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SIMBOLI,FENOMENI E STRUTTURE DEL MONDO GLOBALE: UN TENTATIVO DI DEFINIZIONE

sociologia



SOCIOLOGIA DEL MONDO GLOBALE




CAPITOLO 1

SIMBOLI,FENOMENI E STRUTTURE DEL MONDO GLOBALE:

UN TENTATIVO DI DEFINIZIONE



COS'è LA GLOBALIZZAZIONE


Per globalizzazione intendiamo una serie di connessioni e interdipendenze, ma che non sono un prodotto recente, bensì sono il prodotto di un processo sociale e culturale, economico e politico, di lunga data.


Possiamo quindi definire la globalizzazione come un processo più o meno graduale di allargamento dei mondi umani fino alla formazione di un mondo unico che comprenda tutto il globo.


Il processo della formazione di un mondo unico riguarda tutti i paesi anche se in maniera differente.


Vi sono paesi guida, che guidano il processo di globalizzazione e sono : gli Usa, l'Australia, il Canada, i paesi della nuova Europa e il Giappone.


Vi sono paesi attivi, ma che non guidano il processo di 949g68j globalizzazione e sono: l'India, la Cina, la Russia, il Messico, ecc




Vi sono Paesi passivi: i Paesi africani e alcune repubbliche dell'Asia centrale.


Ovviamente poi all'interno di ciascun Paese gli individui si pongono in maniera differente rispetto alla globalizzazione:

Vi sono individui già globalizzati, individui pro-globalizzazione e individui esclusi, cioè coloro che non hanno i mezzi economici o culturali.


Capitolo 2 FORME DELLA GLOBALIZZAZIONE


Se per globalizzazione intendiamo una serie di connessioni e interdipendenze dobbiamo esaminare questo fenomeno da vari punti di vista.


  • Il movimento delle persone.

In base alla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo ( 1948), ogni individuo ha il diritto di muoversi nel mondo.


Nelle società del passato però la maggior delle persone nasceva e moriva nello stesso luogo senza aver mai visitato altre città, solo in pochi viaggiavano da una città all'altra.


Questo era dovuto alla mancanza di un sistema di comunicazione.


Roma è un esempio dove invece l'impero ha basato la sua forza proprio sulle vie di comunicazione. Basta pensare che alcune strade sono addirittura arrivate fino a noi : via aurelia, via appia, ecc


Oggi però il modo sicuramente più semplice e veloce è l'aereo. Le distanze tra le varie città sembrano molto più brevi, vi è una specie di compressione spazio-tempo tanto da poter utilizzare la metafora di "villaggio globale"di Marshall Mc Luhan.


Non tutti gli individui però amano viaggiare, vi sono due modelli gnerali:


Il modello Ulisse: in cui gli individui amano viaggiare, amano confrontarsi con gli altri per conoscere meglio sé stessi.

Il modello Persiano: in cui gli individui non amano spostarsi se non per motivi di conquista in quanto temono gli stranieri.


Ovviamente questi modelli non si presentano in modo assoluto, gli individui possono avvicinarsi più ad uno rispetto all'altro.


Nella società globale possiamo individuare alcuni tipi di viaggio:


Il viaggio del turista: dove arrivo e partenza sono già previsti;

Il viaggio del pellegrino: sono i viaggi dei credenti in terra santa;

Il viaggio di affari;

Il viaggio del migrante: sono persone che lasciano la propria terra per cercare in altri luoghi migliori condizioni di vita;

Il viaggio del rifugiato: sono persone che fuggono per trovare asilo in paesi dove sono riconosciuti i diritti fondamentali dell'uomo;

Il viaggio del pendolare: è il classico viaggio in una società globalizzata.




  • L'ECONOMIA GLOBALE

I principali aspetti economici della globalizzazione sono:


La produzione

Il mercato globale

La  disuguaglianza nella distribuzione delle risorse

Il governo dell'economia globale.



La produzione: Quando parliamo di produzione dobbiamo innanzitutto verificare se vi siano stati dei cambiamenti nel rapporto tra territorio e produzione.


Ad esempio le grandi industrie automobilistiche oggi, affidano sempre più spesso importanti segmenti di produzione all'estero, ciò viene detto outsourcing.


