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IL CANTICO DELLE CREATURE
Poeta della natura e innamorato del Creatore, Francesco d'Assisi ha cantato, nei suoi versi immortali, il ringraziamento a Dio e alle sue creature, mantenendo saldamente la sua posizione di devot 414i83e o e anima in perpetua ricerca della forza divina quale unico mezzo di sostentamento.
Composto, molto probabilmente, in due periodi ben distinti, il "Cantico" si pone come momento di assoluta e semplice preghiera scritta inizialmente in funzione di lode da impostare durante il rito religioso ma con in realtà una motivazione di universalità espandibile a tutti i fedeli.
Egli esprime la bellezza di ciò che si possiede al di là di ciò che si ha privatamente. Loda ciò che ogni uomo, qualunque uomo ha, indifferentemente dalla sua classe sociale. Il Sole, la Luna, l'Acqua, il Vento, ricchezze immense, impagabili, cui la vita gira attorno. Ed infine la Morte, tanto lodata in quanto unica via per arrivare a Dio e ricevere la pace eterna. Nessuno può sfuggirle, come egli scrive, nessuno ne soffrirà se ivi giunto privo di peccati.
Indipendentemente dal valore religioso, il "Cantico" è una fonte letteraria di indiscussa qualità lirica, volta a dare una visione degli elementi citati con una dote semplice e pur concreta.
Scritto in volgare umbro, il componimento non ha in sé, comunque, tracce di parole in qualche modo dialettali bensì alcune parole latine quali et, cum, honore. Quest'ultime testimoniano quanto il latino fosse ancora presente nel linguaggio immaturo del volgare e infondono al cantico una maggiore potenza di spirito.
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