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Landolfo Rufolo ( dal Decameron, II, 4)

letteratura italiana




Landolfo Rufolo ( dal Decameron, II, 4)


Landolfo Rufolo era un mercante di Ravello, una piccola cittadina sulla costa amalfitana. Benché ricchissimo, egli desiderava raddoppiare i suoi averi, per questo motivo acquistò una grande nave mer 939d31j cantile, in cui caricò varie merci da rivendere a Cipri. Arrivato a destinazione, si accorse di non aver tenuto conto della concorrenza, per cui fu obbligato a rivendere le sue mercanzie ad un prezzo estremamente basso, ritrovandosi in miseria. Essendo partito con lo scopo di raddoppiare la sua ricchezza, Landolfo, non volle tornare in patria da mendicante. Decise, allora, di vendere la sua nave per acquistarne una più piccola, ma agile e veloce, adatta alla pirateria. Incominciò a saccheggiare navi, soprattutto arabe, e nel giro di un anno arrivò ad accumulare averi di gran lunga superiori alle sue aspettative iniziali. Soddisfatto del guadagno, preferì far ritorno a casa.Ormai nei pressi dell'arcipelago dell'Egeo, si scatenò una tempesta, alla quale l'imbarcazione non potè resistere.Così, non gli restò che approdare su un'isola ed aspettare che il vento si placasse. Da lì a poco, trovarono riparo nella stessa isola due navi mercantili genovesi. I mercanti capirono immediatamente chi fosse Landolfo e quanto fosse ricco; passarono, quindi, all'attacco dell'imbarcazione saccheggiandola e facendolo prigioniero. Il dì seguente, il tempo migliorò e le navi genovesi proseguirono il loro viaggio, ma verso sera tornò la tempesta, sorprendendole nuovamente. L'imbarcazione, in cui era tenuto prigioniero Landolfo, si arenò violentemente su una secca, proprio come una bottiglia di vetro,si frantuma quando viene sbattuta contro un muro, la nave affondò. Landolfo fu obbligato ad aggrapparsi ad una trave,come il resto dell'equipaggio che non sapeva nuotare, che lo tenne a galla tutta la notte. Spuntato il sole, vide vicino a sè una grande cassa, che, mossa dal mare, si spinse contro l'asse su cui stava, facendolo finire sott'acqua. Riuscito a tornare a galla, vide la tavola di legno allontanarsi e non potendo fare altro, si aggrappò alla cassa, che lo aveva fatto cadere. Vi rimase attaccato un giorno e una notte, fino a quando la mattina seguente, si ritrovò vicino alla spiaggia dell'isola di Corfù, dove una giovane donna lo vide e lo trascinò a stento a riva. Accortasi delle sue condizioni,lo ospitò in casa, portando lui e la cassa con le poche forze che aveva, lo rimise in sesto, lo lavò, scaldò e gli diede da mangiare. Dopo qualche giorno Landolfo recuperò le forze e poco prima della sua partenza per il ritorno a casa, la buona donna gli restituì la cassa che lo aveva salvato in mare. Decise di lasciarla alla donna come ringraziamento, ma poichè ella non era in casa ,la aprì per vedere cosa ci fosse al suo interno.Quando l'aprì ,fu stupito dalla visione di un'enorme quantità di pietre preziose.Preso un sacco di tela e lo riempì con le stesse, lasciò la cassa nella casa della donna e ripartì. Di porto in porto, arrivò fino a Trani, dove incontrò dei concittadini, che, per carità, lo rivestirono e gli donarono un cavallo, con il quale fece ritorno nella sua città natale.Tornato a Ravello smerciò le pietre e ne ricavò il doppio della somma con il quale era partito. Mandò una gran parte di denaro alla donna che lo aveva aiutato dopo il naufragio, e ai concittadini che lo avevano aiutato nel ritorno a casa.Capita la lezione, abbandonò il commercio per potersi finalmente godere il tanto agognato denaro senza più desiderarne dell'altro.




Ferrari, Simanella, Casco.







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