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LETTERATURA ITALIANA: Dante 1265-1321 - Petrarca 1304-1374 - Boccaccio 1313-1375

letteratura italiana




LETTERATURA ITALIANA


Dante 1265-1321

Petrarca 1304-1374

Boccaccio 1313-1375


DANTE

Dante e Petrarca sono accomunati dall'esilio; Dante che era rettore a Firenze era stato esiliato per motivi politici mentre per Petrarca l'esilio incomincia sin dalla nascita (Arezzo) a causa dell'esilio di suo padre che lo porta a Carpentras (provenza) .

Dante durante il suo esilio non ha vita semplice poiché è costretto a chiedere ospitalità in continuazione; Petrarca invece fu più fortunato da questo punto di vista, egli infatti venne ospitato a Roma dal re di Napoli Roberto D'Angiò.

Comune ai due autori è il desiderio di venire considerati dei poeti desiderio che però solo Petrarca riesce a realizzare Dante infatti non otterrà mai la licenza di poeta.

Petrarca non prova ne simpatia ne odio per il poeta a lui contemporaneo si sente però ad esso vicino a causa dell' esilio che accomuna Dante al padre e si rammarica di non aver mai la letto la commedia in una delle lettere FAMILIARES (21-15).

Petrarca diffuse le sue opere attraverso gli amici, tra i quali spiccava colui che si riteneva suo discepolo e ammiratore ma che al contempo era anche ammiratore di Dante: Boccaccio.

Boccaccio infatti copiò a più riprese la Com(m)edia (copiò e non stampò perché la stampa nacque nel 1470 in Germania a Gutenberg).



L'opera di Dante va chiamata commedia e non divina commedia perché tale aggettivo venne aggiunto postumo da Boccaccio.


Modi di scrittura:


Ms = manoscritto

CODICI

Mss = manoscritti


Commedia/ comedia/ comedìa/ comedia titulus

= m/ n


quello che venne scritto da Boccaccio era un Ms che apparteneva alla biblioteca TRIVULZIANO 1080 TRIV anno 1337.



BIBLIOTECHE


Trivulziano

Biblioteca nazionale Marciana    Venezia

Biblioteca del santo (con opere di Petrarca)    Padova

Biblioteca apostolica del Vaticano  Città del Vaticano

Biblioteca Laurenziana (Lorenzo de'Medici)

Nazionale centrale    Firenze

Riccardina


Le biblioteche si vennero a formare grazie a dei lasciti

Es: per quel che riguarda la Vaticana: monsignor Petrovengo, Duchi di Urbino, Cristina regina di Svezia ecc. ci sono quindi diversi fondi : reginense,latino, arcade, urbinate (ricchi di figure)

Da ricordare è l'accademia della crusca che si occupa del mantenimento della purezza della lingua italiana.


Esempio di manoscritto (vedi fotocopia)

Si può notare che nel 1337 il Ms presenta quella che viene chiamata : Carta iniziale del Ms

Essa costituisce una specie di copertina introduttiva di ogni sezione dell'opera (inferno, purgatorio, paradiso) e serve per dare importanza alla commedia.

Da notare è che Firenze città che ha esiliato il poeta è la stessa che si adopera per dare importanza alla commedia.


Ser Francesco di Ser Mardo (ser+ser padre e figlio sono dei notai) poiché lavorava per la cancelleria Fiorentina trasferisce la SCRITTURA CANCELLERESCA ad un libro volgare; ciò equivale ad un grande riconoscimento.

Egli scrisse il libro con un grande formato e a due colonne (una con miniatura iniziale l'altra senza).


Nel corso dei secoli Dante ha goduto di alterna fortuna soprattutto a causa della concorrenza di Petrarca, i Mss testimoniano che nell '300 Dante godette di un periodo fortunato.

In questo periodo la borghesia riscopre l'importanza del teso dantesco e ognuno ne vuole possedere una copia (non vogliono un buon testo ma solo un testo da sfoggiare nelle occasioni e che fosse leggibile) Ser Francesco di Ser Mardo mise su uno SCRIPTORIUM (copisteria) dove c'erano dei copisti/ amanuensi ai quali aveva insegnato un determinato tipo di scrittura affinché tutti i libri sembrassero stampati.

Tali libri vennero chiamati CODICI/DANTI DEL CENTO.


L'IMPORTANZA DI DANTE :


La Divina Commedia di Dante è un testo molto importante e ciò lo si può constatare anche dal fatto che essa venne ricopiata diverse volte da diversi autori.

Codice Vaticano Latino 3199

 


Il codice Vaticano Latino 3199




Venne copiato da  Boccaccio tre volte (1350) :

 



Copiato dal Bembo (1500) riferendosi anche però al

codice Vaticano Latino 3197



 















Boccaccio manifesta attraverso la triplice copiatura del testo dantesco la sua stima e ammirazione per l'autore e oltre a ciò forma il CORPUS DANTESO (raccolta di opere dantesche chiamate anche SILLOGE o ANTOLOGIA) che contiene :

1) trattatello in laude di Dante (tratta della poesia dantesca in mod da farla capire)

2) ricopia la VITA NOVA (che contiene anche dei sonetti) si tratta di un PROSIMETRO ovvero contiene dei testi di prosa e altri in metrica (poesie).

3) poi riporta 15 canzoni (non sonetti perché la canzone era il genere nobile perché è più lunga e quindi esprime molti più concetti e usa i versi endecasillabi che sono più lunghi)

4) trascrive la commedia.



L'EDIZIONE CRITICA: ha la funzione di restituire il testo di un autore secondo la sua ultima volontà privandolo di tutti gli errori che si erano infiltrati con il passare del tempo a causa dei copisti e degli editori.

Questo processo viene fatto dai filologi.

Solo nel 2002 è uscita l'edizione critica de' "le rime di Dante" il filologo De Robertis ci ha lavorato per 40-45 anni circa.

Della Divina esistevano circa 800 diversi manoscritti dei quali 750 erano integri mentre 50 erano non completi.


I CANTARI: l'ottava è un componimento formato da 8 versi i primi 6 hanno una successione gli ultimi 2 un'altra.

