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Le tecniche pittoriche - Affresco

storia dell arte



Le tecniche pittoriche



Affresco


Questa pittura murale era molto importante sin dai tempi remoti, essa era destinata ai luoghi di maggior importanza. Nel periodo romano la pittura murale era subordinata all'architettura, i soggetti erano prettamente religiosi (Antico e Nuovo Testamento). Le decorazioni facevano a gara con l'architettura: cornici negli archi, riquadri che scandivano lo sfarzo in sequenza architettonica.

L'affresco nasce come conseguenza naturale dell'architettura: grazie alla calce si costruirono gli edifici in murature poi vennero decorati nel loro interno.

La calce, ossia la pietra calcarea triturata e lasciata riposare nell'acqua, si trasforma in un materiale lavorabile. Dapprima la calce era stata usata per costruire edifici sicuri e ci si era reso conto che era possibile usarla in altre occasioni essendo un materiale plasmabile.

Il punto di partenza per l'affresco è l'intonaco che è costituito in parte da calce e in parte da sabbia, in pratica viene diviso in due parti. Il primo strato è chiamato arriccio, su di esso veniva steso l'intonaco sul quale veniva realizzata la sinopia. Una grossa innovazione fu apportata dall'introduzione di questa tecnica pittorica legata all'uso dei pigmenti naturali che dovevano aderire allo strato, ma dovevano durare nel tempo. La tecnica dell'affresco vedeva il colore posto direttamente sull'intonaco: il colore durava molto di più.



In questo primo periodo il pittore era considerato più un manovale che un intellettuale.

L'intonaco veniva rimosso solo in caso di errore.

Il disegno preparatorio aveva le stesse dimensioni dell'affresco finale. Veniva realizzato su cartone, ogni giornata corrispondeva ad un cartone.

Vi erano vari metodi:

il ricalco: con un incisore si operava direttamente sull'intonaco, questo metodo rovinava il disegno.

Lo spolvero venne introdotto in seguito per recuperare i cartoni cosa che non era permessa nel primo caso. Lo spolvero consisteva in una puntinatura effettuata sull'intonaco con la polvere del carbone. Questa era considerata una tecnica agevole per il recupero del cartone

La sinopia era realizzata con un abbozzo con questa terra la cui colorazione era rossa.

Deterioramento era dovuto all'umidità ( San G 626g62g iovanni Decollato: nel 1660 si era steso sull'affresco una mano di pittura perché era stato appoggiato un altare)



Mosaico


Il termine mosaico deriva da muse. Con opus musivum o metalla si intende il mosaico parietale, che era considerato una tecnica affine alla pittura.

Esso fu realizzato con tessere vitree: la pasta di vetro veniva impiegata in pezzettini piccoli tagliati e di forma quadrangolare. Questa tecnica proveniva dal mondo egiziano. Nell'epoca romana il mosaico ha vissuto anche accanto alla pittura: vita parallela. Nella cultura bizantina il mosaico era legato alla religione. Gli imperatori erano legati ad un concetto ultraterreno.

Nello studiare gli effetti luminosi i mosaicisti facevano in modo di inclinare le pareti in modo che la luce creasse un gioco particolare di effetto sul mosaico. Venivano impiegate pietre preziose tra cui il lapislazzuli

Per realizzare certi colori le tessere venivano dipinte, rosa per gli incarnati

Venivano spesso usati materiali di riporto e di scarto come la madreperla e il marmo.

Per far aderire le tessere veniva usata la resina o il mastice

Il mosaico ebbe una fortuna conservativa non indifferente.


Commesso marmoreo


A Santa Maria del Giglio e in una chiesa del Lido vi sono dei paliotti d'altare realizzati con questa tecnica.

Venivano impiegati dei tasselli di marmo levigati che venivano a costituire i pezzi di un puzzle e creavano delle immagini. Il processo impiegato era simile a quello del mosaico, ma la resa finale era diversa (marmo bianco e nero9il tassello di marmo è un unico pezzo per il viso, uno per il busto, uno per la resa dei panneggi, in capelli, la finezza dei particolari sono un abile lavoro di puntelo che l'artista crea lavorando sul marmo stesso. Questa tecnica ha origine e si sviluppa maggiormente in Toscana ne1400 e 1500. La tecnica viene poco impiegata a Venezia: sono pochi gli esempi presenti e riconducibili a dei soli paliotti di altare.  I marmi preziosi venivano portati dal Pelopponeso o dalle zone più lontane

Le connessioni tra un pezzo e l'altro non sono visibili (secondo altare di Santo Stefano)




Vetro artistico


L'oggetto più antico risale al 2000 a.C. ed è legato alla cultura egiziana, primo effetto soffiato risale al primo Millennio a.C. . Vitruvio colloca la nascita del vetro in Siria. Nell'impero romano il vetro era molto conosciuto. Il vetro venne acquisito come tecnica nelle nostre città nel Medio Evo.

