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IL COMMERCIO EQUO NEI PAESI EUROPEI
1. Olanda
Le origini del fenomeno del commercio equo sono riconducibili alle esperienze avviatesi a partire dalla fine degli anni Cinquanta in Olanda.
Nel 1959 fu fondata a Kerkrade da alcuni membri di un partito di ispirazione cattolica l'associazione S.O.S. (Supporto ai Paesi Sottosviluppati); successivamente il nome fu modificato in S.O.S. Werendhandel. L'associazione si definiva in tal modo come fondazione per la cooperazione allo sviluppo.
Le prime iniziative intraprese riguardarono una campagna per la raccolta di latte in polvere destinata alla Sicilia.
La fondazione concentrò i propri sforzi su progetti che consentissero alla gente di guadagnare autonomia economica; i supporti finanziari erano quindi principalmente diretti all'addestramento professionale e a laboratori di vario tipo. Tuttavia non tardarono a presentarsi le difficoltà relative alla vendita dei prodotti manufatti, poiché il piccolo mercato locale offriva una domanda ridotta.
Nel 1967 S.O.S Werendhandel divenne dunque pioniera nell'acquisto da gruppi di produttori dei paesi in via di sviluppo. La prima serie di prodotti importati comprendeva principalmente articoli di artigianato che venivano venduti attraverso mostre-mercato, ordini postali e Gruppi Terzo Mondo.
Le vendite aumentarono ogni anno e il modello del commercio equo fu adottato da altri paesi europei: S.O.S. aprì una sorta di succursali in Germania, Austria, Svizzera e Belgio.
Accanto ai primi tentativi di commercio alternativo si collocava la protesta politica, che si espresse nella formazione dei Cane Sugar Groups. Furono questi gruppi a costituire i primi canali di vendita per i prodotti importati da S.O.S. Werendhandel. Il primo ad aprire un vero e proprio negozio fu il Gruppo Terzo Mondo a Breukelen, nel 1969. Nacque allora l'idea di "world shops", cioè di botteghe in cui esporre e vendere prodotti provenienti dalle aree economicamente svantaggiate di tutto il mondo. Il successo delle neonate botteghe fu tale da portare già nel 1970 alla costituzione della National World Shops Foundation.
Il fermento politico-ideologico degli anni Settanta ebbe ripercussioni anche sul movimento del commercio equo. L'importazione di manufatti artigianali venne messa in questione, poiché la produzione di questi ultimi non comportava di per sè cambiamenti economici strutturali nei paesi di origine. Vennero dunque contattati produttori che consapevolmente combattevano contro la propria oppressione attraverso quel tipo di produzione.
Per S.O.S Werendhandel i primi anni Ottanta furono un periodo di riflusso non solo per le difficoltà economiche sopravvenute, quali la riduzione delle esportazioni dovuta alle "succursali" estere divenute indipendenti, ma anche a causa dei propri principi politici. Metodi e partners commerciali erano oggetto di discussione e di riconsiderazione, mentre l'associazione sembrava più concentrata sugli aspetti politici della propria attività che sui risultati concreti.
Le linee di tendenza negative furono superate solo nella seconda metà degli anni Ottanta. Le vendite subirono un incremento e la struttura dell'associazione fu riorganizzata in maniera meno dispersiva.
Anche i world shops subirono alcune modifiche finalizzate ad una maggiore diffusione tanto dei prodotti quanto del messaggio socio-politico in essi contenuto.
I criteri di scelta dei partner furono ridefiniti in base al contesto in cui i gruppi di produttori lavoravano, e la qualità dei prodotti fu notevolmente migliorata.
Era ormai chiaro che per allargare la fascia di mercato a cui rivolgersi era necessario utilizzare alcune tecniche commerciali che rendessero i prodotti più visibili e attraenti.
Nel 1994 S.O.S. Werendhandel, divenuta un'organizzazione per la cooperazione allo sviluppo, ha cambiato il nome in Fair Trade Organisatie, che copre oggi il 63% di tutte le vendite fatte dai world shops olandesi, importando da 85 organizzazioni di produttori. E' inoltre molto attiva nelle attività di educazione, informazione e lobbying, tra cui ricordiamo la campagna di pressione per l'instaurazione di un codice di condotta nel settore olandese del caffè.
L'associazione dei world shops, Landelijke Vereniging van Werendwinkels (LVWW), conta attualmente 400 membri. I negozi seguono una politica di miglioramento della professionalità e circa il 10% impiega personale stipendiato, pur restando, tuttavia, fondamentale l'apporto di oltre 12.000 volontari.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
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DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Transfair TOT |
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VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Max Havelaar |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shops, valore netto Transfair, valore netto TOTALE |
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Spese per formazione, pubbliche relazioni,marketing (in in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops Transfair TOTALE |
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Grado di consapevolezza dell'opinione pubblica Conoscenza di Transfair |
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QUOTE DI MERCATOCaffè Transfair Tè Transfair Banane Transfair |
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Tabella 6: Il commercio equo in Olanda
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
L'organizzazione di marchio olandese, Stichting Max Havelaar, ha svolto un ruolo pionieristico nell'apertura dei canali di vendita dei supermercati. Ha posto con successo l'etichetta su prodotti quali caffè, tè, cioccolato e cacao, banane, miele, e, a partire dal settembre 2000, sul succo d'arancia. Oltre 30 contratti di licenza assicurano la presenza in 2200 supermercati (circa il 90% dei supermercati olandesi) dei prodotti a marchio equo.
Il volume d'affari delle centrali di importazione olandesi è pari a circa 17,1 milioni di euro, di cui il 90% è da attribuire a Fair Trade Organisatie, e il restante 10% al secondo importatore, De Evenaar. Molte istituzioni pubbliche olandesi utilizzano tè e 959d31j caffè marchiato Max Havelaar, così come molte scuole e la maggioranza dei Comuni, oltre a diversi dipartimenti ministeriali e al parlamento olandese, servono e consumano bevande calde del commercio equo.
I positivi sviluppi ai quali andò incontro l'esperienza di S.O.S. Werendhandel crearono le premesse per la diffusione del commercio alternativo nel resto d'Europa.
2. Inghilterra
Le origini del commercio equo in Inghilterra sono da attribuirsi all'attività svolta da Oxfam negli anni Cinquanta.
