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Callino - Tirteo - Mimnermo

letteratura greca





VII secolo = Callino (del quale abbiamo solo un frammento), Tirteo e Mimnermo

VI secolo = Solone - Elegia politica e Senofane (1a meta del VI secolo)

VI secolo = Teognide e Focilide (2a metà del VI secolo   




Callino e Tirteo = sono i rappresentanti del 434i83e l'elegia parenetica, cioè esaltano i valori guerrieri secondo l'ottica non più omerica ma oplitica. Callino nasce ad Efeso in un periodo tumultuoso = durante la guerra con i Cimmeni. L'unico frammento che abbiamo è un'esaltazione ai soldati a farsi coraggio e a conseguire la gloria senza indietreggiare di fronte alla morte. Dell'elegia la lingua è ionica con omerismi. A livello tematico è più interessante Tirteo perché non si sa bene dove sia nato: c'è chi dice ad Atene e chi a Sparta (anche se si considera più attendibile la seconda). Il fatto che sia spartano è indicativo del fatto che dato il genere che sceglie uno si potrebbe aspettare l'uso del dialetto dorico e invece non è così. Tirteo è un personaggio interessante perché visse quando gli spartani dovevano combattere contro i Messeni (guerra messenica) nel 640 a.c..Si racconta che grazie ai canti elegiaci di Tirteo i soldati spartani riuscirono a prendere vigore contro i Messeni. Di Tirteo abbiamo un corpus di poesie; le esortazioni che noi chiamiamo upoyhkai e i campi di guerra che si chiamano enbathria. (sollevavano gli animi durante la battaglia). I valori dominanti sono quelli dell'etica eroica esaltata nel valore collettivistico. L'opera più importante è l'elenco dei valori per lui più significativi: per lui il primo è quello militare. La tecnica dell'elenco viene chiamata del priamel = figura retorica che consiste in un elenco di valori alla fine di cui ci mette quello che secondo lui è più eccellente. Si esalta il concetto della bella morte e dell'eroismo politico si contrappone a quello che era la bellezza dell'eroe. Sovverte la priorità dei valori ed esprime un contenuto anti-convenzionale: Per lui non è importante chi vince la corsa, ma colui che riesce ad immolarsi per salvare il compagno e riesce a conseguire la propria gloria militare che darà lustro a lui e ai propri figli.

L'altro scrittore di elegie è Mimnermo che nasce a Colofonie, anche lui nel VII sec a.c. Quello che è importante e che noi sappiamo è che scrisse due elegie: NANNO' ed SMIRNEIDE. Callimaco lo cita molto perché ritiene i componimenti di Mimnermo un esempio di poesia amorosa e diceva che li aveva distinti in due: quelli sciolti i cosiddetti katalepton e quelli più lunghi. Il primo era di carattere sentimentale, mentre i secondi avevano un carattere più narrativo, dal momento che parlava della città di Smirne. Uno dei temi centrali delle composizioni di Mimnermo è quello che vede la contrapposizione tra vecchiaia e giovinezza. Famoso è il brano delle foglie dove c'è anche una ripresa dal libro VI dell'Iliade, quello che narra lo scontro tra Glauco e Diomede: C'è una ripresa etica che viene contestualizzata e risemantizzata secondo una sensibilità molto diversa da quella epica. In Mimnerno questo tipo di contrapposizione tra vecchiaia e giovinezza si colora di un dato molto melanconico, molto triste perché viene visto con grande sofferenza lo scomparire della giovinezza, dal momento che la giovinezza finisce con il venir meno di tute le gioie che fanno piena la vita di un uomo: prima di tutto la gioia d'amore. Questo tema sarà ripreso poi da tutta la tradizione epigrammatica ed elegiaca successiva. Infatti i tre frammenti che abbiamo sono tutti incentrati su questa contrapposizione. La vecchiaia viene interpretata come una maledizione che impedisce all'uomo di godere delle gioie più importanti: gioie amorose.












