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Lavandare
Può sembrare un realistico quadro autunnale, ma rivela invece significati simbolici. Lo spunto del componimento è forse scaturito da una passeggiata in campagna durante la quale il poeta ha sentito un 636h72g canto di lanadaie al lavoro. La malinconia di queste donne è paragonabile al paesaggio autunnale e all'aratro dimenticato in mezzo al campo.
Forma metrica: madrigale costituito da due terzine di endecasillabi (a rima ABA, CBC) e una quartina di endecasillabi a rima alternata (ABAB). Nella quartina i vv. 7-9 sono uniti da assonanza.
Nella prima terzina, in cui prevalgono le sensazioni visive, il poeta descrive un campo mezzo grigio e mezzo nero, secondo che sia stato o no arato, nel quale si trova in primo piano "un aratro senza buoi, che pare dimenticato" tra una live foschia.
La seconda terzina descrive un'altra scena che è autonoma dalla precedente. Alle sensazioni visive si sostituiscono quelle auditive; dal fossato ("dalla gora") giunge il rumore prodotto dalle lavandaie che battono i panni sulle pietre con tonfi frequenti e accompagnati da monotone cantilene.
La quartina riproduce la cantilena delle lavandaie: una cantilena di malinconia e di abbandono, che riprende il motivo dell'aratro dimenticato in mezzo al campo; sicché quello diventa come il simbolo della solitudine triste della donna. Parla della solitudine della lavandaia dopo la partenza del suo amato.
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