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Il cuore (dal latino cor, cordis.
L'aggettivo cardiaco deriva
invece dal greco
kardia o ) è un organo posto nella cavità toracica costituito pressoché
esclusivamente da tessuto muscolare
striato, supportato da una struttura fibrosa detta pericardio.Il cuore
è l'organo centrale dell'apparato circolatorio, funge da pompa capace di produrre una pressione sufficiente a permettere la circolazione del sangueIl
cuore deriva embriologicamente dal mesoderma.I primi
abbozzi compaiono durante la terza settimana di sviluppo dell'embrione prima
della delimitazione (ovvero dell'avvolgimento dell'embrione su sé stesso sia in
senso latero-latera 151e48b le che cranio-caudale, processo che fa sì che da una
struttura piana esso divenga tubolare e chiuso), nella regione cefalica. Si
tratta di cellule mesenchimali
vasoformative, inizialmente ammassate irregolarmente che progressivamente si
organizzano a delimitare i tubi
endocardici destro e sinistro, e che confluiscono nell'unico tubo cardiaco dopo 22 giorni dalla fecondazione dell'ovocita.Il
tubo cardiaco è immerso nel mesoderma splancnico che si ispessisce a formare il
mantello, da cui derivano
miocardio ed epicardio, si tratta della prima struttura in grado di contrarsi.Il cuore ha schematicamente la forma di un tronco di
cono, alto circa
L'epicardio (che altro non è che il foglietto viscerale del
pericardio sieroso) è costituito da tessuto connettivo, contenente capillari sanguigni, capillari linfatici e fibre
nervose.Al di sotto si trova il miocardio, costituito da fibre muscolari
cardiache il cui spessore varia fra 5 e
L'atrio e il ventricolo destro sono in continuità tra loro formando
il cuore destro (che pompa il sangue venoso), così come comunicano le due
cavità sinistre, formando il cuore sinistro (che pompa il sangue
arterioso).Dopo la nascita non persiste alcuna comunicazione tra la parte
destra e la parte sinistra del cuore; questa condizione è garantita dai setti
interatriali e interventricolare che dividono il cuore nelle due metÃ
suddette.Ogni atrio comunica con il corrispondente ventricolo attraverso
l'orifizio atrioventricolare che è fornito di una valvola cuspidale: valvola tricuspide tra le cavità destre, valvola bicuspide o
mitrale tra atrio
sinistro e ventricolo sinistro.Gli orifizi che mettono in comunicazionele
cavità cardiache con i vasi efferenti sono anch'essi protetti da valvole che impediscono il reflusso: valvola semilunare polmonare (ventricolo destro
- arteria polmonare), valvola semilunare aortica (ventricolo sinistro
- aorta)La circolazione sanguigna nell'essere umano e nei mammiferi è
definita doppia e completa, vale a dire che le due metà del cuore funzionano
autonomamente, ovvero come se vi fosse un doppio cuore e che il sangue venoso e quello arterioso non si mescolano mai. Il
cuore funziona come una pompa aspirante e premente: richiama nelle sue cavitÃ
il sangue venoso, lo manda ai polmoni
per l'arteria polmonare. da dove le vene polmonari lo riportano
nuovamente al cuore, che, attraverso l'aorta, lo porta in tutte le reti
capillari.L'afflusso verso il cuore avviene attraverso il sistema
venoso, quello dal cuore alla periferia attraverso il sistema arterioso. Gli atri ricevono le vene, nelle quali il
sangue ha un percorso centripeto, ovvero dall'esterno del corpo verso il cuore.
Dai ventricoli nascono le arterie, nelle quali il sangue ha un percorso
centrifugo.Normalmente le arterie trasportano sangue ossigenato (sangue
arterioso) da distribuire ai tessuti, mentre le vene trasportano sangue non
ossigenato (sangue venoso) proveniente dai tessuti che hanno fatto consumo di
ossigeno. Come si può notare, non avviene per l'arteria polmonare,
che conduce sangue venoso, quindi non ossigenato, al polmone; non avviene
inoltre per le vene
polmonari, che trasportano verso il cuore sangue arterioso, quindi
ossigenato, proveniente dai polmoni.La frequenza standard del cuore è definita
a 72 battiti al minuto. Una frequenza compresa tra 60 e 100 battiti al minuto è
considerata fisiologica; una frequenza inferiore ai 60 bpm viene chiamata bradicardia;
una frequenza superiore ai 100 bpm è definita tachicardia.
