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Torquato Tasso
Aminta
L'Aminta è una favola pastorale,in cinque atti e in versi polimetri (settenari e endecasillabi), condotta con la più rigida unità di tempo e di luogo;fu rappresentata davanti alla corte estense,nell'amena isoletta del Belvedere sul Po,nel 1573.
Coro dell'atto I 747j97h
Parafrasi del testo
O come è bella l'età dell'oro,
non tanto perché nei corsi dei fiumi scorreva il latte
o dagli alberi trasudasse il miele
e non perché i loro frutti,venivano raccolti,
senza l'uso della agricoltura
e i serpenti strisciavano senza aggressività o privi di veleno
non perché il foschìo delle nuvole coprisse il sole
e la primavera era eterna
mentre ora si alterna fra la calura estiva e il gelo invernale
così il cielo sempre sereno sembrava che ridesse della luce primaverile
né, perché il pellegrino dalle navi portava in lidi lontani guerra o mercanzie
ma solo per quel puro nome convenzionale,divinità
presa come modello d'errore e d'inganno
quello che in seguito dal popolo ignorante
fu chiamato Onore
che l'umanità lo rese tiranno
e non si preoccupava nel suo interesse
delle fusioni amorose di quelle anime abituate,
alla legge aurea e felice che natura impose:
"Se piace è lecito"
Allora tra i fiori e le ninfe
avvenivano le dolci carole dell'amore
e gli Amoretti senza archi o fiaccole
sedevano in mezzo agli uomini e le donne
e essi mischiavano alle parole
versi e sussurri, e dopo le parole venivano i baci
lunghi appassionati e prolungati
le ragazze nude che
scoprivano la loro pelle rosa
che ora tengono coperte dai vestiti
e le forme del seno giovane e immature come le mele
e spesso si vede,a una fonte o a un ruscello
l'amante scherzar con la sua ragazza
tu all'inizio,onore,nascondesti
le bellezze del corpo
negando la soddisfazione al desiderio d'amore
tu ai ai bellissimi occhi insegnasti
a stare prudentemente abbassati
e tenere le loro bellezze nascoste agli altri
tu raccogliesti in acconciature castigate
i capelli sciolti nel vento
rendesti improntati al pudore.
Sottoponesti la conversazione e l'incedere ad un rigido codice
improntato
al ritegno
a all' artificio
è solo opera tua, o Onore,
se quello che furono i doni d' Amore
sono diventati oggetto di desiderio da rubare
E sono tue l'imprese belle
mentre sono nostre le sofferenze e i pianti
ma tu,signore d'Amore e di Natura,
tu che hai soggiogato i re
che fai fra questi boschi
che la tua grandezza non possono capire?
Vattene,e turba i sogni
agli illustri e ai potenti:
noi pastori lontani dal lusso delle corti
chiedendo di poter vivere secondo i loro antichi costumi
amiamo finchè possiamo
che la vita umana si dilegua
amiamo finché possiamo
che la vita umana si dilegua.
Amiamo,che il sole tramonta e poi rinasce:
a noi la sua breve luce si nasconde,
e il sonno eterno come la notte giunge.
Analisi del Testo
La nostalgia dell'edonismo Rinascimentale.
Il tema centrale del coro è il rimpianto per la scomparsa dell'età dell'oro.
La prima strofa richiama tutti gli elementi che costituiscono l'immagine dell'età dell'oro ,quale è stata fissata dai poeti classici come Virgilio e Teocrito.
Ma il poeta mette in secondo piano le caratteristiche classiche valorizzando invece l'affermazione dell'istinto erotico,il trionfo del piacere dei sensi,senza divieti o vincoli morali. Infatti l'unica legge che vigeva nell'età dell'oro era ; "è lecito,ciò che piace".
Tasso è consapevole che questa epoca umana di piaceri naturali è finita da molto tempo e che la realtà è regolata da rigidi leggi che inibiscono le gioie e generano sofferenze e pene. Questa realtà è infatti immersa nel periodo della Controriforma,in cui la libertà viene soppressa dalla applicazione di leggi moralmente rigide.
Tasso comunque non parla mai nella sua opera,l' Aminta, di questa rigidità imposta dal periodo della Controriforma, che si trasmette nelle leggi etico-religioso che inibiscono la liberatoli pensiero del Tasso non sarebbe stato accettato in questo clima di censure e di inquisizioni.
Per il poeta è il principio dell'onore che ha indotto gli uomini ha perdere la primitiva innocenza e a vergognarsi de corpo, nascondendo la sua bellezza,impedendo lo spontaneo soddisfacimento del desiderio.
Il mondo pastorale e la corte. Il Tasso ,in questo coro, ritiene che l'età dell'oro sia finita a causa dell' Onore ,della sua nascita e della sua diffusione agli uomini.
L'Onore che il Tasso considera è quello creato nella seconda metà del Cinquecento ,dalla civiltà cortigiana, che costringeva la stessa a un sistema rigido e tassativo.
Tasso aveva un atteggiamento ambivalente nei confronti della corte :da un lato in essa il poeta proiettava il suo sogno eroico,l'aspirazione a una vita splendida e magnifica;
dall'altro provava una sofferenza profonda per le convinzioni artificiose, false, corrotte e soffocanti.
Questa sofferenza provocò un impulso di evasione dalla vita cortigiana, e la semplicità della vita naturale dell'età dell'oro fu lo spunto di questa fuga dalla realtà e quindi l'inizio della composizione dell'Aminta.
La letteratura Rinascimentale edonistica si basava sui temi della, caducità della giovinezza, su quello del carpe diem, Il cogliere l'attimo mentre fugge, e su quello della rosa.
Il Tasso continua questa tradizione letteraria ma utilizza un tono molto più malinconico che spegne inesorabilmente il breve fiorire di una illusione di vita e di gioia.
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