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IL ROMANTICISMO ITALIANO

letteratura



IL ROMANTICISMO ITALIANO


Il romanticismo italiano nasce più tardi rispetto a quello tedesco perché viene importato, è più moderato rispetto ad esso e non è in contrasto con l'illuminismo italiano.

Del romanticismo tedesco non accoglie le idee di melanconia, ma quelle di popolarit 444d37e à dell'arte, non si oppone all'illuminismo, ma al classicismo pieno di mitologia, di finalità edonistiche.


MADAME DE STAEL E LA DIFFUSIONE DEL ROMANTICISMO

Un personaggio che riveste un ruolo molto importante nella mediazione tra romanticismo tedesco e romanticismo italiano è la scrittrice Madame de Stael. Dopo aver scritti molti saggi su questa nuova tendenza del gusto nata in Germania (De l'Allemagne), pubblica sulla "Biblioteca italiana" l'articolo "Sulla maniera e l'utilità delle traduzioni", un invito rivolto agli italiani a conoscere le letterature straniere contemporanee per rinnovare la nostra vecchia tradizione. Era il 1816, e questa data, per via della pubblicazione di questo articolo, viene fissata come data di inizio del romanticismo italiano.


POLEMICA TRA CLASSICI E ROMANTICI

Subito attorno a questo articolo nasce la polemica tra i classicisti, che protestano in nome di un patriottismo letterario, e tra quelli che da questo momento si definiscono romantici. Molti di questo periodo sono gli interventi degli intellettuali apparsi sui giornali.



Per le sue caratteristiche di completezza e vigore la più importante è sicuramente la "Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo" del Berchet, tanto da essere considerata il manifesto del romanticismo italiano. Berchet finge di inviare questa al figlio che gli aveva chiesto la traduzione di due ballate di Burger, poeta medievaleggiante: vuole così dimostrare cosa sia la poesia popolare e cristiana, in polemica contro il massiccio ritorno ala mitologia pagana dei classicisti.


LUDOVICO DI BREME MAGGIORE TEORICO DEL NOSTRO ROMANTICISMO

Il miglior teorico del nostro romanticismo è Ludovico di Breme (1780 - 1820).

Nel suo opuscolo "Intorno all'ingiustizia di alcuni giudizi letterari italiani" dopo aver elogiato Mme de Stael propone l'abbandono della linea umanistica e classica della nostra letteratura e la rivalutazione dei nostri grandi poeti delle origini a partire da Dante.

Di Breme è importante anche per l'assidua collaborazione al "Conciliatore" di cui è uno dei fondatori. Questo giornale che ebbe via di un anno (1818 - 1819), vede la collaborazione di molti autori importanti del nostro romanticismo (Corsieri, Pellico, Porro Lambertenghi, Gonfalonieri, Visconti).

Dopo la soppressione del conciliatore la polemica tra i classicisti e i romantici continua ancora per qualche tempo; sembra ormai essersi esaurita quando nel 1823 Manzoni ne sintetizza i termini nella sua lettera "Sul Romanticismo", indirizzata a Cesare D'Azeglio.

Si può dire che l'attività del giornale milanese venga sostituita dalla creazione a Firenze di un gabinetto scientifico - letterario grazi all'opera di Giovan Pietro Vieusseux. Il frutto delle riunioni di questo gabinetto è la pubblicazione mensile dell'"Antologia", una rivista che non si occupa solo di letteratura, ma anche di tecnologia, tratta problemi di ogni tipo, impegnandosi così su tutti i fronti della società civile.


DESIDERIO DI MODERNITA' NEI CONTENUTI E NELLE FORME

Fine della poesia non è il diletto, ma l'utile, serve a formare la coscienza civile dell'uomo.

Proprio perché la letteratura ha di mira il vero non può essere sottomessa a regole; essendo il vero multiforme e mutando da epoca a epoca e da luogo a luogo: e proprio perché ha di mira il vero deve abbandonare ogni artificio linguistico ed esprimersi in termini realistici e di facile fruizione.

Qui la differenza fondamentale con l'illuminismo: gli illuministi dicevano "noi portiamo la cultura al popolo", mentre i romantici "noi siamo il popolo".


Testo: La poesia popolare" dalla "lettera semiseria di Grisostomo al figlio" di Berchet




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