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Periodo Nara - KOGIKI

lettere




Periodo Nara



KOGIKI


(Cronaca di antichi avvenimenti,712)

Scritto in ibrido cinese che includeva anche elementi giapp.

Ha inizio con il racconto della creazione del cielo e della terra, della nascita degli dei, della formazione dell'arcipelago giapp.



Prosegue con gli avvenimenti relativi agli imperatori semi leggendari a partire da jnmu e si conclude con l'elencazione dei regnanti storici fino all'imperatrice suiko.

Quest'opera cominciò ad essere letta solo con lo sviluppo del kokugaku (scuola nazionale) in periodo Tokugawa.




NIHONSHOKI


(Annali del Giappone, 720)

Stilato in puro cinese su modello delle storie dinastiche cinesi.

Ha inizio con il resoconto della creazione e dei vari dei, quindi annota in ordine cronologico i regni degli imperatori da jinmu all'imperatrice jito; non ha prefazione, fu sempre considerato la prima autentica storia del Giappone.



KOGIKI e NIHONSHOKI


I compilatori usarono ciò che riuscirono a recuperare di miti frammentari e di storie trasmesse oralmente nelle varie province. Sia la scelta delle fonti del materiale indigeno, sia la trattazione delle due opere, non furono imitazioni di modelli continentali.


Dal contenuto si deduce che nel tempo che precedette la loro compilazione, esistevano due stirpi principali di divinità che si identificavano nella tradizione di due regioni: quella di izumo (che si identificava in susanoo) e quella di yamato (si identificava in amaterasu). Le due famiglie regnanti si proclamavano dirette discendenti da queste due divinità.


Susanoo fratello di amaterasu è una divinità violenta che sale alla piana celeste a compiere delle malefatte per cui viene cacciato via. Ritornato sulla terra si manifesta come un dio che combatte il male (orochi =drago) e aiuta i buoni. Non viene data spiegazione per questo brusco cambiamento di carattere: si può supporre che susanoo all'inizio simboleggiasse due divinità diverse: il dio violento cacciato dalla piana celeste e il dio benevolo abitante della terra.


Le due opere incorporarono tutte le divinità del paese in un unico sistema per la necessità di legittimare il potere imperiale di yamato riconoscendone la discendenza diretta dagli dei.

Nelle opere non compare altro principio per il diritto al trono se non quello dei legami di sangue: questo è in contrasto con la tradizione cinese che poneva enfasi sul mandato del cielo per giustificare il possesso del potere imperiale. Aver cercato di giustificare i legami di sangue delle varie divinità e le leggende ad essa collegate, è indicativo di un notevole talento da parte del compilatore.


La visione del mondo che ricaviamo è triplice: cielo-terra-mare o cielo-terra-oltretomba. La vita in superficie è paragonata alla luminosità del paese, quella al di sotto all'oscurità e alle tenebre.

Un punto in comune tra i due mondi era la possibilità per un mortale di andare e venire da uno all'altro. Il cielo non era considerato il luogo il luogo di nascita degli dei, ma un posto di riunione dove tutte le divinità sparse per la terra si ritrovavano.


I miti che compaiono non erano quelli nel cuore della gente, ma costituivano una letteratura mitologica creata dalla classe dominante; essa è riuscita a esprimere anche lo spirito del popolo attraverso il racconto della storia. Gli dei non sono rappresentati come entità trascendentali, non erano la incarnazione della giustizia, della bellezza, della verità.

Molte ballate (tramandate dalla gente nei campi) vennero incorporate nelle due cronache come opera degli dei, degli imperatori e della famiglia imperiale. Queste ballate non avevano mai per argomento nobili imprese, il mondo dell'aldilà o idee astratte, ma erano l'espressione diretta del 838f51i l'amore per la propria terra e dell'amore tra uomo e donna.


Le parti più belle e liriche del Kogiki hanno sempre a che vedere con storie d'amore e in particolare con la fuga di amanti.

L'idea che l'amore trovi il suo appagamento completo nella morte è molto diffusa nella letteratura giapp. : può essere interpretato come un tentativo di conferire eternità alle forti emozioni dell'animo umano.



I FUDOKI


(Note sulla terra e sui costumi, 713)

Li usiamo per sapere qualcosa delle credenze e dei sentimenti della gente comune. Sono scritti in prevalenza in cinese e furono compilati su ordine dell'autorità centrale.

Sono la documentazione delle singole province del paese, con i nomi delle località, la loro origine e caratteristiche. Gli unici giunti fino a noi in forma quasi completa sono: hitachi fudoki, harima fudoki, izumo fudoki.

Alcune credenze locali non trovano una sistematizzazione nei fudoki come dimostra il fatto che racconti in contraddizione tra loro sono registrati nella stessa regione.


L'hitachi fudoki fu compilato circa 10 anni dopo il completamento del kogiki, quindi sono presenti degli influssi di ques'ultimo.

Contiene molte leggende e racconti popolari che non hanno niente a che fare con le divinità e che compaiono anche negli altri due fudoki.

