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COSTO
Nome botanico Saussurea lappa
Famiglia Compositae
OrigineHimalaya
Essenza Estratta dalla radice
Antica medicina Fumigazione,unzione,vino,impacco,polvere,infuso
unguento
ANTICA MEDICINA
In Cina, il costo era ricercato per il lavaggio dei capelli, poichè 858d35i aveva fama di tingere le meches ingrigite e restituire l'antico splendore e la scura lucenteza alle chiome ormai brizzolate.
Secondo Dioscoride, il kostos di migliore qualità importato dagli Arabi in Europa era al radice fresca: doveva essere leggermente colorata, aveva consistenza compatta e asciutta, sapore caldo e pungente e profumo gradevole, acre e mordente.
Il medico greco raccomandava il costo per le sue virtù riscaldanti e diuretiche. Lo prescriveva contro i morsi di vipera, le convulsioni, le affezioni pettorali, i parassiti intestinali. Spalmato in un unguento, leniva fitte e dolori e agiva contro la paralisi. In miscela balsamica con acqua o miele, alleviava eritemi e bruciature solari. Sempre sotto forma di unguento, era adoperato per la sua azione astringente e stimolante e applicato su ferite, ulcerazioni e malattie della pelle. Una poltiglia di radice di costo mischiata a muschio e posta sulle gengive, era un eccellente rimedio contro i mal di denti.
In compresse sulla fronte miscelato all'olio di castoro, serviva a debellare le cefalee. Unito a sale di roccia e olio di mostarda, alleviava i dolori cronici delle giunture.
In India, il costo si fumava proprio come l'oppio, poichè l'inalazione del fumo esercitava un'azione fortemente depressiva sul sistema nervoso centrale causando un potente effetto narcotico.
La farmacopea indiana lo annoverava tra i rimedi più remoti, ritenendolo efficace per le sue proprietà antisettiche, carminative, espettoranti, diuretiche. Ci insegna che il costo contiene, canfene, fellandrene, costolo, saussurina. Contribuisce a rilassare il tessuto muscolare ed è un tonico cardiaco. E' attivo in particolare contro lo steptococco e lo staffilococco.
Il medici ayurveda descrivevano la droga come una sostanza dal gusto acre e pungente, che comunica una sensazione di calore ed esercita un'azione stimolante. La prescrivevano per curare la febbre, la flegma, le flatulenze, la tosse, la dispepsia, l'itterizia, le malattie della pelle.
La radice, una volta essiccata, assume una colorazione marroncina e consistenza fragile e resinosa. Era rinomata per la sua azione astringente, antisettica, sedativa, tonica, alternativa, antispasmodica, antielmintica e afrodisiaca. Nella medicina popolare, le radici ridotte in polvere si usavano come espettorante, specie per l'asma bronchiale e si aggiungevano alle misture antisettiche attive contro il colera e tutte le malattie epidemiche. In infusione con qualche grano di cardamomo, agiva contro la tosse, l'asma, le forme di reumatismo cronico, le febbri e i disturbi di stomaco.
Per il suo effetto deodorante e antitarmico e quel lieve profumo di violetta, era riposto tra gli abiti e la biancheria per preservarli dagli insetti e dalle tarme; anche gli antichi mercanti di scialli del Kashmir adoperavano il costo per il medesimo scopo.
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