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Breve biografia - Analisi del personaggio

letteratura



Breve biografia


Nacque a Genova il 14 febbraio 1404, figlio illegittimo di Lorenzo Alberti, dopo che la sua famiglia era stata bandita da Firenze per aver preso parte al tumulto dei Ciompi.

Dei suoi primi studi abbiamo scarne notizie: iniziarono a Venezia, poi nel 1415 proseguirono a Padova alla scuola di Gasparino Barsizza.

Frequentò infine la facoltà di Diritto a Bologna a partire dal 1421, anno della morte del padre.  Gli anni seguenti furono segnati da gravi discordie con i parenti dovute a ragioni patrimoniali. Nel 1428 conseguì la laurea in diritto canon 818j91i ico. Intanto aveva studiato anche matematica e fisica. Dal 1428 al 1431 fu probabilmente al servizio del cardinale Albergati, viaggiando al suo seguito in Germania e in Borgogna.

Nel 1431 divenne segretario del patriarca di Grado, Biagio Molin, e grazie al suo intervento fu nominato "abbreviatore apostolico" (notaio) alla corte pontificia. Ricoprì la carica fino al 1464, quando il collegio degli abbreviatori venne soppresso da papa Paolo II. Nel 1435 tornò a Firenze, dove fece la conoscenza di Brunelleschi, Donatello, Ghiberti, Luca della Robbia ed altri artisti dell'ambiente umanistico fiorentino. Fu poi a Bologna e, nel 1438 a Ferrara, in occasione del Concilio delle Chiese romana e bizantina. Nel 1439 tornò ancora a Firenze. Qui nel 1441 organizzò il Certame coronario sul tema dell'amicizia.



Nel 1444 fu nuovamente a Roma dove ebbe un ruolo di primo piano nella realizzazione degli interventi urbanistici voluti da Niccolò V. Morì a Roma nell'aprile del 1472.


Analisi del personaggio


Il culto della classicità e la volontà di recuperarla nella sua essenza riporta in auge l'uso della lingua latina classica. Nella storia letteraria del Quattrocento si succedono due fasi: la prima, detta dell'Umanesimo "latino", è caratterizzata dal predominio del latino sul volgare; la seconda, detta dell'Umanesimo "volgare", vede invece la rivalutazione del volgare come lingua letteraria. Il primo consapevole tentativo di ridare dignità letteraria al volgare spetta proprio a Leon Battista Alberti, che il 22 ottobre 1441, nel momento di assoluto predominio del latino, organizzò a Firenze, col patrocinio di Piero de' Medici, il Certame coronario, un concorso di poesia in lingua volgare sul tema dell'amicizia, al quale partecipò egli stesso. La speranza di favorire il ritorno all'uso del volgare in letteratura, con la prospettiva di un premio prestigioso (una corona d'argento), fu delusa dalla mediocrità dei componimenti presentati a concorso, che indusse a non decretare nessun vincitore. I tempi non erano ancora maturi per la riabilitazione del volgare, che si sarebbe realizzata solo a fine secolo. Nonostante cio', un ruolo di primissimo piano nell'Umanesimo "volgare" spetta all'Alberti stesso, che, con netto anticipo, proprio in volgare scrisse la sua più importante opera letteraria, i Libri della famiglia (1437-'41), dedicati all'istituzione che gli umanisti consideravano come nucleo della società e fonte di piena realizzazione per l'uomo.

L'opera, in quattro libri, rientra in un genere di ascendenza classica che nell'Umanesimo fu riportato in auge e riscosse particolare successo, la trattatistica. Il trattato, infatti, soprattutto se in forma dialogica, risulta il genere elettivo per un'epoca in cui si affermano una nuova visione del mondo e nuovi valori, che devono essere dibattuti, difesi e divulgati in opere dalla rigorosa ed efficace struttura argomentativa. La trattatistica quattrocentesca ha come principali argomenti l'esaltazione del ruolo

e della dignità dell'uomo, le problematiche relative alla sua formazione intellettuale, la rivalutazione della vita terrena e delle creazioni umane, il rapporto virtù-fortuna. Le opere che meglio rappresentano il genere sono tutte composte in latino.

Il trattato dell'Alberti, di carattere pedagogico-morale, costituisce pertanto una significativa eccezione e rivela l'esigenza di diffondere i nuovi valori anche al di fuori della cerchia dei dotti. L'autore, in una struttura dialogica che ha come interlocutori i componenti stessi della famiglia Alberti, analizza i problemi che la vita familiare presenta: la cura dei figli e la loro formazione (I libro), la scelta della moglie (II), l'amministrazione del patrimonio (III), i rapporti sociali tra le famiglie e, in

particolare, l'amicizia (IV).

Quasi tutta la produzione di Leon Battista Alberti, che comprende anche trattati teorici attinenti alla sua attività di artista, urbanista e architetto, è ricollegabile per le tematiche proposte all'ambito del cosiddetto Umanesimo "civile". Con tale definizione si è soliti designare il primo Umanesimo fiorentino, che afferma una concezione laica e mondana del vivere, esalta la famiglia, la partecipazione civile (aiutata anche dal fatto che Firenze, unica eccezione nel panorama politico italiano ormai dominato dalle signorie, mantenne ordinamenti repubblicani fino al 1435), l'operosità e l'iniziativa umana nell'ambito della vita associata.


Non bisogna dimenticare l'opera dell'Alberti come architetto: egli edifico' la fontana di Trevi, la facciata del palazzo Rucellai, di S.Maria Novella, il tempio Malatestiano.





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