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Corso di Laurea in Scienze Ambientali - Studio evolutivo del litorale Salernitano

matematica



Istituto Universitario Navale

Facoltà di Scienze

Corso di Laurea in Scienze Ambientali









Studio evolutivo del litorale Salernitano

( dalla Foce del Sele a Paestum )









Introduzione


Il litorale in esame e' costituito dal margine costiero compreso tra la Foce del Sele e Paestum , nella piana alluvionale del Sele . Da depositi marini risalenti al Miocene superiore , si e' dedotto che la zona si trovava sotto la superficie marina . Dal Messiniano e' inizi 222j99c ata ad emergere la parte orientale che sarà poi soggetta ad un lungo periodo erosivo . Questa zona ha assunto la configurazione attuale solo dopo movimenti suriettivi del Plio-Quaternario , successivamente ai quali sono iniziati , dopo il Pleistocene superiore , movimenti glacioeustatici continuati fino all' Olocene , contribuendo alla crescita e alla progradazione della piana costiera . Il rifornimento dei materiali alle spiagge e' stato , ed e' garantito dal F. Sele . Queste spiagge sono prevalentemente sabbiose limitate verso l' interno da uno a due cordoni dunari pressoché completamente urbanizzati.

Uno studio evolutivo di un litorale , indispensabile per la stesura di programmi di protezione costiera , viene eseguito confrontando nel tempo le variazioni della linea di costa , prima grazie agli eventuali depositi fossili ritrovati e datati , e poi con lo studio cartografico e aereofotogrammetrico.


Descrizione del metodo di datazione con gli aminoacidi


Questo metodo di datazione e' particolarmente adatto per campi di indagine ampi da poche migliaia di anni a centinaia di migliaia di anni . l' esigua quantità di campione necessario rende questo un metodo molto conveniente soprattutto su reperti rari e preziosi . Tecnicamente il metodo si basa sulla caratteristica degli aminoacidi delle proteine di essere costituiti da emantiomeri di forma L , che dopo un determinato periodo di tempo si trasformano , per racemizzazione in emantiomeri D . Dal rapporto , nei materiali fossili , delle quantità dei due tipi di emantiomeri , otteniamo , la datazione . Per far ciò si utilizza l' isoleucina poiché non subisce modifiche con variazioni di temperatura . Per datazioni che riguardano campi di indagine meno ampi , si ricorre al metodo del radiocarbonio .


Riferimenti cartografici

Dal secolo VII-VI a.C. fino al secolo XIII-XIV non esiste alcun dato riferibile alle antiche linee di costa . Riferendoci alla zona del Litorale Salernitano , le più antiche rappresentazioni cartografiche risalgono al secolo XVI : in particolare la Carta del Regno Napoletano di PIRRO LIGORIO del 1557 , riporta a grandi linee il contorno del tratto di costa a cui da il nome di Sylaris ( Sele ) , e alcune località come quella di Paestum ( Posidonia ) . Questa carta pero' oltre a mancare della scala delle distanze , risulta poco attendibile . Con la Carta di M. CARTARO e C. A. STEOLLA , del 1590 , la configurazione della regione e' meglio delineata che in qualsiasi altra carta precedente: sono riportate le torri di guardia costiera con il loro nome . Tra esse si trovano la Torre del Sele e la Torre di Pesti ( Paestum ) , (1:400.000). L' area del litorale salernitano e' anche reperibile nelle carte di A. MAGINI : L'Atlante dell' Italia ( la piu' grande opera cartografica del XVII secolo ) e la Carta del Principato di Citra ( dedicata al Signor MASSIMO CAPRARA , da FABIO DI ANTONIO MAGINI), dove è mostrata in maggior dettaglio . Anche in questa ultima carta sono riportate le torri costiere anche se l' unica ad essere denominata è quella di Pesti ( Paestum ) , ( 1: 350.000 ) .

Giungiamo poi all' Atlante Geografico del Regno di Napoli di RIZZI ZANNONI , cartografo di Re Ferdinando IV , per la cui redazione furono effettuate osservazioni geodetiche e calcoli matematici per determinare le coordinate geografiche e le posizioni dei vari punti . Per quanto riguarda l' area del Litorale Salernitano la carta di RIZZI ZANNONI mostra una situazione molto simile a quella attuale .

