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LETTERATURA ITALIANA - L'ITALIA POSTUNITARIA, LA SCAPIGLIATURA E IL NATURALISMO

letteratura italiana



LETTERATURA ITALIANA

L'ITALIA POSTUNITARIA,

LA SCAPIGLIATURA E IL NATURALISMO



IL CONTESTO


L'Italia diventa unita ma rimane comunque uno Stato accentratore. E' un paese arretrato economicamente, dove la destra storica, allora al governo, punta sull'agricoltura, applicando quindi tariffe doganali basse per favorire la vendita dei prodotti. Questo però porta a disagi per le industrie, soprattutto nel meridione, dove l'agricoltura è 222i85c ancora più arretrata e dove permangono i latifondi.



Quando la sinistra storica sale al potere, decide che l'Italia si sviluppi e attua l'imposizione di dazi doganali. Il Sud rimane sempre piuttosto arretrato e le differenze fra Nord e Sud si accentuano.

Il ceto aristocratico rimane al centro dell'attenzione: una prova è il fatto che nei romanzi solitamente è lui che fa da protagonista. La classe borghese sta cominciando a crescere (con i proprietari delle industrie e con i funzionari statali). La classe media, ovvero quella dei piccoli proprietari (artigiani e commercianti), comincia invece ad entrare in crisi. Da questa classe deriva comunque la maggior parte degli intellettuali. Si accentua così il conflitto di questi con la società, ma soprattutto con la classe borghese in rapida ascesa. La massa dei contadini vive in condizioni di vita precarie per la pressione fiscale ma anche per la leva militare (che porta via manodopera dalle campagne). In essa si moltiplicano le malattie e cresce il numero degli analfabeti.

Gli intellettuali, davanti al progresso, si comportano sostanzialmente in tre modi:

- esaltano il progresso con un atteggiamento positivista;

- oppongono un rifiuto "romantico" di tutta la società considerata degenere;

- si mantengono su posizioni neutre, come Verga, il quale analizza la società e la conosce senza però esprimere opinioni. C'è poi chi, come Carducci, che da un lato ha fiducia nel progresso mentre dall'altro prova disgusto per la modernità, rifugiandosi nel passato (recupera il classicismo e le sue forme) ed esaltando il Medioevo; egli si dimostra comunque polemico nei confronti della sua società. Ci sono poi gli scapigliati (i cosiddetti poeti del vero), i quali esaltano la modernità ma tendono anche a vivere emarginati dalla società, opponendole un netto rifiuto.

In questo periodo abbiamo tre differenti correnti di pensiero: il verismo, il Romanticismo e il Positivismo (ovvero la cieca fiducia nel progresso umano).

Gli intellettuali umanisti, che scrivono solo per fare letteratura, si sentono emarginati e trattati come merce; essi infatti non sono apprezzati nell'ambiente industriale e mantengono perciò un atteggiamento di rifiuto, di sconfitta e di afflizione. Perdono il loro ruolo politico e c'è chi, come ad esempio Verga, continua a scrivere quello che gli piace senza preoccuparsi del progresso. In Italia:

- il 20% degli intellettuali sono nobili e possidenti e possono quindi permettersi di vivere di sola letteratura (come ad esempio Manzoni);

- il 70% degli intellettuali fa anche altre attività per vivere (come ad esempio Carducci e Pascoli);

- il 10% lavora presso le case editrici.

Il genere letterario più diffuso è il romanzo, perchè:

- è l'espressione della società borghese;

- risponde alle esigenze del pubblico;

- si presta a far conoscere la realtà nei suoi molteplici aspetti.

Si sviluppa così il romanzo naturalista e realista, il quale descrive quindi la realtà e i suoi meccanismi. Esso si sviluppa in particolare ad opera di questi autori:

- Balzac, con la commedia umana;

- Zolà, col ciclo dei Rougon-Macquart;

- Dickens, meno crudo di Zolà nel raffigurare la realtà;

- Dostoevskij e Tolstoij, romanzieri russi;

- Flaubert, con Madame Bovary, nella quale usa la tecnica dell'impersonalità, secondo la quale l'autore non deve emergere.

