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STORIA ECONOMICA - LE SCELTE DEL SISTEMA ECONOMICO

economia



STORIA ECONOMICA


3. LE SCELTE DEL SISTEMA ECONOMICO


Cosa produrre?

Oltre all'alternativa se produrre un tipo di bene o un altro c'è anche il bisogno di scegliere se produrre di meno o di più.

Un accrescimento dell'impiego di energie lavorative può essere importante per reinserire nel circuito produttivo persone che ne sono state estromesse, magari a causa di una crisi economica.

Come produrre?

La scelta di come produrre comporta prima di tutto di decidere quali risorse produttive devo utilizzare.

Nella questione di come produrre rientrano fenomeni come:



La meccanizzazione della raccolta di prodotti agricoli;

I cambiamenti della divisione internazionale del lavoro (nel sistema economico mondo);

La destinazione di vasti territori per impianti industriali e infrastrutture di trasporto;

L'impiego da parte dell'industria e del settore terziario delle risorse umane in milioni di donne (prima casalinghe).

A chi destinare i beni?

Il primo aspetto riguardante la decisione su a chi attribuire è sicuramente quello dell'assortimento dei panieri di beni attribuiti ai vari partecipanti al sistema.

Queste decisioni di assortimento sono molto importanti ma molte volte si presentano casi di malassortimento; per esempio quando un bene per alcuni soddisfa un bisogno primario mentre per altri riveste un'importanza limitata.

Quando produrre?

Nel nostro moderno sistema economico una grossa parte delle attività economiche ha la sua giustificazione nei benefici che potranno derivarne in futuro.

Esempi di questo modo di pensare sono:

L'accantonamento di scorte di prodotti non deperibili;

La produzione e la conservazione di beni ad uso ripetuto;

Le grandi opere infrastruttur 727b11h ali (i cui benefici possono manifestarsi a distanza di anni);

L'istruzione dei giovani;

La ricerca tecnologica (che comporta un elevato numero di risorse sia materiali che immateriali come le risorse umane).

I primi tre ordini di scelte di un sistema economico (cosa, come e a chi) si pongono anche in un sistema in cui si vive "alla giornata"; mentre in un sistema economico che si preoccupa del futuro queste decisioni vengono intersecate anche con la questione quando.

Le decisioni che il sistema deve prendere non si limitano ai beni di nuova produzione, ma si estendono anche alla destinazione dei beni ereditati grazie alle fatiche e al talento delle generazioni precedenti, oltre che grazie alla generosità della natura.

Altre scelte intertemporali riguardano il profilo temporale dell'accesso ai beni per i vari membri del sistema. Infatti in un sistema intertemporale i beni non sono definiti solo dalle caratteristiche a cui siamo abituati ma anche dalla data in cui diventano disponibili.

La variabile temporale da nuove ragioni affinché un'assegnazione di beni ai membri del sistema possa risultare appropriata o inappropriata.

I legami tra i 4 tipi di scelte

I quattro ordini di scelte esaminati sono spesso interdipendenti tra di loro.

Il più rilevante tipo di interdipendenza tra le scelte del sistema economico è il legame tra le scelte distributive e gli altri ordini di scelta.





L'efficienza negli altri ordini di scelte

Significato di efficienza: certe scelte portano ad un esito che è dominato da quello che può essere ottenuto con scelte più appropriate.

Per poter fare delle considerazioni di efficienza è sufficiente poter confrontare il livello di soddisfazione di ciascun soggetto in una certa situazione con il livello di soddisfazione dello stesso soggetto in una situazione alternativa.

Approfondimenti in fatto di efficienza

Nella grande maggioranza dei casi il criterio dell'efficienza non può essere d'aiuto perché ciascuna delle operazioni alternative prese in esame è migliore dell'altra in almeno una variabile obiettivo; resta quindi una notevole indeterminatezza.

CRITERIO PARETIANO: la possibilità di ottenere più di qualcosa senza dover meno di qualcos'altro con disponibilità date

Applicando il criterio di Pareto insieme alle quatto scelte del sistema è possibile ridurre o addirittura annullare l'indeterminatezza.

Il criterio di Pareto è quello più utilizzato nella scienza economica perché sostiene che attraverso scelte più accorte è possibile migliorare almeno una variabile obiettivo, senza peggiorare le restanti.