In questo modo i gruppi industriali di questo settore divengono una rete produttiva dove i suoi nodi sono sparsi su un vasto territorio.


La novità che ha portato la Fiat è l'integrazione di tutte le parti del gruppo, e il prodotto finale, l'auto , è l'opera della cooperazione tra più imprese, spesso collocate in paesi diversi.


Il mercato globale : Per mercato globale intendiamo un modello che integri , ricerca produzione e vendita di prodotti su un area mondiale.

Ed esempio: La Calvin Klain conduce le sue ricerche sui giovani americani, produce nei paesi del terzo mondo, e vende i suoi prodotti attraverso il franchising in tutto il mondo.


La disuguaglianza nella distribuzione delle risorse


La globalizzazione economica parte da una disuguaglianza nella distribuzione delle risorse fino ad arrivare ad una disuguaglianza ancora più accentuata tra individui, società e paesi.


Basta pensare che solo ¼ della popolazione mondiale vive con l'80% della ricchezza, ciò vuol dire che i restanti ¾ della popolazione devono dividersi il restante 20%.


Uno dei metodi più utilizzati per misurare la disuguaglianza nella distribuzione delle ricchezze è la curva di Lorenz, e l'indice utilizzato è l'indice di GINI.


L'indice di Gini vale 0 quando il reddito è ugualmente distribuito, vale 1 quando vi è una disuguaglianza massima.


Ciò vuol dire che L'indice di Gini aumenta con l'aumentare della disuguaglianza.


L'Africa Sub-Sahariana ha un indice di Gini pare al 72%, il paese con l'indice più basso è la Svezia con il 25%, l'Italia ha un 36 %


Il governo dell'economia mondiale:


Vi sono alcune istituzioni mondiali che sovrintendono all'economia:


Il World Trade Organization

Il Fondo Monetario Internazionale

La Banca Mondiale.




  • LA POLITICA GLOBALE.

Oggi purtroppo non possiamo dire che regni la pace, i conflitti moderni possiamo classificarli in:


Conflitti politici Locali

Conflitti politici di Area o Regionali

Conflitti politici Mondiali.


I conflitti politici Locali: sono conflitti su base locale, ristretti in confini ben definiti, dove non vi nessun coinvolgimento di altri attori se non quelli già impegnati nello scontro.


Es: La guerra delle Isole Falkland , dove come protagonisti abbiamo la Gran Bretagna e L'argentina, e la posta in gioco è il possesso delle isole.

La vittoria è stata degli inglesi.


Un altro esempio di conflitto locale ma ben diverso da quello delle Isole Falkland è quella tra israeliani e palestinesi.


Qui la posta in gioco è il territorio della Palestina.

Nel 1948 viene fondato in territorio palestinese lo stato di Israele.

Il fatto è che i palestinesi vivevano già in quell'area da molti secoli, ma non avevano alcuna sovranità.


Per i legami culturali e religiosi che hanno i palestinesi nell'area, il conflitto può estendersi anche ai paesi vicini.


Per il carattere fortemente simbolico di Israele, il conflitto prende i toni di una guerra religiosa.


Questo conflitto può quindi estendersi fino a diventare un conflitto di area o addirittura globale.



I conflitti politici di Area: sono quei conflitti nei quali sono impegnati  un certo numero di attori e riguardano un'area territorialmente più ampia ed hanno la potenzialità di trasformarsi in conflitti globali.


Es: La guerra del Vietnam nasce all'interno della società vietnamita, coinvolge le grandi potenze di allora : Usa, Cina, Unione Sovietica e produce effetti globali.


I conflitti politici Globali: indipendentemente dal numero dei protagonisti hanno effetti globali ( le due guerre mondiali).





  • LE CONSEGUENZE SOCIALI DELLA GLOBALIZZAZIONE

I processi della globalizzazione non cambiamo solamente le relazioni economiche e politiche tra i vari stati, ma anche i rapporti tra i membri delle società.


Il movimento delle persone ha creato società di varie culture. Ad esempio in Italia i lavoratori e lavoratrici stranieri non sono presenti solo nelle grandi città, ma anche nei comuni più piccoli.