Solone nasce nel VI secolo a.c. ed è l'emblema dell'elegia politica, cioè dei componimenti che trattano soprattutto argomenti politici legati soprattutto alla qualità di quella che era stata la riforma da lui effettuata nel 594-593 quando in qualità di Arconte prese due provvedimenti importantissimi. Nel VII secolo a.c. Atene stava vivendo un periodo particolarmente difficile, dal momento che e terre erano in mano agli aristocratici, di conseguenza i piccoli proprietari terrieri erano stati costretti ad indebitarsi. Solone si presenta agli occhi del popolo degli ateniesi come il pacificatore = il diallakthw , cioè con il compito di pacificare i conflitti sociali cercando di soddisfare gli interessi di tutti. La prima cosa che fa è stata quella di liberare i debitori dal debito = abolizione dei debiti; poi aveva cercato di favorire la crescita dell'economia interna di Atene con l' abolizione delle esportazioni di tutti i prodotti che dovevano servire alla ripresa del bilancio interno tranne l'olio. Fece una riforma su base censitaria dividendo la città in 4 classi: ( pentacosiomedimni, hippeis, (cavalieri) zeugiti, e teti) Riformò i tribunali e consentì a tutti di partecipare alle assemblee e ai processi. Di fatto le riforme di Solone risolveva dei problemi ma scontentava un po' tutti: perché i poveri si aspettavano le redistribuzione delle terre che non c'è stata, i ricchi si sono risentiti perché hanno perso un sacco di interessi sui crediti che avevano contratto. Questa sua attività politica si riflette poi anche nella sua produzione poetica con un corpus di opere molto varie, perché oltre alle elegie scrisse anche giambi ed epodi. In tutte le sue opere vengono esplicitati tutti i motivi ispiratori della poesia in genere. Un motivo era quello di esortazione = di parentesi, un motivo di esposizione programmatica di quelli che erano i principi, e un motivo polemico. I frammenti più importanti sono tre: "L'elegia alle Muse", "Il buon governo" = eunomia e la "risposta a Mimnermo". Dall'elegia alle Muse e il buon governo si ricava uno un contenuto particolare, che caratterizza la produzione letteraria di Solone, e uno stile particolare. Dal punto di vista del contenuto abbiamo la presenza di forti concetti teorici da cui si ricava il carattere sapienziale dell'elegia di Solone. (Viene anche giudicato uno dei sette sapienti. Dopo la riforma, decise di esiliare volontariamente per permettere ai cittadini di applicare la riforma senza la sua presenza che poteva funzionare da condizionamento). Lo stile doveva poiché doveva essere funzionale a chiarire i principi politici, era molto semplice e molto chiaro , lineare soprattutto nelle composizioni dove doveva difendere il suo lavoro di legislatore. Nell'elegia del buon governo c'è una ripresa e un'esaltazione di quello che è il concetto del buon governo, che consiste in un governo moderato che cerca di soddisfare gli interessi di tutte le classi per evitare sovvertimenti sociali. E il principio etico più importante è quello della moderazione = della mhden agan che implica una saggezza che deve essere sempre rispettata. = quindi non bisogna avere troppo denaro, agiatezze perché questo poi potrebbe generare contrasti sociali tra le classi con la conseguente rovesciamento di governo. Nel frammento "Il buon governo" sono visibili altri 2 temi: quello della tracotanza = ubriw e quello dell'ingiustizia. Ma su tutto si erge lo sguardo protettore degli dei e della dikh. Viene anche esplicitato il concetto di schiavitù per Solone è un male peggiore soprattutto quando va a cadere sui poveri cittadini perché provocherà delle rivolte sociali. L'abolizione dei debiti aveva infatti impedito che molti poveri che non potevano restituire il denaro diventassero schiavi, evitando così le sommosse. In quest'opera c'è anche un valore parenetico e didascalico: l'elegia deve cercare di dare dei giusti consigli al popolo per evitare che possano essere generati dei mali. Il buon governo è tale se c'è il principio della moderazione. Nell'elegia delle Muse dove fa un elenco delle malefatte degli uomini a cui poi si contrappone la giustizia eterna di Zeus. Questa elegia è stata anche criticata perché è piuttosto incoerente, perché nella prima parte elogia le muse, mentre nella seconda si affeziona a Zeus. Per questo alcuni hanno pensato che fosse divisa; ma l'incoerenza non era un valore artistico che bisogna conseguire. Importante è il concetto che la mente umana sbaglia mentre la giustizia del Dio no, perciò bisogna sempre comportarsi in maniera giusta perché solo chi opera in maniera corretta può aspettarsi il bene da parte degli dei.





Senofane nasce a Colofonie nel VI secolo a.c. fu anche filosofo (con Parmenide in Sicilia contribuì alla fondazione della scuola eleatica) oltre che poeta itinerante che andava di città in città a cantare le proprie poesie che fa tutto un canone delle credenze certe del patrimonio etico-tradizionali. Scrisse sia elegie che silli. L'elegie sono di argomento vario: le più significative sono quelle in cui fà un elogio della sapienza razionale contrapponendosi alla sapienza tradizionale e superstiziosa degli Ateniesi (che credono agli dei) = è un critico degli dei perché non ci crede. E' importante il frammento in cui mette in ridicolo la caratteristica degli umani di considerare gli dei antropomorfi. Di Senofane sono importantissimi i Silli: cioè delle composizioni satiriche in cui venivano svolte parodie mitologiche e omeriche. Importanti sono le elegie meta-simposiali che narrano delle pratiche seguite durante i simposi. Infatti il frammento "Il simposio" racconta che il vino doveva essere diluito con l'acqua per far sì di non ubriacarsi e poi un altro procedimento era che dovevano lavarsi le mani in una coppa. Mangiavano spesso formaggio e miele.