Lòa caratteristica della trasparenza veniva data dall'uso del quarzo e dagli ossidi alcalini: la trasparenza dava prestigio. Il vetro veniva fuso nella sua prima componente quale la silice a 1500 gradi, la prima fusione era un'operazione fondamentale per far uscire le bolle d'aria. Si raffreddava poi il bolo, si abbassava la temperatura, si toglievano le sostanze inutili, affinaggio ed a 800, 900 gradi si poteva dare inizio alla lavorazione del vetro. Per lavorarlo si usava la canna da saggio, si faceva colare la pasta vitrea in stampi ( oggetti pesanti): Il tiraggio era l'allungamento del materiale (oggetti piani), di uso comune). Si facea poi colare in forme prestampate (scodelle, vasi).

La canna da soffio fu una introduzione significativa perché permise di alleggerire il materiale e creare effetti preziosi


Le murrine ebbero origine romana: i veneziani hanno reinventato una tecnica in uso presso i romani


Per il bolo vedi anche la pittura non solo l'arte del vetro.



Tempera


La differenza nelle tecniche è data dal diluire il pigmento composto essenzialmente di terre mischiate ad altri componenti. Per la buona riuscita bisogna verificare il rapporto tra la base sulla quale si lavora il pigmento.nell'affresco.  Il pigmento viene diluito e messo direttamente in opera. Nella tempera si usa l'acqua per sciogliere i colori, ma come agglutinante per mantenere il colore venivano usate altre sostanze naturali, cere e uovo. Nel Cenacolo di Leonardo egli usò il bianco d'uovo. Il deterioramento cominciò subito, vene usata una tecnica mista.

Per ottenere la tempera si miscelò il pigmento con altre sostanze: elementi naturali quali latte, fico. Il periodo di massimo impiego della tempera fu precedente alla tecnica ad olio, che venne introdotta dai fiamminghi e in special modo da Van Eycken nella seconda metà del 1400. Il colore steso su un supporto di legno. Anche il legno doveva essere preparato per trattenere il colore: bisognava levigare il legno. Le tavole venivano unite con chiodi di fissaggio. I punti di connessione si notano. Per evitare che si vedessero venivano poste delle tele di lino. Il processo di imprimitura veniva eseguito usando calce e gesso. Nel 1200 e 1300 venivano date 8 o 10 mani di questo amalgama. Poi si procedeva alla realizzazione del disegno. La stesura di colore aveva un suo iter. I colori erano stesi in campiture estese. Il colore era molto poco vivo ed evidenziato si dava la prima stesura e poi si procedeva: giustapposizione, si delineavano i particolari e si definivano le ombre, 1° e 2° chiaro. Questo veniva chiamato processo di lumeggiatura. (Cennino Cennini fa la descrizione di questo processo) .

Il pigmento veniva steso dopo una ulteriore preparazione della tavola: l'uso del fondo oro nel 1200 e 1300

I battiloro erano preposti a batter l'oro per creare delle foglie sottilissime che venivano fatte aderire al bolo: terra argillosa e grassa che veniva poggiata sul legno. La foglia veniva pigiata. L'asciugatura portava al suo assorbimento

La tempera grassa diluita con acqua e trattati vegetali, colla, resina, gomme x i colori chiari, x i colori scuri: latte, vino.

Le terre erano naturali, ocra gialla, ossidi di ferro x la sinopia dell'affresco, talvolta come nel caso della gomma lacca si trattava di una secrezione resinosa di un insetto. Sangue di drago veniva anche usato, nome fantasioso di una pianta, palma.

L'uso di pietre preziose quali il lapislazzuli: blu: il bianco si formava con vari materiali, bianco di calce o San Giovanni era il materiale più negativo per la sua conservazione

Nero di carbone veniva rcavato dai gusci di mandorla.



Tecnica ad olio


L'uso dell'olio esisteva prima dell'invenzione della pittura ad olio. Questa tecnica ad olio venne introdotta nel 1400 le cause dell'alterazione della pellicola pittorica è dovuto all'imprimitura che subiva alterazioni seccandosi (crepe) Le spaccatura del legno naturale erano frequenti. Il legno si modifica nel tempo, la pellicola pittorica non subisce gli stessi adattamenti x cui si crepa.

