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Epigramma - La "Antologia Palatina"

letteratura



Epigramma



La  "Antologia Palatina":

La storia dell'epigramma greco copre un millennio, dal V secolo a.C. al V seColo d.C. La produzione del genere epigrammatico venne raccolta nella "antologia Palatina", che comprende circa 3700 epigrammi e 340 poeti diversi, ed è suddivis 111c26b a in quindici libri. Qualche secolo dopo la formazione di quest'ultima venne raccolta un'altra antologia, la "Antologia Planudea", che contiene 388 epigrammi che nella Palatina non sono riportati.

La prima raccolta di epigrammi di cui si abbia una esauriente conoscenza è la Corona di Meleagro, dove il poeta aveva raccolto epigrammi suoi e di altri quarantasei autori disponendoli per argomenti. Alla Corona aveva anteposto un proemio, conservato nel IV libro della Palatina in cui ogni poeta è accostato a un fiore o a una pianta ( il mirto corrisponde a Callimaco, a Simonie la vite, l'edera a Leonida.). Nel I secolo d.C. il suo esempio fu continuato da Filippo di Tessalonica, che raccolse gli autori venuti dopo Meleagro fino al suo tempo.



Particolare rilievo ebbe anche l'antologia formata nel Vi secolo da Agatia, dove l'autore paragona i poeti a dei cibi diversi.




Scuola dorica:

Gli epigrammisti dorici prediligono l'ambiente della natura e un minuto realismo di situazioni e di dettagli, in forma sovente obiettiva. Essi in genere sono originari della Grecia continentale o dell'Italia Meridionale e scrivono in dialetto dorico. La caratteristica comune a tutti gli epigrammisti dorici è il fatto di cantare una realtà bassa e quindi il mondo degli umili.

ANITE (IV-III sec. a.C.):  di questa poetessa ci sono giunti 21 epigrammi, da cui emergono le tematiche di fondo: il compianto sulla morte prematura o violenta di giovani donne; la descrizione di freschi paesaggi, dove il viandante ristora la propria fatica; e fittizi epitafi per animali, ispirati a una tenera compassione verso i bimbi che ne piangono la morte.

NOSSIDE (IV-III sec. a.C.) : ci sono giunti 12 epigrammi. In un finto epitafio per se stessa, Nosside si dichiara erede dell'arte di Saffo. La tematica principale della sua opera è la passione, l'esaltazione dell'amore.

LEONIDA (320-260 a.C.): Compose un epigramma per la propria sepoltura, in cui lamenta l'amarezza di morire lontano dalla patria. Leonida conobbe la miseria e diede spazio a questo motivo autobiografico nei suoi testi. La maggior parte della sua produzione comprende tuttavia dediche votive ed iscrizioni funerarie.



Scuola ionica:

Gli epigrammisti ionici per lo più provengono dall'area orientale del mondo greco. In essi prevale un marcato colorito soggettivo, che si esprime nella propensione per la tematica erotica e simposiaca, ambientata nelle consuetudini della vita cittadina.

ASCLEPIADE (VI sec. a.C.): Egli trascorse gran parte della sua vita ad Alessandria. Le notizie antiche lo comprendevano fra i Telchini, avversari di Callimaco, e Teocrito lo ricorda in termini laudativi nelle Talisie. Di lui restano 45 epigrammi e i temi prediletti dall'autore sono il simposio e l'amore descritto in tutte le sue parti. Lo stile di Asclepiade è lucido, chiaro, elegante, senza artifici né compiacimenti eruditi. Riprende i lirici greci tra cui Alceo, Saffo e Callimaco. Da Alceo copia il metro, l'asclepiadeo, usato anche da Orazio in molte tra le sue odi.

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