1 A

2 B

3 A   RIMA ALTERNATA

4 B

5 A

6 B

7 C

8 C DISTICO FINALE IN RIMA BACIATA


L'ottava è un metro popolare , i cantari erano dei componimeti narrativi (raccontavano qualcosa) e venivano recitati nelle piazze delle città tra 1300 e 1400.

L'origine dell'ottava è piuttosto controversa esistono infatti due tesi, la prima sostiene che l'inventore sia stato Boccaccio, la seconda sostiene che sia stata inventata dai canterini.

I cantari in un primo tempo hanno avuto tradizione orale col passare del tempo però, e più precisamente nel 1400 hanno iniziato ad essere scritti; il cantare più famoso è l'Orlando (opere di Ariosto sono scritte in ottave).

Cantare deriva dal canto e coloro che recitavano e diramavano i cantari erano i canterini o giullari.

Il cantare poteva anche essere molto lungo esso veniva diviso in piccoli canti della durata di poche ore e veniva recitato nelle piazze per più giorni.

Il metro è quindi l'ottava.

La materia chanconne du jeste (canzone d' azione) esso è uno stile che arriva da nord della francia e narra le vicende dei paladini di Carlo Magno,.

Si trattano quindi di canzoni epiche/ cavalleresche alle quali bisogna però aggiungere la materia amorosa.

Nel Boiardo la materia si mescola in modo tale da creare un ciclo particolare.


Dante trovò una fortuna particolare a Verona (i signori erano gli scligeri chiamati anch della scala poiché nello stemma compariva l'immagine di una scala).

Questo perché oltre al fatto che Dante stesso nel suo periodo d'esilio sia abbia soggiornato per diverso tempo nella città di Verona i suoi due figli Pietro di Dante (Alighieri) e Iacopo di Dante (Alighieri) abbiano contribuito alla divulgazione del testo del padre.

Pietro si dedicò infatti alla stesura di un componimento in latino alla commedia; mentre Iacopo scrisse delle chiose (brevi annotazioni) ai canti 1-17 dell'inferno.

Queste due opere sono importantissime poiché Pietro e Iacopo sono state le persone più vicine a Dante e quindi la loro lettura critica dell'opera costituisce il testo più attendibile.


L'inferno venne di gran lunga più apprezzato dal popolo rispetto al resto della commedia, questo perché è privo di filosofia, i periodi sono più semplici ed i quadri più impressivi.


La Sestina è una poesi acomposta da 6 strofe di 6 versi (6 x 6 = 36) ciascuna con parole rima che compaiono in ordine rovesciato/retrogrado retrogradatio cruciata.

La sestina venne largamente usata nel medioevo nel canzoniere di Petrarca (rerum vulgarium fragmenta/ frammenti di cose volgari) viene anche usata la sestina solo che lui a differnza di Dante non usa lo stile del trobar clus ma uno stile più melodioso.

Il canzoniere è composto da 29 canzoni(metro x eccellenza del medioevo) + 9 sestine.

Le sestine quindi si può dire che hanno trovato il favore dei poeti del 300 italiano e del gruppo trovadorico di Arnaldo d'Aniello.



Divina Commedia

Paradiso XXV versi 1-9


Se mai continga continga che'l poema sacro

Al quale ha posto mano & cielo & terra,

si che m'ha fatto per più anni macro

vinca la crudeltà che fuor mi serra

del bello ovile ov'io dormì agnello

nimico ai lupi che li danno guerrà;

con altra voce omai, con altro vello

ritornerò poeta, e in sul fonte

del mio battesmo prenderò'l cappello.


in questo passo della divina commedia, passo precedente all'incontro con S. Giacomo di compostela il quale esaminerà Dante sulla sua fede, il, poeta non riece a trattenersi dall'esprimere il duo desiderio di tornare a Firenze ora che è adulto (con il vello cambiato ovvero con i capelli di colore diverso) e di venire incoronato poeta.


Se mai accadrà (continga latinismo Dante usa una parola dotta per dare maggior lustro alla sua opera) che il poema sacroal quale non solo Dante ha lavorato ma anche tutti gli elementi terreni & divini che unendosi hanno portato avanti la stesura di quest'opera, opera che lo ha fatto dimagrire e che quindi per la quale egli ha dovuto lavorare duramente poiché la stesura della stessa superava le forze di un "comune" poeta.

Se dovesse succedere che questo poema sacro vinca la crudeltà che tiene il poeta fuori da Firenze e lo faccia tornare laddove ha dormito bambino (agnello immagine biblica degli ovili, agnelli e lupi), dove ci sono coloro che lo tengono lontano e farsi così accettare da essi attraverso l'onore raggiunto con l'incoronazione come poeta.




ACCADEMIA DELLA CRIUSCA

Accademia sorta a Firenze nel '600, essa studia la lingua il suo obbiettivo era quello di proporre dei modelli linguistici.

Tutt'oggi essa si propone come accademia che compone delle edizioni critiche.

Essi sono studiosi di lessicologia e di filologia.

Tra '500 e '600 ci fu il suo periodo d'oro nel quale essa dettò le leggi alle quali dovevano uniformarsi gli studiosi ed i poeti.



DIVINA COMMEDIA

Parafarasi 5° canto





DAL FASCICOLO DI FOTOCOPIE


P.1  DA GIOVANNI VILLANI "NUOVA RONICA"

CHI FU IL POETA DANTE ALIGHIERI DI FIRENZE

Giovanni Villani anno della peste) naque a Firenze da una famiglia popolana.

Da giovane si dedicò all'attività mercantile la quale lo portò a contatto con le famiglie più importanti di Firenze tra cui i Peruzzi.

A causa del suo lavoro come mercante si trovò a dover maneggiare molto denaro e fu costretto a viaggiare molto, sia in italia sia all'estero; questa attività fece si che egli venne a contatto con le famiglie più rilevanti.

Egli acquisì cos' una buona conoscenza tecnica e ed economica che mise al servizio di Firenze,

divenne dapprima ufficiale della zecca, venne nominato per tre volte priore, divenne in seguito tesoriere.

Accusato di aver fatto i suoi interessi e di aver per questo truffato la società venne allontanato dalla vita economica.