In questi racconti non c'è traccia di Buddismo o Confucianesimo; il mondo delle leggende e dei racconti popolari è pieno di racconti dove si narra di liti e di riconciliazioni tra esseri umani che non hanno niente a che fare con gli dei. Spesso in queste storie sono presenti animali: un serpente nato da una donna si trasforma in un fulmine, un cigno in una ragazza e viceversa. I vari fudoki ci presentano anche delicate leggende popolari (utagaki).


Esistevano anche le antiche ballate incluse nel K. e nel N.S. : ballate musicate e cantate degli spettacoli (kagura), canti conviviali (saibara) e antiche canzoni popolari. La maggior parte delle antiche ballate erano cantate per accompagnare le danze in occasione di feste a corte.

Erano a verso libero, ma la maggior parte si indirizzava verso l'alternanza di 5 e 7 sillabe e tra queste il più rinomato era il tanka. La rima non era usata in modo sistematico; questo distingueva le ballate dai versi rimati delle antiche collezioni cinesi come lo shijing.


Una caratteristica saliente delle antiche ballate che trattavano di divinità, re e contadini, è che nella maggior parte dei casi esse erano poemi d'amore; inoltre non trattavano mai di politica e di rado di guerra.


Uno dei generi più remoti deriva dalle cerimonie in occasione degli utagaki durante i quali uomini e donne del villaggio si incontravano, si scambiavano poesie e si divertivano insieme.




Il tanka era di consenso popolare, mentre gli intellettuali optavano per il choka (poesie lunghe), pur conservando delle cadenze ritmiche proprie delle ballate.

Gli argomenti delle canzoni di provincia sono le divinità, il lavoro nei campi, la natura e i costumi locali, ma il ruolo principale è quello delle relazioni uomo-donna. Diversamente dalle poesie degli utagaki, qui l'emotività è più personale e si esprime con parole d'amore verso uno specifico individuo. Il fulcro del processo emotivo rientra nella sfera dell'umano, non nel rapporto con le divinità o con la natura.




MAN'YOSHU


(Raccolta di diecimila foglie o diecimila generazioni, 759)

E' la più vasta e antica collezione di liriche giapp. Giunta fino a noi. Non si conoscono i nomi dei compilatori, ma è certo che almeno otomo no yakamochi e kakinomoto no hitomaro ebbero una parte di rilievo.


Si compone di circa 4500 poesie; esse rientravano in tre categorie:

zoka( miscellanee che trattavano di ceriminie, viaggi, banchetti e leggende), somonka( poesie d'amore dove si parla dell'amore tra uomo e donna), e banka( elegie). I componomenti sono scritti in giapp. usando gli ideogrammi cinesi.


Molte delle più antiche poesie del man'yoshu furono scritte da imperatori, principi e principesse imperiali; tra queste, alcune per il metro e per il contenuto sono simili alle antiche ballate. Queste poesie erano l'espressione di una emotività tutta personale, stese secondo uno schema prefissato.


In questo periodo, oltre ai poeti che appartenevano alla cerchia della famiglia imperiale, si formò una classe di cortigiani che faceva del poetarre una professsione. Kakinomoto no hitomaro ne è il massimo rappresentante: quest'opera contiene più di 450 tanka e 20 choka scritti da lui, divisi in poemi ufficiali scritti nella sua funzione di poeta di corte e quelli che sono l'intima espressione dei suoi sentimenti.


Hitomaro ha portato il choka a livelli insuperati. Altri poeti di corte tentarono di imitarlo, ma non raggiunsero i suoi vertici. Ciò significa che il choka non era una forma poetica che si adattasse alla lingua giapp. e ai giapponesi: non possedeva una sistematizzazione della rima, ne vocali lunghe e corte, ne suoni deboli e forti, quindi era povero da un punto di vista tecnico.

Le poesie non esprimono i valori di chi scrive, ma riflettono soltanto quelli del gruppo sociale al quale il poeta appartiene; con tali premesse era quasi impossibile continuare a produrre choka senza cadere in monotonia. La tradizione del choka si può dire conclusa con il man'yoshu.


Un'altro poeta famoso oltre a hitomaro fu yamabe no akahito, di cui non si sa nulla; scrisse poesia ufficiale, ma è anche rimasto famoso per i suoi poemi di ambientazione naturalistica: questa poesia descrive la natura separata dagli eventi umani.


I poeti di corte del m. erano profondamente influenzati dalla natura: essa era sempre una proiezione dei sentimenti umani, mai il contrario. Questi poeti erano sensibili alla natura e al rincorrersi delle stagioni, ma la natura era sempre interpretata in modo restrittivo e si tendeva ad ingabbiarla in immagini convenzionali. Per questi poeti la natura non era un mondo immenso e selvaggio, ma un ambiente racchiuso, dolce, intimo.


Il m. è per la maggior parte una collezione di poesie d'amore nelle quali essi confidavano i loro sentimenti alla natura. Si parla raramente di affetti, ma l'amore per la natura era costante ed era sempre facile comporre una poesia che descrivesse uno scenario naturale. I poeti non trattano quasi mai nei loro tanka di politica e di problemi sociali: il modo del tanka era considerato solo per argomenti d'amore.