L'applicazione di Pareto soffre però di alcuni limiti, ne esamineremo due.

Il primo è che se la soddisfazione conseguita da ciascun membro del sistema dipende solamente dai beni posti a sua disposizione, questo aumenterebbe la soddisfazione per il singolo membro ma la situazione degli altri rimarrebbe invariata; e questo non va bene per i soggetti che vivono all'interno di una società.

Il secondo aspetto riguarda la difficoltà di tener conto di tutte le variabili rilevanti per ottenere l'efficienza e questo porterebbe a considerare come obiettivo solo quelle più facilmente misurabili, facendo delle scelte che penalizzano le variabili trascurate.

Quanto detto a riguardo dell'efficienza si riferiva all'efficienza statica ovvero a "conoscenze e tecnologie date". L'altro tipo di efficienza di cui si parla è l'efficienza dinamica.

Equità e contributo produttivo

In un mondo in cui i beni sono frutto di attività produttive bisogna tener conto anche del legame tra distribuzione e contributo individuale alle attività produttive.

La ripartizione tra i membri del sistema non deve riguardare solo i beni prodotti ma deve prendere in considerazione anche lo sforzo erogato.

Nella distribuzione non basta tenere conto della "giustizia distributiva" che si preoccupa che a ciascuno sia assicurato un accesso ai beni presenti nel sistema congruo con i suoi bisogni, ma anche della "giustizia commutativa" che si preoccupa che nelle relazioni contrattuali esplicite o implicite ci sia una corrispondenza tra quanto ciascuno riceve e quanto dà.

Con l'industria che è diventata il settore produttivo trainante il problema distributivo si è presentato soprattutto in termini di ripartizione "tra lavoro e capitale".

Uguaglianza dei punti di arrivo o dei punti di partenza?

Se definiamo l'equità sui punti di arrivo riusciamo a escludere gli effetti della "fortuna" ma si rischia di dimenticare l'apporto di impegno, di idee e altre risorse produttive importanti. Se la definiamo sui punti di partenza bisogna dare ad ogni membro le stesse chance e garantire che tutti i processi si svolgono secondo regole non discriminatorie, ma non è giusto pretendere di uniformare i risultati.

Questi principi di equità vengono realizzati in Occidente usando il mix di queste due logiche.

In conclusione è doveroso un forte impegno collettivo per assicurare a tutti un adeguato accesso alle opportunità più basilari, in particolare in ambito educativo e sanitario.

Incentivi e motivazioni

Per far svolgere ad ogni lavoratore il proprio dovere in uno stato democratico si usano delle sanzioni (multe.) irrogate dall'autorità pubblica nei confronti degli inadempienti. Un'ulteriore "sufficiente motivo" di cui fanno uso tutti i sistemi economici è quello di condizionare all'impegno che i soggetti dedicano al raggiungimento degli obiettivi del sistema la considerazione sociale di cui essi vengono a godere. Un altro importante metodo usato dai sistemi dei mercati è quello degli incentivi.

Esistono sia incentivi economici che incentivi materiali. Anche gli incentivi materiali sono molto importanti; per esempio la possibilità di esercitare un maggior potere e di godere di maggiore prestigio sono motivazioni a cui i soggetti sono sensibili e su cui anche il sistema economico fa leva per ottenere un più diligente adempimento dei compiti.

Una questione importante posta dalla molteplicità delle motivazioni è chiedersi in quale misura sia possibile far leva contemporaneamente sulla motivazione acquisitiva e anche su altre motivazioni per ottenere un migliore adempimento da parte dei vari soggetti.


4. ALCUNE IMPORTANTI ISTITUZIONI DEL SISTEMA ECONOMICO


Una volta accettata l'idea che le attività economiche siano svolte in maniera organizzando coinvolgendo un gran numero di partecipanti resta da chiedersi come e da chi le varie scelte del sistema vengano effettuate.

Ossia, di quali istituzioni il sistema deve dotarsi e come esse devono essere disegnate.


Il mercato

Si potrebbe dire come idea iniziale che "uno scambio non fa mercato". In fatti la caratteristica chiave del mercato è il confluire in un unico "luogo" delle intenzioni di acquisto e di vendita di un gran numero di soggetti relative ad un dato bene.

