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Forse sbaglio ad avere una tale alta aspettativa

letteratura






Forse sbaglio ad avere una tale alta aspettativa. Forse è per questo che resto basita quando inspiegabili cambiamenti vengono apportati alla trama. La frase che compare a grandi lettere subito dopo il finale, "ispirato all'Iliade di Omero", risulta più che obbligatoria, un obolo da pagare al sommo poeta per aver barbaramente stravolto il suo poema.
Sono certa che David Benioff, sceneggiatore del film, abbia lavorato in totale buona fede, nella necessità di abbreviare una storia che altrimenti avrebbe richiesto molto più di 163 minuti per essere rappresentata, e di presentare il prodotto ad un pubblico americano, notoriamente meno incline allo studio della cultura classica e che ha sicuramente meno familiarità con le avventure omeriche. E' così che mentre migliaia di comparse si scagliano con ferocia l'uno contro l'altro, la macchina da presa si sofferma sullo spietato duello fra Ettore e Aiace. Allo stesso modo ampio spazio viene dedicato al tenero sentimento fra il principe troiano e sua moglie Andromaca, e l'amore che lo lega a suo figlio Astianatte, a mio avviso fondamentale nel definire il suo status di indiscusso eroe positivo.

 Poco c'è da dire sulla decisione di escludere ogni presenza divina, volta a confe 252b17c rire un taglio realistico alla vicenda, che per quanto possa non essere gradita, resta legata al valore della soggettività e non va comunque a inficiare la bellezza dell'opera.

  In ogni caso resta il fatto che pochissimi di noi possono dirsi competenti storici della letteratura greca, mentre  in molti siamo amanti del cinema, nella sua forma più pura e spettacolare. E, in questo senso, a voler trovare un punto debole in Troy, si potrebbe inutilmente cercare per giorni.

Le scenografie, tanto per cominciare, sono assolutamente da togliere il fiato. curate nei minimi particolari, fino all'ultimo intarsio. Spettacolari le battaglie, nella loro immensità; emozionanti i duelli,. E' vero, forse Priamo non era così alto; Elena sarebbe dovuta essere più bella, mora, e decisamente meno algida; Achille meno perfetto. Ma nell'insieme gli attori, tutti, sono riusciti, al di là del loro aspetto fisico più o meno indovinato, a dare vita e spessore ai protagonisti.



: Ettore; umano, sensibile, forte, mosso dall'amore. In quasi due ore di film, fino alla sua tragica morte, i suoi occhi riescono da soli a raccontare la storia. Perfino nelle scene di nudo, per quanto incredibile, rimane la potenza del suo sguardo, e non quella dei suoi pettorali, ad attrarre l'attenzione. E credo sia un bel traguardo per un attore come lui, conosciuto ai più per un ruolo prettamente fisico come quello di Hulk.

Troy di Wolfgang Petersen, è ispirato all'Iliade, è, lungo (2 ore e 45) e spesso tedioso, ma soprattutto è piccolo, Scenografie, costumi, paesaggi, edifici, arredi, statue, gioielli, suppellettili: tutto non bello. Di bello si vede unicamente la corazza di Achille-Brad Pitt; ma anche questo gran personaggio è contagiato dal difetto degli altri. Ossia la banalità fisica, l'attualità corporale: Brad Pitt non ha più freschezza e l'ipergonfiore dei suoi muscoli è paradossale; Elena è una finta bionda come milioni di altre, la modella tedesca Diana Kruger; Ettore è l'attore australiano già interprete di Hulk, Eric Bana; l'unico toccante è Priamo. Peter O'Toole, soltanto perché è vecchio e tremulo. Personaggi straordinari vengono adoperati come bambole, soltanto per il nome, per la fama secolare che, si spera, richiamerà il pubblico.
Non c'è cultura, infine, né generale né specifica, nell'immaginare gesti, espressioni del viso, posture religiose (tutte cose reperibili nei vasi che sono gli unici resti di Troia): e
persino la mossa del Cavallo, gherminella leggendaria, viene liquidata in pochi attimi.
Liberamente, molto liberamente, ispirato all'Iliade di Omero.
Nel 1193 a.c. Paride, principe di Troia, fugge insieme ad Elena, regina di Sparta e sposa del re Menelao, facendo scoppiare la scintilla della guerra che incendierà l'inespugnabile Troia. Dieci anni dura l'assedio di Troia da parte del grande esercito greco .Fra loro c'è Achille (Brad Pitt), uno dei guerrieri più eroici, mentre Ettore (Eric Bana), il primogenito del re troiano Priamo, incarna tutte le speranze del suo popolo sotto la terribile minaccia.