Nel m. ci sono parecchie poesie scritte da donne e si può dire che ci sono stati ben pochi momenti in Oriente e Occidente nei quali le donne hanno partecipato in numero così elevato alla composizione di liriche. La cosiddetta letteratura femminile non balzò improvvisamente alla ribalta nel periodo Heian; già all'epoca del m. le donne ebbero un ruolo determinante nello sviluppo della lett. autoctona. Originariamente la femminilità fu un ideale, ma più tardi, sotto l'influsso della cultura straniera, si pose molta più enfasi sulla mascolinità.

I poemi d'amore del m. differiscono sia dalle antiche ballate sia delle coeve poesie sorte in provincia, per due fattori: da una parte la sensibilità alla corrispondenza totale tra amore e paesaggio, e dall'altra l'approccio diretto alle passioni e l'attenzione alle sottili sfumature psicologiche del gioco amoroso. Il rapporto uomo-donna che costituiva il fulcro della vita affettiva dei poeti del m. veniva espressa con i somonka (poesie di sentimenti) e con i banka (elegie).

-elegia ufficiale (pubblica. Composta per la morte di un imperatore)

-elegia in memoria del marito o moglie defunti    (privata)

-elegia per onorare uno sconosciuto    (privata)

-elegia scritta da condannati prima dell'esecuzione

-elegia in lamento della morte di qualche eroe leggendario

Le elegie del m. sono da considerare delle appendici alle poesie d'amore.


Le caratteristiche trovate nelle elegie di hitomaro si ritrovano in tutto il m. : il coniuge rimasto solo e che rivive la vita trascorsa insieme al defunto, il dolore di chi resta e la mancanza di accenni allo stato della persona dopo la morte (l'altro mondo).




Yamanoue no okura fu uno dei poeti più creativi e originali del gruppo del kyushu. Aveva studiato a fondo composizione cinese durante il suo soggiorno in Cina e fu profondamente influenzato da confucianesimo e buddismo; questo è dimostrato dai suoi poemi, ma non era capace di credervi. Trattò temi trascurati dai suoi coevi: i bambini e la moglie, le miserie della vecchiaia, le rughe, le notti senza una donna. Nessun altro poeta possiede la sua autoironia e senso di humor nero . Riesce a trattare questi argomenti grazie alla distanza intellettuale che riesce a mantenere tra se e quello di cui parla.




AZUMAUTA


(Poesie delle province orientali,fanno parte del man'yoshu)

Sono importanti queste 238 poesie anonime che per la maggior parte sono opera di gente comune. Dai vocaboli usati si deduce che gli autori non erano stati toccati dalla cultura continentale, nè dal Buddismo. L'argomento centrale della vita affettiva si identificava nel rapporto uomo-donna, infatti esse sono quasi tutte poesie d'amore. E' poco trattato l'argomento natura e in questo gli azumauta differiscono dalle coeve poesie di corte. In queste poesie ricorrono certi verbi che definiscono il rapporto uomo-donna: neru (coricarsi) e himotoku (spogliare). Sono sempre usati al presente e diretti ad una persona specifica, mancano però le particolari espressioni carnali e le descrizioni fisiche dell'anatomia femminile.


La gente comune rappresentata negli azumauta si distingueva dalla coeva aristocrazia di Nara dal fatto che essa rimaneva coinvolta in un mondo d'azione, mentre la società aristocratica tendeva verso una raffinata sensibilità.


Al confronto con gli originali cinesi, appare chiara la tendenza giapp. a isolare il particolare, ad entrare nello specifico tralasciando il generale, a trattare fatti concreti piuttosto che idee astratte.






Periodo   Heian 794/1185



KOKINSHU


(Raccolta di poesie antiche e moderne, 920).

E' la prima antologia imperiale di waka; è probabile che alcuni poemi fossero il risultato di utaawase, gare di waka durante le quali i poeti componevano su un tema prestabilito: le poesie venivano poi messe a confronto e giudicate per scegliere la migliore. Queste competizioni rappresentavano la definitiva integrazione dello waka nella cultura giapp.


Un terzo dei poemi sono di autore sconosciuto, ma dal vocabolario usato, ben pochi appartenevano alla provincia: il mondo del kokinshu era un microcosmo riservato all'aristocrazia di corte. L'estetica di questa opera dava molta importanza alle descrizioni della natura come poesie d'amore: il noto sentimento per le stagioni ha probabilmente qui la sua origine.


Quasi tutti i poeti del kokinshu erano intellettuali specialisti di waka a diverso livello, che prendevano parte agli utaawase e ad altri avvenimenti sociali durante i quali si componevano waka.


Ki no tsurayuki si può considerare il vero poeta rappresentativo del kokishu.


Iniziò così l'età dell'utamakura in cui prendeva espressione una tendenza tipicamente giapp. in cui l'interesse per il paesaggio non si focalizzava sulle bellezze del posto, ma sui nomi delle località che si riprendevano in continuazione negli waka.