L'idea di concorrenza è stata spesso associata all'idea di mercato. In alcuni casi però ci troviamo a parlare di mercato anche in situazioni in cui la concorrenza è limitata oppure non c'è. I due casi limiti sono il monopolio, ossia un solo venditore all'interno del mercato; e il monopsonio ossia un unico compratore. Si usa anche in questi casi l'espressione di mercato perché c'è il convergere di intenzioni di scambio da parte di una molteplicità di operatori almeno in uno dei due lati.

Per poter parlare di mercato non è necessario che gli scambi avvengano nello stesso luogo fisico, ma occorre che ci sia un sufficiente flusso di informazione e che gli operatori possano liberamente avanzare alle potenziali controparti le loro proposte di scambio, in alternativa a quelle formulate dai loro concorrenti.

Mercato, mercati e sistemi di mercato

Nei sistemi economici medievali ad essere trasferiti attraverso i mercati erano solo poche merci, oggi vengono trasferite un numero più vasto di merci e una grande varietà di servizi come: la proprietà della terra, il lavoro e i servizi lavorativi, diritti finanziari e diritti sul flusso di reddito delle imprese (azioni).

Quelle in cui viviamo non sono "economie con il mercato" ma "economie di mercato" o sistemi economici di mercato. I sistemi economici di mercato non sono però unicamente sistemi di mercato basta pensare al forte ruolo dell'autorità pubblica. Per questo motivo si parla più spesso di "sistemi economici misti".

Si parla di mercato anche per quel riguarda il mercato del lavoro anche se i rapporti di lavoro si discostano dai più semplici  rapporti di compravendita.

Le tipologie di mercato sono varie e diversificate. Una distinzione importante è tra mercati per consegna pronti (il passaggio di mano è immediato) e mercati per consegna a termine (si firmano oggi, ma gli scambi avranno luogo e data futura). Un'altra importante distinzione è tra mercati di flusso e mercati di stock.

Il mercato si presenta in forme diverse anche a seconda dello specifico disegno delle istituzioni in cui lo troviamo costituito.

Mercati ed efficienza

L'efficienza nella destinazione delle risorse alle varie attività produttive e nell'assegnazione dei beni ai vari soggetti figura al primo posto tra i punti di forza del mercato perfettamente funzionante.

Esistono però anche situazioni di inefficienza in cui nessuno ha convenienza a cambiare le proprie scelte, se gli altri non cambiano le loro; questo avviene in presenza di beni pubblici.

Quello dei beni pubblici è uno dei fallimenti del mercato, espressione con cui ci si riferisce a situazioni in cui affidarsi all'azione individuale mediata dai mercati non porta all'efficienza.

Un altro fallimento del mercato si rileva in presenza di risorse a libero accesso (pascoli, legname nelle foreste, minerali nel mare..). Un altro problema è l'asimmetria informativa nel caso in cui ci sia la mancanza di informazioni di una delle parti sul vero contenuto dello scambio. Poi ci sono i casi in cui una delle due parti del mercato sia piccola, per cui qualcuno gode di potere di mercato.

Un altro problema definibile soltanto per il sistema nel suo complesso in cui l'esito dell'interazione tra i vari mercati fa si che il sistema non riesca a garantire un pieno utilizzo delle risorse, ma si stabilizzi ad un livello di attività inefficientemente basso.

Mercati ed equità

In generale la logica del mercato decentra le responsabilità: ai singoli resteranno in gran parte i benefici di scelte avvedute e fortunate e i costi di scelte incaute e sfortunate.

La logica del mercato non è compatibile con un'equità definita sugli esiti infatti nei meccanismi di mercato non c'è nulla che garantisca che l'assegnazione finale dei beni ai vari partecipanti al sistema economico sia in relazione con l'ampiezza o l'urgenza dei loro bisogni.

Un pregio in fatto di distribuzione del reddito di un mercato ben funzionante è la sua equità procedure, cioè le procedure utilizzate per arrivare all'esito finale sono non discriminatorie e non arbitrarie.

Mercati, libertà e sicurezza

I mercati sono di per se stessi una manifestazione di libertà; ma questa libertà è limitata da qualche forma, più o meno restrittiva, di regolamentazione giustificate da ragioni di interesse collettivo, ma possono celare anche l'interesse di qualche categoria a non esporsi alla fatica e agli effetti della concorrenza.

