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IL LIBERO SCAMBIO, IL PROTEZIONISMO E IL SISTEMA AUREO
Con il 1800 si superano alcuni limiti che avevano impedito l'espansione degli scambi:
alti costi dei trasporti;
gli ostacoli artificiali posti dagli uomini: dazi e pedaggi;
il basso potere di acquisto della popolazione;
la scarsa produzione dei beni (e il loro alto costo).
La produzione
di massa richiede la crescita del cons 838j97i umo e del commercio favorita
dall'abbattimento delle barriere interne (
La crescita fi favorita anche dalla rivoluzione dei trasporti derivanti dalla nascita della ferrovia. Si ha l'introduzione di nuovi mezzi di trasporto: treni, piroscafi, automobili (nel 1870 realizzazione ferrovia intercontinentale e migliorano anche i trasporti oceanici; c'è il passaggio dei piroscafi rispetto ai velieri).
A fine 1700 si muovono le prime critiche sul mercantilismo da parte di Adam Smith e dalla fisiocrazia francese: secondo Smith dalla specializzazione vantaggi anche per le nazioni.
In Inghilterra l'esportazione di tessuti di cotone di lana, di prodotti siderurgici e meccanici svolse un ruolo strategico nella crescita economica e nello sviluppo inglese fin dai primi decenni dell'800, nonostante il blocco napoleonico del 1806 e benché il paese fosse iperprotezionista fin dalla metà del 600 (Navigation Act). A più riprese tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800 i dazi sulle merci estere concorrenti furono inaspriti e i dazi sui grani mantenevano artificiosamente alti i prezzi dei beni di prima necessità e di conseguenza anche i salari correlati al carovita; ne subivano i danni gli industriali che, se avessero potuto pagare salari inferiori, avrebbero più facilmente esportato i loro prodotti. Si profilava insomma un in conflitto tra interessi degli agrari e interessi degli industriali, che si sarebbe protratto a lungo rilevandosi di difficile composizione.
Nel 1820, i
fautori del liberoscambismo riproposero le loro tesi con la presentazione alla
Camera dei Comuni di una petizione e nel 1822 furono ridotti i dazi doganali
sulle materie prime e sui prodotti industriali e attenuati gli atti di
navigazione del 1651 che avevano assicurato la flotta commerciale britannica il
monopolio dei trasporti di merci estere. Un formidabile ostacolo all'adozione
del libero scambio era però dato dal fatto che il gettito fiscale delle dogane
rappresentava larga parte delle entrate del bilancio pubblico inglese tra il
1821 al 1845, le entrate doganali rappresentarono da
La riforma elettorale del 1832 portò in Parlamento numerosi industriali e mercanti convinti assertori del liberoscambismo e dell'esigenza che il governo assicurasse all'intera collettività il massimo vantaggio possibile. Essi affermavano che i diritti doganali riducevano le dimensioni del mercato nazionale e di quello estero perché mentre deprimevano il potere d'acquisto degli operai inglesi, alzando i prezzi del grano, dello zucchero, del burro eccetera, limitavano anche la capacità di acquisto dei paesi esportatori, desiderosi di vendere in Inghilterra le loro materie prime per poter acquistare manufatti industriali.
Nel 1842, il primo ministro conservatore Robert Peel varò quella riforma che i governi liberali negli anni precedenti avevano abbozzato.
Si ha in
Inghilterra il trentennio del libero scambio 1843-1873; il libero scambio si
diffuse e i vantaggi si diffusero grazie ai trattati commerciali. Il trattato
con
I vantaggi del libero scambio:
- i commerci, con i nuovi trattati, crebbero del 10% annuo
- i paesi furono costretti a specializzarsi (divisione internazionale del lavoro che favorisce però i più forti e penalizza gli Stati più deboli)
- Le imprese inefficienti furono costrette a modernizzarsi
Il mito del libero scambio:
il libero scambio è una regola, il protezionismo è l'eccezione: questa è la tipica affermazione degli economisti. Il libero scambio è appena durato trent'anni e per BAIROCH è un mito.
Effetti del libero scambio:
- forte crescita dei commerci
- dominio dell'Europa nel mondo
- colonialismo e il sottosviluppo dei paesi più arretrati
Protezionismo.
Il libero scambio del 1873 finisce perché è un anno cruciale per l'Europa:
1) crisi finanziaria
2) crisi agraria dovuta ai cambiamenti dei trasporti e favorisce l'arrivo in Europa i prodotti a basso costo come il grano importante dalle Americhe coltivato con costi più bassi e a seguire anche l'impostazione della carne. C'è quindi una caduta dei prezzi e una richiesta di protezione con barriere doganali da parte di agricoltori.
3) inizio della cosiddetta lunga depressione (1873-1896).
Iniziano l'inasprimento delle tariffe (1878-1897): Italia (1878), Germania (1879), Francia (1881) e ancora Italia (1887).
L'aumento
ulteriore delle tariffe da parte dell'Italia fa scaturire con
Politiche doganali: cinque fasi.
1) progressive liberalizzazione (dopo Smith e aristocratici francesi)
2) libero scambio 1843-1873
3) protezionismo 1873 1914
4) iperprotezionismo 1915-1945
5) progressiva liberalizzazione (accordi GATT, 1947)
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