Forse il tema più importante era ancora quello dell'amore: il verbo "amare" è sostituito da "contemplare le cose": in quest'opera c'è il passaggio dell'amore come atto fisico, all'amore come condizione dell'animo. E' posta più enfasi sul pensare all'amato che sul vederlo e dormirci assieme: appare la figura dell'amante nel sogno.


Nel kokinshu compare per la prima volta l'espressione di una complessa psicologia che vedeva la relazione tra passato e  presente.




NIHONRYOIKI


(Storie miracolose di bene premiato e di male punito in questa vita in giappone, 823).

E' opera di un monaco di Nara, kyokai. E' scritto in hentai kanbun, cinese ibrido. E' una raccolta di tre maki di storie strane e fantastiche, su modello cinese, che illustrano la teoria buddista di causa-effetto.


Il rapporto tra le storie e il Buddismo era troppo superficiale perchè il testo potesse essere d'aiuto ai monaci nel loro lavoro. E' probabile che il n. Sia stato compilato per offrire una collezione di spunti ai monaci per i loro sermoni pubblici. Nella maggioranza, le vicende fanno riferimento ai meriti di alcuni monaci o delle sacre scritture e narrano dell'infelicità dovuta a cattive azioni compiute. Il folclore popolare era molto lontano dalla dottrina Buddista, quindi l'attrattiva principale sta nella vivace e accurata descrizione dei dettagli.


Al confronto con gli originali cinesi, appare chiara la tendenza giapp. a isolare il particolare, ad entrare nello specifico tralasciando il generale, a trattare fatti concreti piuttosto che idee astratte.



TAKETORI MONOGATARI


E' notevole per il mondo immaginifico che descrive e per l'organizzazione del racconto.

E' scritto (attorno al 920) in un misto di ideogrammi e Kana e il lessico usato risente della letteratura continentale.

Alcuni studiosi hanno sottolineato certe particolari letture degli ideogrammi che suggeriscono una conoscenza della prosa classica cinese da parte dell' autore


Nessun monogatari posteriore presenta una struttura così compatta, una concisione narrativa e una drammaticità tali da reggere il confronto con il T.M. che risulta essere una rara eccezione all'interno della produzione letteraria giapponese.



ISE MONOGATARI


E' stato scritto nel950 ed è notevole per i raffinati cambiamenti di scena e per la psicologia della narrazione

E' costituito da 143 sezioni e tra di loro non esiste un vero ordine cronologico e l'ambientazione è molto varia: Kyoto, scene campestri anonime, e manca un unico protagonista che leghi tra di loro i brani; inoltre non c'è collegamento tra i diversi personaggi nelle varie sezioni


L'autore si è preoccupato solo di riunire brani diversi che lo interessavano, legati tra loro in quanto il tema centrale ruota intorno alle avventure amorose di Ariwara no Narihira . Le storie sono sempre molto brevi e descrivono circostanze diverse


E' probabile che l'autore abbia scritto prima le poesie e poi le introduzioni, ricavando lo stato d'animo dai versi stessi



UTSUBO MONOGATARI


Racconto di un albero cavo ( 960 ca)

E' un racconto di autore anonimo e con questa opera i giapponesi inventarono il romanzo lungo come forma letteraria.

La sua struttura si compone di una serie di sezioni indipendenti e manca di quella unità interna che avrà il Genji monogatari. Il suo filo conduttore sta nella musica magica del Koto e nell'abilità di chi lo suona


Il romanzo inizia con la scoperta in Cina di un Koto magico da parte di Toshikage che lo porta in Giappone dove è trasmesso di generazione in generazione nella sua famiglia. La seconda parte ricorda il Taketori monogatari: ci sono 16 pretendenti per la figlia del ministro della sinistra. Il romanzo termina con un miracolo operato dalla musica: il potere soprannaturale del Koto è legato al buddismo

Nell'opera non solo si attacca l'uso eccessivo dei titoli, ma c'è chiara l'idea che investire i propri beni è cosa migliore che dissiparli per uso personale.


C'è una forte contrapposizione tra vecchio e nuovo e tra idealismo e realismo. L'aspetto realistico è dato dalla banalità del quotidiano vissuto dall'aristocrazia. L'aspetto idealistico è dato dall'enfasi che l'autore pone sui valori artistici, morali ed estetici.


La duplice natura dell'Utsubo può essere vista come lo specchio delle due facce della cultura Heian: il contrasto sociale tra l'aristocrazia e la gente comune, e la contrapposizione tra il pensiero straniero e la visione del mondo autoctona


OCHIKUBO MONOGATARI


Storia di Ochikubo 980 ca

E' la storia di una ragazza (Ochikubo) trattata in modo crudele dalla matrigna; è narrato in terza persona con abbondante uso di dialoghi

Il racconto ha una trama ben organizzata e sviluppata e possiede una vera e propria struttura e senso logico. Alla base di questa struttura organizzata c'è il codice morale dell'autore che si manifesta nella idealizzazione della distinzione tra il Bene e il Male. Il male non ha qualità, il Bene non ha debolezze, il Male è punito e il Bene è premiato.


Questo racconto presenta una situazione anomala per la letteratura di corte del periodo Heian: la relazione monogama marito-moglie.