La "Oxford Committe for Famine Reliefe" (divenuta poi Oxfam) si costituì nel maggio del 1942 con il proposito di recuperare fondi da inviare ai rifugiati di guerra in Europa, e in particolare in Grecia durante il periodo dell'occupazione nazista. Nel 1947 l'associazione acquistò un ufficio a Oxford, che doveva servire da punto di raccolta per le donazioni. Gli oggetti raccolti in questo modo furono poi messi in vendita nei negozi dell'associazione, il primo dei quali fu aperto nel febbraio del 1948. Si trattava però fino a questo momento di una forma di sostegno incentrata sulla beneficenza e sulla costituzione di un canale attraverso cui recuperare offerte da inviare alle popolazioni in difficoltà.
Fu alla fine degli anni Cinquanta che il direttore dell'Oxfam, durante un viaggio a Hong Kong, sviluppò l'idea di vendere manufatti prodotti dai rifugiati cinesi. Il primo oggetto messo in vendita era un puntaspilli imbottito.
Il progetto di portare aiuto attraverso il commercio di questi prodotti si espresse nello slogan "Helping by selling".
Nel 1964 Oxfam decise di registrare una compagnia per regolare e gestire le sue attività commerciali, e nel 1968 venne creata Oxfam Trading, vera e propria centrale d'importazione specializzata in prodotti artigianali.
Nei primi anni Settanta gli ordini avevano ancora luogo attraverso intermediari inglesi, non esisteva un codice di comportamento etico da rispettare nelle pratiche commerciali, e i profitti erano devoluti in beneficenza come fondi generici. Dal 1975 il programma di commercio equo "Bridge", basato sul concetto di partnership con i gruppi di produttori emarginati, fu stabilito per avviare l'importazione diretta dei prodotti dai paesi in via di sviluppo. A metà degli anni Ottanta i prodotti erano disponibili in 625 degli 850 negozi Oxfam.
A partire dalla fine degli anni Settanta il movimento del commercio equo in Inghilterra andò oltre l'esperienza di Oxfam Trading: nel 1979-80 Traidcraft Ltd cominciò a Newcastle la propria attività, avviata da un piccolo gruppo di persone. Fin dall'inizio Traidcraft si affidò a rappresentanti volontari che si occupavano delle vendite ("voluntary sales representatives"), oltre a promuovere e diffondere fra la gente l'idea del commercio equo.
La compagnia si specializzò nelle vendite per corrispondenza: i primi cataloghi offrivano soltanto manufatti e articoli di artigianato, ma a partire dai primi anni Ottanta vennero introdotti tè, caffè, e articoli in carta riciclata, che rispondevano al crescente interesse per l'ambiente.
Nel 1984 Traidcraft da società a responsabilità limitata divenne società per azioni (plc); il successo commerciale dell'attività e le risposte positive degli azionisti consentirono all'organizzazione di cominciare a lavorare oltreoceano con gruppi e comunità di produttori.
Nel 1987 Traidcraft partecipò alla costituzione dell'EFTA, con lo scopo di favorire la collaborazione con i produttori e l'incremento della consapevolezza a livello politico; due anni dopo sarebbe stata fra i promotori dell'IFAT.
Dal 1988 i prodotti in vendita nei cataloghi entrarono a far parte dei cataloghi di altre organizzazioni, tra cui Greenpeace e Amnesty International.
La crescita di Traidcraft nel corso degli anni Ottanta e Novanta ha dimostrato non solo il successo della strategia commerciale della vendita per corrispondenza in questo settore, ma anche l'importanza della collaborazione del piccolo esercito di volontari (oggi circa 4500) che si occupano su base privata della vendita dei prodotti. Traidcraft rifornisce i rappresentanti offrendo loro sconti e agevolazioni creditizie; i rappresentanti a loro volta vendono i prodotti ai consumatori finali attraverso fiere, mercati, in occasione di eventi culturali e festività, nelle chiese o direttamente nelle proprie abitazioni.
I volontari da un lato rappresentano il più importante canale di distribuzione e vendita di prodotti di cui disponga Traidcraft, dall'altro svolgono un'importante opera di sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
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DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Fairtrade Foundation TOT |
120 (BAFTS) |
VOLONTARI (World Shops e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Fairtrade Mark |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shops, valore netto (BAFTS) Fairtrade Foundation, valore netto TOTALE |
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Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops Fairtrade Foundation TOTALE |
n.d. |
Grado di consapevolezza dell'opinione pubblica Conoscenza di Transfair |
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QUOTE DI MERCATOCaffè Fairtrade Foundation Tè Fairtrade Foundation Banane Fairtrade Foundation |
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Tabella 7: Il commercio equo in Inghilterra
Fonte: Fair Trade in Europe 20
L'associazione inglese dei world shops, British Association for Fair Trade Shops (BAFTS), è stata fondata nel 1995 e conta attualmente 51 membri, alcuni dei quali gestiscono più di un punto vendita. Il personale che lavora nei negozi è costituito da circa 200 volontari che collaborano con oltre 220 impiegati stipendiati.
L'organizzazione di marchio olandese, Fairtrade Foundation, creata nel 1994, ha fin'ora sottoscritto 39 contratti di licenza per caffè, tè, cacao e cioccolato, banane, miele e zucchero. I prodotti a marchio etico sono disponibili in oltre 3100 supermercati.
3. Germania
La "S.r.l. per la promozione della collaborazione con il terzo mondo" (GEPA) venne fondata il 14 maggio 1975, grazie all'azione congiunta di enti cattolici e protestanti.
Nel 1977 furono varati i criteri guida dell'attività di aiuto a progetti di sviluppo autonomo, portati avanti da cooperative e organizzazioni statali in paesi in via di sviluppo, attraverso la commercializzazione e promozione dei prodotti, l'assistenza tecnica e commerciale, l'informazione e l'educazione allo sviluppo in Germania.
Gepa, la cui base è a Wuppertal, è la più grossa centrale d'importazione del mondo, e si avvale di sei depositi regionali. Molto importante è stata l'attività di sostegno delle Chiese, che mettono a disposizione locali e strutture.
Oggi l'organizzazione raggiunge una quota di vendite pari a circa 29,8 milioni di euro. Gepa importa un'ampia gamma di prodotti da oltre 130 gruppi di produttori; i partner commerciali sono 30 in Africa, 66 in America Latina e 38 in Asia, per un totale di 34 gruppi di produttori in 37 paesi. Inoltre Gepa importa da organizzazioni europee minori di commercio equo per favorirne l'attività.