La nozione di libertà positiva si definisce come l'effettiva possibilità di compiere una certa azione, mentre la libertà negativa consiste nel fatto che nessuno possa impedirlo.

Per accrescere la libertà positiva dei partecipanti al sistema molto può fare la presenza di istituzioni finanziarie pronte a concedere finanziamenti a studenti o a potenziali imprenditori che siano capaci e volenterosi.

Un ultima osservazione in fatto di mercato e liberà riguarda la dimensione delle imprese: un sistema produttivo composto in maggioranza da piccole o micro-imprese fornisce opportunità più ampie di godere della libertà di poter gestire autonomamente la propria attività lavorativa.

Un fatto più preoccupante del potere di mercato è il potere politico di cui i grandi gruppi godono, che li pongono in condizioni di forza nelle trattative con i pubblici poteri; questo si vede chiaramente quando un impresa multinazionale tratta con un governo di un paese economicamente e politicamente debole, soprattutto nello sfruttamento delle risorse minerarie.

Parlando del rapporto tra mercato e sicurezza si può notare che i mercati sono luogo di imprevedibilità e quindi non molto stabili.

Mercati ed incentivi

Il mercato è un meccanismo di incentivazione materiale e fa leva sulla promessa di un più ampio accesso ai beni al momento della distribuzione del prodotto per indirizzare l'attività produttiva in direzioni che dovrebbero portare all'efficienza.

Per questo per trarre il miglior beneficio dalla logica del mercato c'è la necessità di ricorrere a divieti o ad altri incentivi/disincentivi imposti generalmente dall'autorità pubblica.

Anche l'atteggiamento dei consumatori può fornire incentivi nella giusta direzione. Recentemente si è sviluppato il fenomeno del consumo critico o etico, sviluppato anche all'interno della finanza.

Fin'ora abbiamo parlato di incentivi in riferimento ai lavoratori, ma questo metodo viene utilizzato anche con dirigenti e imprenditori. Infatti le azioni economiche non sono guidate esclusivamente alla ricerca del massimo reddito o profitto ma tenendo conto anche della ricerca di prestigio e di potere, della soddisfazione di operare nel rispetto di criteri di correttezza ambientale o sociale. Queste motivazioni intrinseche si possono legare a quelle dei consumatori.

L'autorità pubblica

Nel dibattito sulle istituzioni economiche l'alternativa per eccellenza al mercato è costituita dall'autorità pubblica.

Il riferimento all'autorità richiama la logica del comando, inteso come il coordinamento dall'alto delle attività produttive e di assegnazione/rassegnazione di beni attraverso l'emissione di ordini destinati ai livelli inferiori della piramide gerarchica; questa logica ha avuto la sua massima realizzazioni nelle economie di tipo sovietico; in ogni caso anche nei sistemi di mercato la logica del comando è importate.

Infatti svolge il suo compito anche all'interno delle gerarchie delle imprese. Per non centralizzare troppo le decisioni si possono eseguire delle forme di decentramento parziale dei poteri a livelli gerarchici sottostanti.

I vari modi di operare

La prima forma di intervento pubblico sono i divieti. Per quanto riguarda il nostro studio sui sistemi economici dei divieti rilevanti sono: i divieti a protezione dei diritti di proprietà, il divieto di inquinare, i divieti di comportamenti lesivi della concorrenza o di comportamenti opportunistici nei confronti della clientela da parte degli intermediari finanziari.

Una seconda forma di intervento sono gli obblighi. Alcuni esempi di obblighi a favore o a protezione di terzi sono: che i dipendenti di una certa impresa appartengano a categorie protette, rispettare le normative sulla sicurezza sul lavoro, assicurare gli autoveicoli contro i danni. Ci sono poi gli obblighi di trasferire beni o potere d'acquisto all'autorità pubblica (imposte, tasse, contribuzioni previdenziali..).

L'autorità pubblica oltre a ricevere fa dei trasferimenti ai membri del sistema: trasferimenti monetari, sussidi per spese di investimento, medicine, servizi di assistenza.

Queste operazioni costituiscono l'attività di ridistribuzione svolta dall'autorità pubblica.

Un altro intervento dell'autorità pubblica è la gestione di attività produttive; questo intervento è molto ampie all'interno di sistemi economici pianificati dal centro.

Un altro importante ruolo è quello degli interventi sui mercati al fine di influenzare i prezzi o ridurne l'instabilità.