Questo genere descriveva in modo realistico la quotidianità dei protagonisti e i loro rapporti psicologici, senza far ricorso al fantastico e al soprannaturale

L'Ochikubo è il primo romanzo moderno giapponese; è un'ulteriore espressione del pensiero autoctono legato alla realtà del mondo.



GENJI MONOGATARI


Scritto nel 1001, è formato da 54 capitoli ed è il romanzo più lungo della storia letteraria giapponese


E' simile all'Utsubo monogatari in quanto contiene episodi legati tra loro da un filo tenue; a confronto con il protagonista dell'Utsubo, Nakatada, il principe Genji ha maggior risalto e da maggiore coesione alla storia. Nella storia di Genji non ci sono interventi soprannaturali: le cerimonie esoteriche buddiste sono descritte solo in quanto facevano parte della vita della società di corte Heian.


Genji è sempre visto come un uomo, è idealizzato da un punto di vista estetico per il suo talento nelle arti, per le sue attrattive come amante. Viene data particolare attenzione alla vita di ogni giorno e alla raffinatezza dei sentimenti.


Il corpo narrativo è formato dalle descrizioni oggettive dell'autrice, dalle parole e dai versi dei personaggi e dai loro sentimenti.


Un'altra caratteristica è un vocabolario ristretto e l'uso ripetuto di forme allusive: COSA, PERSONA, ecc. Questo stile pone l'accento sulle descrizioni dei rapporti psicologici tra i personaggi


Murasaki lo scrisse per il limitato numero di aristocratici e dame di corte che formavano il suo stesso mondo: quanto lei diceva doveva quindi risultare del tutto chiaro ai suoi lettori.


Lo sfondo filosofico del racconto è dato dal buddismo; si parla degli avanzamenti di carriera dei protagonisti e sono appena citate le lotte per il potere. Il buddismo appare sotto due aspetti: quello dell'efficacia delle cerimonie magico-esorcizzanti, e quello del desiderio di salvezza nell'aldilà. Il principe Genji è diviso tra questi due aspetti del buddismo: dopo la morte della moglie Murasaki, desiderò fortemente la vita nell'aldilà (cap 40 "minori"); Genji era quindi interessato all'altro mondo. Ma l'interesse per l'aldilà non era così forte da fargli dimenticare affari terreni come la sua posizione a corte.


Il Genji monogatari è unico nella sua consapevolezza del trascorrere del tempo; la percezione che la realtà del tempo è un qualcosa di inevitabile che rende relative tutte le attività ed emozioni dell'uomo. Nel caso della narrazione, è espressa la sensibilità ai cambiamenti delle quattro stagioni e molti fatti sono collegati ai mutamenti dell'animo umano provocati dal succedersi delle stagioni.


La verità sulla natura che il Genji monogatari ci svela, non è il destino, ma il passaggio del tempo




MAKURA NO SOSHI


Appunti del guanciale, scritto da Sei Shonagon nel 1020


La dottrina che informava le dame dell'aristocrazia era il buddismo jodo, anche se in questo diario i suoi insegnamenti e il buddismo in generale rientrano solo in un contesto sociale: questo dimostra che il buddismo dell'autrice era molto superficiale.


L'autrice sembra non stancarsi mai di descrivere insignificanti fatti avvenuti a corte


Non ci sono critiche alla società di corte del tempo, ma c'è un pronto elogio ai potenti


Si compone di brevi sezioni che includono 16 waka . L'autrice elenca una serie di "cose spiacevoli", "cose piacevoli", "cose che fanno ridere" ecc attraverso le quali ci offre una testimonianza realistica della vita di corte nel 10° secolo




TSUTSUMI CHUNAGON MONOGAT


Storia del consigliere di mezzo di Tsutsumi,  1055ca


E' un monogatari del tardo periodo Heian scritto da anonimo, composto da dieci racconti


I personaggi principali non hanno personalità, e sono pedine mosse dall'autore; questo produce effetti umoristici e fa si che molte delle storie risultino vicine alla parodia, come per esempio il racconto " la principessa che amava gli insetti"





EIGA MONOGATARI


Storia di splendori 1092 : è' un esempio di rekishi monogatari


E' scritto in kana e riporta in ordine cronologico le genealogie della famiglia imperiale e dei Fujiwara; tratta anche di festività annuali, di usi e costumi


Il protagonista assoluto è Fujiwara Michinaga e non c'è critica nei confronti dell'assolutismo del potere della sua casata


Nelle descrizioni delle cerimonie di corte, sembra che il buddismo sia ormai del tutto integrato nei costumi


Per la mancanza di approfondimenti del rapporto causa-effetto e per la mancanza di senso dello sviluppo storico, risulta inattendibile come fonte storica




KONJAKU MONOGATARI (Shu)


Scritto attorno all'anno 1120, parla della vita fuori dalla corte: sono menzionate quasi tutte le province che componevano il Giappone e sono citate tutte le categorie sociali


Il corpo del racconto comprende circa 1000 racconti divisi in tre parti: India, Cina, Giappone. Le tre parti sono classificate in modo da seguire il percorso storico del buddismo: Hanno inizio con racconti strettamente religiosi e mano a mano passano ad argomenti secolari


Per il gran numero di ideogrammi di cui è composta, si pensa che questa raccolta fosse destinata ad essere letta ad alta voce da monaci buddisti


Il compilatore raccolse materiale da fonti buddiste e non, e selezionò le storie più adatte ad essere lette ad un pubblico


Il buddismo del Konjaku appare basato sugli insegnamenti delle due grandi scuole del periodo Heian, Tendai e Shingon. Il buddismo è positivo piuttosto che negativo; si parla di più di ricompense per aver compiuto una buona azione, che non di malvagità punite.


