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EMBOLIA

medicina



EMBOLIA


Per embolo s'intende la presenza in circolo di sostanze estranee alla normale composizione del sangue.

Emboli solidi. Sono quelli già visti cioè dei trombi che si staccano per una parte, più raro è che si stacchino in toto (ad es. quelli della safena, delle vene uterine nel post partum. Emboli solidi possono poi essere rappresentati da dei frammenti di tessuti necrotici, un trauma, una necrosi, una frattura ossea, un'ulcerazione in un tessuto (ulcere diabetiche, ateromatose), sono tutti materiali necrotici che possono andare in circolo e se costituiscono una massa costituiscono l'embolo. Un'altra even 454j97e ienza è la presenza di metastasi, ma non di metastasi della singola cellula che viaggia come un globulo rosso, bensì di metastasi compatte di più cellule (50-100) che si staccano dai tumori; la maggior parte dei tumori vanno in necrosi, sono i tessuti più delicati che ci sono, inoltre la parete che li vascolarizzata è molto sottile, anzi la parete è fatta dalle cellule neoplastiche stesse (es. un sarcoma è vascolarizzato dalla parete fatta da cellule neoplastiche, non ci sono cellule endoteliali), è ovvio che in queste condizioni pezzi del tumore possano andare in circolo. Ci possono poi essere dei parassiti che possono entrare in circolo, fra i tanti il plasmodio della malaria (falciparum), questo ha dei gameti talmente grossi che deformano persino i globuli rossi e non riescono a passare attraverso i capillari cerebrali, a questo punto si fermano e costituiscono un embolo che si arresta; la stessa cosa succede con tutti gli altri parassiti, sia macro che micro. Emboli settici. Se ne è parlato prima e sono quelli che vengono o da focolai settici o da trombi infetti. Ultima evenienza sono quelli da corpi estranei.



Emboli liquidi. Sono quelli fatti da sostanze che non si riescono a mescolare con la fase acquosa del plasma, quindi rimangono come gocce separate. Ciò accade quando si fanno delle intramuscolari di farmaci in veicolo oleoso, quelli a deposito (non ce n'è quasi più), il rischio è di beccare il vaso quando si fa l'iniezione. Oppure ci può essere la presenza di materiale estraneo accidentale in una ferita aperta con emorragia con vasi aperti che viene contaminata da materiale oleoso che può penetrare. Molto frequente nelle persone anziane sono invece le fratture delle ossa lunghe. Il midollo emopoietico diventa midollo giallo; se si rompe un femore (ad es.), i vasi decorrono nello spessore della parete ossea, l'avventizia del vaso è attaccata al canale osseo, normalmente nell'organismo quando c'è un trauma e si rompe un vaso, questo collabisce e si chiude. Nell'osso invece il vaso rimane beante, il midollo osseo può quindi entrare in circolo, se entra del midollo giallo è pericoloso.

Emboli gassosi. Sono formati da azoto (70% aria respirata), va a finire nell'alveolo, non passa attraverso questo e nel sangue non passa (passa solo l'O2). Quando aumenta la pressione atmosferica, anche l'azoto si scioglie, passa la parete dell'alveolo, del vaso, si scioglie nel plasma e viene portato in giro. Come l'O2 esce dai vasi e va a finire fra i liquidi interstiziali fra le cellule, anche l'azoto lo fa, anzi molte volte passa anche la membrana cellulare e penetra nelle cellule. Soprattutto ciò è importante per il sistema nervoso, spiega il perché molte volte proprio in un sub che abbia avuto embolia gassosa, un delle lesioni più gravi è a livello del S.N.. Finchè rimane la pressione elevata, cioè finchè il sub sta giù, non succede nulla, il problema è quando torna su che diminuisce la pressione, quando si torna alla pressione a livello del mare, tutto dipende dalla velocità con la quale si è risaliti; se si è saliti lenti, lenti, l'azoto torna allo stato gassoso e non succede nulla, se si va forte torna allo stato gassoso ma quando è ancora in circolo e costituisce bolle di gas nel vaso; lo stesso può succedere per lesione di grosse vene del collo con pressione negativa toracica che lo fa assorbire all'interno.

Sede degli emboli. Tutti quelli che si formano nel circolo arterioso vanno a finire alla periferia (nei vasi che a poco a poco si stringono verso la periferia). Conseguenza di tutti gli arteriosi saranno delle ischemie, arrivano si fermano chiudono completamente il vaso e a valle c'è una ischemia. Quelli venosi sono quelli che si staccano dalle vene e vengono portati tutti nei capillari polmonari perché le vene vanno via via crescendo di calibro e solo dopo aver passato atrio dx, ventricolo dx, vanno nelle arterie polmonari che invece diminuiscono di calibro. Tutti gli emboli venosi che riescono a superare il cuore si fermano nel circolo polmonare dando infarto polmonare. Emboli paradossi e retrogradi si avranno quando vi sono delle anastomosi, cioè il passaggio da un circolo all'altro.



Conseguenze dell'embolia. Se sono venosi vanno al polmone e provocano infarto (rosso). Alcuni di questi portano dietro dei germi, altri provocano zone di infarto, di atelettasia dove possono fermarsi dei germi, allora saranno delle broncopolmoniti (a focolaio); gli anziani che si rompono un osso lungo vanno incontro ad embolia liquida che provoca infarto polmonare e poi muoiono per broncopolmonite. Gli arteriosi possono essere di origine cardiaca o vasale e danno ischemia; possono invece essere di quelli che hanno bypassato il circolo polmonare e superato il filtro polmonare arrivano nell'atrio sn, ventricolo sn e vengono sparati in circolo, daranno ischemie soprattutto nel S.N.C. . pericolose sono anche le placche di aterosclerosi che si staccano e vanno a finire nel circolo cerebrale (ictus). I gassosi arrivano in atrio dx portati dal sangue, parte delle bolle passano il ventricolo dx; i gas sono comprimibili e compressibili, tutte le volte che il ventricolo va in sistole, viene compresso, poi va in diastole e si riespande, così via ma rimane sempre lì, si mescola col sangue, forma una specie di schiuma che tappa il ventricolo, non arriva più sangue dalle cave, non c'è più flusso ijn arteria polmonare e il paziente muore di scompenso dx, muore per sovraccarico diastolico, non arriva sangue in ventricolo ma non riesce a espellere il gas che ha il ventricolo. Non si arriva a questo punto se si porta il paziente in camera di compressione (si deve giocare con la fase liquida e gassosa dell'azoto). I grossi trombi che danno grossi emboli (safena, uterine ecc.. ) partono e vanno su per la cava, entrano nel ventricolo dx, costituiscono una massa e il ventricolo non riesce ad espellerli, finiscono in arteria polmonare e il calibro di questi emboli è grosso come l'arteria polmonare, quindi ci si incastrano e la occludono; se si è pronti ad intervenire bene se no si muore (non c'è tempo).







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