Autorità pubblica ed efficienza

L'azione dell'autorità pubblica con il fatto che ha lo sguardo all'intero sistema ha la potenzialità di sfuggire alle trappole dell'azione individuale. È molto utile un coordinamento dall'alto anche quando le decisioni produttive prese dai singoli soggetti sarebbero incoerenti.

L'autorità pubblica per svolgere un ruolo utile ai fini di un migliore coordinamento necessita di organismi ad hoc ben funzionanti e di un buon coordinamento tra le stesse agenzie pubbliche coinvolte.

Un problema di efficienza si pone anche per quanto riguarda ogni genere d'imposta; innanzi tutto ci sono i costi di transizione, e anche la tendenza di prendere le decisioni in modo da pagare meno tasse possibile. L'ampiezza di questi fenomeni dipende anche da rapporto di fiducia tra cittadini e amministrazione pubblica.

Autorità pubblica ed equità

L'autorità pubblica gode di un ruolo naturale di guardiano dell'equità.

La disponibilità di informazioni svolge un ruolo estremamente importante sia per l'efficienza che per l'equità.

Autorità pubblica ed incentivi

Ogni potere decisionale che un soggetto possa esercitare per conto di un'organizzazione che risponda ad interessi di altri può essere indebitamente esercitato a proprio favore. Si potrebbe pensare che per risolvere questo problema basti creare opportuni sistemi di incentivi per i funzionari pubblici. Come primo problema c'è la difficoltà di trovare un singolo indicatore di performance semplice da definire e coerente con l'obiettivo di profitto di un'impresa.

Autorità pubblica, libertà e sicurezza

L'intervento dell'autorità pubblica viene visto come una riduzione di libertà per i membri del sistema.

Questo è vero nel caso esso consista esclusivamente in obblighi e di divieti. Ma in sostanza l'intervento pubblico è volto a promuovere la libertà positiva dei soggetti. Un caso rilevante è quando l'intervento pubblico è volto a proteggere la libertà di intrapresa contro pratiche lesive della concorrenza.

All'autorità pubblica compete un ruolo anche in fatto di sicurezza economica, in particolare in caso di risarcimenti alle vittime di calamità naturali, e di sicurezza sociale (sussidi).









5.IL SISTEMA ECONOMICO COME INTRECCIO D'INTERAZIONI


Kenneth Arrow, premio Nobel diede i suoi contributi sul funzionamento di un sistema economico interamente basato su mercati: "le interazioni tra gli agenti assumono molte forme e il mercato è solo una di queste".


Interazioni sociali e scelte individuali

La scienza economica usualmente descrive la scelta individuale come tendente a massimizzare la soddisfazione ottenuta dal soggetto, sulla base delle proprie preferenze.

Pensando alle scelte di consumo non esiste una teoria che spieghi le preferenze dei soggetti relativamente ai panieri di consumo; innanzi tutto supponiamo che queste preferenze rispondano a dei requisiti di razionalità, che siano relativamente stabili. Si può cercare di spiegare i cambiamenti nelle scelte di consumo sulla base di cambiamenti di reddito e nei prezzi dei beni. Questa teoria del consumo ha finito per escludere dal suo orizzonte le influenze sulle scelte di consumo esercitate dalle interazioni con altri soggetti.

Il desiderio di novità e di cambiamento è importante nelle scelte di consumo. I criteri sulla cui base i soggetti scelgono cosa consumare non possono essere ridoti ad un sistema di preferenze date, ma risentono delle interazioni informali tra consumatori.

Gli effetti che entrano in gioco sono: imitazione, conformismo, desiderio di essere accettati, differenziarsi o primeggiare.

Molto spesso la pubblicità non parla a dei consumatori isolati e non agisce solo cercando di migliorare l'immagine di quel prodotto; anzi molto spesso fa leva sulla dimensione sociale del consumo come punto di forza nelle relazioni. C'è un altro fenomeno tipicamente sociale: il desiderio dei membri del sistema di ritrovarsi in stili di consumo comuni.

La spinta alla crescita dei consumi non va letta come fenomeno individuale, ma come un equilibrio sociale. Questo equilibrio subisce cambiamenti molto velocemente. Queste considerazioni che abbiamo fatto in riferimento alle scelte di consumo sono valide anche per quanto riguarda scelte scolastiche, professionali, sul tempo libero o più in generale sullo stile di vita.

