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ANICE
Nome botanico Pinpinella ansium
Famiglia Umbelliferae
OrigineAsia occidentale
Essenza Estratta dai frutti essiccati
ProcessoDistillazione a vapore
Colore Neutro, giallino chiaro
Antica medicina Tisana, pozione, infuso, lavaggio, linimento,
fumigazione
Aromaterapia Uso esterno
ApplicazioneDiluire l'essenza al 10 per cento; frizioni, compresse,
lavaggi
Proprietà terapeutiche Aperitivo, stomachico, digestivo, carminativo,
tonico, sedativo,
antispasmodico, gallattogeno
Principali indicazioni Dispepsie nervose; crampi; singhiozzo; areofagia
Avvertenze Essenza tossica ad alto dosaggio; può provocare la paralisi dei centri nervosi.
L'anice verde è una pianta annuale alta circa 60 centimetri. Fiorisce in luglio e agosto e si coltiva in tutte le regioni del mediterraneo. In origine proveniva dall'oriente, specialmente da Creta, ma era coltivata anche nell'Egitto antico: Non si trova spesso allo stato selvatico, se non nei pressi degli orti o dei giardini da cui sia sfuggito qualche seme. Porta piccoli fiorellini color rosso porporino, piatti, disposti a ombrelle. E' una delle quattro maggiori, "semenze calde" come erano chiamate nell'antica farmacopea, assieme al cumino, al carvi e al finocchio, tutti appartenenti alle famiglie delle ombrellifere e aventi all'incirca le medesime proprietà.
ANTICA MEDICINA
Nei tempi più remoti, l'essenza estratta dai semi di anice veniva usata principalmente come profumo. Il suo impiego a scopo medicinale si diffuse in seguito rapidamente. Numerose virtù gli venivano attribuite. Teofrasto la raccomandava per profumare l'alito. Pitagora gli attribuiva addirittura poteri soprannaturali. Secondo Plinio, l'etimologia della parola derivava dal greco "invincibile" e questo termine ben ci illustra tutti i poteri di cui era investita.
Egli narra che si usava dare da bere un infuso di anice alle partorienti per facilitare la nascita, mentre un mazzolino d'anice appeso in un sacchetto sopra il cuscino avrebbe risolto i problemi di insonnia a chi, prima di addormentarsi, ne aveva respirato l'aroma.
Dioscoride la riteneva molto efficace per calmare i dolori, attivare le diuresi e per la sua azione galattogena e afrodisiaca.
Nella medicina araba, veniva prescritta per sciogliere i calcoli della vescica, ed era considerato carminativo per eccellenza. In India e in Cina, aveva un posto molto importante nella "materia medica". La scuola di Salerno (1075 circa) raccomandava l'anice come stomachico, stimolante e carminativo.
Gli studi compiuti alla fine del secolo scorso da Cadac e Menier, hanno confermato le molteplici proprietà di quest'essenza e i poteri che gli erano stati attribuiti dagli scrittori classici.
Negli antichi erbari assiri, l'anice era chiamato simru o samra e si usava in unzioni per scacciare gli spettri e allontanare i fantasmi. Per curare le affezioni degli occhi e delle orecchie si praticava invece la fumigazione, mentre le pozioni servivano a lenire tutti i disturbi di stomaco. Gli Assiri, che non amavano molto l'uso dell'acqua, usavano l'anice come profumo per i piedi. A questo scopo li avvolgevano in bende dopo avervi distribuito sopra uno strato di semi di anice affinché l'aromatico profumo dei granelli scacciasse i miasmi del lezzo e della fatica.
PROPRIETA' TERAPEUTICHE
L'essenza di anice si estrae per distillazione a vapore dei frutti essiccati. Contiene anetolo, metilclavicolo, acido anisico e molti terpeni. E' incolore o di colore giallo chiaro e ha un profumo caratteristico, molto penetrante. Di sapore è calda e sottile, fresca, leggermente anestetica e dolce.
Le proprietà dell'anice sono molteplici, ma non è molto consigliabile usarla sotto forma di olio essenziale poichè a causa della sua forte concentrazione, i principi tossici in esso contenuti possono risultare molto nocivi. Difatti, l'anice, come l'assenzio, in dosi elevate è un veleno per i centri nervosi: è narcotico, stupefacente, provoca uno stato di ubriachezza e di ebetismo, rallenta la circolazione sanguigna e danneggia il cervello fino a provocarne uno stato comatoso con paralisi muscolare.
Si consiglia di diluire l'essenza di anice di un decimo, per applicazione o uso esterno, oppure di usufruire delle numerosissime proprietà di questa ombrellifera sotto forma di infusione, tisana o pozione.
L'essenza di anice è sempre stata una delle più stimate per le sue proprietà stomachiche e carminative. Stimola l'appetito e la secrezione della bile. E' perciò consigliabile in tutti quei casi in cui bisogna attivare le funzioni organiche e produrre nello stesso tempo un effetto sedativo sui centri nervosi. E' un toccasana per tutti i disturbi dell'apparato digestivo: lentezza di digestione, aerofagia, spasmi, coliche, pesantezza di stomaco e soprattutto nelle dispepsie di origine neurovegetativa.
L'anice contiene principi estrogeni di origine vegetale. Avrà quindi ripercussioni su tutto l'apparato riproduttivo femminile. Per questo motivo, in tutta la medicina popolare era usata per facilitare la nascita, calmare i dolori mestruali, favorire e promuovere il processo mestruale ritardato. Ha inoltre effetto galattogeno e stimola la montata lattea, come tutte le altre ombrellifere.
Attiva sull'apparato respiratorio facilita il respiro e cura i disturbi cardiaci e polmonari, come le palpitazioni e o le forme asmatiche.
In tutti i casi l'essenza di anice può essere tranquillamente sostituita con una delle altre tre "semenze calde". I grani di carvi, cumino e finocchio presentano in effetti analoghe proprietà carminative, stomachiche, stimolanti, galattogene e antisettiche, senza però avere le ripercussioni tossiche e nocive dell'anice.
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