Si diffonde però anche la narrativa fantastica e horror, caratteristica del romanzo nordico mentre decade invece il romanzo storico. Dal '70 in poi si diffonde però il verismo, nel quale l'autore si limita a raccontare la storia dei personaggi e in cui la focalizzazione è interna. Alla fine dell'Ottocento il verismo lascia il posto e, in un certo senso, si trasforma in romanzo psicologico. Si sviluppa anche il romanzo d'appendice, ovvero i romanzi pubblicati a puntate alla fine dei giornali.

Ecco alcuni esempi di romanzi:

- Eugenio Sue con I misteri di Parigi, romanzo d'avventura e d'intrigo;

- Il conte di Montecristo, dalla trama avvincente;

- i romanzi per bambini, come Cuore di De Amicis.

La lirica, a parte quella di Carducci, subisce invece una fase di declino. Nel 1861 sono pochi coloro che sanno leggere e scrivere (gli analfabeti sono presenti soprattutto al Sud) e tra questi pochi (il 2%) sanno un italiano corretto; poche persone sanno quindi comunicare correttamente tra loro e quindi usare una lingua di uso comune comprensibile a tutti (una proposta fatta a suo tempo da Manzoni e accettata solo in seguito). La scuola elementare non è ancora obbligatoria, ma lo diventerà presto con la legge Coppino; spesso però i comuni non hanno soldi per pagare le spese legate all'istruzione.

I fattori che contribuiscono alla diffusione dell'italiano, ovvero della lingua comune, sono:

- il servizio militare;

- l'abbattimento o l'assenza di barriere doganali;

- la crescita della burocrazia;

- l'emigrazione, in cui la lingua risulta evidentemente necessaria per comunicare;

- lo sviluppo dei mezzi di comunicazione.

Col risultato che anche la lingua letteraria comincia a modificarsi e a cambiare.



LA SCAPIGLIATURA

La Scapigliatura non è un vero e proprio movimento letterario, ma un gruppo di scrittori che, tra il 1860 e il 1870, tra Milano, Torino e Genova, si sono accomunati per affrontare assieme la contestazione verso la borghesia ottusa; questi scrittori sono insofferenti al mondo contemporaneo. Il primo ad usare il termine Scapigliatura è Carlo Arrighi, ne La Scapigliatura e il 6 gennaio.

Gli scapigliati si dividono in due tendenze di fondo:

- alcuni rifiutano il mondo contemporaneo, contestandolo;

- altri si rendono conto che il mondo è fatto così e quindi scrivono e descrivono il vero.

I modelli da cui questi scrittori si ispirano sono innanzitutto i bohemien francesi, in particolare Baudelaire (che parlava di disgusto esistenziale).

Gli scapigliati sono importanti perché mettono l'Italia in contatto con le nuove "avanguardie" della letteratura europea, introducendo in Italia il Naturalismo e il Romanticismo. Spianano la strada, in un certo senso, anche al decadentismo: sentono un forte sentimento d'angoscia ma non riescono ad andare fino in fondo.

In questo periodo l'Italia assiste all'inizio della mescolanza tra le varie arti (pittura, musica e scrittura).



IL NATURALISMO

Il Naturalismo è una corrente letteraria che comincia a svilupparsi dapprima in Francia e a partire dalla metà dell'Ottocento (verso gli anni ì70), che trae spunto e parte principalmente dal Positivismo. Il Positivismo è infatti il retroterra culturale del Naturalismo, poiché si occupa dei fatti dimostrabili scientificamente. In Italia il Naturalismo è introdotto dagli scapigliati.

Prima del Naturalismo c'era l'esigenza di un'arte più attenta alla realtà contemporanea, alle dinamiche e ai conflitti della società, che accentuasse cioè il suo carattere di studio del reale, di una realtà non più dimensione fantastica e negativa come  lo era per i romantici. C'è quindi un maggior interesse per la realtà oggettiva, stimolato dai traguardi delle scoperte scientifiche.