Nasce nel VI secolo a.c. a Megera greca. La cosa più importante di Teognide è che fu un aristocratico che fu coinvolto nei svolgimenti sociali tipici del VI secolo (540 a.c.) in seguito ai quali i tiranni presero il potere alleandosi con il popolo (ci fu così l'ascesa di classi sociali come i mercanti, artigiani)mentre gli aristocratici dovevano esiliare. Di lui ci restano due libri di elegie noti con il nome di corpus Teognideo. Di questi due libri il secondo tratta il tema pederotico, cioè l'amore per i fanciulli, avendo come protagonista un fanciullo di nome Cirno. Nel primo libro sono elegie non solo sue ma anche di altri. Infatti trattano tutti i temi possibili del genere elegiaco:

Le elegie di argomento politico, che testimoniavano le reazioni degli aristocratici di fronte ai nuovi rivolgimenti sociali,

le elegie etico-esistenziali in cui vengono espressi i valori della cultura aristocratica tradizionale, primo tra tutti il principio della moderazione e della nobiltà

Le elegie di argomento sociale: incentrate sulla netta contrapposizione tra la classe dei nobili gli agatoi e la classe dei nuovi arricchiti poneroi, Con questa contrapposizione Teognide sviluppa il tema della nobiltà che non è un qualcosa che si acquisisce ma qualcosa con cui si nasce.


Lo stretto conservatorismo che caratterizza questo poeta viene alimentato anche nel divieto di non unire mai un nobile a un povero, perché si romperebbe la nobiltà.


L'elegie di carattere letterario in cui esprime la sua consapevolezza di poeta

L'elegie di carattere meta-simposiali. Permette agli studiosi moderni di capire il funzionamento di un simposio dal momento che sono presenti tre tipi di composizioni:

a botta e risposta in distici (amebei)

catene simposiali (stesso argomento svolto da tutti i simposiasti) cioè dove c'era il primo bevitore che dettava l'argomento dove poi ognuno doveva improvvisare la propria composizione

elegie continue che erano cantate da una persona e gli altri ascoltavano stando in silenzio.  Gli argomenti potevano essere vari: l'amore, il vino, la politica,

Teognide è importante perché è legato il problema dell'autenticità dei canti: Dal momento che il primo libro racchiudeva elegie di più persone, il problema era capire quali fossero quelle di Teognide. Subentra il problema della sfrhgiw. Ci sono dei carmi con la firma in cui Teognide poteva essere o il poeta-autore o il fanciullo a cui si rivolgeva che era Cirno: di quelli siamo sicuri che si trattassero di Teognide, mentre gli altri non si sa. Per quanto riguarda i Carmina politico-sociali ricorre la norma del polipo. Secondo Teognide gli aristocratici per garantirsi una longevità politica dovevano adeguarsi alla società, altrimenti si poteva verificare la rottura; la norma del polipo consisteva nell' adattarsi alle situazioni per evitare atteggiamenti di contrasto. Altro tema ricorrente è lo scontro sociale: Esaltazione della nobiltà che non doveva essere compromessa dalle classi nuove arrivate che erano volgari. L'esaltazione a Cirno con il quale instaura un rapporto pederotico ha finalità altamente educative dove si capisce che l'elegia di Teognide aveva un grande valore didascalico e morale perché si poneva come obbiettivo di tramandare il patrimonio di valori che stava scomparendo: cioè l'esaltazione di un'etica aristocratica in contrapposizione con l'etica popolare. Importante è la funzione paideudika. Altro tema importante è quello della nostalgia della patria. Dopo il suo esilio non fa altro che esaltare la sua patria d'origine che era stato costretto a lasciare per i rovesci sociali.