Interazioni sociali e informazione

L'informazione è un elemento molto importante che ci arriva dai mass media, dai libri scientifici, dai manuali d'istruzione, dai cataloghi, dagli uffici pubblici, da internet, da consulenti ma in buona parte anche dalle interazioni sociali.

Le interazioni sociali come risorsa: il social capital

Avere delle interazioni sociali ricorrenti con i membri di un gruppo non comporta solo di essere influenzati dal loro stile di vita o di ricevere le informazioni che circolano tra di loro, ma può dare accesso anche ad altre risorse di tipo informale.

Nelle procedure di assunzione a volte entra in gioco la reference letter, nella quale una persona con una reputazione da difendere la mette in gioco per difendere un'altra persona che conosce bene. Se la valutazione si rivelasse non corrispondente alla realtà chi l'ha fatta avrebbe una perdita di credibilità.

È proprio in riferimento alle forme di collaborazione informale all'interno di una collettività che viene usata l'espressione capitale sociale, che è sicuramente un capitale immateriale incorporato nelle relazioni tra i membri della collettività.

Il social capital poggia su interazioni che si basano su una logica d'azione diversa da quella dello scambio e quella del comando, quella appunto della reciprocità.

L'intervento dell'autorità pubblica cerca di raccordarsi con l'aiuto informale del capitale sociale. Le organizzazioni senza fine di lucro si inseriscono tra queste due logiche.

Per concludere possiamo dire che il social capital è una risorsa preziosa ma sarebbe inappropriato esagerare il ruolo della collaborazione generale.

Interazioni più o meno personalizzate e consapevoli

Come già osservato l'interazione di mercato può essere del tutto impersonale e inconsapevole; soprattutto in un mercato organizzato in cui opera un elevato numero di soggetti da ambo i lati.

La situazione è contraria quando si opera in un mercato non organizzato, quando gli operatori sullo stesso lato del mercato sono pochi o anche quando le procedure. Questi elementi di imperfezione del mercato rendono le interazioni meno anonime e più consapevoli degli effetti che esercitano sugli altri soggetti coinvolti.

Gli "incontri" e le loro peculiarità

La panoramica delle interazioni ci ha permesso di portare l'attenzione su un importante sottoinsieme di interazioni, quelle caratterizzate da personalizzazione e consapevolezza, che possiamo caratterizzare come incontri. Possiamo vedere gli incontri come delle strane specie di processi produttivi. Ad esempio degli output possono essere un contratto di compravendita e la diagnosi fatta da un medico.

Gli input più ovvi sono le risorse non umane come ad esempio i trasporti. Ma in genere l'input più importante è quello delle risorse umane fornite dagli stessi partecipanti all'incontro.

Tra gli output bisogna includere i beni di consumo relazionali.

Una postilla. È utile il concetto di bene relazionale?

Guardando ad un certo sistema economico dovremo rivedere verso il basso una valutazione di elevata efficienza che prima avremmo potuto dare guardando solo ai beni strettamente intesi.

Se i beni in senso stretto si prestano a nitide valutazioni quantitative, alla fine si tende a porre l'analisi concentrandosi solo su quelli, magari in fine aggiungendo che bisogna tener conto anche di altre considerazioni sociali.

Reddito e felicità: cosa dicono i dati?

La felicità è misurata per mezzo di vari indicatori di natura soggettiva e ha un andamento stazionario o leggermente in calo, a dispetto della crescita del prodotto pro capite.

Per quando riguarda il benessere soggettivo è stato studiato che è legato alle condizioni economiche e sociali dei singoli individui. In genere comunque l'effetto del reddito sulla felicità è piuttosto debole in confronto ad altri fattori come la salute, la qualità e l'intensità delle relazioni familiari e lo stato di occupazione/disoccupazione.

Un altro modo di studiare la relazione tra reddito e felicità è di confrontare paesi diversi alla stessa data. Alle grandi differenze tra paesi in termini di PIL pro capite non corrispondono differenze altrettanto grandi in termini di benessere soggettivo.

Sul benessere soggettivo incidono tre variabili indicatrici di squilibrio nella situazione economica del paese (tassi di inflazione, di disoccupazione e indici di disuguaglianza dei redditi) e alcune altri variabili indicatrici della qualità della condizione politico-sociale.




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