( Cocco - De Magistris , 1988 )

In ultimo si fa' riferimento alle carte dell' Ist. Geogr. Milit. Ital. , che dal 1954 si avvalgono dell' uso dell' aerofotogrammetria .


L' aerofotogrammetria e l' uso del calcolatore


L' aerofotogrammetria oltre ha definire meglio la configurazione della linea di costa , ottiene anche il rilevamento in dettaglio di strutture poco profonde come barre e banchi . In Italia un grande apporto alla aerofotografia può essere individuato nel 1943 , grazie alle rilevazioni fotografriche aeree condotte dagli Americani a scopo bellico . Nel Dopoguerra questa tecnica veniva specialmente utilizzata per studiare variazioni qualitative delle strutture costiere per la preparazione di carte nautiche . Le valutazioni quantitative iniaziano a venir affrontate negli anni sessanta con lo studio della modifica della distanza tra oggetti comuni alle varie fotografie e le linee di costa . I risultati quantitativi di tali osservazioni hanno evidenziato , generalmente , arretramenti della linea di costa . Negli anni '70 per l' analisi e la interpretazione dei dati ottenuti dal confronto delle varie serie di fotografie aeree ci si è iniziati ad avvalere dell' uso dei calcolatori elettronici .

Lo studio condotto sull' analisi di varie serie di fotografie non è esente da errori : variazioni di scala nei fotogrammi dovute alla diversa quota dell' aereo durante le varie riprese , variazione dell' inclinazione dello aereo durante un' unica ripresa isolata . Per ridurre quanto più possibile l' effetto di tali errori viene calcolata con la massima accuratezza la scala media di ogni singolo fotogramma . La scala dei singoli fotogrammi viene determinata dividendo la distanza reale tra due punti fissi calcolata sulle carte topografiche I. G. M. ( 1: 25.000 ) per la distanza tra gli stessi punti misurata sulla fotografia aerea . Una volta fatto questo si può procedere alla localizzazione dei punti dai quali effettuare le misure delle distanze rispetto alla costa ( punti fissi). Generalmente questi punti fissi sono individuati da caselli ferroviari, incroci ben definiti di strade o costruzioni lungo il territorio, parallelamente alla linea di costa . I punti fissi vengono scelti il più vicino possibile alla linea di costa poiché in tal caso le misure sono meno affettate da errori dovuti alla variazione della scala dei vari fotogrammi . Successivamente  vengono selezionati i punti in corrispondenza della spiaggia rispetto ai quali bisogna effettuare le misure. Una volta ottenuti questi dati, vengono immessi nel calcolatore, che innanzitutto determina le distanze reali, moltiplicando le distanze tra i punti di riferimento per la rispettiva scala . Poi calcola la variazione totale intercorsa nel periodo compreso tra le fotografie ; vengono inoltre calcolate le aree di erosione e quelle di accrescimento fra due punti consecutivi parallelamente alla costa , assumendo che le variazioni avvengano linearmente .


Da uno studio condotto in questo modo si è potuto delineare un quadro evolutivo del litorale salernitano dall' Olocene ad oggi .


I depositi più antichi, conosciuti, sono quelli affioranti in località Ponte Barizza, a circa 7 km dalla costa attuale , ritrovati fino a 25 m s.l.m. . Questi depositi sono di tipo sabbioso conglomeratici di spiaggia, che poggiano su argille lagunari . Dalla datazione dei fossili contenuti in essi , si è risaliti ad un' età di circa 130.000 anni .

Seguono poi i depositi ritrovati in località Masseria Stregara , fino ad una quota di 12 m s.l.m. , risalenti a circa 120.000 anni .

La terza testimonianza di un antico litorale è costituita dai depositi affioranti in località Gromola, a circa 3 km dall' odierna linea di costa, ritrovati fino ad un' altezza di 25 m s.l.m. . ad una quota di 13 m s.l.m. si riscontra un passaggio da sedimenti marini , sabbie a laminazione incrociata , a sabbie eoliche . Lo studio dei fossili ha dato un' età di circa 75.000 / 100.000 anni .