Troy potrebbe essere denigrato per l'approssimazione storica, perchè sembra un book dell'affascinante Brad Pitt con le continue sue pose, perchè le battaglie computerizzate rievocano troppo il Signore degli Anelli, ecc. ma sicuramente si tratta di un bel film, anzi, come si diceva una volta, Troy è un vero e proprio colossal cinematografico.
Non ci si poteva aspettare che fosse la fedele trasposizione dell'Iliade e, preso per quel che è, rende comunque bene i miti ed il contesto storico: le riflessioni sull'ambivalenza della guerra, sulla ineluttabile tragicità della storia umana, sulla passione, sulla memoria e la fatalità degli eventi.
Protagonista indiscusso della vicenda è il bel tenebroso Brad Pitt che assicura al suo Achille nobiltà e forza.
Sono assenti alcuni dei personaggi memorabili di quell'opera: la moglie di Priamo, Ecuba, e la più celebre delle figlie, Cassandra. Per tacere di Enea, che oltre ad essere tra i più arditi combattenti troiani della guerra al pari di Ettore (per il quale tifa il lettore come lo spettatore), fu anche marito di una delle figlie dei coniugi reali, Creusa.
In definitiva si tratta di una buona realizzazione dal punto di vista cinematografico, certamente non si tratta di un film epico. Dopo secoli di lotte un'alleanza tra Sparta e Troia sancisce l'inizio di una pace a lungo voluta. Ma durante i festeggiamenti a Sparta la moglie del re, innamorata di Paride (principe Troiano), fugge con lui verso Troia. L'amore di un uomo! Questa sarà la causa scatenante di una delle più celebri guerre dell'antichità.

Recensione:
Trasposizione abbastanza fedele dell'Iliade ("Troy" è uno dei film più belli dell'ultimo periodo. Basato su vicende inventate, ma incredibilmente verosimili), il film ci cattura trasportandoci in un turbinare di azione, onore, eroi, grandi amori e patriottismo. Il tutto reso senza esagerazioni, senza sbilanciamenti, senza errori narrativi grossolani. Gran parte della bellezza del film va quindi ricercata proprio nella trama e nella sceneggiatura che è tratta fedelmente dall'opera del narratore greco (Omero). Il principale fattore di infedeltà alla storia da cui il film è tratto consiste nel fatto che Troy è depurato di ogni elemento mitologico, e la vicenda narrata è resa molto simile a un resoconto storico.

Ma anche la recitazione è ottima: gli attori sono incredibilmente coinvolgenti, e persino Brad Pitt recita la parte in maniera egregia calandosi perfettamente nella parte.

Il regista riesce a rendere alla perfezione odi, rancori, amori e gli altri stati d'animi che caratterizzano i personaggi durante la narrazione. Tuttavia forse a causa delle musiche non eccezionali e della ricostruzione che cerca di essere il più possibile simil-storica e non esagerata, il film non raggiunge capolavori come "Il Gladiatore".

Insomma, un film stupendo, pieno di atmosfera, azione, passione e pathos. Un film che piacerà non solo a chi ama i film di guerra e azione, ma anche a chi apprezza i capolavori della letteratura Omerica


La mitica guerra di Troia narrata da Omero nell'Iliade diventa un film. Nell'anno 1193 a.C. la passione dei più leggendari amanti della storia, Elena e Paride, fa scoppiare la sanguinosa guerra di Troia, che porta all'annientamento di un'intera civiltà. A vendicare l'onta subita dal re Menelao, sposo della bella Elena, sarà suo fratello Agamennone, spinto dal desiderio di espandere il suo impero. Nessun esercito, però, è mai riuscito a penetrare le difese della città di Troia, dove è stata condotta Elena. Un solo uomo può farlo: l'invulnerabile guerriero greco Achille. Dopo un assedio decennale, che vede contrapposti in prima linea due grandi eroi, il valoroso pelide ed Ettore, principe dei troiani, la fortezza cadrà vittima dell'ingegnoso stratagemma del cavallo di legno.