Quest'allontanamento gli diede la possibilità di dedicarsi alla vita di storico; egli fu il primo storico oggetivo di Firenze e riportò notizie oggettive (certe) sulla vita di Dante benchè avesse un moderato interesse per i guelfi neri (Dante era della fazione opposta ovvero dei guelfi bianchi).

La sua oggettività e imparzialità si mostra attraverso lo stile scarno.

Nuova Cronica: composta nel 1300 (anno del giubileo ma probabilmente la data è inventata probabilmente un decennio dopo) è divisa in due parti la prima parte inizia con la torre di babele e riporta informazioni fino alla calata in italia di Carlo D'Anjò; la seconda descrive gli avvenimenti dal 1265 al 1348 è più realistica e meno inventata.

Il testo inizia descrivendo i funerali di Dante svoltisi nell'anno 1321 a Ravenna dove ricevette gli onori degni di un grande filosofo.

Prosegue poi informando il lettore dell'esilio di Dante causa dalla cacciata dei guelfi bianchi (dei quali il poeta faceva parte) ad opera di quelli neri.

Una volta cacciato Dante peregrinò (così si dice perché sicuramente non andò a bologna e a Parigi dove c'era stato prima della cacciata ma non dopo).

Dante viene descritto come un uomo molto colto, con una cultura paragonabile a quella dei chierici.

In esilio egli compose 20 canzoni d'amore (20 numero giusto per parlare d'amore).

Elenca poi diverse opere composte da Dante tra cui la commedia ed il convivio.

Dopo la rassegna delle opere Villani delinea un ritratto di Dante, il quale risulta essere una persona schiva e poco affabile.



P.3 GIOVANNI BOCCACCIO "TRATTATELLO IN LAUDE"

Questo trattatelo scritto da Boccaccio ce ne illustra l'intensa attività come dantista.

Esso venne scritto in modo fedele alle biografia redatte in epoca classica.

Il testo è in realtà parte dell'opera Vita di Dante che sarebbe la prima stesura del trattatello(esistono 3 stesure diverse).

Dapprima viene descritto l'aspetto fisico del poeta, poi vengono descritte le qualità morali ed intellettuali e la sua sobrietà di vita.

Il tutto viene raccontato tramite degli aneddoti, i quali possono essere ritenuti poco rilevanti perché sono molto probabilmente inventati.



P.13 LA PIAGA DELL'ESILIO (convivio)

Se non ci fosse stato l'esilio non ci sarebbe stata la Divina Commedia, infatti esso pose Dante a contatto con una realtà crudele.

Dante era un nobile decaduto.

Prima dell'esilio il poeta si era dedicato alla scrittura di poesia d'Amore, ma dopo la cacciata decide di scrivere delle pene e della sofferenza.

L'esilio diventa quindi tappa fondamentale della sua carriera di scrittore.

Il convivio è un trattato che vorrebbe avvicinare i non letterati (volgari = popolo) alla cultura, esso è composto da 14 canzoni (metro alto) corredate da commento per questo i copisti incapparono in molti errori.

Convivio deriva da cum + vivere ovvero vivere assieme Dante scrisse anche De Vulgare Eloquentia il quale è un trattato in latino.

Dante esprime il suo desiderio di tornare alla sua città, alla sua madre (città = madre/ovile).

Dante durante l'esilio non ha fissa dimora e tutti coloro che lo conoscevano lo vedo come deperito moralmente.



P.14 DALLE EPISTOLE "AD UN AMICO FIORENTINO"

Si tratta di un' epistola salvata da Boccaccio.

Le epistole di Dante ci sono state tramandate da pochissimi codici esse infatti non avevo trovato il favore del pubblico ma solo dei letterati (scritte in latino).

Boccaccia rinvenuta l'epistola decide di trascriverla per se stesso e per diletto su di un libretto (Zibaldone Laurenziano) sul quale annotava ammennicoli, tale libretto rimase poi nascosto per secoli.

La lettera è indirizzata ad un amico fiorentino il quale aveva invitato Dante a ritornare a Firenze sottoponendosi ad alcune condizioni.

Il poeta si rivolge all'amico dandogli del voi in segno di deferenza e di rispetto.

Erano in vigore a Firenze delle nuove leggi che permettevano agli esiliati il ritorno a casa previo pagamento di una tassa e previa assoluzione che veniva ottenuta solo facendo l'OBLATIO.

Oblatio significa che gli ex-esuli devono partire dal carcere vestiti con un saio ed una mitria e fare una processione fino al duomo dove sarebbero stati simbolicamente offerti al patrono di Firenze, S. Giovanni.

Dante si rifiuta di compiere tale cerimonia perché è innocente, ed inoltre essa è infamante.



P.15 GUIDO, I' VORREI

Il tema centrale è il sogno d'evadere dalla quotidianità esso è infatti un sonetto d'evasione dalla quotidianità di Firenze, l'elemento dominate è l'acqua, l'evasione porta i sei protagonisti lontano nei mari del nord quasi nell'oceano.

Dante si rivolge a Guido Cavalcanti, e usa il "tu" poiché sono amici, l'amicizia poi venne rotta e Dante lo mandò in esilio. Si può notare in questa opera lirica che Dante scrisse poesie che vennero dedicate a donne diversa da Beatrice chiamate anche opere "extra-vaganti"

Nella Francia del nord era nata la lingua "D'Oil".

La lingua "D'Oc" venne usata dagli scrittori provenzali prima e poi anche da quelli del "Dolce Stil Novo" che hanno copiato lingua, temi e struttura, i stil novisti erano un gruppo di amici fiorentini in questo sonetto si può però notare una presenza di influssi culturali meno canonici del solito c'è poco di stil novistico solamente il tema dell'amicizia e dell'Amore (che in questo caso però non è rivolto a Beatrice).

La lingua D'Oc si sviluppa inoltre in Catatonia (Barcellona).

Nacquero le canzoni, i sonetti in lingua D'Oc come Guido i'Vorrei cantavano di vari temi:

Amore, magia, evasione, sogno di esagerare.

In questo sonetto Dante si attribuisce un'innominata figura femminile che corrisponderebbe alla trentesima donna su sessanta più bella di Firenze.

Sirventese era il concorso che aveva decretato quali fossero le 60 donne più belle di Firenze.

Si tratta di un sonetto semplice dedicato alla trentesima donna del concorso.