Non sempre le bradi- o tachi-cardie sono patologiche (ad esempio tachicardia
fisiologica nell'attività fisica). Nel neonato la
frequenza arriva a 120 bpm, nel feto
è ancora superiore e decresce dalla nascita fino alla pubertà con
l'accrescersi dell'organismo.Durante il sonno il cuore pompa 5 litri di sangue in un minuto, mentre durante
un'attività fisica moderata la quantità è doppia. Per un'attività pesante o una
vigorosa attività atletica si arriva a
Durante la diastole tutto il cuore è rilassato, permettendo al sangue di fluire dentro a tutte e quattro le cavità . Attraverso le vene cave il sangue entra nell'atrio destro, mentre attraverso le vene polmonari entra nell'atrio sinistro. Le valvole atrioventricolari sono aperte consentendo il passaggio del sangue da atri a ventricoli. La diastole dura circa 0,4 secondi, abbastanza da permettere ai ventricoli di riempirsi quasi completamente.La sistole comincia con una contrazione, della durata di circa 0,1 secondi, degli atri che determina il riempimento completo dei ventricoli. Quindi si contraggono i ventricoli per circa 0,3 secondi. La loro contrazione chiude le valvole atrioventricolari e apre le valvole semilunari; il sangue povero di ossigeno viene spinto verso i polmoni, mentre quello ricco di ossigeno si dirige verso tutto il corpo attraverso l'aorta.Queste fasi cardiache sono ascoltabili e traducibili attraverso due suoni distinti, detti toni cardiaci. Quando i ventricoli si contraggono abbiamo il primo tono, un suono cupo (rappresentabile con un TUM). Ã^ generato dalla contrazione del miocardio ventricolare e, in parte, dalla vibrazione delle valvole atrio-ventricolari che si chiudono. Al primo tono segue una pausa durante la quale i ventricoli spingono il sangue nelle arterie. Successivo è il secondo tono, breve e chiaro (rappresentabile con un TAH), determinato dalla vibrazione delle valvole semilunari che si chiudono. Al secondo tono segue una pausa più lunga, con il riempimento dei ventricoli.Il cuore come tutti i muscoli è capace di contrarsi sfruttando l'energia prodotta dalla ossidazione di sostanze energetiche (come acidi grassi, carboidrati) in presenza di ossigeno. Le cellule muscolari striate di cui è composto il cuore a differenza di quelle degli altri muscoli sono dotate della capacità di autoeccitarsi e autocontrarsi. Il controllo nervoso sul cuore può modulare la frequenza di contrazione aumentandola o diminuendola, ma questa è generata in maniera spontanea dal miocardio.Esiste una parte del miocardio dedicata alla sola generazione e conduzione degli impulsi attraverso il muscolo cardiaco, questo è il cosi detto miocardio specifico. Si tratta di un sistema specializzato del cuore che permette, in condizioni normali, che il cuore batta in maniera efficiente ed ordinata (prima gli atri, poi i ventricoli permettendo il completo riempimento di questi ultimi) e che l'impulso generato si diffonda velocemente, facendo contrarre tutte le parti del ventricolo in maniera pressoché simultanea.Questo sistema è formato da diverse parti:
La principale particolarità del miocardio specifico consiste nella possibilità di generare autonomamente gli impulsi elettrici: in pratica la centrale pacemaker principale si trova nel nodo seno-atriale, ma non è l'unica presente nel miocardio. Ã^ stato possibile apprezzare questo escludendo dalla conduzione il nodo S-A: il cuore continua a battere, anche se a ritmi notevolmente inferiori (40/60 impulsi al minuto, contro i normali 60/100) e il ritmo che si impone è detto "non sinusale" perché ha origine al di fuori del nodo del seno, in latino sinus. Questo meccanismo può essere spiegato come una sorta di autoprotezione da parte del cuore, esistonono infatti patologie a causa delle quali viene bloccata la conduzione del nodo S-A. In questo caso, il cuore può contuinuare a battere poiché il nodo A-V comincia a dettare il passo del ritmo (con frequenza minore) e la situazione è compatibile con la vita.Una volta che l'impulso si è generato nel nodo seno-atriale passa direttamente alle fibre atriali investendole in maniera simultanea. A questo punto attraverso le fibre internodali, il segnale viene trasmesso al nodo atrioventricolare. Dalla generazione del segnale sono passati 0,02 secondi. Ã^ in questo punto del sistema di conduzione, quello che trasferisce il segnale dagli atri ai ventricoli, che troviamo un ritardo di trasmissione. Questo ritardo è necessario affinché l'impulso cardiaco non possa propagarsi dagli atri ai ventricoli in maniera troppo veloce. Se questo accadesse, infatti, sarebbe impossibile per i ventricoli un perfetto riempimento e da questo si arriverebbe ad un non perfetto rendimento della pompa cardiaca.La prima struttura che provoca questo ritardo è il nodo A-V, che ritarda di circa 0,09 secondi prima che l'impulso invada il fascio di His (che si dividerà poi in branca destra e sinistra). Subito dopo il passaggio attraverso il nodo atrioventricolare abbiamo un ulteriore ritardo di 0,04 secondi dovuto ad una parte del fascio fibroso che separa atri e ventricoli. Il ritardo complessivo dalla generazione dell'impulso, all'arrivo dello stesso ai ventricoli è