Con un cast d'eccezione ricco di stelle di Hollywood l'impresa epica della Warner Bros è stata girata tra l'isola di Malta, la Gran Bretagna, il Marocco e il Messico. E' il sex symbol Brad Pitt ad interpretare l'invincibile Achille; Eric Bana, l'"Hulk"di Ang Lee, è Ettore; Orlando Bloom, l'elfo Legolas de "Il Signore degli Anelli", è Paride; Sean Bean, il Boromir della saga tolkieniana, è Ulisse; Julie Christie è Teti, la madre di Achille; Brian Cox è Agamennone e dulcis in fundo Diane Kruger interpreta Elena, la donna più bella dell'antichità classica. TRAMA:
Il principe Paride rapisce la moglie di Menelao, Elena.  Quest'ultimo non la prende bene, si rivolge al fratello Agamennone che coglie la palla al balzo, riunisce tutti i re della Grecia e dichiara guerra a Troia. Le mura della città non sono mai state scalfite ma i greci possono contare sul più grande guerriero mai esistito: Achille.


RECENSIONE: C'è un duello da combattere, si cerca Achille ma Achille non c'è, sta dormendo nudo nella sua tenda con al fianco due femmine esauste dopo una nottata focosa. Lo si va a chiamare, Achille si sveglia, si stropiccia gli occhi, si veste, arriva sul campo ancora assonnato, uccide il suo avversario con un solo colpo ben assestato e torna senza dir niente da dov'era venuto. Nemmeno quella di resuscitare Omero, la mitologia, gli Dei per far sfilare in rassegna una manciata dei suoi migliori divi del momento, trasformarli in valorosi eroi, vestirli in gonnella e mini-tuniche turchesi che lasciano ben intravedere il bicipite, il pettorale, l'addominale rigorosamente scolpito.

. Nessuna sorpresa quindi se Troy con l'Iliade non c'entra niente o quasi. La guerra di Troia dura 10 anni; qui succede tutto in un paio d'ore. Achille arriva con 50 uomini e conquista la spiaggia di Troia praticamente da solo. E pur tralasciando questo dettaglio, l'intera scena dello sbarco è quanto di più improbabile e improponibile si possa immaginare. Aiace (un mito!) è un invasato che non fa in tempo a toccare terra che è già morto. Il prode Paride attraversa tutta la storia come un qualcuno piovuto dal cielo che non capisce niente di quello che avviene intorno a lui. Ad un certo punto si teme il peggio, che Brad Pitt/Achille non venga ucciso ma se ne torni a casa vittorioso, con l'amata Briseide, dove vivrà felice e contento per il resto della sua vita. 

Diretto dal grande, o ex-grande, o forse nemmeno quello, Wolfgang Petersen, che non rinuncia a far sfoggio di effetti speciali computerizzati per moltiplicare eserciti che si spandono a perdita d'occhio, il film finisce dove là comincia e comincia non si sa bene dove. Riscritto da David Benioff (quello de La 25ma ora), si compone di una prima parte letteralmente da prendere e da buttare in toto, sorretta da dinamiche da soap-opera in cui trovano posto amori, tradimenti, ripicche e inquadrature da spot di agenzia turistica, con tramonti, primi piani, sguardi intensi del bel tenebroso verso l'orizzonte lontano.

Tirando le somme, Troy rivela quello che in sostanza è: il riassunto che farebbe un bambino di terza elementare se qualcuno gli chiedesse di raccontare l'Iliade. Fortunatamente alla prima parte segue la seconda, durante la quale il film si risolleva e si risolleva per un motivo molto semplice: Omero sale in cattedra, l'ira funesta del pelide Achille può sprigionarsi e l'epica può finalmente far sentire forte la sua voce, ancora una volta in grado di far vibrare le corde della nostra sensibilità. Quindi eccoci tremare con Ettore quando stoicamente va incontro al suo destino pur già sapendo che esso significa Morte certa, eccoci fare il tifo disperatamente per lui durante il combattimento, viverlo col cuore in gola e sperare per assurdo che la storia per una volta possa finire in un modo diverso, eccoci leggere la fredda risolutezza dell'odio negli occhi e nei gesti di Achille e provare poi compassione per il suo fato tragico, ecco commuoverci per il pianto di Andromaca e infine inchinarci e struggerci di fronte all'umanità di Priamo quando si reca nella tenda di Achille per reclamare il corpo del figlio, sequenza bellissima (grazie soprattutto ad un grande Peter O'Toole), l'unica veramente degna di un film che fa a pezzetti l'Iliade riducendola ad un action-movie da cassetta per palati grossi. 

