere nuove iniziative economiche una devozione della stessa e i evitare (prima della riforma tributaria) di effetti fiscali della costituzione di una nuova società (tassazione del duplice trasferimento di ricchezza: dalla società ai soci, e dei soci alla società) lo riga
2. Altro vantaggio è che chi acquista i beni sociali (ad esempio stabilimento), può trovare più vantaggioso l'acquisto di quote della stessa società (sempre dal punto di vista fiscale).
Il fisco ha vinto la propria battaglia: sono assimilabili (agli effetti fiscali) agli atti di costituzione di società, le proroghe deliberate dopo la scadenza.
Rimane il caso del società quotate in borsa, poiché si procurano la quotazione senza doverlo ottenere ex novo.
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