Il fondamentale teorico del Naturalismo è Hyppolite Taine, il quale concepisce una visione materialistica e deterministica della realtà, secondo la quale anche i fenomeni spirituali, i pensieri e le passioni sono fatti che possono essere studiati scientificamente; essi sono inoltre prodotti dalla fisiologia e dipendono dall'ereditarietà e dall'ambiente. La letteratura, ma soprattutto il romanzo, serve, per Hyppolite, a conoscere l'uomo e ad esaminare le degenerazioni della natura e diventa quindi storia contemporanea. Egli prende, in questo senso, come esempi e modelli Flaubert e Balzac.

Alcuni eloquenti esempi di questo nuovo tipo di letteratura li troviamo comunque nelle opere di importanti autori che sono riconducibili a questa corrente letteraria.

- Flaubert. Nel suo romanzo più importante ("Madame Bovary") il narratore si eclissa e vede tutto con gli occhi e con la prospettiva del protagonista, pur descrivendo la vicenda e lo svolgersi degli eventi-intrighi in terza persona, senza però fare commenti. Ne scaturisce una visione ambigua di Emma, la quale si costruisce dei sogni leggendo libri: essa è senz'altro un'isolata dalla vita reale, quella che lei vorrebbe tanto avere. Emma Bovary si sente come una vittima della società, e per questo si rinchiude nei suoi sogni, nelle sue speranze e nelle fantasticherie, tutte cose la maggior parte fatte davanti ad una finestra (come Leopardi), la quale rappresenta il confine tra sogno e realtà, ovvero tra la tanto sognata vita mondana in città e la triste e banale realtà che è costretta a vivere ogni giorno in campagna. Flaubert da un lato è attirato dal Romanticismo ma dall'altro lo respinge; egli ha cercato di eliminare dalla sua opera alcuni elementi del Romanticismo che gli danno fastidio, lasciando quelli che lo affascinano.

- I fratelli Goncourt. Si occupano della situazione delle classi inferiori portando come esempio la degradazione psicologica e morale di una serva. Questi prima di scrivere si documentano, al fine di riprodurre fedelmente la vita di queste classi.

- Zolà. Scrive nel 1880 il cosiddetto "romanzo sperimentale": egli afferma che il metodo scientifico, prima applicato agli esseri inanimati e poi ai viventi, è ora da applicare anche alla letteratura. Prendendo inoltre un carattere e inserendolo in un determinato ambiente, egli vede come il tutto evolve, proponendosi di trovare così le leggi che regolano i processi della natura e quelli della mente umana, al fine di controllare e migliorare in questo modo l'uomo stesso e la sua vita. Alla base del Naturalismo c'è comunque la convinzione e la fiducia nel miglioramento umano, il quale è realmente possibile. Ne La storia naturale e sociale di una famiglia nel secondo impero egli tratta ogni personaggio a seconda del diverso ambiente in cui vive. Zolà si propone e si impone infatti come uno scienziato impassibile che si limita solamente a studiare e descrivere i processi della realtà, anche se:

- opera una polemica contro l'ottusità della classe dominante, e quindi contro la corruzione;

- evidenzia gli sforzi a cui sono sottoposte le classi umili;

- la posizione di scienziato gli permette di non idealizzare queste classi ma semplicemente di descriverne i fatti, le condizioni di vita e i personaggi;

- in fondo è romantico: ricorre infatti al simbolismo, alle descrizioni particolareggiate piene d'ebbrezza sensuale e al vitalismo panico nel raffigurare una natura che sembra soffocare l'uomo.

Zolà avrà inoltre fortuna, anche perché riesce, scrivendo e pubblicando in seguito le sue opere, a vivere - una cosa che non molti letterati del tempo riescono e fare.

Il Naturalismo si diffonde in Italia con la Scapigliatura e l'autore più diffuso è Zolà, presentato da Felice Camerone come un realista.




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