Del resto non si scappa, provando ad allargare il ragionamento ci si rende conto che comunque la si metta il difetto è congenito, il vizio ontologico: Omero in versione blockbuster non regge e Brad Pitt nei panni di Achille è talmente trash da far impallidire gli episodi della Bibbia con protagonista Maria Grazia Cucinotta. Nel 1193 a.C. il principe Paride di Troia rapisce la bella Elena al marito Menelao, re di Sparta. Sarà la causa scatenante di una sanguinosa guerra, che vedrà l'eroe Achille -...

... ribelle e sprezzante tanto con il suo re Agamennone, quanto con gli Dei - a capo dell'armata greca contro il principe Ettore alla guida delle forze Troiane. Ma quando Ettore uccide il giovane cugino di Achille scambiandolo per lui, questi lo sfida a duello e lo uccide. Senza il loro comandante i troiani cadono nell'inganno del Cavallo grazie al quale i Greci si introducono nella città e compiono una strage. Ma Achille resta vittima delle frecce di Paride, prima che questi si metta in salvo con la sua donna, la moglie di Ettore ed un manipolo di superstiti fra cui il giovane Enea.




- del rapporto tra Elena (capace anche lei di rinnegare tutto e di tornare volubile sui propri passi nonostante tutto) e Menelao (mai morto per mano di Ettore).
Siamo di fronte ad una sorta di 'Soap mitologica' (e speriamo che nessuno si faccia venire strane idee), ma divertente, certo. E' uno spasso godersi scene di massa ed effetti speciali come quelli regalati da Petersen & Co. Una flotta incredibile, uno sbarco stile 'Ryan', eroi invincibili in grado di uccidere a colpi di 'Capoeira' o il 'cameo' finale del 'nostro' Enea, con padre Anchise a carico... Forse si poteva evitare di caricare troppo certi atteggiamenti al limite del 'bullo' da parte di certi personaggi, ma per fortuna c'è Peter O'Toole (e in fondo anche Ettore/Bana non e' male...) in grado di riconsolare gli amanti del cinema di fronte ad attori più disposti al compromesso o alla contaminazione.



La libertà è cosa buona e giusta, questa la mia premessa, quindi anche fare film come questo è lecito, però.... in primo luogo chi ha visto il film deve andarsi a leggere il Poema, se non l'ha gia fatto. Prendiamo l'immagine dell'eroe degli eroi greci, Achille, le sue gesta, i suoi dubbi, le sue paure, le sue chiacchierate relazioni con Patroclo,ecc.. prendiamo tutto questo e trasformiamolo in un bulletto narcisista e muscoloso del Bronx, dichiaratamente eterosessuale, dotato di un micidiale colpo di spada sullo stile eroe dei fumetti Marvel (in realtà quelli mi piacciono). Accanto a questo mettete che il rispetto della cronologia del poema è a dir poco inconsistente, i dialoghi fanno pena, delle sofferenze e dei dubbi sulla guerra e sulla morte (che qualcuno citava), non ne appare neanche un decimo rispetto al poema, tutti gli altri argomenti non esistono proprio, gli Dei non esistono e quindi nel film non ci potevano stare (e un Achille invincibile invece si?). Cercate pathos, emozioni, gesta epiche? Ne trovate di più nell'ultimo episodio de Il Signore degli Anelli. Ho dato voto 1 perchè il sistema non consente di dare -5. Spero di non aver offeso nessuno, ho espresso una mia opinione personale, che ho dovuto limitare per problemi di spazio