La sfera sessuale era esplicita, non c'era tabù nel trattare scene di sesso. Quando si tratta del rapporto uomo-donna, l'interesse è diretto agli organi sessuali di chiunque si parli





HEICHU MONOGATARI


Storie su Heichu. Uta monogatari anonimo composto da 38 episodi





OKAGAMI


Yotsugi monogatari    Il grande specchio 1119


Riporta le genealogie della famiglia imperiale e dei Fujiwara e rispetto all'approccio cronologico presente nell'Eiga monogatari, ne preferisce uno biografico


Inizia con il resoconto dei regni di 14 imperatori ed ex-imperatori, seguito da quello di 20 ministri Fujiwara. Nella seconda parte emerge la figura di Michinaga: egli non è più visto come l'uomo di bell'aspetto e raffinato esteta come nell'Eiga monog. , ma come uno stratega capace di maneggiare bene le situazioni


L'opera è piena di ammirazione per il suo successo e fortuna, ma l'originalità del testo è data dalla descrizione attenta del suo lato violento e determinato




KAGERO NIKKI


Diario di un'effimera, 960 ca

La sua originalità sta nell'aver scoperto la psicologia del romanzo autobiografico. Tratta di una donna, figlia di un governatore di provincia e sposa a Fujiwara no Kaneie da cui ha un figlio.


Il Kagero nikki anticipa il romanzo psicologico; Murasaki doveva solo riunirlo con l'Utsubo in un solo romanzo: il Genji monogatari




MURASAKI SHIKIBU NIKKI


L'autrice aveva grandi conoscenze letterarie, anche per quanto riguarda il buddismo


Anche questo diario parla instancabilmente di insignificanti piccoli fatti avvenuti a corte


Murasaki riesce a mantenere una certa distanza intellettuale da coloro che la circondano, grazie alle dottrine della Terra Pura.


Ella possiede una grande conoscenza della natura umana e una raffinata capacità d'espressione: questo si nota nelle descrizioni di chi le sta intorno. L'autrice è molto attenta al lato umano dei personaggi che descrive e anche al passaggio delle stagioni




IZUMI SHIKIBU NIKKI


Diario di Izumi shikibu. Narra del suo matrimonio con Tachibana no Michisada e del suo amore per il principe Atsumichi





Periodo Kamakura 1185/1333


SHINKOKINSHU



Scritto nel 1205 da Teika Fujiwara

Il nuovo Kokinshu: antologia di 1978 waka selezionata; segue in generale lo schema del Kokinshu


Non c'è l'alto numero di poesie anonime che comparivano nel kokinshu in quanto la maggior parte degli autori sono contemporanei alla compilazione dell'antologia


Aveva inizio l'era della professionalità e della specializzazione. Non si può ancora parlare di individualismo in quanto i poeti non avevano come obbiettivo esternare il proprio io nelle loro opere.


Caratteristiche principali dello Shinkokinshu in generale e della poesia di Teika nello specifico sono i prestiti dai classici e il condensare significati complessi in poche parole e un uso frequente di Kakekotoba


Gli autori appartenevano alla nobiltà di corte ed erano membri dell'aristocrazia di Kyoto. Dei poeti più rappresentati, ben 11 erano donne


Molti degli intellettuali aristocratici dello shinkokinshu concordavano sulla difesa della cultura della corte di Heian, mentre altri assunsero un atteggiamento di rifiuto verso gli avvenimenti dei tempi


GUKANSHO


Note sulle opinioni di un ignorante, 1120

La prima opera di storiografia, scritta dal monaco Tendai Jien , nella quale enuncia il concetto di dori come principio regolatore della vita politica del paese. Jien sosteneva che le divinità avevano ideato un piano che avrebbe visto un membro della casata Kujo ( ramo dei Fujiwara), diventare shogun per il bene del paese.

Il dori, il principio che regola lo sviluppo della storia, secondo Jien è una presenza costante, senza la quale sarebbe impossibile capire i cambiamenti avvenuti nei vari periodi


Presenta le genealogie degli imperatori e dei ministri più importanti, e un resoconto della storia del Giappone dalle origini al 1219. Non è solo una cronologia di eventi: tenta infatti anche di spiegarli con delle cause


E' stato scritto in un misto di Kanji e Kana perché anche tra le persone colte non erano molti coloro che potevano gustare a pieno il cinese, e perché il giapponese gli permetteva una maggiore libertà di espressione



AZUMAKAGAMI


Specchio delle province orientali, 1180

E' un' opera storiografica in 52 maki. Copre gli anni relativi al bakufu di Minamoto no Yoritomo. E' la prima accurata descrizione della vita al di fuori della corte imperiale di Edo



MUMYOZOSHI



E' il primo esempio di critica della prosa , è stato scritto nel periodo che va tra l'anno 1196 e l'anno 1202. E' un lungo dialogo tra tre o quattro dame, narrato da una monaca 83enne che passò intere notti in loro compagnia.