Gli sbocchi commerciali consistono in circa 700 world shops, 5000 gruppi di solidarietà, 1200 istituzioni e oltre 2100 supermercati.
Il personale impiegato nelle attività della società è composto da 102 persone, compresi i lavoratori part-time.
Oltre a Gepa sono attive in Germania altre due organizzazioni di importazione, El Puente e Dritte-Welt Partner (DWP). Queste registrano un fatturato pari rispettivamente a 2,5 e 2,3 milioni di euro, dando lavoro l'una a 15 e l'altra a 13 impiegati. Oltre l'85% dei clienti sono world shops e gruppi.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
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DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Transfair TOT |
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VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Transfair |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shop, valore netto Transfair, valore netto TOTALE |
n.d. |
Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shop Transfair TOTALE |
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Grado di consapevolezza dell'opinione pubblica Conoscenza di Transfair |
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QUOTE DI MERCATOCaffè Transfair Tè Transfair Banane Transfair |
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Tabella 8: Il commercio equo in Germania
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
Nel 1998 le due reti indipendenti di world shops, AG3WL e RSK, si sono unite per diventare un'unica organizzazione, la Weltladen-Dachverband. In seguito alla fusione, i membri sono cresciuti da 280 nel 1998 a 340 nel 2000, e circa la metà dei negozi tedeschi ne fanno parte. I membri sono tenuti a sottoscrivere una convenzione che prevede l'adesione a sette principi, che sono: compatibilità sociale e ambientale dei prodotti, trasparenza, approccio partecipativo, orientamento no profit, prospettive di lungo termine, informazione e educazione, conformità alle regole anche per i prodotti non del commercio equo (come libri e prodotti provenienti da progetti sociali).
Soltanto pochi negozi hanno personale pagato, la maggior parte dei quali essendo affidata ai volontari; oggi sono attive circa 50.000 persone nei world shops e nei gruppi in tutta la Germania.
L'organizzazione di marchio tedesca, Transfair Germany, è stata fondata nel 1992, e il suo successo ha contribuito in maniera significativa alla crescita del commercio equo in Germania; attualmente risultano sottoscritti 85 contratti di licenza, che hanno portato alla vendita dei prodotti equi in 19000 supermercati.
Il fatturato dei tre principali importatori è pari a 34,6 milioni di euro, ma il valore delle vendite di prodotti marchiati Transfair è pari a 66,5 milioni di euro, metà dei quali si devono a vendite effettuate al di fuori dei tradizionali sbocchi del commercio equo. Molte personalità pubbliche e istituzioni utilizzano caffè e tè del commercio equo, tra cui centri per i congressi, mense universitarie, il Consiglio comunale della città di Amburgo, i parlamenti regionali della Bavaria e della Turingia, il parlamento nazionale (Bundestag) e il presidente della repubblica.
Una ricerca di mercato effettuata nella primavera del 2000 ha indicato che il 41% della popolazione tedesca conosce il marchio Transfair e il principio che ne costituisce la base. La conoscenza è risultata più alta nella parte ovest della Germania (48%) che nella parte est (21%), ed è notevolmente più radicata nella fascia di età che va dai 20 ai 65 anni.
Il commercio equo ha assunto un più alto profilo tra i politici a partire dall'autunno 1998, con la coalizione di governo formata da socialdemocratici e verdi. Un fondamentale motivo di discussione è stato quello relativo all'intenzione di creare un'etichetta "ecologica ed equa" (eco+fair) ufficiale.
4. Austria
La più importante centrale d'importazione d'Austria è Eza Dritte Welt, fondata nel 1975 con il concorso dell'organizzazione olandese SOS Wereldhandel. Essa copre oltre il 60% delle vendite dei world shops austriaci.
La seconda centrale più importante è Eine-Welt-Handel, cresciuta considerevolmente negli ultimi anni.
Sono presenti due forme di commercio al dettaglio: la prima si sviluppa intorno a negozi, con personale dipendente e orari di apertura fissi; la seconda ruota intorno ad una consistente attività di volontariato che vende prodotti in strutture concesse in comodato, spesso temporaneo, oppure attraverso attività ambulanti.
Dei 68 world shops presenti in Austria, 62 sono membri di ARGE Weltladen, l'associazione austriaca dei world shops. Dal 1995 i membri hanno operato sotto lo stesso nome e logo, secondo un comune piano di marketing e comunicazione, partecipando a molte attività coordinate. Il programma di professionalizzazione dei primi anni Novanta ha fatto si che il negozio tipo abbia un coordinatore part-time stipendiato, che agisca in collaborazione con un gruppo di volontari.
L'associazione di marchio, Transfair Austria, è attiva dal 1993, garantendo la vendita dei prodotti equi in oltre 1500 supermercati, attraverso la stipulazione di otto contratti di licenza.
Il fatturato di EZA e di Eine-Welt-Handel è pari a un totale di circa 6,5 milioni di euro. Il mercato del fair trade è dominato dai world shops, cui è da attribuirsi un valore di vendite pari a 4,9 milioni di euro, e da 700 gruppi d'azione in rapporto con la chiesa, che vendono prodotti in maniera non continuativa. Il valore delle vendite di prodotti marchiati Transfair è pari a 3,1 milioni di euro.
Ricerche di mercato effettuate nel 1999 hanno indicato una percentuale del 30% relativa alla quota di popolazione austriaca che si dichiara a conoscenza dell'esistenza del marchio del commercio equo.
Il Parlamento austriaco ha adottato una risoluzione sul fair trade nel dicembre 2000. Tale risoluzione invita il governo nazionale ad adottare il fair trade come uno dei principi guida per le politiche di sviluppo; ad analizzare come questo possa essere supportato attraverso misure legislative ed economiche, e a sostenerne i principi negli organismi internazionali.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
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DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Transfair TOT |
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VOLONTARI (World Shops e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Transfair |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shops, valore netto Transfair, valore netto TOTALE |
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Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops Transfair TOTALE |
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Grado di consapevolezza dell'opinione pubblica Conoscenza di Transfair |
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QUOTE DI MERCATOCaffè Transfair Tè Transfair Banane Transfair |
n.d. |
Tabella 9: Il commercio equo in Austria
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
5. Svizzera
La prima associazione che si dedicò al commercio equo in Svizzera fu Artisans du Monde, creata nel 1974 da volontari dell'area francofona.