Guido allocuzione , si rivolge direttamente

Tu vocativo indicatore di un'amicizia e non il distacco del voi

Vasello navigli/barca celebre forse quella di Tristano

Tristano e Isotta si innamorano grazie al filtro d'amore di un buon incantatore, ovvero mago Merlino.

Dante vorrebbe che il buon incantatore (Merlino) portasse i tre giovani e le tre donne sul naviglio.

Questo fa parte della chanconne du jeste che è un canto dolce d'amore, di magia e di morte.

In "de vulgari eloquentia" Dante evidenzia la divisione linguistica Francese e anche di tutta l'Europa per trovare quella che fosse la lingua volgare italiana più alta.


COSI' NEL MIO PARLAR

Si tratta di una petrosa, ovvero di un componimento in onore di Petra o Pietra.

Le petrose erano 4 componimenti di cui una sestina.

Arnaldo d'Aniello fu un rimatore che Dante pone nel 25° canto del purgatorio insieme con Guinizzelli, miglior poeta che aveva cantato nel modo migliore nella sua lingua ovvero con il metodo del trobar clus.

L'intento del poema è già dichiarato nel primo verso.

Questo componimento è composto da una serie di rime di tipo "aspro/duro/difficile" tipico del trobar clus di Arnaldo d'Aniello proveniente dalla provenza.

Trobar clus significa poetrare difficile con rime aspre e consonantiche e si contrappone al trobar leuche significa poetare in rime facili e vocaliche.

Il trobar clus trovò grande successo in Italia.

Le rime sono prima consonantiche liquide (segnalano l'angosciosità)e poi sibilanti (denotano la malvagità della donna).

Se le rime sono vocaliche sono allora anche scure (es rima vocalica suca: chiuda u).

AL POCO GIORNO E AL GRAN CERCHIO D'OMBRA

Si tratta di una sestina.

La Sestina è una poesi acomposta da 6 strofe di 6 versi (6 x 6 = 36) ciascuna con parole rima che compaiono in ordine rovesciato/retrogrado retrogradatio cruciata.

Viene così a formarsi una corazza di rime che il poeta pone a se stesso come una sfida, fa parte della retorica medievale.

Gli ultimi tre versi compongono il congedo ed in esso vengono assimilate tutte le parole-rima.


P.16 TENZONE CON FORESE DONATI

La tenzone è un genere letterario è letteratura delle origini e arriva dalla scuola siciliana.

È uno scambio di accuse tra Forese (amico di Dante) e Dante essa è quindi un tipo di letteratura comico-realista.

Nella tenzone le rime della proposta vengono riprese nella risposta .

Anche Petrarca ha scritto delle tenzoni, Antonio da Ferrara gli aveva mandato delle proposte alle quali Petrarca il quale nel codice autografico elimina le poesie degli altri rimatori e lascia solo le sue, le altre ci giungono dal codice degli abozzi (Vat Lat 3196).

In queste lettere Forese sembra non amare Nella (mai nominata abbreviazione di vedovella) egli infatti la lascia sempre sola a casa con il copertorio troppo corto (coperte = assenza del marito), Forese è sempre fuori a caccia .

Viene usata la tecnica del vituperium è uno scambio continuo di accuse.

Viene usata inoltre la stessa tecnica presente nelle petrose e nelle malebolge dell'inferno ovvero il botta e risposta.

E' presente una rima tra tristo e Cristo tale rima è quindi di impronta blasfema poiché mette in rima il nome di Cristo con cose che appartengono alla negatività, sembrerebbe quindi che quasi per ammenda Dante nella sua Divina Commedia faccia rimare il nome di Cristo solo con se stesso.



P.23 SACCHETTI "IL TRECENTONOVELLE"

Sacchetti: narratore moralista nato a Dugovni (Ragusa) 1332-1400 in Dalmazia.

Il padre era un mercante, Sacchetti lo fu a sua volta egli quindi viaggiò molto, si diede poi alla vita politica della città di Firenze ed in seguito divenne potestà della Toscana.

Dopo essersi dedicato alla vita politica si diede alla scrittura de "il trecentonovelle" delle quali però ce ne sono giunte solamente 228, essi sono brevi storie staccate le une dalle altre e con intenti moraleggianti.

Sono quindi dei quadretti di vita.

Novella CXIV: Dante viene descritto come un irascibile e soprattutto nei confronti di coloro che gli rovinano la Divina anzi il "SUO LIBRO".

Questo testo ci testimonia quindi la fortuna che ebbe l'opera di Dante presso il popolo (mentre le scritture a lato dei manoscritti ci segnalavano la fortuna presso i letterati), una volta nei Filò (stalle) infatti venivano racontate delle storie soprattutto Dante.

Dante in questa novella si imbatte prima in un fabbro poi in un asinaio.

Il senso della novella è che ogni autore è conscio dell'importanza della sua opera e non vuole che possa essere rovinata.

Novella CXXI: Dante è già morto. Atonia da Ferrara poeta minore del '300 e giocatore di dadi, era un poeta cortigiano, vizioso e peccatore che girovagava per le corti d'Italia del nord.

Egli fu inoltre a contatto con Petrarca. La scena si svolge in una chiesa a Ravenna davanti al sepolcro di Dante, il poeta vuole infatti togliere alcune candele dall'altare di Cristo poiché ne era ricco per porle sull'altare di Dante che ne era spoglio.

Benché Dante fosse stato esiliato esso viene considerato fiorentino.

Gli astanti sono scioccati dall'azione di mastro Antonio, viene quindi intentato un processo per eresia, mastro Antonio non si intimorisce davanti alla corte del tribunale e invece di smentire confessa tutto e adduce delle spiegazioni:

egli sostiene che Dio vede tutto e sa tutto, mentre Dante che invece è un uomo normale è riuscito a mettere in poesia tutto lo scibile; egli ha inoltre scritto delle cose meravigliose con un metro ed uno stile alto e ricercato mentre il Vangelo è scritto in modo semplice e anche se non lo fosse non ci sarebbe da meravigliarsi poiché egli sa tutto, inoltre il Vangelo è scritto in modo non raffinato e piuttosto grosso.

Il tono della novella è irriverente e sardonico.