Finalmente, dopo averne letto sulle pagine di Topolino per generazioni, gli americani possono gustare il mito greco nella forma a loro più congeniale: rumore, muscoli, supereroi imbattibili, storie d'amore improbabili... Per fortuna che nei titoli di coda si ricorda che il film è solo "ispirato" e non "tratto" dal racconto di Omero, perche' gli aggiustamenti necessari per trasformare un'epopea in una scazzottata hanno snaturato i concetti piu' profondi della tragedia Greca: 1. se nell'Iliade la guerra dura 10 anni, nel film dura 15 giorni: i greci radunano una flotta nel tempo in cui io oggi non riesco a organizzare una partita a calcetto. Per fortuna che ci sono i giorni di lutto per Ettore, altrimenti durava una settimana. Le guerre costano anni di sacrifici e quelle "lampo" sono davvero rare; cambiare il presente è difficile, figuriamoci il passato... 2. Preoccupa la totale mancanza dell'intervento divino: gli Dei, veri protagonisti della storia, che manovrano con le loro simpatie le sorti degli scontri, nel film si riducono a superstizioni popolari schernite in continuazione con sacrilego atteggiamento. 3. infine, il pudore nel definire Achille e Paride "cugini", l'inventato amore tra Achille e la sacerdotessa, il trucco di Elena... Meglio che si dedichino ad Alamo



Delude sin dalle prime scene il tanto atteso film su Troia e i suoi eroi. Brad Pitt ci pare troppo bello, troppo biondo, troppo bullo per riuscire a ridarci la sanguigna ferocia di Achille; Eric Bana troppo accigliato, troppo cupo, troppo monocorde per far rivivere la fierezza e l'onestà guerriera di Ettore; Orlando Bloom spaurito e imbronciato nella scena del duello sembra rimpiangere l'immortalità elfica di Legolas ( per quanto ne conservi l'abilità con l'arco...) e si riduce a proporre fughe bucoliche (caccerò cervi e lepri, e vivremo dei frutti della terra..). Elena sospira sotto un glicine e abbassa gli occhi di fronte alle donne troiane che la accolgono mormorando. Agamennone ride asmatico di fronte alla lotta tra i due contendenti e vaneggia come il peggiore dei cattivi da fumetto sulla conquista del mondo. Petersen moltiplica comparse, frecce, lance, navi, riempie lo schermo di sangue, muscoli, sabbie e mura invalicabili, ma in tutto questo bulimico accumulare cose e persone, in tutto questo proliferare di dettagli, mal coadiuvato da una colonna sonora scontata e spesso patetica, perde il senso del Racconto, della Storia, del Destino. Manca il respiro epico, manca l'emozione, manca l'anima a questi eroi così lustrati, così possenti, eppur così vuoti



Dopo tanti film recenti che esaltano la guerra necessaria contro un nemico irriducibile, finalmente una storia che affronta i temi delle scelte, delle alternative, delle debolezze umane. La vicenda di Troia diventa un pretesto di riferimento per sviscerare i temi della vita e della morte, dell'odio e dell'amore, dell'uomo e di dio, con un buon lavoro di sceneggiatura e soprattutto di dialoghi. E' un grande messaggio di amore e di fratellanza, perché qui i guerrieri e i sovrani sottolineano spesso l'inutilità e l'evitabilità della guerra, nonché l'orrore e la tristezza del dare la morte; all'etica del sacrificio contrappongono il valore della vita, il sentimento dell'amore passionale e coniugale, l'affetto fraterno. I personaggi ragionano, scelgono il proprio destino, e soprattutto cercano sempre una soluzione alternativa in nome della pace. La fierezza e il coraggio vengono esaltati, ma in maniera essenziale, consapevole, senza retoriche roboanti. Si esce dal cinema più fiduciosi nell'uomo e nel futuro, malgrado le stragi e la violenza viste sullo schermo.



Oltre ad una sceneggiatura tutto sommato abbastanza rispettosa del poema originale, anche se un po' troppo piegata per soddisfare i gusti del pubblico americano medio, il film è forte di un cast superlativo. Particolarmente straordinario e commovente è Peter O'Toole nel ruolo di Re Priamo; altrettanto lo è Orlando Bloom nei panni di Paride, una parte che finalmente gli consente di dimostrare tutte le sue grandissime qualità di interprete. Il film trova invece il proprio tallone di Achille in una regia un po' fiacca (che si salva solo grazie al montaggio), nella colonna sonora scontata e nel modo in cui è stata resa l'uccisione di Achille da parte di Paride/Legolas, che scivola rapidamente dal patetico al ridicolo involontario.





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