Al 1977 risale l'avvio della rete solidale della Svizzera tedesca. Esistono qui oggi sei depositi regionali che dipendono da un'unica centrale d'acquisto, ClarO, cooperativa creata nel 1976 con il nome di OS3 (Organization Switzerland-Third world) da alcune ONG e dalle associazioni delle Botteghe francofona e tedesca.
La cooperativa si occupa sia di importazione che di informazione e divulgazione sui prodotti; i suoi principali clienti sono le Botteghe del Mondo e diversi negozi biologici, oltre ad alcune catene di supermercati. Claro, inoltre, è una salda rete di negozi in franchising distribuiti in tutta la Svizzera tedesca. Sono oltre 135 i negozi che seguono questa formula, ma altri 125, pur essendo clienti regolari di Claro, non hanno sottoscritto il contratto in franchising.
La seconda centrale di importazione è Caritas Fairness, che importa da 80 gruppi produttori in 30 paesi, ed è specializzata nell'importazione di manufatti.
Max Havelaar Switzerland, l'organizzazione di marchio svizzera, è stata fondata nel 1992. Grazie all'impegno delle più grosse ONG svizzere per lo sviluppo, e con il supporto finanziario del dipartimento federale per gli affari esteri del governo svizzero, l'organizzazione è uno dei maggiori successi del fair trade. Le più grandi catene commerciali alimentari svizzere, Migros e Co-op, vendono i prodotti Max Havelaar. Questa ampia distribuzione ha portato ad una vasta popolarità il concetto di commercio equo in Svizzera. Max Havelaar ha fin'ora stipulato oltre 60 contratti di licenza, rendendo possibile la vendita dei prodotti in 2100 supermercati in tutto il paese.
La Svizzera vanta il più alto consumo pro-capite di prodotti equi e conta numerose iniziative nel campo del commercio equo.
Negli ultimi tre anni il fatturato di Claro si è mantenuto stabilmente sul valore di circa 8,3 milioni di euro per anno. Caritas Fairness conta un giro d'affari di circa 1,8 milioni di euro, portando complessivamente il valore delle due centrali a 10,1 milioni.
Una ricerca di mercato effettuata nel 1998 ha riportato un tasso di popolazione consapevole dell'esistenza dell'etichetta equa pari al 60%.
Il caffè del commercio equo è utilizzato non solo da diversi dipartimenti governativi, ma anche dalla compagnia aerea Swissair.
In una situazione come quella svizzera, dove la distribuzione di prodotti del commercio equo ha raggiunto ottimi livelli, la sfida sembra risiedere non tanto nella continua crescita, quanto nella salvaguardia delle posizioni ottenute. La base del futuro successo è da vedere sempre più nel miglioramento della qualità dei prodotti.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
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DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Max Havelaar TOT |
n.d. |
VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Max Havelaar |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shop, valore netto Max Havelaar, valore netto TOTALE |
n.d. |
Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shop Max Havelaar TOTALE |
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Grado di consapevolezza dell'opinione pubblica Conoscenza di Max Havelaar |
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QUOTE DI MERCATOCaffè Max Havelaar Tè Max Havelaar Banane Max Havelaar |
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Tabella 10: Il commercio equo in Svizzera
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
6. Francia
I pionieri del commercio equo e solidale in Francia furono gli animatori della "Communitè d'Emmaus", organizzazione fondata dall'Abbè Pierre, attiva in iniziative di solidarietà nel Terzo Mondo e nelle periferie delle città francesi.
Il primo locale preso in affitto nel 1973 costituisce l'avvio della rete solidale francese.
La più grande centrale d'importazione francese è Solidar'Monde, che importa oltre il 75% di tutti i beni venduti nei world shops francesi, mantenendo relazioni con 100 gruppi di produttori in oltre 40 paesi.
Altre organizzazioni sono Andines, Aspal e diverse centrali più piccole.
In Francia esistono 88 world shops, membri dell'associazione nazionale Fédération Artisans du Monde, fondata nel 1981, con sede a Mulhaus. I negozi sono gestiti da circa 20 impiegati stipendiati e 2500 volontari.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
n.d. |
DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Max Havelaar TOT |
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VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Max Havelaar |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shop, valore netto Max Havelaar, valore netto TOTALE |
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Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shop Max Havelaar TOTALE |
n.d. |
Grado di consapevolezza dell'opinione pubblica Conoscenza di Max Havelaar |
n.d. |
QUOTE DI MERCATOCaffè Max Havelaar Tè Max Havelaar Banane Max Havelaar |
n.d. |
Tabella 11: Il commercio equo in Francia
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
In Francia la creazione di un marchio per i prodotti equi ha richiesto più tempo che in altri paesi. Sebbene l'organizzazione Max Havelaar France sia stata fondata nel 1992, il raggiungimento dei primi risultati significativi ha richiesto sei anni. Attualmente l'organizzazione ha concluso 15 contratti di licenza, il caffè Max Havelaar può ora essere venduto in oltre 2400 supermercati, mentre il tè è stato lanciato soltanto recentemente.
Nel 1998 è stato fondato un forum per il commercio equo, chiamato Plateforme du Commerce Equitable, con lo scopo di difendere gli interessi delle organizzazioni che ne fanno parte, di promuovere il commercio equo in Francia, nonché di instaurare un dialogo costruttivo con le istituzioni nazionali e internazionali.
Solidar'Monde registra un fatturato di circa 3,1 milioni di euro. Il valore del caffè marchio venduto nei supermercati ammonta a 3,2 milioni di euro.
7. Belgio
In Belgio si è assistito allo sviluppo parallelo di due organizzazioni, una relativa alla comunità fiamminga, l'altra a quella francofona.
Benché distinte per questioni di coordinamento regionale e di attività informativa, dato il bilinguismo del paese, le due centrali svolgono un intenso scambio informativo e commerciale.
Nelle Fiandre Oxfam Werelwinkels, specializzata nell'importazione di prodotti alimentari, riunisce circa 175 botteghe, gestite da 5750 volontari. Soltanto i 15 negozi più grandi si avvalgono di personale stipendiato.