E' stato suggerito che Fujiwara no Shunzei forse ha scritto il libro come un passatempo, così come Ki no Tsurayuki compose il TosaNikki.


Studi approfonditi del testo dicono che l'autore era una donna e apparteneva alla famiglia Mikohidari. La figlia di Shunzei è la maggior candidata che possiede entrambe le caratteristiche.


L'autore del M. prende come modello il 2° capitolo del Gengi Monogatari che è costituito dalla famosa discussione dei valori della donna, durante una notte di pioggia.


Nel M. il termine Kokoro è associato alla parola Aware che ha quasi i connotati di qualcosa di triste e commovente.

Secondo l'autrice quindi, la letteratura deve provvedere alla comunicazione, alla consolazione e a ricordi permanenti per gli anni futuri; deve essere basata su realismo e non su concetti e contenuti astratti come nella poesia.


HEIKE MONOGATARI


Storia degli Heike, 1220

E' il racconto in ordine cronologico dell'ascesa e della caduta della casata dei Taira (o Heike), dell'antagonismo con la corte di Heian e con i Minamoto, e della battaglia nella guerra Gempei, fino alla sconfitta ad opera di Yoritomo


I protagonisti o eroi principali sono tutti i capi guerrieri; non sono però idealizzati come nei monogatari del periodo Heian, vengono spesso criticati sia dal punto di vista morale che religioso

Il personaggio che più si avvicina all'ideale di eroe è Taira no Shigemori primogenito di Kiyomori. Gli si attribuisce anche la capacità di predire il futuro


L'Heike monogatari fa una distinzione tra i guerrieri delle province orientali ( che in battaglia non si preoccupano se genitori e figli vengono uccisi, ma passano sopra i loro corpi e continuano a combattere) e occidentali ( se i loro genitori muoiono, smettono di combattere per offrire loro una cerimonia buddista e tornano alla battaglia solo dopo il periodo di lutto. L'autore non solo descrive i guerrieri, ma esalta il mondo in cui vivono e questo perché l'aristocrazia stessa del periodo Kamakura ne condivideva alcuni elementi


Quello che l'Heike esprime nei confronti del destino dell'uomo incorpora la coscienza della caducità, gli insegnamenti della Terra Pura, il gusto raffinato di una ristretta cerchia; tutti quei valori cari all'intellettuale aristocratico del tardo periodo Heian



TSUREZUREGUSA



Ore d'ozio, 1330 Yoshida Kenko

Presenta una notevole varietà di argomenti: la sua originalità risiede nell'annotare "ogni quisquillia che mi passa per la mente" . Le quisquillie sono staccate l'una dall'altra, non hanno connessione tra loro e non c'è una progressione logica tra un brano e l'altro


Sono presenti affermazioni buddiste, ma i termini usati non sono proprio quelli di un buddista convinto. Questa sfiducia esprime una convinzione che è il risultato della propria esperienza, ma non giunge a dare positive conclusioni, in quanto distratto dai suoi piccoli pensieri


Quest'opera si lega al renga, la poesia a catena, in quanto Kenko esprime un intimo modo di vedere questo mondo



HOJOKI


Ricordi della mia capanna, 1212

Scritto in giapponese, attiene ai modelli di prosa cinesi della corte di Heian.

L'autore è Kamo no Chomei e scrisse quest'opera in una capanna sui monti nei dintorni di Kyoto.


Inizia con il descrivere le rovine della capitale, poi parla della crudeltà del cielo e della terra e del cuore umano, terminando con le gioie della vita in solitudine.

L'opera è molto accurata nella descrizione delle rovine, dei terremoti e delle epidemie; registra in modo molto realistico le scene nelle strade di Kyoto.


L'autore utilizza spesso l'immagine della casa per rappresentare la vanità dell'attaccamento alle cose terrene come può esserlo una casa.




Periodo   Muromachi 1333/1568



GOZAN BUNGAKU


Letteratura Gozan (5 montagne →5 templi). E' il corpus di prosa e poesia scritto dai monaci dei templi Gozan


La storia di questa letteratura si può dividere in 3 periodi:

1° 1300/1350 produzione di opere in prosa a carattere religioso

2° 1350/1400 diffusione di una raffinata prosa e poesia secolarizzata

3° 1400/1500 si completa questo processo e vengono scritti poemi di amore omosex


Questi tre periodi della letteratura Gozan furono percorsi anche dalla forte presenza del confucianesimo


Tra i maggiori  poeti, ZEKKAI CHUSHIN KOKAN SHIREN



TSUKUBASHU


E' un'antologia di renga composta da Nijo Nishimoto, ci sono rappresentati 400 poeti e la sua importanza nella storia del renga è fondamentale


Con questa opera i poeti di renga continuano ad accontentare il gusto dei nobili



OTOGIZOSHI


Sono 23 brevi racconti popolari, appartenenti alla letteratura orale pubblicati per la iscritto attorno al 1716 in una collezione chiamata Otogi Bunko: questi racconti erano preposti per la lettura orale

Sono intesi come le storie scritte con il proposito di divertimento e di supporto morale


I racconti sono corti e, essendo preposti come intrattenimento, il loro stile risulta convenzionale e ripetitivo, stazionario, senza sviluppo.