Lo scurirsi della vernice è un'altra alterazione: abbassamento del tono del colore. Avviene l'alterazione dell'esito dell'artista.

Se il supporto ligneo è danneggiato si cerca di procedere al distacco . si opera la distruzione del legno lavorato, (caso estremo per il recupero dell'opera).un analogo procedimento avviene per l'affresco.

La pittura ad olio è un'evoluzione positiva. Il pittore è più libero di agire dal punto di vista della materia. La gamma di colori è più varia e ciò dà luogo alla libertà creativa. Per la tempera si usa il pennello. Il colore ad olio è più grasso ed è steso anche liberamente a mano.

Questo colore ha delle caratteristiche di adesione alla tela e comportava una resistenza più duratura del colore. Si accelera il processo del dipingere

Tiziano operava direttamente sulla tela Preparazione della stesura in verticale ed in orizzontale di una colla e amido di zucchero che induriva la tela, L'olio era di lino, di papavero o di noce, ma quello di lino seccava più rapidamente




Incisione


Si preparavano delle matrici da cui avevano origine varie copie del disegno realizzato

Vi erano 3 tipi di incisione:

1) incisione in rilievo: xilografia

2) incisione incava: uso del rame come  materiale

stampa in piano: litografia


xilografia: usa il legno come materiale, legno duro, ossia il ciliegio, bosso o pero. Veniva tagliato nel senso della fibra e l'artista procedeva alla realizzazione dell'opera. Il legno veniva inciso con dei coltellini o delle sgorbie. Una volta realizzata la matrice, inciso il legno, so passava un rullo per l'inchiostratura e si passava alla stampa.

Le repliche potevano essere infinite, ma gli svantaggi erano dal punto di vista creativo. 'artista e l'esecutore della matrice erano la stessa persona. Un altro svantaggio fu la colorazione>: un unico svantaggio sopperito da diverse matrici, con stesure successive.

Uso del linoleum: Picasso. Si poteva usare la matrice ad ogni stampa successiva.

Questa della xilografia nel principio non fu considerata una produzione artistica. Le stampe non vennero firmate. Quando ci si accorse che si potevano riprodurre delle opere famose, allora si firmarono le incisioni.

Nel 1500 abbiamo il Durer che firma le sue opere e che ci dona degli effetti straordinari mai visti con le sue xilografie.

Si impiega il bulino x incidere il legno che sarà tipico e molto usato nell'incisione su rame. Era una specie di scalpellino che veniva utilizzato  lavorare legno e rame. La differenza è nella tecnica incava per il rame e di rilievo x il legno.


Rame: il bulino scalfisce, la punta secca imprime, crea un'infossatura. Il segno che viene lasciato dalla punta secca è meno lineare. Si usa la tecnica ad acquaforte o acquatinta. Si può anche incidere la lastra con un acido. La lastra viene passata con bitume e viene annerita, poi viene immersa nell'acido (una parte di acido, 4 parti di acqua) la tecnica usata si chiama  morsura.

La tecnica che vede impiegato il bulino o la punta secca è meno usata rispetto all'acido, che penetra più facilmente negli interstizi.


Litografia: l'aspetto negativo delle lastre di marmo era che essa si alterava perché molto duttile e malleabile. Dopo un po' veniva buttata via e le tirature erano limitate. La matrice in pietra, non viene considerata una tecnica di incisione o di rilievo come il rame. La pietra calcarea o porosa sulla quale si passava un inchiostro grasso la lastra viene bagnata e si procedeva a inchiostrare il tutto

Si possono eseguire con questo sistema copie infinite, i metalli usati: lo zinco.


Per quanto riguarda le tecniche precedenti si poteva parlare di bidimensionalità, con l'uso della terracotta, della ceramica, e della porcellana si passa alla tridimensionalità


Terracotta: manufatti e vasellami


Ceramica: manufatti prodotti con argilla. Venivano trovati facilmente. Venivano depositati in fosse dove l'argilla diventava malleabile. L'argilla veniva plasmata a mano, con il tornio e poi con lo stampo.

Venivano eseguiti ulteriori processi: modellazione, veniva essicata al caldo , veniva impermeabilizzata, tramite l'immersione dell'oggetto in un composto di vernice: cristallina di vetrina (vernice e ossido di piombo) la cottura è di 750/800 gradi. Veniva cotta due volte per permettere la impermeabilizzazione totale.