Magasins du Monde-Oxfam, la centrale della Vallonia creta nel 1978, è maggiormente orientata alla commercializzazione di artigianato e di pubblicazioni. L'organizzazione riunisce 74 world shops, gestiti da 2500 volontari, ma ha avviato anche un tipo di vendita speciale, che coinvolge giovani studenti. Sono stati istituiti 60 "Jeunes Magasins du Monde" (Giovani Botteghe del Mondo), piccoli punti vendita con base nelle scuole, gestiti da gruppi di studenti degli istituti superiori, supportati dagli insegnanti.
L'organizzazione di marchio belga, Max Havelaar Belgium, ha stipulato fin'ora 14 contratti di licenza, e vende il caffè e le banane con la propria etichetta in oltre 1000 supermercati.
Il fatturato di Oxfam Wereldwinkels è approssimativamente pari a cinque milioni di euro, dovuti interamente alla vendita di prodotti alimentari, provenienti soprattutto dall'America Latina. Il caffè copre circa il 30% del fatturato.
Magasins du monde aggiunge altri 2,7 milioni al mercato equo belga, attraverso le vendite di articoli di artigianato.
I prodotti a marchio equo sono costituiti soltanto da caffè e banane, attraverso 13 contratti di licenza per il caffè e uno per le banane; il valore netto del fatturato proveniente dai prodotti etichettati è di cinque milioni di euro. Il 55% di queste vendite avviene al di fuori del circuito tradizionale del commercio equo.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
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DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Max Havelaar TOT |
n.d. |
VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Max Havelaar |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shop, valore netto Max Havelaar, valore netto TOTALE |
n.d. |
Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shop Max Havelaar TOTALE |
n.d. |
Grado di consapevolezza dell'opinione pubblica Conoscenza di Max Havelaar |
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QUOTE DI MERCATOCaffè Max Havelaar Tè Max Havelaar Banane Max Havelaar |
n.d |
Tabella 12: Il commercio equo in Belgio
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
Una ricerca di mercato attuata nel 1999 indica che il 36% della popolazione è a conoscenza del marchio Max Havelaar; tuttavia il problema della scarsa visibilità e reperibilità dei prodotti porta ad un abbassamento delle quote di mercato coperte dalle vendite di caffè e banane.
Poiché le maggiori organizzazioni di fair trade sono molto attive nell'attività di lobbying sia nei confronti delle autorità nazionali che verso le istituzioni europee con sede a Bruxelles, sono stati raggiunti molti successi. Gli organismi di commercio equo sono tra gli aventi diritto ai finanziamenti ufficiali e numerosi comuni hanno approvato risoluzioni sul fair trade. I principi del movimento hanno trovato posto nel nuovo "Piano nazionale per lo sviluppo sostenibile" del governo.
8. Norvegia
La rete di negozi del commercio equo in Norvegia ha sofferto della chiusura avvenuta nel 1997 della centrale d'importazione Alternativ Handhel, che, costituita nel 1984, aveva dato avvio al commercio equo nel paese.
Oggi non esiste una grossa centrale, e diversi negozi hanno chiuso. Rimane un piccolo gruppo di negozi, ognuno dei quali importa manufatti da uno o due paesi del Sud. Si tratta di compagnie private, in cui lavora solo personale stipendiato, che collaborano e scambiano prodotti tra loro.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
n.d. |
DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Max Havelaar TOT |
n.d. n.d. n.d. |
VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
n.d. |
ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Max Havelaar |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shops, valore netto Max Havelaar, valore netto TOTALE |
n.d. n.d. |
Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops Max Havelaar TOTALE |
n.d. n.d. |
Grado di consapevolezza dell'opinione pubblica Conoscenza di Max Havelaar |
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QUOTE DI MERCATOCaffè Max Havelaar Tè Max Havelaar Banane Max Havelaar |
Non presenti |
Tabella 13: Il commerio equo in Norvegia
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
Il cuore di questa rete è costituito dal negozio aperto ad Oslo nel 1998, gestito come affare privato sotto il nome di Fairtrade Norse. Non è chiaro attualmente se questo gruppo diventerà il nucleo di una futura associazione norvegese di world shops, o se i proprietari opteranno per rimanere all'esterno del movimento mondiale del commercio equo.
L'unica organizzazione norvegese attualmente integrata nel contesto internazionale del fair trade è Max Havelaar Norway, organizzazione di marchio fondata nel 1997. I prodotti etichettati Max Havelaar sono disponibili in circa 3000 punti vendita, tra cui quasi tutte le catene di supermercati.
Il valore delle vendite di caffè e tè così venduti ammonta a circa 190.000 euro, ed è in crescita.
9. Spagna
Il mercato equo e solidale spagnolo è dominato da tre grandi centrali di importazione: Intermòn, Alternativa 3 e Ideas.
Intermòn è un'organizzazione non governativa che lavora nell'area della cooperazione allo sviluppo. Creata nel 1956 come iniziativa della Società di Gesù, operava come supporto all'attività dei missionari gesuiti, che lavoravano allora in diverse parti dell'America Latina, dell'Africa e dell'Asia. L'esigenza di adeguamento ai tempi portò nel 1986 alla costituzione dell'attuale Fondazione Intermòn, con un orientamento verso l'educazione allo Sviluppo e la cooperazione, caratterizzata da pluralismo, apertura alla società e dinamismo. I principi di giustizia e solidarietà sono stati la base di tutti i cambiamenti e le modifiche avvenute all'interno dell'organizzazione. Come ha mantenuto i valori che sono stati l'impulso originario alla sua creazione, così Intermòn ha progressivamente incorporato i differenti elementi e strumenti necessari al raggiungimento dei suoi fini istituzionali: lotta contro la povertà nel mondo, assistenza alle popolazioni svantaggiate del Sud, sensibilizzazione della società spagnola alle realtà del Terzo Mondo. Alcuni degli strumenti che hanno permesso un'importante crescita istituzionale sono: la professionalizzazione dell'amministrazione, il miglioramento della qualità dei programmi, l'introduzione di sistemi moderni per la raccolta dei fondi e per la comunicazione con i partners e con i membri, e, infine, l'uso dei media come canale per la divulgazione dell'informazione sui paesi in via di sviluppo e per il processo di coscientizzazione sociale.