Alceo fa soprattutto Poesie simposiali, e quelli dedicati all'aggressione politica. Importante l'allegoria dello stato con la nave, della tempesta intesa come disordine e rivoluzione. E presente un'allegoria della tirannide di Mirsilo, che era il tiranno che Alceo aveva cercato di rovesciare insieme a Pittaco e che poi Morsilo viene ad allearsi con Pittaco e quindi poi quest'ultimo verrà additato da tutti e soprattutto da Alceo come traditore, sleale, che si è macchiato di disonore nei confronti dei compagni. Nel corpus di Alceo ci sono anche temi erotici, e simposiali = ricorda l'esaltazione del vino come momento di associazione e di bevuta. Nel frammento "Il traditore Pittaco"   in cui viene maltrattata la figura di Pittaco. Prima c'è la parte mitologica con riferimento agli dei. E' importante anche perché si esplica i canoni dell'etica aristocratica e simposiali. C'è anche il tema dell'offesa tipica del giambo. Importanti ci sono i carmi dell'esilio, e i carmi mitologici = cioè quando viene narrato un episodio mitologico preso da un'antologia che ha un valore paragmatico, l'uso delle sezioni mitologiche con intento pragmatico sarà tipico della melica corale.







E' Poetessa tra le più alte del mondo. La sua originalità non sta solo nell' eccellenza nello stile ma anche dal fatto che era una donna, che non implica una componente femminista. La poesia di Saffo si deve concepire all'interno di un'istituzione particolare: il tiaso, che è paragonabile al simposio ma istituzione prettamente religiosa, dove si educavano le ragazze aristocratiche che si dovevano preparare al matrimonio, dove si creavano spesso affetti molto forti, ma questo non era un problema perché in Grecia tutto ciò era concepito come un valore paideudico e la divinità adorata era Afrodite. Saffo nasce tra il VII e VI a Eresso da una famiglia aristocratica che dovette andare in esilio per motivi politici. Ebbe un marito Cercida e una figlia di nome Cleide e tre fratelli. La leggenda vuole che fosse brutta che per amore non corrisposto si suicidasse. Tutto il corpus di Saffo sono Liriche monotematiche : SOLO LIRICHE D'AMORE e l'etica aristocratica incentrata su un unico valore: il kalon il bello Non c'è etica guerriera (come in Alceo) o simposiale, quello che è presente sono solo liriche in cui viene cantato l'amore in tutte le sue sfumature e sottolinea i valori propri dell'educazione interna al tiaso che era istituzione prevalentemente incentrata sull'eleganza e sul bello. Gli alessandrini avevano attribuito a Saffo nove libri: il nono era la raccolta degli epitalami. Il corpus di Saffo è frammentario ma abbiamo tre elegie (ovviamente in lingua eolica) che ci fanno conoscere meglio la poetessa. Importante è "l'ode ad Afrodite", "il carme della gelosia" e "il catalogo delle cose belle". L'amore cantato da Saffo non è soggettivo, ma viene narrato in un contesto pubblico di condivisione di valori con altre persone. L'amore viene cantato come fazione erotica che viene chiamata "bestia dolce-amara". L'ode ad Afrodite ha la struttura tripartita di un inno: c'è la prima parte in cui c'è l'ode d'invocazione della dea e l'elenco delle qualità della dea, la seconda è la ratifica, cioè l'elenco dei meriti che la stessa invocante aveva nei confronti della dea, e poi la terza parte è la richiesta, dove Saffo chiede ad Afrodite che la donna che lei ama la riami perché altrimenti sembra una mancanza di raffinatezza: l'invocazione della corrispondenza. Afrodite viene invocata e Afrodite scende su un carro alato per aiutare Saffo. I valori sono di eccellenza. Infatti l'amore che si ha, è un amore alto che tende ad esaltare le qualità intrinseche della persona, in questo modo riesce a far risaltare anche l'eccellenza etica di chi ama. L'amore che Saffo canta è consapevole della sua breve durata e che va goduto nell'eccellenza del momento, e quindi è malinconico, perché già sa che ci si dovrà lasciare. Nel"Catalogo delle cose belle" attraverso la tecnica del priamel, fa un elenco di cose che gli altri giudicano belle. Ma per Saffo la cosa più bella è ciò che si ama e che si ama ancora più appassionatamente perché si sa che lo si dovrà perdere.Nella parte finale viene citata Anattoria, è la principale referente erotico, per lei scriverà altri canti in cui Saffo scriverà il suo dolore per la partenza di lei. Importante il riferimento mitologico; sceglie Elena come esempio emblematico di chi ha scelto, di chi ha fatto dell'amore il fulcro della propria vita facendo scelte impopolari. In questo frammento ci fa capire anche un altro risvolto dell'amore: La Sua Forza Dominatrice rispetto a cui nessuna ragione può avere la meglio. "Il Carme della gelosia" è stato interpretato come espressione dell'io lirico della poetessa, ma non è così. C'è un problema interpretativo per questa composizione: non si sapeva se fosse un epitalamio, carme concepito per celebrare le nozze fra la ragazza e l'uomo che aveva di fronte oppure un carme eseguito all'interno del tiaso in cui si esaltava l'amore che Saffo provava per questa donna, di cui veniva respinta la bellezza sublime attraverso un tema retorico molto particolare, cioè quello dell'antitesi perché in questo carme c'è una descrizione accurata delle sensazioni che Saffo prova nel contemplare la donna (tormento), mentre invece dall'altra parte c'è il volto sereno chi può godere della presenza della giovane senza questi sconvolgimenti negativi, che è l'uomo che sta vicino alla ragazza. Questa scena viene espressa attraverso due focalizzazioni: quella dell'uomo e quella di Saffo che racconta. Quindi ci sono 2 diverse modalità di vivere l'amore, come pena in quanto si è esclusi dal godere il bene che si desidera e come gioia serena, perché se ne può goderne a pieno. L'uomo viene paragonato a un dio, perché ha la possibilità di godere della dolcezza dell'oggetto amato. Il primo effetto che fa la visione dell'amata è l'afasia, incapacità di parlare, secondo affetto incomincia a tremare. E' stato definito Carmine della gelosia perché c'è la contrapposizione tra la serenità del giovane e il tormento di Saffo. Gli altri carmi sono frammentari. Il nono libro del suo corpus sono una raccolta di epitalami: cioè canti intonati per le nozze della fanciulla.










