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LA TESI NEOCLASSICA
CLASSICI = avevano lasciato irrisolto il problema tra valore d'uso e valore di scambio.
Smith e Ricardo non hanno attribuito gra 313i81d nde importanza al concetto di utilità di un bene.
Marx ha tratto la conclusione che nel sistema capitalistico esiste uno sfruttamento a danno dei salariati.
NEOCLASSICI = assumono un punto di vista analogo a quello dei classici sulla POSITIVITA' del SISTEMA CAPITALISTICO.
Rifiutano la teoria del valore-lavoro sostituendola con un altra più vicina alle tesi di Say e Malthus:
non tutti i beni sono prodotti dal lavoro umano, ma anche questi, che si trovano in natura hanno un determinato prezzo sul mercato.
Quindi il FONDAMENTO del VALORE deve essere ricercato al di fuori dell'ambito lavorativo.
I Neoclassici contrappongono a questa considerazione una DIVERSA IMPOSTAZIONE TEORICA del VALORE: non più basata sul lavoro ma sulla
DOMANDA = regolata dall'UTILITA';
OFFERTA = regolata dalla SCARSITA'.
Per i Neoclassici:
l'INTENSITA' della DOMANDA = dipende dalla necessità che si avverte di quel determinato bene;
l'INTENSITA' dell'OFFERTA = dipende dalla difficoltà della produzione.
PPREZZO = è la risultante dell'incontro della domanda e dell'offerta.
I COMPENSI dei fattori produttivi (ai salariati, ai capitalisti-imprenditori, ai proprietari terrieri) non sono altro che PREZZI, e quindi determinati dalle condizioni oggettive del mercato.
Il COSTO di PRODUZIONE viene ad identificarsi col PREZZOdi MERCATO = ciascun fattore riceve esattamente ciò che ha apportato al processo produttivo.
NON ESISTE SURPLUS - NE' SFRUTTAMENTO
DIFFERENZE CLASSICI - NEOCLASSICI
TEORIA DEL VALORE-LAVORO
Mira a ricercare il VALORE ASSOLUTO di ogni bene: il valore rispetto ad un comune denominatore [il LAVORO]
Individua il valore all'atto dello scambio
Presuppone un sovrappiù
TEORIA DEL VALORE-UTILITA'/SCARSITA'
Nega l'esistenza di un valore in sè dei beni; ricerca il VALORE RELATIVO di beni e servizi, individuato nell'incontro tra domanda e offerta
Il valore preesiste allo scambio
Presuppone l'inesistenza di un sovrappiù, il lavoro è un fattore produttivo.
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