La penultima linea di costa e' posta in zona Laura a circa 1 km dalla linea attuale , qui vi sono depositi costituiti da sabbie eoliche ricoperte da un suolo bruno contenente materiale piroclastico rimaneggiato, ritrovati fino ad un' altezza di 1,5 m s.l.m. . Studi effettuati con il radiocarbonio riportano che l' età di questi sedimenti e' di circa 3.600 / 5.200 anni .

A 500 m dall' attuale linea di costa ritroviamo la più recente testimonianza di litorale dal cordone dunare in località Sterpinia . Qui si ritrovano sedimenti costituiti da sabbie a laminazione parallela dopo due metri di sabbie eoliche .

A partire dal 1200 - 1300 fino al 1809 il litorale è soggetto ad una progradazione valutabile intorno a 0,3 - 0,4 m per anno , riscontrata grazie alle posizioni delle torri di guardia .

Per gli ultimi due secoli , per cui e' stato possibile valutare con maggiore precisione le variazioni intervenute , si è riscontrato fino al 1954 un protendimento costante con valori compresi tra 1.5 m all' apice della foce , a 0.3 m alla Torre di Paestum . Tra il 1908 ed il 1954 procedendo dalla Foce del Sele verso sud incontriamo zone caratterizzate da un incremento costante di 1.5 m per anno , alla foce , e zone con un incremento pari a 0.5 m per anno , Paestum.


Dalle osservazioni fatte , tranne un visibile arretramento della zona destra della Foce del F. Sele , si riscontra una situazione di sostanziale equilibrio della zona a sinistra della foce stessa , fino alla zona di Paestum . Si potrebbe ipotizzare , per spiegare questa differenza di comportamento delle zone a Nord e a Sud della foce con le differenti condizioni della corrente nelle due aree . In quella a Sud abbiamo un fondale molto basso , che quindi fa' in modo che le correnti non siano di grande intensità e non abbiano una grande forza erosiva . Nell' area a Nord della foce , invece , abbiamo una situazione opposta , il fondale ha una profondità elevata che aumenta fino alla fossa posta in prossimità del Golfo di Salerno , e che permette un regime delle correnti più intenso con maggiore forza erosiva .













Bibliografia


- COCCO E. , DE MAGISTRIS M. A. , 1988 , " Evoluzione storica e recente del litorale di Paestum ( Golfo di Salerno ) Mem. Soc. Geol. It. , 41 , pp. 697 - 701

- COCCO E. , DE PIPPO T. , PENNETTA M. , 1976 , " L'uso della fotografia aerea e del calcolatore nello studio degli spostamenti delle linee di costa : l'evoluzione del litorale Alto Ionico ( golfo di Taranto ) negli ultimi 30 anni "  Boll. Soc. GEOL. It. , 95 , pp. 276-278

COCCO E. , DE MAGISTRIS M. A. , EFAICCHIO M. T. , BOSCAINO F . , 1992 , " Geoenviromental features of the Sele River Plain Littoral ( Gulf of Salerno , southern Italy ) , Bollettino di Oceanologia Teorica ed Applicata , Vol x , N. 2-3-4 ( Apr/Jul/Oct ) 1992 ,pp. 235-246

- BRANCACCIO L. , CINQUE A. , D'ANGELO G. , RUSSO F. , SANTANGELO N. , SGROSSO I. , 1987 , " Evoluzione tettonica e geomorfologica della Piana del Sele ( Campania , Appenino Meridionale ) , Geogr. Fis . Dinam. Quat. , 10 , pp. 47-55

- BRANCACCIO L. , CNQUE A. , RUSSO F. , SANTANGELO N. , ALESSIO M. , ALLEGRI L. , IMPROTA S. , BELLUOMINI G. , BRANCA M. , DELITALA L. , 1988 , " Nuovi dati cronologici sui depositi marini e continentali della piana del F. Sele e  della costa settentrionale del Cilento ( Campania , Appennino Meridionale ) , Atti del 74° Congresso della Soc. Geol. It. , Sorrento , pp. A-55 A-62




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