Ciò è dovuto a due fattori:


  1. la disuguaglianza nella distribuzione delle risorse obbliga gli uomini a lasciare la propria terra per  cercare condizioni di vita migliori;
  2. I paesi ricchi richiedono manodopera con bassa qualifica professionale.

Purtroppo però questa presenza non è benvista da tutti, vi sono 3 tipi di visione:


Si può vedere l'altro in maniera positiva, e ciò viene detta " strategia della cooperazione e della cittadinanza";

Si può vedere l'altro in maniera negativa ed averne paura in quanto si teme un confronto con la propria identità culturale , ciò viene detta "strategia del rifiuto e dell'espulsione";

Si può vedere l'altro con indifferenza, preoccupandoci solamente della sua inclusione nel mondo produttivo, avendo verso l'altro un atteggiamento strumentale. Vi è un disinteresse dell'altro , dei suoi problemi, del suo stile di vita (inclusione subordinata, cittadinanza di serie B).



  • LA CULTURA E LE IMMAGINI DEL MONDO.

Purtroppo non esiste ancora una cultura universale, non esistono valori validi per tutti gli uomini del mondo.


Anche la dichiarazione dei diritti dell'uomo trova sulla sua strada la dichiarazione dei diritti dell'uomo, araba, islamica, asiatica, ecc


Le due religioni monoteistiche più diffuse al mondo sono la religione cristiana e la religione islamica.


Esse sono due potenti fattori di globalizzazione. Ciò è dovuto al messaggio che portano.


Questo messaggio è fondato su un immagine del mondo universalistica:


gli uomini sono tutti uguali

tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio

tutti possono meritare il paradiso se credono ed agiscono secondo il comandamento divino.


Le società moderne, in particolare quelle occidentali, hanno pian piano eliminato la religione come base della società.



In competizione con la religione per la produzione di immagini del mondo vi è la scienza.


Ciò che unisce gli scienziati di tutto il mondo è la logica del loro ragionamento.


Vi sono altri centri di produzioni di immagini del mondo e sono:


La produzione di film

La produzione di notizie.


Nella produzione di film, Hollywood ne fa da padrone, creando valori che si pongono come fattore di unificazione del mondo.


Nella produzione di notizie i maggiori network sono:


La CNN

Al Jazeera


In questo modo il punto di vista occidentale è confrontato con quello islamico e arabo.

Esse presentano le noizie partendo dalla propria concezione del mondo.


La cultura globale dovrebbe avere dei valori comuni di riferimento ed una competizione per realizzarli al meglio, purtroppo siamo ancora lontani da tutto ciò.







Capitolo 3 PROSPETTIVE ANTICHE SUL MONDO GLOBALE



Secondo Jaspers vi è un cosiddetto periodo assiale che si può rintracciare tra l'800 e il 200 a.C circa nel 500 a.C, nei tre mondi allora conosciuti , Cina, India, Iran-palestina-grecia , in cui l'uomo prende coscienza di sé stesso e dei suoi limiti, si pongono le basi delle religioni universali, viene compiuto il passo nell'universale.


Possiamo riflettere su tre punti di vista sul mondo globale:


Erodoto

Tolomeo

Khaldu'n



ERODOTO:


Il punto di vista di Erodono ci interessa perché tiene conto delle immagine complessiva degli individui includendo i miti, i riti e le religioni, ecc


Egli nelle sue narrazioni parte sempre da una descrizione geografica del territorio includendo anche caratteristiche orografiche, come ad esempio la descrizione di fiumi, monti, ma anche la fecondità di un terreno, ecc.


Il secondo livello è caratterizzato dalla descrizione delle società, quindi la loro organizzazione sociale, amministrative e politica. Ma inserisce anche dettagli ad esempio su i regimi coniugali, ecc.


Il terzo livello è caratterizzato dagli avvenimenti. Il tema centrale delle sue "Storie" è la guerra persiana.


Erodono ha un punto di vista greco sul mondo, egli è convinto che non tutti gli avvenimenti sono prevedibili, in quanto i fili del gioco sono retti dagli Dei.


Egli afferma che l'ascesa o il declino di una civiltà dipenda da due fattori, uno interno e l'altro esterno alla civiltà stessa.


Quello interno dipende dalla buona o cattiva gestione dell'organizzazione politica, amministrativa, e sociale;

L'altra dipende dalla superiorità o dall'inferiorità delle civiltà con cui confina.