Si pensa che possano essere stati scritti sia per i nobili, sia per le comunità cittadine


Il valore letterario degli Otogizoshi va ricercato nel suo mondo colorato, nelle sue ricche fantasie, non complesse. Il mondo di fantasia coltivato durante le trasmissioni orali delle leggende si perde nella sua trascrizione per iscritto, ma si notano ugualmente le emozioni umane


MONOKUSA TARO  è l'unico tra i 23 che invita a non giudicare le persone dalla

apparenza perché essa inganna.


IZUMI SHIKIBU  è uno dei racconti più brevi, ma è ricco di motivi leggendari

radicati nel mondo medievale popolare

si parla dei famosi legami tra un monaco e una bella donna, del

clima religioso dell'epoca, dei luoghi sacri più influenti..

E' innegabile che nel medioevo non c'era critica nei confronti

della vita amorosa del clero; nella vita nomade l'abbandono dei

figli e l'accidentale incesto dovevano essere considerate cose

banali, tanto che l'autore non sentì il bisogno di commentarle


BUNSHO SHOSHI   la storia all'inizio intende celebrare la grande divinità di

Kashima che può rispondere alle preghiere delle coppie senza

figli e che con i suoi magici poteri dà prosperità alle industrie

lungo la costa di Kashima

Esprime le aspirazioni e il punto di vista della risorta classe

Medievale di gente comune e mercanti





ONZOSHI SHIMAWATARI    tipico della tradizione orale è il motivo del potere

magico del flauto: esso è sempre stato uno strumento

religioso soprattutto nello sciamanesimo dove era

usato per evocare le anime degli dèi.

In questo racconto ha la funzione di simbolo della

comunicazione tra Yoshitsune e gli altri: serve a

placare i mostri e a suscitare l'amore della principessa

L'odissea di Yoshitsune si caratterizza per l'assenza

di violenza e antagonismo; la funzione del racconto

sembra quella di voler avvicinare la gente alle

popolazioni sconosciute




JINNOSHOTOKI


Cronaca della diretta discendenza da dèi e sovrani

E' la storia del Giappone dagli inizi fino al 1350 scritta da Chikafusa

L'opera intende consacrare la supremazia del Giappone in quanto paese degli dei, e suggerisce regole di buon governo dove quello militare bu e quello civile bun devono coesistere pacificamente. Lo scopo dell'opera era di dare una base storica alla legittimità della "corte del sud" (YOSHINO)

E' un opera molto inferiore al Gukansho soprattutto per la mancanza di curiosità intellettuale nell'indagine sullo sviluppo storico; quest'opera esaltava gli imperatori come figli degli dei e idealizzava un governo imperiale diretto



RACCONTI DEL PERIODO MUROMACHI



RACCONTI DI ARISTOCRATICI sono tratti dalle novelle di Kamakura ed Heian

L'ideale Heian mononoaware è semplificato

in una stereotipa concezione dell'amore;

questo ha reso le storie d'amore meno libere e

più prefigurate di quelle del periodo Heian


RACCONTI RELIGIOSI sono storie omosessuali, racconti di risvegli religiosi e di

confessioni. Il contrasto nel trattamento del buddismo si

nota tra le rappresentazioni no che incorporano l'idea

buddista come conoscenza culturale e l'Otogizoshi che

la presenta come una normale pratica quotidiana


RACCONTI DI GUERRIERI   le principali fonti di storie di guerrieri sono le novelle

del periodo Kamakura. L'enfasi sale verso gli

individui coinvolti nelle leggende guerriere creando

una impressione di leggende di eroi: il più popolare è

Minamoto Yoshitsune


RACCONTI DI PAESI STRANIERI queste storie sembrano derivare da collezioni

preesistenti di leggende straniere e di folklore

come si nota nei capitoli sull'India e sulla

Cina nel Konjaku Monogatari


RACCONTI DI NON UMANI    l'uso del non umano come argomento permette la

possibilità di esagerare sulle storie folkloristiche e

di dare nuove forme alle leggende. Il nuovo tipo di

racconto che risulta si avvicina al tragicomico




GIKEIKI

Narra le imprese di Minamoto no Yoshitsune; è un Gunki monogatari.

Per la vita avventurosa e sfortunata e per non essersi mai piegato ad avversità e compromessi, Yoshitsune è stato idealizzato e sono nate su di lui numerose leggende facendone il più amato eroe perdente della storia del Giappone e facendolo diventare anche il protagonista di numerosi racconti e drammi teatrali.






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