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Guerra d'Indipendenza americana

letteratura



Guerra d'Indipendenza americana: conflitto armato che oppose le tredici colonie britanniche dell'America del Nord alla madrepatria (aprile 1775 - novembre 1782) e che, anche in virtù di interventi esterni, si concluse con la formazione degli Stati Uniti indipendenti. Al termine della guerra dei Sette anni (1763), cui avevano dato un notevole contributo i coloni americani, la Gran Bretagna irrigidì il sistema coloniale (manufatti della madrepatria contro materie prime coloniali e monopolio inglese dei trasporti marittimi). L'introduzione di nuove tasse nel 1764 accrebbe il già latente malcontento, specie nelle colonie del Nord. Anche il Sud, che scambiava i suoi prodotti agricoli contro manufatti, mal sopportava la natura fortemente ineguale degli scambi commerciali a favore della madrepatria. Inoltre l'attribuzione del costo di mantenimento di un esercito inglese di 10.000 uomini alle colonie mediante una tassa di bollo, per lo più effettuata senza chiedere il consenso dei tassati, fu considerata una imposizione arbitraria. Le limitazioni e i divieti inglesi che ostacolavano lo sviluppo delle attività industriali non fecero che aggravare la situazione. Accanto a queste ragioni di malcontento ne esistevano altre più direttamente politiche, in quanto i governi locali, sottoposti alla legge inglese, dovevano sottostare a un parlamento in cui non erano rappresentati. In seguito a una serie di atti ostili da parte dei coloni (rifiuto della legge del bollo, 1765; boicottaggio delle merci inglesi, 1767; incidenti a Boston, 1770 e 1773) la situazione cominciò a precipitare. Nel settembre 1774 si riunì a Filadelfia il primo Congresso continentale nel corso del quale fu stilata una risoluta dichiarazione dei diritti delle colonie, che, pur riconoscendo il diritto di veto regio, si attribuivano il potere esclusivo di legiferare sui propri affari e decidevano di sospendere i rapporti commerciali con la madrepatria. La guerra era inevitabile. A Lexington, presso Boston, il 19 aprile 1775 avvenne il primo scontro tra gli opposti schieramenti. Il generale inglese Gage fu assediato a Boston da un esercito raccogliticcio, ma animato da vivo entusiasmo. Un attacco di Gage contro le linee americane a Bunker Hill (17 giugno), nonostante avesse raggiunto l'obiettivo tattico di far sloggiare gli insorti, si risolse in un grave scacco per l'alto numero delle perdite inglesi. Intanto, nel Sud la Virginia aveva cacciato il governatore inglese, nel Nord l'americano Ethan Allen si era impadronito di Ticonderoga (10 maggio 1775); tuttavia un attacco contro la città di Quebec fallì completamente (dicembre 1775). George Washington, divenuto comandante in capo dell'esercito americano nel giugno 1775, intensificò l'assedio di Boston, che fu costretta a capitolare (marzo 1776). D'altra parte, il rapporto delle forze non era favorevole agli Americani: alle truppe inglesi gli insorti opponevano una milizia irregolare e male armata, per quanto avvantaggiata dalla conoscenza del territorio e da un elevato spirito combattivo. In Francia, dietro incitamento di Benjamin Franklin, si ebbe un arruolamento di volontari, fra i quali anche il marchese di La Fayette, nominato generale dagli insorti; ma i nuovi venuti furono accolti all'inizio senza entusiasmo.



Intanto gli Inglesi al comando del generale William Howe, successore di Gage, guadagnavano terreno, e dopo la battaglia di Long Island (27 agosto 1776), presero New York (settembre), dove si era trincerato Washington che fu costretto a ritirarsi. Nonostante alcuni vittoriosi contrattacchi a Trenton e a Princeton (gennaio 1777), la situazione volse al peggio per gli Americani che, sconfitti a Brandywine nel settembre 1777, persero Filadelfia. Pur battuto nuovamente a Germantown (ottobre 1777), Washington fu tuttavia agevolato da gravi errori strategici commessi dal generale inglese Burgoyne. Questi, comandante delle truppe dislocate in Canada, invece di riunire le proprie forze a quelle di Howe, aveva iniziato nell'estate 1777 l'avanzata da nord verso il centro di Albany, inoltrandosi in territori disagevoli e sempre più lontani dalle basi di rifornimento.

Dopo alcuni successi Burgoyne fu circondato a Saratoga dal generale Gates (17 ottobre 1777) e costretto ad arrendersi. In seguito a questa battaglia, che indebolì notevolmente le forze britanniche, fu stipulata l'alleanza ufficiale degli insorti americani con la Francia (6 febbraio 1778), dove, sotto la spinta dell'entusiasmo, si progettava di organizzare una spedizione contro l'Inghilterra che cancellasse l'umiliazione subita con il trattato di Parigi (1763), a conclusione della guerra dei Sette anni. Il 18 giugno 1778 gli Inglesi evacuarono Filadelfia. Mentre la convenzione d'Aranjuez tra Spagna e Francia assicurava agli insorti anche l'appoggio spagnolo (1779), nel 1780 il generale conte di Rochambeau sbarcava in America con 6.000 volontari francesi. I paesi neutrali (Russia e Olanda), intanto, manifestavano la loro simpatia per gli Americani, mentre la flotta francese delle Antille, comandata dall'ammiraglio de Grasse, si apprestava a intervenire. Sconfitti nel Nord, gli Inglesi attaccarono a Sud la Georgia, occuparono Savannah e si spinsero poi verso l'interno (dicembre 1778). L'anno seguente il generale Henry Clinton, successore di Howe, intensificò le operazioni nel Sud e con Cornwallis, comandante in seconda fin dal 1776 e valoroso e tenace combattente, occupò Charleston (maggio 1780), estendendo il controllo alla Carolina del Sud. La situazione divenne nuovamente critica per gli insorti che tentarono di arginare l'offensiva inglese inviando in quel settore il generale Gates, Washington che fu però sconfitto a Camden da Cornwallis (agosto 1780). inviò allora il generale Greene che, attuando una tattica elusiva, si ritirò combattendo e, pur sconfitto in diversi scontri, risparmiò le proprie forze tanto da costringere gli Inglesi a lunghi inseguimenti e obbligarli alla fine a rientrare alla base di partenza a Charleston. Nel frattempo, nella primavera del 1781, Cornwallis diresse un'offensiva contro la Virginia appoggiato dalle forze del generale B. Arnold che aveva tradito la causa degli insorti, ma dopo due mesi preferì ritirarsi a Yorktown (agosto). Qui venne assediato da Washington e da Rochambeau, che avevano concentrato le loro forze intorno alla città, e dall'ammiraglio de Grasse, che impedì agli Inglesi la ritirata per mare. Il 19 ottobre 1781 Cornwallis, dopo strenua resistenza, dovette capitolare.

Mentre mozioni per la pace erano presentate ai Comuni, l'azione militare sul continente americano si veniva spegnendo e nel novembre 1782 a Versailles vennero firmati i preliminari di pace. Dopo un'intensa attività diplomatica si giunse alla stipulazione del trattato di Parigi (1783) con cui fu sancita l'indipendenza degli Stati Uniti.





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