quindi di circa 0,16 secondi. Subito dopo questa parte "ritardante" troviamo le fibre del Purkinje, che dal nodo A-V si portano ai ventricoli passando attraverso il setto ventricolare. Queste fibre sono a conduzione molto veloce. Questa velocità di trasmissione permette di avere una trasmissione ai ventricoli praticamente immediata e simultanea (circa 0,03 secondi). L'alta velocità diminuisce una volta che si è arrivati nelle parti terminali delle fibre del Purkinje, quindi le ultime cellule miocardiche sono raggiunte con un ritardo di circa 0,03 secondi; conseguentemente il tempo per far contrarre i ventricoli è calcolato in 0,06 secondi.Per quanto riguarda il sistema di eccitazione e di conduzione del potenziale d'azione troviamo due tipi di sviluppo del potenziale elettrico: uno riguarda le fibre atriali e ventricolari, un altro riguarda le cellule del nodo seno-atriale (o cellule del pacemaker). Le fibre atriali e ventricolari devono comportarsi in maniera simile alle fibre muscolari, ma dovranno anche assicurare un alto rendimento della pompa cardiaca; il nodo seno-atriale si comporta in maniera diversa da quasiasi altra fibra, poiché deve assicurare principalmente la generazione del potenziale d'azione.Il potenziale di membrana a riposo è di circa -90 mV. Questo potenziale di membrana è dovuto alle differenti concentrazioni degli ioni fra interno ed esterno dalla cellula.L'ampiezza del potenziale d'azione è di circa 105 mV, il che porta ad avere un picco (spike) del potenziale di circa 20 mV, esso è maggiore che nella maggior parte delle cellule muscolari perché deve essere in grado di far rendere al massimo la pompa cardiaca.Un miocita che sia stato depolarizzato non sarà più disponibile per un nuovo potenziale d'azione fino a che esso non si sia ripolarizzato parzialmente, l'intervallo fra il potenziale d'azione e il momento in cui il miocita è disponibile per un nuovo potenziale è definito Periodo Refrattario Assoluto. La completa eccitabilità non viene ristabilita fino a quando non si ha completa ripolarizzazione del miocita, questo intervallo è chiamato Periodo Refrattario Relativo. Questo periodo è indispensabile per il corretto funzionamento del cuore, poiché permette un alto rendimento della funzione di pompa del cuore, in quanto il ventricolo può riempirsi completamente di sangue prima di eseguire un'altra contrazione; inoltre permette di avere una netta distinzione tra fase pulsoria (sistole) e fase di riposo (diastole), in maniera tale da permettere l'apporto di sangue attraverso le coronarie, che può avvenire solo in fase diastolica.Nelle cellule pacemaker nasce il ritmo cardiaco vero e proprio. Per questo motivo il comportamento di dette cellule differisce in maniera consistente rispetto a quella di ogni altra cellula e conseguentemente il comportamento elettrico assume delle modalità particolari: esse non possiedono un vero e proprio potenziale di riposo.Tra un potenziale d'azione ed un altro si registra una progressiva polarizzazione della cellula partendo da un valore di circa -65 mV, la polarizzazione prosegue verso lo zero, come se dovesse raggiungere un potenziale di riposo, ma prima che si possa stabilizzare raggiunge il potenziale soglia (-50 mV), dopo il quale parte il picco del potenziale d'azione.Il cuore, espletando una di quelle attività del corpo che sono necessarie alla vita, è regolato in alcune sue funzioni dal sistema nervoso autonomo, che agisce indipendentemente dalla nostra volontà .Il cuore ha una duplice innervazione ricevendo fibre parasimpatiche (attraverso il nervo vago) e dell'ortosimpatico.Questi due sistemi sono controllati direttamente da centri gangliari che si trovano nel cuore (sistema parasimpatico) o in prossimità delle vertebre (sistema ortosimpatico), essi modulano la frequenza cardiaca. Una costante liberazione di neurotrasmettitori in piccole quantità determina il tono nervoso basale del cuore.Il sistema parasimpatico è responsabile dell'inibizione della frequenza cardiaca, infatti notiamo che tagliando il nervo vago, si ha una accelerazione del cuore fino ai massimi livelli fisiologici raggiungibili. Il sistema parasimpatico agisce usando uno specifico neurotrasmettitore: l'acetilcolina. Essa determina due importanti effetti sul cuore: deprime la frequenza di scarica del nodo S-A e diminuisce l'eccitabilità delle fibre giunzionali poste tra il miocardio atriale ed il nodo A-V.La stimolazione ortosimpatica provoca effetti opposti a quelli descritti per l'azione vagale, anche se comunque i due effetti sono sempre compresenti. Il neurotrasmettitore attraverso il quale il sistema ortosimpatico agisce è la noradrenalina, che viene rilasciata nelle sinapsi che interessano le terminazioni nervose cardiache e che, come l'acetilcolina, determina delle variazioni a livello delle conduttanze nelle cellule miocardiche. La soppressione dell'attività ortosimpatica determina una diminuzione della frequenza, che però non è rilevante come l'azione del nervo vago.Le malattie cardiache si distinguono in acquisite o congenite , inoltre, a seconda della sede interessata, si osservano:
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