Nei primi anni Novanta Intermòn lanciò una piccola operazione di commercio equo, che si è velocemente espansa fino a rendere l'organizzazione il più grosso importatore in Spagna, con 20 dipendenti. Il 75% del fatturato è prodotto attraverso le vendite nei 20 world shosp che fanno capo direttamente a Intermòn. La centrale rifornisce inoltre 50 negozi indipendenti. Oltre l'80% del fatturato proviene dalle vendite di manufatti.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
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DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Organizzazione di marchio TOT |
n.d. |
VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Non presente |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shop, valore netto Organizzazione di marchio TOTALE |
n.d. n.d. |
Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shop Organizzazione di marchio TOTALE |
n.d. n.d. |
Grado di consapevolezza dell'opinione pubblica Conoscenza del marchio |
n.d. |
QUOTE DI MERCATOCaffè a marchio Tè a marchio Banane a marchio |
n.d. n.d. n.d. |
Tabella 14: Il commercio equo in Spagna
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
Alternativa 3, con base nella zona di Barcellona, è maggiormente orientata alla vendita di alimentari, in particolare di caffè, che rappresenta il 31% del suo fatturato. La centrale vende attraverso i propri world shops, ma distribuisce anche ad altri negozi e a molti gruppi religiosi.
Ideas vende principalmente a world shops e a gruppi di solidarietà.
I primi negozi spagnoli furono aperti nel 1986, e oggi sono oltre 60, gestiti da circa 1500 volontari. Dal 1996 i negozi hanno cooperato più da vicino all'interno della commissione dei world shops ("Comisiòn de Tiendas de comercio Justo"), costituita dal forum nazionale del fair trade.
Le tre centrali d'importazioni più importanti registrano un fatturato complessivo pari a 3,8 milioni di euro.
E' attualmente in corso la valutazione dei criteri di istituzione di un'organizzazione di marchio, grazie alla quale sarebbe possibile ottenere un'espansione delle vendite del settore alimentare.
10. Danimarca
Esistono tre importanti organizzazioni di importazione: U-Landsimporten, Butik Salam e U-Landsforeningen Svalern, che coprono oltre il 75% di tutte le vendite nei world shops danesi.
u-Landsimporten importa soltanto alimentari, tra cui il caffè raggiunge una quota pari all'87% del fatturato. Fondata nel 1984, l'organizzazione conta circa 2000 membri, di cui approssimativamente 50 sono gruppi, soprattutto parrocchie e associazioni varie.
Butik Salam e U-Landsforeningen Svalerne sono entrambe specializzate nell'artigianato, importato principalmente dall'Asia.
Le tre organizzazioni fanno parte, insieme a cinque world shops, di FairNet, l'associazione danese dei negozi, fondata nel 1995. Esistono poi altri sette negozi che hanno deciso di restare fuori dall'associazione.
L'organizzazione di marchio danese, Max Havelaar Denmark, fu fondata nel 1995, e da allora ha stipulato 15 contratti di licenza, grazie ai quali i prodotti equi sono reperibili in oltre 2700 supermercati.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
n.d. |
DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Max Havelaar TOT |
|
VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Max Havelaar |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shops, valore netto Max Havelaar, valore netto TOTALE |
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Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops Max Havelaar TOTALE |
n.d. |
Grado di consapevolezza dell'opinione pubblica Conoscenza di Max Havelaar |
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QUOTE DI MERCATOCaffè Max Havelaar Tè Max Havelaar Banane Max Havelaar |
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Tabella 15: Il commercio equo in Danimarca
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
13. Finlandia
In Finlandia non esiste un'unica, principale centrale di importazione; sette world shops agiscono come piccoli importatori di beni che vendono nei loro negozi e che distribuiscono agli altri. E' in corso la valutazione di un progetto di joint venture per facilitare le operazioni di importazione e di deposito.
L'associazione finlandese dei world shops, Maailmankauppojen litto ry, fondata nel 1986, riunisce 41 membri, che generalmente operano autonomamente, a causa della vastità del paese e della scarsa densità della popolazione.
Il meeting nazionale, che si svolge ogni due anni, è il momento culminante dell'impegno dell'associazione per intensificare lo scambio di informazioni e di esperienze tra i soci. La cooperazione fra i membri è divenuta più intensa in tempi recenti da quando, per esempio, molti world shops finlandesi partecipano alla "Giornata internazionale dei world shops".
I circa 30 negozi del commercio equo sono gestiti da 600 volontari e da 15-20 dipendenti part-time. Le vendite di articoli di artigianato coprono il 65%, il restante 35% è costituito da alimentari.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
n.d. |
DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Max Havelaar TOT |
n.d. |
VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
|
ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Reilu Kauppa |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shops, valore netto Reilu Kauppa, valore netto(9-12/99) TOTALE |
n.d. |
Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shop Reilu Kauppa TOTALE |
n.d. n.d. |
Grado di consapevolezza dell' opinione pubblica Conoscenza di Reilu Kauppa |
n.d. |
QUOTE DI MERCATOCaffè Reilu Kauppa Tè Reilu Kauppa Banane Reilu Kauppa |
n.d. |
Tabella 16: Il commercio equo in Finlandia
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
In Finlandia si trova l'unica nave del fair trade, la Estelle, che costituisce un attrattivo punto di informazione sul commercio equo nei luoghi in cui approda, oltre a servire da cargo per trasportare prodotti da un posto alla'altro.
L'organizzazione di marchio finlandese, Reilun kaupan edistamisyditys ry (Associazione finlandese per la promozione del commercio equo), fondata nel 1998, conta fra i suoi membri oltre all'associazione dei world shops, sindacati, organizzazioni ambientaliste e di cooperazione allo sviluppo, associazioni ecclesiastiche. L'etichetta appare su caffè e tè in oltre 2100 supermercati.
Le vendite attraverso i world shops ammontano a 1,2 milioni di euro, somma alla quale va aggiunto il fatturato proveniente dai canali distributivi convenzionali. Da quando l'iniziativa di marchio è stata lanciata, le vendite hanno avuto un andamento molto positivo (390.000 euro in quattro mesi); considerando il fatto che la popolazione finlandese ha uno dei tassi più alti di consumo pro capite per quanto riguarda il caffè (10 kg l'anno), le prospettive di sviluppo per il mercato equo aumentano potenzialmente in maniera considerevole.
12. Svezia
In Svezia sono presenti tre grosse centrali di importazione, delle quali la maggiore è Sackeus. L'organizzazione tratta principalmente, anche se non esclusivamente, prodotti alimentari. Soltanto il caffè copre il 60% del suo fatturato. Sackeus rifornisce i world shops, ma il suo cliente principale è costituito da un'ampia rete formata da oltre 1000 gruppi appartenenti alla Chiesa in tutta la Svezia.