P.27 1) S'A LEZZER DANTE.

Anche mastro Antonio era un esiliato egli dovette vagare per Padova, Bologna, Grecia, Provenza.

Si narra che egli fosse tanto indebitato a causa del vizio del gioco da possedere solamente una valigia, la quale fu costretto a vendere una volta giunto a Padova.

Questo è un sonetto irregolare caudato il cui schema è:

ABBA ABBA CDC DCD EE rima baciata .

Mastro Antonio usa inoltre delle parole non toscane (lezzer, scaloni, rasoni, zentile).

Egli fa una trasposizione di alcuni versi della divina commedia in modo centenario.

Trasposizione centenaria significa copiare senza camuffare , anzi con l'intento di far riconoscere il riferimento.

Copiatura di Dante da parte di un quasi poeta.

Purgatorio VI ( ogni sesto canto della Divina è di natura politica)

O Alberto todesco ch'abbandoni

costei ch'è fatta indomita & selvaggia,

e dovresti inforcar i suoi arcioni

giusto giudizio dalle stelle caggia

mastro Antonio scagiona Alberto todesco e accusa invece Carlo IV di Boemia colpendolo con un ìterzetto denigratorio (ingrato, avaro e vile)

2) SE DANTE PON CHE GIUSTIZIA DIVINA

in questo sonetto mastro Antonio dimostra la sua buona conoscenza della parte bassa dell'inferno dantesco; egliinfatti cita la caina, l'antenora e la tolomea (ovvero zona dei traditori poco sopra la fossa dei giganti) mentre sostituisce la giudecca con un nome di sua invenzione : la azza.

Azzo da Correggiano è il nome di colui che ha compiuto tanti peccati.

Lo stesso Azzo era invece molto stimato da Petrarca, questo infatti inviò lui una copia del suo canzoniere; anche Carlo IV di Boemia era molto stimato da Petrarca.



P.38 CANTARE "MORTE DI TRISTANO"

Il cantare: nel cantare prevale la paratassi (coordinazione)sull'ipotassi (subordinazione).

I cantari usano l'ottava rima.

La sintassi è semplice infatti prevale la paratassi.

Vengono continuamente ripetuti gli stessi versi e nomi per semplicizzare la memorizzazione del cantare al canterino.

Spesso c'è un uso sbagliato dei tempi verbali.

Il canterino è una persona non colta e per questo motivo non usa uno stile complicato.


PETRARCA

Nasce ad Arezzo (1304-1374) e vive la sua vita prevalentemente in Provenza ad Avignone, Carprentras & Montpellier.

Passò la sua vita in esilio a causa di suo padre il quale era stato esiliato da Firenze insieme a Dante, e visse presso la corte papale di Avignone insieme con il fratello Gerardo, studiò a Carpentras e poi si dedico agli studi di legge che si svolsero a Montpellier.

A Bologna continuò i suoi studi di legge.

Nel 1326 morì il padre, questo fatto segnò una svolta, Petrarca abbandonò gli studi giuridici e si diede alla carriera ecclesiastica.

Entrato ad Avignone prese gli ordini minori.

Petrarca compì diversi viaggi:

1326-37 periodo avignonese compie diversi viaggi al seguito del cardinale colonna (soprattutto Italia settentrionale, Parigi, Fiandre, Belgio dove ritrova le orazioni di Cicerone).

incontro con Laura

periodo di Val Chiusa, il fiume Sorga diventa il suo locus amenus (vegetazione fitta e cascate) esso pare a Petrarca un'antro infernale. Qui nacque la figlia di Petrarca ed egli iniziò la stesura del Secretum, stesura del Canzoniere.

incoronazione poetica da parte di Roberto D'Anjò

soggiorno in varie città: Napoli, Parma, Verona (1342-45)

Dopo il ritrovamento delle lettere ad Attoco di Cicerone egli era tanto interessato da scrivere la sua prima lettera a Cicerone che è per lui una persona morta con la quale si può colloquiare del mondo passato.

periodo di Val Chiusa

soggiorno in italia, viaggia per svariate città: Parma, Verona, Padova, Ferrara, Mantova, Roma, Firenze. (A Parma egli riceve la notizia della morte di Laura)

gli venne poi offerta una cattedra.

Inizia la raccolta delle familiares egli ha composto delle epistole a Livio, Virgilio & Quintiliano.

Il latino era per Petrarca una lingua naturale egli la considerava la lingua di tutti i giorni.

Una delle poche lettere non in latino è quella a Beccamugi.

Val Chiusa dove prosegue la composizione di alcune rime ovvero le "sine nomine" lettere senza nome dirette alla corte avignonese.

corte dei Visconti di Milano questo soggiorno fu però interrotto da alcuni viaggi a Venezia, Mantova fino a Praga. In questo periodo egli scrive i Trionfi.

soggiorno a Padova raccolta di epistole: SENILES (lettere senili).

soggiorno a Venezia, con l'aiuto del suo copista di fiducia: Giovanni Malpaghini egli si diede alla raccolta delle FAMILIARES.

Scritture del De Viris Illustris

Arquà composizione di 2 trionfi : trionfo del tempo, trionfo dell'eternità durante la quale stesura egli muore nella notte tra il 18 ed il 19 luglio.


Il Vaticano Latino 3196 è il codice degli abbozzi dove ai margini si possono notare delle postille.

Petrarca è un autore che ama parlare di se. Egli era divorato dal desiderio di rinomanza, fama e gloria.

Era cosciente già nel periodo giovanile di come le sue poesie fossero diverse da quelle degli altri.

Egli non voleva invecchiare.

Si considerava un'indolente, un pigro.

OPERE:

poetiche, storiche, morali, enciclopediche, lettere, invettive, orazioni (discorsi veri e propri).

Egli scriveva per se stesso, per i principi presso i quali soggiornava e per le repubbliche.

Egli conosceva papi, imperatori e signorotti poiché era un uomo di mondo; si chiedeva cosa questi pensassero di lui.

I suoi scritti erano accolti come elementi da elogiare.

Familiares XXIV libri

Seniles XVII libri

POSTERITATI

Il PETRARCHISMO= è un'imitazione di Petrarca, questo movimento letterario nasce da Petrarca stesso, egli infatti imitava il giovane Petrarca.