Ovviamente su tutto però regna il volere degli Dei.











TOLOMEO.


Tolomeo percepisce la terra come una grande sfera.


Egli pone al centro del mondo abitato Rodi.


Partendo da queste coordinate egli divide la sfera terrestre in 4 quadrati e colloca al centro di essi popoli e civiltà.


Possiamo dividere gli abitanti del mondo in 3 grandi gruppi:


- I popoli che vivono sotto i paralleli più meridionali, cioè tra l'equatore e il tropico d'estate hanno

il sole allo Zenit e ne sono riarsi.


Essi infatti hanno una pelle nera, capelli crespi e lanosi, una taglia media.


Hanno una natura ardente e costumi selvaggi.


A questi popoli si da il nome generico di etiopi.


I popoli che vivono i paralleli più settentrionali sono stretti dalla morsa del freddo in quanto sono lontani dallo zodiaco e dal calore del sole.


Essi hanno le orse polari allo zenit.


Infatti hanno una pelle molto chiara, capelli liscia una statura alta.


Hanno una natura fredda e costumi selvaggi.


A questi popoli si da il nome generico di Sciiti.



Quei popoli che invece vivono tra il circolo polare artico e il tropico d'estate, hanno un clima temperato, non avendo mai il sole allo zenit.


Essi infatti hanno una taglia media, un colorito normale , una natura moderata e costumi civili.


Tolomeo continua dicendo che :


Chi vive al sud: è più preparato sulle cose divine in quanto hanno lo zenit vicino allo zodiaco.

Chi vive ad Oriente: Sono più energici e virili in quanto questa regione è maschile e diurna

Chi vive ad Occidente: sono effeminati e delicati in quanto questa regione è femminile e notturna.


Per Tolomeo quindi gli astri e il clima delle regioni abitate influenza in modo consistente il carattere dei popoli.


Gia con questa breve descrizione, senza entrar ancor più nello specifico, è chiaro il punto di vista ellenistico sul mondo.


Il punto centrale è L'ellade.

Esso è sia centro geografico del mondo abitato, sia centro culturale dell'umanità.

KHALDU'N


Khaldu'n già dal titolo stesso della sua opera , Al Muqaddima,( discorso sulla storia universale) cerca di trovare un'interpretazione alla "storia universale".


Egli infatti cerca di trovare mediante un'indagine razionale, le leggi della storia e della società.

Inoltre individua nel passaggio tra nomadismo e sedentarietà l'origine della civiltà.


Khaldu'n riprende la concezione sferica della terra di Tolomeo. Egli però divide la sfera terrestre in 7 parti , ognuna poi divisa in sezioni.


La divisione della carta di Khaldu'n , riprende in parte e in parte integra quella fatta da Tolomeo circa mille anni prima.


Anche per Khaldu'n le caratteristiche dei popoli dipendono dalla loro posizione geografica.


Egli afferma che i climi temperati favoriscono le civiltà, quelli estremi la ostacolano.


Un'eccezione va fatta per l'Arabia, in quanto pur trovandosi in una posizione estrema essa è mitigata dal mare che la circonda per tre lati.


Secondo Khaldu'n l'uomo è fatto per vivere in società, in quanto partendo dal naturale bisogno di nutrimento, gli uomini hanno bisogno l'uno dell'altro .


Gli uomini però sono aggressivi per natura come gli animali , e una volta costituita un'organizzazione sociale, c'è bisogno di qualcuno che li freni, c'è bisogno di un uomo che li controlli e li comandi.

Questa è l'inizio della monarchia.


Secondo Khaldu'n esistono due tipi di civiltà:

La nomade

La sedentaria.


Nell'illustrarci queste due civiltà Khaldu'n rimane però sempre dentro i confini del mondo arabo-islamico.


Egli ci descrive il passaggio dalla civiltà nomade a quella sedentaria dicendoci che  sia gli agricoltori che i pastori, sono per natura attirati dal deserto, in quanto è l'unico ad offrire ampi spazi.


Una volta giunti lì, la prima necessità è quella di soddisfare i loro bisogni primari: il nutrimento, il riparo, il riscaldarsi, ecc.