Altri importatori più piccoli sono Alternative Handel di Goteborg e North & South Exchange. Entrambi vendono ai world shops e ai gruppi un'ampia gamma di prodotti alimentari e di artigianato.
L'associazione svedese dei world shops, Varldsbutikerna for Rattvis Handel, conta 22 membri, quasi tutti i negozi della Svezia. Questi ultimi sono gestiti soprattutto da volontari, circa 500, essendo molto limitato il personale stipendiato. Sebbene i world shops esistano in Svezia da oltre 30 anni, gli incontri sono avvenuti in modo regolare solo a partire dal 1997. La collaborazione è stata facilitata da un programma di sviluppo della durata di tre anni chiamato "Network for Fair Trade", finanziato congiuntamente dall'Unione Europea e dall'agenzia svedese per lo sviluppo SIDA. Molti membri ora utilizzano il nome "Varldsbutik" (world shop) ed un logo comune in tutte le loro comunicazioni, e gran parte dei negozi hanno incrementato il loro fatturato.
Le distanze fisiche in Svezia tendono a precludere la promozione di campagne unificate e la cooperazione è generalmente limitata alla partecipazione alle campagne europee promosse da NEWS!. Nel marzo del 2000 l'associazione svedese ha ospitato la conferenza biennale dei world shops.
L'organizzazione di marchio Foreningen for Rattvisemarkt fu stabilita nel 1996, includendo un'ampia coalizione di organizzazioni di Chiesa, i due maggiori sindacati, associazioni dei consumatori e istituzioni per il sostegno agli stranieri. Oggi i prodotti marchiati fair trade si trovano in oltre 750 supermercati in tutto il paese.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
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DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Rattvisemarkt TOT |
n.d. |
VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Rattvisemarkt |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shop, valore netto Rattvisemarkt, valore netto TOTALE |
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Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shop Rattvisemarkt TOTALE |
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Grado di consapevolezza dell' opinione pubblica Conoscenza di Rattvisemarkt |
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QUOTE DI MERCATOCaffè Rattvisemarkt Tè Rattvisemarkt Banane Rattvisemarkt |
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Tabella 17: Il commercio equo in Svezia
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
Sackeus registra un fatturato di circa 1,7 milioni di euro. Alternative Handel contribuisce al totale con altri 200000 euro. I 22 world shops riportano un valore delle vendite pari a 640000 euro, il 70% dei quali provengono dalle vendite di artigianato. Alcuni negozi, a causa dell'aumento e della diversificazione della domanda, si rivolgono ad altre organizzazioni di importazione europee per rendere disponibile una gamma di prodotti più varia.
La maggiore quota del mercato equo in Svezia è coperta dalle vendite di prodotti con etichetta Rattvisemrkt. Il valore netto ammonta a circa 3,4 milioni di euro. Il caffè e il tè occupano ognuno lo 0,8% del mercato, mentre le banane raggiungono l'1,8%.
IL ministero dell'ambiente e l'agenzia svedese per la cooperazione allo sviluppo (SIDA) sono tra i maggiori consumatori di caffè equo in Svezia.
Un tema attualmente discusso è quello della necessità di combinare i principi del fair trade con le richieste di ecologicità dei consumatori, poiché sempre più persone richiedono prodotti che abbiano anche una certificazione di origine organica
13. Grecia
In Grecia esiste un'unica organizzazione di importazione, Cosmos Art, con sede ad Atene.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
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DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Max Havelaar TOT |
n.d. n.d. n.d. |
VOLONTARI (World Shops e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Non presente |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shops, valore netto Organizzazione di marchio, valore netto TOTALE |
n.d. n.d |
Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shop Organizzazione di marchio TOTALE |
n.d. n.d. |
Grado di consapevolezza dell' opinione pubblica Conoscenza del marchio |
n.d. |
QUOTE DI MERCATOCaffè Tè Banane |
n.d. n.d. n.d. |
Tabella 18: Il commercio equo in Grecia
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
Si tratta di una compagnia privata che aderisce ai principi del fair trade, e che ha stretto legami con le organizzazioni di importazione europee. Fino a tre anni fa si procurava i prodotti attraverso l'importazione congiunta con Fair Trade Organisatie, la centrale olandese. Di recente Cosmos art ha avviato un'importazione più autonoma.
I prodotti sono venduti nei negozi della compagnia ad Atene, e in circa 100 punti vendita in tutta la Grecia.
Il commercio equo ha tuttavia ancora un impatto limitato sul mercato greco. I prodotti venduti sono in maggioranza articoli di artigianato, e solo il 2% è costituito dal caffè. I prodotti alimentari sono costosi rispetto ai normali prodotti in commercio, e questo limita le possibilità di espansione del mercato equo in Grecia. Inoltre l'interesse per i temi della cooperazione Nord-Sud e del commercio equo è piuttosto limitato. La consapevolezza pubblica e politica e il supporto alle ONG che si occupano di sviluppo sono meno consistenti che negli altri paesi europei.
14. Irlanda
La maggiore centrale di importazione in Irlanda è Oxfam Ireland, che fino al 1998 faceva parte di Oxfam United Kingdom and Ireland.
Ci sono, inoltre, alcune piccole organizzazioni o singoli negozi che realizzano importazioni in proprio, spesso attraverso importatori inglesi e grossisti. Traidcraft è attiva nell'Irlanda del Nord.
I prodotti provengono da Oxfam UK, anche se è in progetto l'avviamento di importazioni dirette dai produttori del Sud. Il fatturato registrato dai punti vendita del commercio equo deriva per il 70% dalle vendite di artigianato. I volontari che gestiscono i negozi Oxfam sono approssimativamente 400.
L'Associazione irlandese dei negozi del commercio equo, AFTSI, riunisce i due negozi di Port Laoise e di Waterford e Oxfam Ireland. Altri world shops indipendenti operano a Belfast, Cork, Dublino, Galway e Limerick. L'AFTSI si è formata nel 1995 in seguito agli incontri relativi alla fondazione di NEWS!. Da allora la dimensione europea ha svolto un ruolo essenziale nella vita dell'associazione.