La MORTE è un pensiero fisso nella mente di Petrarca (FUGIT VITA), per questo non si ferma mai in un luogo.

Codice Vigilio Ambrosiano contiene opere di Virgilio, ricorda in una carta Giovanni, Laura e altri defunti. Esso è conservato alla Biblioteca Ambrosiana a Milano. E' scritto in latino (lingua quotidiana). Egli scrisse anche al riguardo della morte di Laura.


Morte di Laura:

( temi principali delle opere di Petrarca )

" Laurea, illustre per proprie virtù e per lungo tempo celebrata nei miei canti apparve la prima volta agli occhi miei sul principio della mia adolescenza, l'anno 1327, il 6 Aprile, nella chiesa di S. Chiara in Avignone di buon mattino; e nella stesso giorno 6, nella prima ora, l'anno 1348 quella luce fu tolta a questa luce, mentre io per caso mi trovavo a Verona, inconsapevole aime; del mio fato.

La notizia dolorosa mi raggiunse poi a Parma per lettera del mio amico Ludovico la mattina del 19 Maggio.

Quel corpo castissimo e bellissimo fu deposto nella chiesa dei frati minori nello stesso giorno della morte, a sera ma l'anima di lei, come dice Seneca dell'Africano, sono persuaso che è tornata in cielo donde era.

Questo per acerbo ricordo del fatto, con una certa amara dolcezza, mi è piaciuto scrivere principalmente qui, in questo volume che spesso torna sotto i miei occhi, appunto perché non v'abbia ad essere mai più cosa che mi piaccia in questa vita e, riguardando queste note assai spesso, e come la vita fugge e vola, io n'abbia l'ammonimento, essere ormai tempo d'uscire da questa Babilonia: cosa che con la grazia di Dio, sarà facile a chi ripensi fortemente e virilmente tutti gli affanni del tempo passato e le speranze vane e le riuscite inaspettate delle nostre imprese."


(Ludovico di kempen cantore che fu spesso interlocutore di Petrarca nelle Familiares dove viene soprannominato dal poeta Socrates egli è uno degli amici più cari e lavorò al servizio di Giovanni Colonna. Uno dei più importanti interlocutori delle Senili è invece Francesco Nelli).

Ci sono vari sonetti dove Petrarca nomina il "dì sesto di Aprile" ovvero il giorno della suo innamoramento.

Nasce l'amore il 6 Aprile 1327

Muore il 6 Aprile 1348

Il 6 Aprile è un giorno particolare esso infatti potrebbe essere uno dei giorni in cui è morto Cristo quindi la nascita dell'amore e la morte di Laura sono suggellate dalla sofferenza di Cristo.

E' probabilmente un FALSO S'AUTORE.


Vane speranze e van dolore sono parole che passano da un'opera all'altra per descrivere il destino dell'uomo e la sua visione pessimistica della vita.


Petrarca opera PROXIMIOR PERFECTIONI + vicino possibile alla perfezione, egli cerca di ottenere il meglio dalle sue opere. E per questo le rielabora e le modifica più e più volte.


WILKINS attraverso l'usa di raccolte di riferimento riconosce 9 forme diverse di lavorazione del canzoniere. Il Vat Lat 3195 contiene una ventina di carte ma un tempo dovevano essere molte di più e attraverso queste riconosce le 9 forme di lavorazione le quali incominciano nel 1338 e durano fino alla morte


IL LAVORO DI PETRARCA



1° raccolta di riferimento in cui Petrarca raccoglie 23 componimenti alcuni scritti prima dell'incontro con Laura 6Aprile 1327.

Petrarca quindi parte da un piccolo nucleo che man mano si allarga fino a quando egli decide di dividere il tutto in due parti.


FORME:



prima forma, egli seleziona ed ordina; la prima vera forma del canzoniere si ha in quest'anno Petrarca dei 23 componimenti ne sceglie solo 14, procede quindi ad una selezione e da loro una successione.

Questa prima forma si può trovare nel codice degli abbozzi (3196)



i componimenti sono passati da 14 a 150 l'opera prende la forma di un libro con un ordinamento ben preciso basato su criteri cronologici e tematici, inoltre Petrarca cerca un'alternanza tra le varie forme metriche.

I 150 componimenti risultano per la prima volta divisi in 2 parti:

la prima inizia col sonetto premiale: "voi che leggete in rime sparse.."

la seconda inizia con la canzone nr. 264 "i vo pensando ed il pensier m'assale".



viene chiamata forma pre-chigi o Correggio (Azzo da Coreggio)

la prima parte raccoglie 142 componimenti la seconda invece 29; essi sono tutti raccolti nel Vat Lat 3196.



anni in cui ci fu l'incontro tra Petrarca e Boccaccio.

Petrarca gli permise di copiare i componimenti (chigiano)che fin'ora aveva composto e per la prima volta compare un titolo:

Francisci Petrache de Florentia

Romanae nuper laureate

Fragmentorum liber

(libri di frammenti di F. Petrarca di Firenze da poco laureato a Roma sottolinea la sua fiorentinità)

questo libro era diviso in due parti:

la prima comprendeva 274 componimenti la seconda invece 41.



Vat Lat 3195 ovvero il codice autografo (della bella copia) essa fu copiata dall'unico copista che Petrarca abbia mai accettato: GIOVANNI MALPAGHINI.

Il titolo diventa quello definitivo: Rerum vulgarium fragmenta.

Per far sapere che l'opera è sua aggiunge anche il suo nome ed il fatto che è laureato (ci teneva).

Egli mette quindi la paternità e la laurea e diventa:

Farcisci Petrarche Laureati poete

Rerum Vulgariom Fragmenta.

Questa forma viene confezionata aggiungendo altri componimenti al Chigiano di Boccaccio.



Petrarca lavora nel Vat Lat 3195 e aggiunge poesie alla prima e alla seconda parte.



forma malatestiana ci sono pochissime aggiunte alla prima e alla seconda parte.



forma QUERNIANA (biblioteca Quercini di Brescia)

Petrarca lavorò per la nuova selezione e struttura dei rerum vulgarium fragmenta Petrarca si fa editore di se stesso (prima spediva le sue opere ora mette in circolazione quelli che sono dei supplementi alla raccolta dei malatesta la rende pubblica) aggiunge pochissimo.



coincide con l'attuale codice Vat Lat 3195 il copista Giovanni Malpaghini se n'era andato e Petrarca fu costretto a copiare da solo le sue rime ci lavorò dai primi del 1373 fino alla morte avvenuta nel luglio del 1374.