La seconda cottura vedeva l'applicazione di pigmenti ulteriori: verde, porpora e giallo sopportavano una seconda fase di cottura, altri pigmenti no.

Tecnica della sottovernice: ingobbio, ossia una sottile pellicola sulla quale era possibile stendere il colore.

La sovravernice era il colore che veniva posto dopo la seconda cottura questa tecnica ebbe fortuna nei secoli.


Porcellana: non venivano più eseguite cose utili, come negli altri esempi, anzi venivasno eseguiti oggetti di lusso. Il termine deriva da un mollusco, una conchiglia,, ed era anche una moneta di scambio.

Il vasellame prodotto in Oriente è uno dei primi esempi di questa tecnica

Nel 1400  e 1500 le manifatture medicee cercarono di riprodurre l'ingobbio: la colorazione bianca. Queste vernici non creavano la porcellana

Si deve arrivare al 1700 per scoprire il segreto della porcellana: per 18 ore il caulino e l'alabastro vennero cotti nel forno. Messen: località dove venne per prima susata questa nuova accortezza e scoperto il segreto della ceramica.

Il segreto si diffuse poi in Europa

L'utilizzo di manufatti di porcellana fu a scopo prezioso nelle corti europee. Solamente con la moda delle bevande del te e della cioccolata la porcellana arrivò a degli effetti scadenti (borghesia)

La porcellana a pasta dura : il materiale di base è il caulino

La porcellana più tenera usa degli altri componenti per arrivare a degli esiti analoghi: un miscuglio tra vetro, alabastro, argilla, calce, alluminio, potassio. Capodimonte e Worchester produssero porcellana di questo tipo.-



Scultura: x Michelangelo la statua in sé e per sé era all'interno della pietra: l'artista la tirava fuori distruggendo la materia.: questa era considerata un'elevazione spirituale.

Leonardo invece parte da un presupposto scientifico e sperimenta nuove possibilità.

Scultura lapidea e di metallo

Scultura su pietra: bozzetti. Per procedere bisognava creare il bozzetto ossia "il disegno preparatorio" Si dovevano realizzare in scala ridotta le dimensioni della scultura finale: la tecnica è riportata nel trattato di scultura dell'Alberti. Veniva usato uno strumento per misurare le proporzioni, i punti estremi venivano misurati con filo e piombo per le dimensioni più interne.: ciò risultava un vero e proprio sistema di coordinate, simile a un procedimento scientifico.

In origine le sculture venivano dipinte.

In epoca classica si diffuse un'altra tecnica: dal V secolo per rendere più evidente il biancore della pietra si stendeva una cera che doveva avere un effetto di trasparenza.

La scultura di metallo ebbe impiego nell'arte in epoca recente. Le conoscenze dei metalli dovevano essere elevate.

Er quanto riguarda la lavorazione dei metalli si eseguivano due tecniche.

a scopo artistico veniva sbalzato e martellato (coppe e oggetti di piccole dimensioni)

le lamine di metallo venivano fatte aderire ad un bozzetto e venivano collegate tra loro tramite l'uso dell'argilla sulla quale veniva posto il metallo.

Il metallo più usato è quello in rame perché più malleabile. Venivano usate leghe di rame: bronzo e ottone.

Per la lavorazione e il martellamento venivano fatte aderire alla scultura di terracotta o argilla, connesse con il filo metallico o con l'uso di leghe. Connessi i pezzi si procedeva alla distruzione della struttura sottostante in terracotta. Questa tecnica venne abbandonata perché troppo macchinosa

Si eseguiva la fusione: il metallo usato rame, ottone, bronzo veniva fuso. Si faceva il modello in argilla e si procedeva a strati: uno sovrastante di cera. I due strati ricoperti di cera venivano fatti cuocere, la cera si scioglieva, rimaneva un intercapedine tra i due strati. Vi era un condotto di deflusso della cera e sfiati dell'aria. Dopo lo scioglimento della cera si faceva fondere il bronzo all'interno. Si procedeva alla distruzione dei due strati. Era impossibile riusare il modello.

Questo procedere macchinoso viene sostituito nel 3 millennio da un sistema che permetteva di recuperare il modello.

Nel bozzetto di argilla si facevano aderire tasselli di gesso e collante.  Modello che veniva poi recuperato.

Rifinitura finale

Lisciatura e pulitura del metallo : si levigava il metallo con l'osso di seppia. Per impreziosire il metallo i Romani pensarono di procedere all'argentatura e alla doratura. (per far aderire l'oro lo si diluiva nel mercurio per venire poi pennellato, il mercurio veniva fatrtro evaporare)













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