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Recensione di "Amleto" di William Shakespeare

letteratura



Recensione di "Amleto" di William Shakespeare



"Amleto" è un'opera chiave della drammatica svolta epocale dal mondo classico, e dalle supposte certezze di quello medioevale verso i dubbi e le angosce della modernità, che Shakespeare seppe interpretare nella sua densa problematicità. Le lacerazioni interiori di Amleto, diviso dai mille dubbi, primo dei quali proprio quello tra la vita e la morte, e quindi rappresentazioni mercenaria del cambiamento epoca, di mentalità e cultura che visse i grande drammaturgo inglese. In seguito alla morte di suo padre ucciso dallo zio Claudio 838i85i ora re, e al subitaneo matrimonio tra la madre Gertrude e Claudio appunto, nasce il dramma di Amleto che confuso, disgustato da questo matrimonio in incestuoso, considerato tradimento dalla madre alla memoria del marito morto, inizia a manifestare un sentimento quasi di repulsione verso il genere femminile, incapace di amare fedelmente e sinceramente, un sentimento di sfiducia nei confronti dell'uomo: ". rimanere onesto con il mondo com'è fatto è dato ad un uomo sopra centomila", un desiderio infine di sfuggire dal dolore piuttosto che affrontarlo: "se questa troppo, troppo solida questa carne potesse fondere evaporare, ricadere, in rugiada! Se l'eterno contro il suicidio non avesse eretto la sua legge ! Dio! Mio Dio! Come radioso, vuoto, stantio, sterile mi è il mondo con tutti i suoi noi!".



Con l'apparizione del fantasma del re, la rivelazione sulla vera causa della sua morte ed il comando di vendetta, la crepa nell'anima di Amleto si fa più profonda la tentazione della morte più premente e nell'incertezza nell'incapacità di scegliere e di decidere Amleto, si finge pazzo e senza compiere alcun gesto concreto per adempiere al suo mandato si limita a turbare la corte con il suo agire irrazionale. Tuttavia incapacità di accettare la morte la realtà della vita o di agire per distruggerne i mali tormentano Amleto molto più di quanto la sua bizzarra condotta non infastidisca coloro che lo circondano. Prima si accusa codardia, poi razionalizza la sua incapacità di agire ritenendola un frutto dei suoi dubbi crea una vera natura del fantasma, forse diabolica. Così Amleto escogita un tranello per verificare la verità della rivelazione del fantasma e per costringere eventualmente Claudio a smascherarsi: è la mena in scena affidata ad una compagnia di attori girovaghi che " la morte di Gonzago". La situazione rappresentata nella funzione del testo e del tutto analoga a quella della realtà, della tragedia Shekespeareiana: l'anonimo nel sonno di un governante giusto da parte di un parente usurpatore. Amleto stesso entra nel gioco proponendo una variante nel testo. Claudio non resiste e vinto dal senso di colpa matura "Oh ,il mio delitto è una carogna il cui fetore sale fino al cielo ! Ha su di se la più antica , primigenia maledizione: l'anonimo del fratello. Pregare? non posso, perché sebbene io dia alla mia intenzione tutta la forza delle mia volontà , la mia colpa è ancora più forte! Amleto nonostante sia colto da una momentanea ed insonnia felicità alla vista della reazione dello zio, continua a meditare il suicidio. Intanto si ricerca la causa della pazzia del giovane, ed è il vecchio Polonio , un atto dignitorio, orgoglioso della sua superficiale saggezza e chiuso nel suo autocompiacimento e nella sua auto adulazione, che meglio di tutti si incarica di indagare spiando, sulla malattia di Amleto. È egli infatti che nascosto assiste al colloquio in cui avviene la prima vera reazione per il giovane , che finalmente da libero sfogo ai suoi gravi e ammalati sentimenti, riversando le accuse su una madre che sebbene figura positiva, attenta e amorevole, non è più disposta all'inizio' ad accettare le proprie colpe. Tuttavia è solo dopo questo dialogo che la realtà inizia ad apparigli diversa e Amleto può compiere il suo mandato. Egli però, con la sua finta malattia mentale invece di ottenere protezione allarma lo zio che preoccupato per la propria stessa vita decide di allontanare il nipote incaricandolo di una missione senza ritorno in Inghilterra. Nel frattempo Laerte , figlio di Polonio , venuto a sapere delle oscure circostanze della morte del padre, toccato nel senso d'amore, raggiunge la Danimarca per la vendetta, ma qui, conosciuto il colpevole, si concilia ed il re si allea naturalmente con lui contro Amleto, anch'egli ritornato per la vendetta. Durante il duello tra i due Gerteude muore avvelenata, facendo così scoprire in tal modo il tranello escogitato dal marito per la morte di Amleto che compie finalmente il suo compito, pur mortalmente ferito. Così al dramma primo per Amleto , la sua debolezza di volontà, per cui il pensiero riesce a impedire l'azione per nascondere la mortale irresolutezza, si aggiunge quello del dubbio, che non nasce però dallo scontro violento di sentimenti e passioni contrastanti dalla ricerca dell'assoluto, di valori assoluti ed eterni con cui riuscire a giudicare la situazione che gli sta dinanzi con giustizia, perché forse, la vendetta non è il fine ultimo di Amleto quanto la giustizia.

In questo il personaggio è creatura del Rinascimento, egli vive come nessun altro il dramma della sua epoca tutta tesa verso la ricerca di un assoluto sfuggente e imprendibile.

L'instabilità di Amleto quindi, era audace, ora timido, ora saggio, ora pazzo e la sua ambiguità fatta di giochi di parole e doppi sensi, nascono dalla crisi di certezze del personaggio verso la modernità che Shakespeare sta vivendo e si trasmettono con armonia al ritmo della tragedia quasi febbrile.

Il risultato è un'opera assolutamente sorprendente nella propria modernità e nella propria universalità. Forse per commentare il potere delle parole di Amleto sarebbe sufficiente riportare in un giudizio di D'Ors "Shakespeare significa un avvenimento cosmico".




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