In questa forma egli aggiunge alcuni componimenti e riordina gli ultimi 31.

Si può considerare la raccolta un MACROTESTO mentre i singoli componimenti sono dei MICROTESTI.

Egli voleva riordinare, ristrutturare la raccolta delle sue poesie (l'ultima doveva essere però sempre e comunque la canzone alla Vergine)


La prima parte inizia sempre col sonetto premiale "voi ch'ascoltate.."

Il secondo inizia con "i vo pensando.." e finisce con "Vergine bella."

Il canzoniere parla quindi dell'io petrarchesco e termina con una invocazione alla Divinità.


PETRACA E DANTE SCRIVONO IN MODO DIVERSO


Dante plurilinguismo mescolanza di linguaggi latino provenzale, fiorentino parlato, parole tratte dalle realtà.

Petrarca unilinguismo monotonia del registro linguistico egli usa un fiorentino diverso da quello parlato di tipo trascendentale ovvero ripulito da qualsiasi risonanza/affinità col parlato scelta limitata


Es inferno XXIX vv.73-84


"io vidi due sedere a se poggiati UTILIZZO DI SUONI CACOFONICI E ASPRI

com'a scaldarsi poggia tegghia a tegghia.

Dal capo al piè di schianze maculati ripetizione dell'uso delle sibilanti

E non vidi giamai menare stregghia allitterazione della m

A ragazzo aspettato dal segnorso

Ne a colui che mal volentier vegghia allitterazione della v in Dante entrano voci popolari

Come ciascun menava spesso il morso

Del'unghie sopra se per la gran rabbia

Del pizzicor, che non ha più soccorso

E si traevan giù l'unghie la scabbia

Come coltel di scardova le scaglie

O d'altro pesce che più larghe l'abbia"


Essi sono paragoni che Petrarca non farebbe mai.

PIE' unica parola usata anche da Petrarca poiché lontana dal realismo egli la utilizza però accompagnata dall'aggettivo bel: il bel piè.



LE IMITAZIONI DI PETRARCA:

nel '400 De'Conti

nel '500 Bembo & Tullia d'Aragona

nel '600 Marino ed i Marinisti


MARINO ED I MARINISTI

MARINO viene dal sud italia si può quindi desumere come nel tempo si siano spostati i centri letterali e culturali nella penisola egli nacque nel 1569 a Napoli e morì nella stessa città nel 1625.

Egli trovò grande un grande favore anche all'estero e soprattutto in Francia.

La sua vita fu errabonda e connotata da molte difficoltà, egli fu più volte messo in prigione e coinvolto in truffe per le quali fu costretto a fuggire e a riparare a Roma o a Torino presso Carlo Emanale di Savoia, dove però a causa della gelosia Murtola tentò di ucciderlo.

In onore di Murtola, Marino compose dei versi ovvero la "Murtoleide" dov'è contenuta anche la sua dichiarazione di intenti poetici.

Il compito del poeta è secondo Marino quello di destare meraviglia e attirare l'attenzione su di se:


"E' del poeta il fin la meraviglia

(parlo dell'eccellente, non del goffo):  non gli interessa la gente da poco

chi non sa far stupir, vada a la striglia". cambi mestiere


i marinisti erano poeti attenti alla realtà di ogni giorno essi fecero entrare nella lirica e nella poesia in generale temi che erano stati dimenticati.

Es:

"l'immortale amaranto,

il pieghevole acanto,

la gentil mammoletta

l'innamorato giglio

il lieto fiordaliso

il leggiadro narciso

il biondo croco

il vezzoso giacinto

il molle papavero"


essi dimostrano così di conoscere il mondo della botanica poiché si rifanno a Petrarca si deve notare che ogni nome è preceduto da un aggettivo.

Descrivono un gioioso fiorito e screziato giardino.

E' una lirica scientifica = dimostrano particolare interesse per ciò che riguarda il cannocchiale (inventato in quel periodo) e gli ingrandimenti ad esso legati.


Fauna dei marinisti:

pagone (pavone), il petto rosso, il BACO DA SETA (imp in quel periodo è la seta x questo scrivono anche opere dedicate al telaio derivato dalle Fiandre, e dedicate alla produzione della seta), la zanzara, la tarma, la lucciola, il grillo, la formica.


Anche la figura della donna viene trattata dai marinisti in modo diverso da quello classico:

la bella frustata, la bella che assiste ad una esecuzione capitale.

Essi sono dei veri e propri quadretti manieristici tratti dalla vita quotidiana.

A volte le donne subiscono delle deformazioni:

la bella nana, la brutta ingioiellata, la bella balbuziente, la bella con gli occhiali.

A volte la donna cambia colore di capelli:

la bella coi capelli rossi

la donna nel suo ambiente quotidiano lavorativo:

la bella lavandaia, la bella filatrice di seta, la bella ricamatrice, la bella che si fa monaca

O nei suoi lavori fuori di casa:

la bella libraia, la bella rilegatrice di libri

O in campo sportivo:

la bella nuotatrice, la bella che assiste alle corse dei cavalli (luoghi che prima erano esclusi alle donne)

Da notare è la ripetizione dell'aggettivo bella tanto caro a Petrarca.


Mentre nelle letterature classiche troviamo i termini seno e cuore ad indicare il petto femminile in Marino troviamo: "dolce sentier tra mamma e mamma",

e ad imitazione troviamo nei marinisti : "due vivi scogli" e "vivi scogli delle due mammelle"

(i marinisti non usano termini intermedi essi dedicano le loro poesie direttamente alla mammelle)

il seno diventa uno dei temi delle loro opere come ad esempio si può notare nei titoli:

"Pulce sulle poppe di bella donna" &

"ad un pulice (pidocchio), pe cagion del quale si vide scoperto il seno a bella donna"

mentre la poesia di Petrarca è caratterizzata da similitudini le opere barocche sono invece caratterizzate da metafore e bisticci(giochi di parole)

come ad es:

"Selva m'ha fatto Amore

selva d'ombra e d'onore, ove s'in selva

Silvia, ch'è fera e selva

Silvia fera e crudel, selva è il tuo petto

Di ferita ricetto

E segno de'tuoi colpi aspri e mortal ripresa di Petrarca

Anco selva è il mio cuor, selva di strali."