Anacreonte nasce a Teo, in Asia Minore tra il VI e V secolo a.c. intorno al 570 a.c. e per un periodo fa il soldato ad Abdera. Vive la seconda parte della sua vita nelle corti dei tiranni, prima verso Samo da Policrate, poi si trasferisce in seguito alla morte di Policrate ad Atene nella corte del figlio di Pisistrato, Ipparco. Ma rovesciata la tirannide si trasferisce in Tessaglia. Di conseguenza Anacreonte fu un poeta di corte che componeva anche dietro commissione, ragione per cui le sue liriche non hanno la passione politica di Alceo, e le tematiche amorose sembrano trattate con leggerezza e ironia che possono essere tipiche di un poeta professionista. La lingua è lo ionico, mentre Alceo e Saffo = lingua eolica. Anacreonte poi è stato uno poeti più invitati tanto che ha dato vita a un suo genere da lui chiamato Anacreontiche, cioè una serie di composizioni sdolcinate che ha finito col lo snaturare l'immagine di questo poeta che era invece più ricco e più vario rispetto a quello che l'anacreontiche ci ha trasmesso. I suoi carmi sono prevalentemente Carmi d'amore, però non solo perché il corpus conteneva anche carmina simposiali oltre che carmi che parlavano dei cambiamenti della società in maniera fortemente ironica. Tra i carmina simposiali ci sono da ricordare i frammenti: gli inni ad Artemide e a Dioniso. E' importante l'inno a Dioniso in quanto questi viene invocato come la divinità che deve aiutare a conquistare l'amato di Anacreonte, Cleobulo che era il ragazzo di cui era innamorato. E' importante come si invochi la divinità del vino per invocare la passione amorosa. Solita struttura dell'inno:invocazione della dea, elenco qualità della dea, richiesta. Siccome il dio che ha invocato non è proprio competente, c'è il tecnica dell'inatteso Anacreonte i canti simposiali piuttosto famosi, tanto è vero che Anacreonte passa alla storia come poeta ubriacone. Ci sono anche alcuni carmina dove viene adottata la l'etica del "cogli l'attimo" perché anche qui c'è il motivo della vecchiaia che toglie i piaceri, trattato anche da Mimnermo, soltanto che mentre in Mimnermo c'e un tono melanconico, in Anacreonte no, il passare degli anni viene si visto come una cosa triste ma non più di tanto. La caratteristica dell'amore di Anacreonte è il gioco: il gioco deduttivo, corteggiamento, c'è descrizione elegante dei giochi seduttivi. In "Eros pugile" che descritto come tracagnotto. In "Invito all'amore" c'è il topos della mela. Eros lo induce a sedurre una ragazza che non lo prende in considerazione perché e vecchio e guarda un'altra. Un'altra metafora è quella della donna-cavalla = donna selvaggia che riesce a dominare con la forza del suo amore. Nei frammenti "l'abbandono dello scudo" fa riferimento ad alcuni valori guerrieri, il motivo dello scudo (Alceo ci teneva molto) = tratta questo topos. Per Anacreonte il non plus ultra del nemico non è il rivale politico, ma è il volgare arricchito che si atteggia da ricco. L'eccellenza si esprimeva con l'eleganza






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