![]() | ![]() |
|
|
q Negli amplificatori è auspicabile avere alta resistenza d'ingresso e bassa resistenza d'uscita. (vedi quadernone appunti).
q L'amplificazione di corrente (guadagno in cortocircuito, non guadagno complessivo) si ottiene cortocircuitando l'uscit 353d31d a e calcolando il rapporto tra la corrente di uscita e la corrente di ingresso. L'amplificazione di tensione invece si ottiene dal rapporto tra la tensione di uscita a circuito aperto e la tensione d'ingresso.
q Per i modelli circuitali degli amplificatori di tensione valgono:
La resistenza
di ingresso aumenta il segnale.
La resistenza
di uscita diminuisce l'amplificazione.
q Is=corrente di saturazione inversa o corrente di scala (dipende da T e dai parametri costitutivi del diodo).
q VT=kT/q a T=293° (20°C) VT 25mV
q
GRANDI SEGNALI id>>Is
id=Isev/vt-Is.
q b dipende, oltre che dalla larghezza della regione di base e dal rapporto dei 2 drogaggi di emettitore e di base, anche dalle condizioni di lavoro del dispositivo.
q
Anziché trovarsi la Is si può usare la
formula .
q
Nella polarizzazione diretta viene assecondata la corrente di
diffusione; quindi vi sarà una tensione positiva sulla zona p e negativa sulla
zona n, con conseguente restringimento della regione di svuotamento.
Viceversa per la polarizzazione inversa.
q L'andamento esponenziale delle correnti del diodo e del transistore è dovuto essenzialmente al fenomeno di diffusione, che segue una legge esponenziale.
q Sia per i pnp che
per gli npn vale: e
con
.
q
La iB è
dovuta a lacune negli npn ed a
elettroni nei pnp.
q Negli npn si ha: mentre nei pnp:
q
Un transistore, per essere polarizzato in zona attiva deve avere EB
polarizzata direttamente (e quindi vBE>0 per gli npn e vBE<0
per i pnp) e BC polarizzata inversamente.
q
Ro è un rapporto differenziale perché è relativo a
variazioni attorno ad un punto di lavoro.
q
In continua, siccome le variazioni
di vBE attorno a 0,7 sono molto piccole, si approssima vBE
sempre a 0,7. Quindi per es. nel caso della figura la iE dipenderà
da VE e RE (e non varranno le formule
e
). Inoltre non si
sostituisce il modello del BJT perché tanto il transistore funzionerà in una
zona sola.
q Generalmente, quello che fa accendere un diodo o un BJT è una tensione e non una corrente.
q La polarizzazione è necessaria per esempio per il corretto utilizzo del transistore come amplificatore (infatti il coefficiente di amplificazione è proporzionale alla corrente di polarizzazione).
q Polarizzare un BJT significa far scorrere una certa corrente continua costante nell'emettitore (o nel collettore), dipendente il meno possibile da T e b. Nel caso del polarizzatore con un solo VCC la iE può essere ricavata sdoppiando VCC e applicando Thevenin tra la base e massa.
Si
ottiene dove
e RB=R1 R2. Inoltre vBE
dipende da VCC (e in pratica è una costante e vale 0,7V) quindi in
sostanza IE dipende da VCC.
q Tenere presente che nei transistori vBE (o vEB per i pnp) oscilla sempre attorno ai 0,7 V quando è in zona attiva.
q Per l'effetto Early si parla di iC(vCE) e non di iC(vCB) perché nelle sperimentazioni viene fatto variare vCE e inoltre VA è legato a vCE.
q Nell'effetto Early le curve per vCE>vsoglia sono RETTE.
q
Nell'effetto Early il fattore è legato alla Is
perché in realtà è lei che aumenta.
q I modelli di transistore per piccoli segnali non sono dei circuiti amplificatori reali perché in essi non viene riportato il circuito con i generatori di polarizzazione. E infatti quando vengono sostituiti ai transistori, i generatori in continua vengono cortocircuitati.
q Variando la vBE (sempre rimanendo in zona attiva), la vBC non ne è influenzata perché la corrente iC che passa nella giunzione BC dipende solo da vBE in quanto si trascura la IBCO di portatori minoritari generati termicamente dovuta alla vBC.
q La prima cosa da fare è vedere se si può semplificare il circuito con Thevenin.
q
Si dimostra: applicando
Thevenin o Norton.(vale anche il viceversa).
q Spesso non è molto utile cercare di fare un'analisi esatta quando ragionando per approssimazioni si potrebbe fare molto prima (ad es. trascurando iB, o utilizzando un metodo iterativo), anche perché tanto con l'analisi esatta si otterrebbero comunque risultati approssimati (nel caso ad es. che si utilizza un modello del 1° ordine).
q Vedi pag 67 degli esercizi.
q
Quando un diodo viene modellizzato con una resistenza rp in polarizzazione diretta, la caduta su di essa può essere in alcuni
casi trascurata (ad esempio rispetto ad un carico) perché la pendenza che essa
rappresenta è molto ripida. Questo avviene nel caso in cui il diodo è un
modello per una parte del transistore, cioè della giunzione BE, che anziché
presentare una caduta fissa di 0,6V è modellizzata da:
q
Quando il BJT è in saturazione, ovvero appena vCE scende sotto
i 0,2V la iC (e quindi anche iE) improvvisamente cala. Si
hanno grosse variazioni di iC e piccole variaioni di vCE
che rimane praticamente attorno a 0,2V.
q Fai sempre i controlli (un transistore supposto in zona attiva potrebbe invece essere in saturazione).
q
Quando in un transistore la corrente di collettore è nulla esso si può
trovare in saturazione (in questo caso però si deve usare una resistenza di
saturazione perché vCE non può essere 0,2V) e inoltre vCE=0.
q Vedi esercizio 4.10 pag 182 e 4.12.
q
Nel circuito si
ha
Qc(t) = It+Q0
.
q Gli specchi di corrente sono come dei generatori di corrente (forniscono I indipendente dal carico).
q Per il teorema di Miller una resistenza a cavallo tra ingresso e uscita di un amplificatore è equivalente ad una resistenza in parallelo all'ingresso di valore R'=R/(1-Av).
q
x(t)=x( [x( x(0)]
q
Per gli amplificatori
differenziali vale:
Privacy |
Articolo informazione
Commentare questo articolo:Non sei registratoDevi essere registrato per commentare ISCRIVITI |
Copiare il codice nella pagina web del tuo sito. |
Copyright InfTub.com 2025