Il gioco di parole è tra Silvia e selva.


L'ACCADEMIA DELL'ARCADIA

Quest'accademia ebbe inizio nel 1690 e finì nel 1796 con l'invasione francese.

L'epoca in cui si colloca fu un'epoca di razionalismo.

I miti erano: la ragione

La natura tutto è importante ed in opposizione tra ragione e sentimento

Il genere umano

La vita culturale di questo periodo si svolge nelle accademie.

L'arcadia aveva distribuito una serie di succursali chiamate COLONIE in tutta italia.

Molto importanti in questo periodo furono i salotti, essi erano i luoghi dove si poteva conversare e quindi si poteva fare cultura.

Molto importanti furono anche i giornali e le gazzette, nacque in questo periodo la gazzetta di Venezia.

Solo in toscana veniva parlato il toscano nelle altre regioni c'erano i dialetti, in Veneto ad esempio era utilizzato un dialetto illustre.

Nella lingua scritti gli scrittori del periodo mantengono una distinzione tra prosa e poesia.

Specializzati nella produzione di poesia furono gli autori dell'Arcadia, la loro era una reazione allo stile del '600 ed in particolare contro l'abuso delle metafore e di un linguaggio troppo ardito e fiorito.

C'è l'uso della perizia formale.

Per gli arcadici tutti erano poeti, i poeti amavano assumersi il titolo di pastori/pastorelle oppure di letterati.

Tutte le loro opere furono storiche, politiche o comunque miravano all'utilità sociale.


ALFIERI

Egli scrive della sua stessa vita.

Poiché è stato un grande viaggiatore decise di descrivere la sua vita, egli lesse Voltaire, Montesquieu, Shakespeare e fu membro dell'arcadia, egli era un protoromantico e aveva un gusto '700 per le autobiografie.

Lesse: memòries di Goldoni, memòries di Casanova e le confessioni di Rousseau.

La vita viene suddivisa da lui stesso nel suo racconto autobiografico in 4 periodi:

-puerizia

-adolescenza

-giovinezza

-virilità


i primi tre periodi forniscono un racconto di una vita turbinosa connotata da viaggi lunghissimi e da amori travolgenti.

L'ultimo periodo ci descrive il suo amore per la contessa d'Albany e l'interesse molto intenso per la lettura e lo studio letterario, egli rimase infine fedele alla contessa fino alla morte.


La descrizione del viaggio attraverso l'europa occupa molte pagine.

1860 viaggio per i paesi baltici fino a giungere in Russia.

Vittorio Alfieri usa un linguaggio particolare ricco di arcaismi.


ENDECASILLABO

In italiano i versi si divino in parisillabi ovvero che contengono un numero pari di sillabe ed in versi imparisillabi che contengono un numero dispari di sillabe (Dante de vulgari eloquentia parla male dei parisillabi ed esalta invece gli imparisillabi)

Per Dante l'endecasillabo è il verso migliore , il più bello, il più grande di tutti poiché formato da 11 sillabe.


"endecasillabo

superbissimum carmen

tam temporis occupatione quam capacitate sententiae

constructionis et vocabulorum"

il verso più splendido di tutti per la sua ampiezza, misure temporali per la sua capienza di contenuto di pensiero e di costruzioni stilisticamente elevate(sul piano sintattico e metrico) e di vocaboli


nell'endecasillabo il verso è piano se l'accento (essendo composto da 11 sillabe) cade sulla 10°

il verso è sdrucciolo se l'accento cade sempre sulla decima la parola finale fa si che le sillabe siano 12 e non 11.

Il verso è tronco se l'accento cade sulla 10 ed ultima sillaba.

Essi sono comunque endecasillabi canonici ovvero accettati dalla lingua italiana.


NEL/MÈZ/ZO/DEL/CAM/MÍN/DI//STRA//TA/

accenti primari di sesta e decima, accenti secondari di seconda e ottava

emistichio lungo


MI/RI/TRO/VÁI/PER/U/NA/SÉL/VA^O/SCÙ/RA/

accenti primari di quarta e decima, nell'endecasillabo di quarta-decima ci sono degli accenti secondari che possono essere di settima o ottava 4,7,10/1,8,10

emistichio corto


E/MAZ/ZER/AL/TI/PRES/SO^A/LA/CAT/TÒ/LI/CA

2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

ci sono 12 sillabe l'accento è sempre sulla decima per questo può essere considerato un endecasillabo .. questo tipo di endecasillabi vengono chiamati SDRUCCIOLI.


PER TRADIMENTO DI UN TIRANNO FELLO

11 sillabe verso PIANO.


TRA/L'I/SO/LA/DI/CI/PRI^E/DI/MA/IO/LI/CA

Verso sdrucciolo di 12 sillabe con accento sulla 10° (pri ed e sono uniti tramite sinalefe)


E/TUT/TI/GLI^AL/TRI/CHE/TU/VE/DI/Qui

Verso di 10 sillabe con l'ultima ovvero la 10° accentata e per questo considerato un endecasillabo che viene chiamato TRONCO.

DINANZI A ME SEN VA PIANGENDO Alì

Verso tronco


NEL/MEZ/ZO/DEL/CAM/MI/NO/DI/NOS/TRA/VI/TA

Verso di 12 sillabe con accento sull'undicesima esso è un verso errato, troppo lungo chiamato IPERMETRO e che per diventare un verso corretto deve essere EMENDATO, ovvero corretto tramite l'eliminazione di una sillaba , in questo caso di "no".


NEL/MEZ/ZO/DEL/CAM/MI/DI/NOS/TRA/VI/TA

Verso di 11 sillabe con accento sulla decima ma errato e per questo viene chiamato IPOMETRO

Gli IPOMETRI sono i versi nei quali una sillaba è caduta, sono il caso inverso dell'ipermetro.





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