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Dante e Boccaccio

letteratura italiana




Dante e Boccaccio, Sebbene le loro opere appaiano ai nostri occhi come elaborati assai differenti, entrambe hanno saputo resistere all'instabilità dei secoli, giungendo in quest'era così presa dalle sue freneticità, mantenendo intatte le loro caratteristiche. Dante, , pone come elemento principale  la figura divina.

, Boccaccio, "scavalca" questi canoni per immergersi completamente nella realtà quotidiana.. I mercanti,sono protagonisti indiscussi delle sue opere, pensano unicamente al guadagno, il loro Dio è il denaro, vivono nel peccato..

Questa è una delle diversità più evidenti tra i due poeti ma è chiaro quanto abbia influenzato il diverso contesto storico. Dante si posiziona in un'epoca, il Medioevo, in cui Dio è fondamentale, l'uomo vive in relazione ad esso, lo teme se necessario, lo venera, segue i suoi insegnamenti, non vive nell'eccesso. Boccaccio, invece, si colloca in un periodo, potremmo dire, del tutto opposto. L'uomo vuole realizzare se stesso nell'ambito terreno, vuole circondarsi di ricchezze, vuole impostare un rapporto con Dio basato su una relazione che non sia fatta di inutili paure, una relazione molto vicina a quella che potrebbe essere una semplice amicizia.



Oltre all'aspetto puramente religioso, Dante è il poeta della virilità, dell'amore idealizzato, puro. Boccaccio è il poeta del piacere, dell'amore fisico, amante dei beni materiali. Qui infatti si entra all'interno di un'altra differenza ben distinta fra i due poeti; la concezione della donna. Dante riteneva che la donna fosse l'unico tramite tra l'uomo e Dio. Come possiamo notare in quasi tutte le sue opere, la donna è presentata con un'aggettivazione quasi divina, che ben si addice ad un angelo. Del tutto opposta è la visione di Boccaccio. Per lui la donna non è un angelo come per Dante, ma è semplicemente un essere umano (a testimonianza dell'appartenenza alla corrente umanista). Inoltre l'amore non è visto più solo come qualcosa di teorico, ma diventa un sentimento umano e terreno che spesso coinvolge la carne altrettanto o più dello spirito e accende le passioni più sensuali;

Oltre a non essere considerata un angelo, la donna per Boccaccio è l'unica protagonista. La dedica del capolavoro, il discorso rivolto alle donne ogni volta che l'autore interviene in prima persona, il ruolo di protagoniste che esse rivestono in molte novelle sono tutti elementi che rivelano l'evoluzione storica e sociale della donna in Boccaccio. Nel Decameron, la donna non si limita ad essere ombra e riflesso della passione dell'uomo, ma diventa la vera attrice, che affronta e soffre la vicenda amorosa dentro di sé, come schietta creazione del proprio cuore. Cosa che non avviene in Dante. Quest'ultimo, infatti, non pone mai una donna come protagonista magari di un suo canto né tanto meno si azzarda a presentarci una donna che si innamora di un uomo.

La donna in Dante rimane sempre una persone superiore all'uomo il quale deve solo pensare ad un amore puro, finalizzato al raggiungimento di Dio per mezzo della donna, unico mezzo per raggiungerlo.





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