Organizzazioni di importazione |
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PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
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DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Max Havelaar TOT |
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VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Fairtrade Mark |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shop, valore netto Fairtrade Mark, valore netto TOTALE |
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Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shop Fairtrade Mark TOTALE |
n.d. |
Grado di consapevolezza dell' opinione pubblica Conoscenza di Fairtrade Mark |
n.d. |
QUOTE DI MERCATOCaffè Fairtrade Mark Tè Fairtrade Mark Banane Fairtrade Mark |
n.d. n.d. |
Tabella 19: Il commercio equo in Irlanda
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
Grazie alla sua localizzazione nel cuore dell'Europa, circondato da tre paesi con ampie reti di commercio equo, il Lussemburgo non ha mai avuto bisogno di sviluppare una propria struttura di importazione. I world shops hanno tradizionalmente acquistato i prodotti dalle organizzazioni del Belgio e della Germania.
Il Lussemburgo ha una popolazione di 420000 abitanti e cinque world shops, gestiti esclusivamente da volontari.
Nel 1992 fu fondata l'organizzazione di marchio Transfair-Minka Luxembourg, costituita da 19 organizzazioni, provenienti da diversi ambiti associativi, quali la cooperazione allo sviluppo, l'ambientalismo, la chiesa e i movimenti giovanili. Poiché tutti i world shops sono membri dell'organizzazione, Transfair-Minka è stata per diversi anni anche una sorta di associazione nazionale dei world shops. Tuttavia nel 1999 è stata creato un organismo separato, Arbechtsgrupp Drett-Welt-Butteker, che mira al coordinamento delle attività di marketing a livello nazionale.
Il valore del fatturato registrato dai negozi del commercio equo riflette la scarsità della popolazione, aggirandosi intorno ai 560000 euro.
Il caffè a marchio equo ha raggiunto una quota di mercato pari al 3% del mercato nazionale del caffè, e le banane, lanciate nel 1999, hanno raggiunto nel primo anno il 4%.
I prodotti sono venduti, oltre che negli appositi negozi, in 70 supermercati appartenenti alle tre principali catene commerciali, e in oltre 80 negozi tradizionali in tutto il paese.
Organizzazioni di importazione |
Direttamente dai world shops |
PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
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DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Max Havelaar TOT |
n.d. n.d. |
VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Transfair + Max Havelaar |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shop, valore netto Transfair-Minka, valore netto TOTALE |
n.d. |
Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shop Transfair-Minka TOTALE |
n.d. n.d. |
Grado di consapevolezza dell' opinione pubblica Conoscenza di Transfair-Minka |
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QUOTE DI MERCATOCaffè Transfair-Minka Tè Transfair-Minka Banane Transfair-Minka |
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Tabella 20: Il commercio equo in Lussemburgo
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
16. Malta
Il commercio equo è arrivato a Malta solo in anni recenti. La cooperativa Koperattiva Kummerc Gust è stata ufficialmente registrata nel 1996. L'anno seguente è stato aperto un negozio nella capitale.
I prodotti importati da Koperattiva sono acquistati principalmente dall'Italia, in particolare da CTM Altromercato, ma alcuni provengono dal Kenya e dal Brasile. Recentemente il gruppo è diventato membro di CTM. La maggior parte delle vendite avviene attraverso il negozio che si trova a La Valletta e tramite bancarelle allestite nelle parrocchie, organizzate dalla cooperativa stessa. Il lavoro è a carico di 12 volontari e di un dipendente part-time.
Organizzazioni di importazione |
Direttamente dal negozio |
PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
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DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Organizzazione di marchio TOT |
n.d. n.d. n.d. |
VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
Non presente |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shop, valore netto Organizzazione di marchio, valore netto TOTALE |
n.d. n.d. |
Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shop Max Havelaar TOTALE |
n.d. n.d. n.d. n.d. |
Grado di consapevolezza dell' opinione pubblica Conoscenza del marchio |
n.d. |
QUOTE DI MERCATOCaffè Tè Banane |
n.d. n.d. n.d. |
Tabella 21: Il commercio equo a Malta
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
Il fatturato annuale è pari a circa 38000 euro: il commercio equo raggiunge soltanto una piccola percentuale della popolazione. Tuttavia esistono progetti finalizzati ad aumentare la disponibilità sul mercato dei prodotti, attraverso la collaborazione con negozi di artigianato e la distribuzione di caffè a marchio nei supermercati.
17. Portogallo
Il commercio equo è stato promosso in Portogallo dal CIDAC (Centro di informazione e documentazione Amilcar Cabral) di Lisbona, a partire dal 1998. La rete internazionale del Centro, che coinvolge diverse ONG del Sud, ha facilitato l'organizzazione dell'attività.
Organizzazioni di importazione |
Direttamente dal negozio |
PUNTI VENDITAWorld Shops Supermercati Altri TOT |
n.d. n.d. |
DIPENDENTI STIPENDIATI (full-time) Organizzazioni di importazione Associazione World Shops World Shops Organizzazione di marchio TOT |
n.d. n.d. n.d. |
VOLONTARI (World Shop e gruppi) |
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ORGANIZZAZIONE DI MARCHIO |
n.d. |
FATTURATO (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione World Shop, valore netto Organizzazione di marchio, valore netto TOTALE |
n.d. n.d. |
Spese per formazione, pubbliche relazioni, marketing (in migliaia di euro) Organizzazioni di importazione Associazione World Shop Organizzazione di marchio TOTALE |
n.d. n.d. n.d. n.d. |
Grado di consapevolezza dell' opinione pubblica Conoscenza del marchio |
n.d. |
QUOTE DI MERCATOCaffè Tè Banane |
n.d. n.d. n.d. |
Tabella 22: Il commercio equo in Portogallo
Fonte: Fair Trade in Europe 2001
Nell'agosto del 1999 è stato aperto il primo world shop portoghese, Loja de Comercio Justo, nella piccola città di Amarante, nel nord del paese. Tale apertura è stata il risultato, da un alto, del forte slancio seguito a MANIFESTA'98, una fiera nazionale sullo sviluppo che si svolse ad Amarante, e, dall'altro, della dedizione di un gruppo di giovani. Il world shop è sostenuto dal Programma di servizio volontario europeo, dall'amministrazione locale, che offre lo spazio gratuitamente, e da alcune società, che mettono a disposizione i materiali. Il negozio si trova all'interno di un centro commerciale ed è gestito da un dipendente e tre volontari.
I prodotti provengono dalle organizzazioni di importazione di altri paesi europei, in particolare dalla Spagna.
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