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ILLUMINISMO

letteratura



ILLUMINISMO


L'Illuminismo è un movimento intellettuale e culturale fiorito nella seconda metà del 700.

Il termine Illuminismo deriva da luce perché secondo gli illuministi il loro compito era di far luce nelle tenebre dell'ignoranza, ovvero aiutare l'uomo attraverso la conoscenza a trovare la felicità.

Un importante illuminista era Immanuel Kant, un filosofo tedesco, il cui motto 949g61j era "Sapere aude" (adottato in seguito dagli altri illuministi) che voleva dire "abbi il coraggio di servirti della tua intelligenza" perché fino ad allora l'uomo aveva vissuto un periodo di minorità e oscurità che doveva imputare a se stesso perché si era lasciato condizionare dalla religione e dallo stato.

L'Illuminismo si basa sulla ragione, la libera critica, la tolleranza e l'uguaglianza che però era limitata perché gli illuministi essendo borghesi volevano uguagliarsi alla classe sociale più abbiente e tralasciavano i ceti meno abbienti.

Inoltre avevano una visione laica della vita, essi erano deisti infatti professavano una religione naturale cioè credevano in un essere superiore e praticavano dogmi in quanto li consideravano creazioni degli uomini e inoltre rifiutavano tutto ciò che non era possibile spiegare e concretizzare.

Durante l'Illuminismo cambiò la concezione della storia: secondo gli illuministi, tra cui Condorcet, è un progressivo incivilimento. Essi infatti erano astorici ovvero negavano la storia del passato perché ritenevano che non tutti i periodi storici erano positivi, il medioevo infatti era visto con disprezzo; a differenza dei romantici che erano storicisti, vedevano che tutti gli avvenimenti, seppure negativi, siano importanti.



Cambia anche il modo di vedere la scienza in base al presupposto che la scienza è indipendente dalla fede. In questo senso gli Illuministi proseguirono sulla via tracciata da Galileo Galilei che capì che la scienza porta avanti qualcosa attraverso l'esperimento. Inoltre l'uomo deve avvalersi della scienza per comprendere e modificare la natura al fine di accrescere la ricchezza e la felicità dell'uomo.

Per diffondere la conoscenza un gruppo francese diretto da Diderot scrisse un'enciclopedia che però fu subito inserita nell'Indice dei libri proibiti perché andava contro la chiesa e contro il re. Nonostante ciò l'opera si diffuse e portò grandi successi tra i quali la nascita dell'opinione pubblica e l'alfabetizzazione perché molti impararono a leggere per il desiderio di leggere l'enciclopedia.

Durante l'Illuliminismo abbiamo 2 concezioni politiche:

Liberista con Montesquieu che parte dalle concezioni di Locke e arriva alla divisione dei poteri. È voltaire che mette in evidenza l'importanza del dispotismo illuminato in cui il re doveva essere despota ma allo stesso tempo doveva avere accanto un pensatore, un filosofo che lo indirizzava ad attuare le riforme adeguate. Il motto "niente dal popolo, tutto al popolo". Inoltre essi credono nella libertà, nel suffragio censitario, nella divisione dei poteri e nella monarchia costituzionale.

Democratica con Rousseau che crede nell'uguaglianza e ci mostra come da quando è stata istituita la proprietà privata il più forte tende a sopraffare il più debole e la legge non fa altro che legalizzare tutto ciò. Secondo Rousseau occorre un nuovo contratto sociale con dei portavoce che nel caso in cui  non realizzino la volontà sociale possono essere revocati immediatamente. Inoltre egli crede nella libertà, nel suffragio universale e nella repubblica poiché la monarchia spesso sfocia nel dispotismo.

Ci furono cambiamenti anche in economia, nasce l'economia politica (scienza che studia i modi e le regole della formazione e distribuzione della ricchezza).

Durante questo periodo si sviluppa la fisiocrazia: i fisiocrati ritenevano che la ricchezza non si forma nel momento dello scambio delle merci ma in quello della produzione agricola dunque vollero attuare una riforma per migliorare l'agricolture. La fisiocrazia però durò poco perché aveva parecchie lacune, venne infatti sostituita dal liberismo che aveva come motto "lassez faire" infatti il liberismo sanciva la libertà in economia e lo stato doveva lasciare spazio ai privati, non porre vincoli e divieti alla circolazione delle merci in modo da sviluppare l'economia. Il liberismo rispose ai fisiocratici dicendo che la vera ricchezza era il lavoro e per la prima volta si parla di parcellizzazione del lavoro (ognuno ha le proprie mansioni) e di reinvestimento degli utili.




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