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Gasparo Gozzi - (Venezia, 1713 - Padova, 1786)

letteratura



Gasparo Gozzi

(Venezia, 1713 - Padova, 1786)


Gasparo Gozzi nasce a Venezia nel 1713, da una famiglia nobile ma decaduta. È il primo di undici fratelli, tra i quali Carlo, aspro oppositore del Goldoni. Dopo aver seguito studi di legge e di matematica, sposa la poetessa Luigia Bergalli, alla quale d 545e49f edica le sue prime opere in rima. Negli anni seguenti, le difficoltà economiche, progressivamente aggravate dalla nascita di cinque figli, lo inducono ad impegnarsi in vari lavori e non tutti fortunati; è insegnante privato, consulente per case editrici e traduttore, specialmente dal greco e dal francese. Nel 1747 è, insieme al fratello Carlo, fondatore dell'Accademia dei Granelleschi; tre anni più tardi pubblica le Lettere diverse, che raccolgono un gruppo di scritti di argomento non omogeneo; ad esse fanno seguito le Lettere serie, facete, capricciose, strane e quasi bestiali (1752), che lo rendono celebre a Venezia. Nel 1760, il Gozzi riesce finalmente a dar vita ad un antico sogno e fonda una rivista, "La gazzetta veneta" (1760-1761), alla quale seguiranno Il mondo morale (1760), una specie di romanzo allegorico a puntate, e infine il periodico "L'osservatore veneto" (1761-1762). Intanto continua a comporre le Rime piacevoli d'un moderno autore e i Sermoni in versi (1741-1781). Svolge anche attività critica; tra i suoi saggi è famoso il Giudizio degli antichi poeti sopra la moderna censura di Dante (1758). Muore a Padova, dove si è trasferito dopo le seconde nozze, nel 1786.



Le Lettere diverse (1750) e le Lettere serie, facete, capricciose, strane e quasi bestiali (1752) rivelano alcune qualità costanti nella prosa del Gozzi, che è un attento osservatore della realtà. Attratto dai particolari, riesce a coglierli e a descriverli con fine umorismo, o a tradurli in impressioni di immediata e quasi visiva evidenza.

"La gazzetta veneta" è una rivista modellata su esemplari inglesi; contiene articoli di costume e resoconti vivaci delle cronache veneziane, ma anche informazioni pratiche, destinate a incrementare la vendita del giornale, come prezzi delle merci, annunci economici, orari di utilità pubblica e così via. Gli articoli, scritti in lingua agile e scorrevole, raccontano gli episodi di cronaca e di costume in modo spesso pittoresco; la trovata più curiosa è quella di presentare gli annunci economici sotto forma di brevi novelle. Il Gozzi si rivela critico letterario e teatrale attento, misurato e acuto; una testimonianza significativa sono, ad esempio, le recensioni sull'allestimento dei Rusteghi e della Casa nova del Goldoni o su altri eventi culturali di un qualche rilievo.

"L'osservatore veneto" è un periodico di impostazione spiccatamente letteraria nel quale le scene di vita sono più rare che nella "Gazzetta"; la stessa raffinata agilità di scrittura caratterizza però i Ritratti dei contemporanei, una galleria di personaggi osservati con sobrio moralismo e con garbo satirico, che sono stati accostati ad alcune figure del Goldoni e a quelle che popolano le tele del pittore Pietro Longhi (1702-1785), ispirate alla vita quotidiana di Venezia. L'"Osservatore" sarà apprezzato dal pungente critico Giuseppe Baretti, che in un articolo del suo giornale, "La frusta letteraria", lo definisce ricco di "cose piacevoli e ingegnose, e tutte tendenti a migliorare la specie nostra".



Il Giudizio degli antichi poeti sopra la moderna censura di Dante (1758), o Difesa di Dante, è una polemica, che Gasparo conduce all'interno dell'Accademia dei Granelleschi, diretta contro le Lettere virgiliane del Bettinelli, di cui riprende la finzione iniziale. Infatti il Gozzi immagina che dai Campi Elisi lo scrittore cinquecentesco Anton Francesco Doni (1513-1574) riferisca le discussioni e lo scandalo provocato dalle incaute affermazioni contenute nelle lettere di Virgilio. Ad esse il Gozzi contrappone un ammirato giudizio sulla Commedia di Dante, che considera un poema organico e unitario, degno della tradizione classica e rispondente alle leggi della retorica, a cui ogni vera opera letteraria deve sottostare. La Difesa poggia su argomenti generici, ma ha una sua importanza in un periodo che in genere apprezza poco la poesia dantesca.

Anche le Rime piacevoli d'un moderno autore (1751), ispirate al Berni, e i Sermoni, di modello oraziano, testimoniano lo spirito d'osservazione del Gozzi, che affronta e svolge con notevole eleganza stilistica argomenti della vita moderna, come le abitudini dei nobili, la villeggiatura e il passeggio serale o alcuni particolari fenomeni di costume, in una forma satirica dai toni sempre leggeri e controllati.






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