Solo se acquistano maggiori ricchezze e benessere più di quanto loro ne abbiano necessità, allora rimangono in un luogo e iniziano a cooperare con gli altri, a mangiare e a vestirsi in maniera più ricercata, iniziano a costruire torri, dimore , castelli e a gareggiare gli uni con gli altri.


Questa è la civiltà sedentaria.


Khaldu'n individua un diverso spirito di clan.


La civiltà beduina ha ancora un forte spirito di clan, quella sedentaria ha un legame di sangue molto debole se non del tutto scomparso.


Da un punto di vista temporale, la civiltà nomade ha preceduto quella sedentaria.


Secondo Khaldu'n , la religione è stato un potente fattore di civilizzazione degli arabi.


Ma egli afferma anche che la religione è un potente fattore di civiltà per tutti i popoli, in quanto è secondo lui una cultura universalistica.


Il califfato ha come compito quello di garantire la felicità all'umanità nell'altro mondo.


Purtroppo però anche nel mondo arabo la religione è stata spesso utilizzata come strumento per legittimare il potere.


Secondo Khldu'n il potere dovrebbe invece essere dolce, capace di assecondare le masse facendogli fare quello che vogliono e non costringendoli.


Per Khaldu'n l'universalismo islamico ha come fondamento le parole di Maometto:


Gli altri profeti prima di me sono stati inviati solo per i loro popoli, io sono stato inviato per l'umanità intera.


Vera o no che sia questa affermazione , non si può non vedere nel percorso della costruzione della civiltà araba la partenza dalla religione islamica.


Un altro fattore di unificazione è la lingua.


Omar vietò l'uso della lingua materna ai popoli conquistati, in modo da creare con il tempo una lingua unica araba.


Secondo Khaldu'n il legame sociale e lo spirito di clan sono fattori fondamentali dell'ella storia dei popoli.


L'indebolimento di questi legami è dovuto al lusso e alla complessività della civiltà sedentarietà stessa ,e porta al melange etnico, visibile soprattutto con i matrimoni misti.


Inoltre una grande civiltà porta dei territori molto vasti e ciò comporta un decentramento dei poteri.


Vi è il rischio che le amministrazioni periferiche insorgano per la loro autonomia.












Capitolo 4 DAI CONFLITTI DI CIVILTà ALL'ECUMENE GLOBALE



TOYNBEE


La consapevolezza dell'unità del mondo emerge dall'opera di Toynbee.

Per comprendere la sua analisi dobbiamo partire dalle società.


Egli distingue  all'interno della "famiglia" :


Le società primitive

Le civiltà.


Tra queste due forme di convivenza umana vi sono dei tratti comuni e delle differenze.


Ad esempio i tratti comuni possono essere le istituzioni, la divisione del lavoro, ecc che se pur ognuno con notevoli differenze , li ritroviamo come elementi comuni.


La vera differenza è nella direzione della mimesi, cioè l'imitazione.


Nelle società primitive la mimesi è rivolta verso la generazione più vecchia.

Nelle società che hanno una mimesi rivolta verso il passato, regna la consuetudine, e la società rimane statica.


Nelle società in corso di "incivilimento", la mimesi è diretta verso le personalità creatrici, i pionieri rompono la crosta della consuetudine creando movimento e sviluppo.


Toynbee paragona la grande "famiglia" delle società ad un gruppo di scalatori su una montagna.


Le società primitive sono paragonate a quel gruppo di scalatori che si è appena seduto sullo scalino della montagna.


Le civiltà sono paragonate a quel gruppo di scalatori che si sono appena alzati e hanno iniziato a scalare la parete sovrastante.


Toynbee assegna a se stesso la parte dell'osservatore, il quale non può però vedere oltre la parete sovrastante.


2.IL MODELLO SFIDA - RISPOSTA


Secondo Toynbee la vita umana associata segue un ritmo di alternanza da una fase statica ad una dinamica, proprio come la vita cosmica segue un' alternanza tra lo Yin cioè l'elemento statico la fase del disordine, e lo Yang, l' elemento dinamico la fase dell'ordine.


Per Toynbee  la legge che governa il mondo può essere rintracciata nell'interazione tra uomo e ambiente.


L'ambiente pone delle sfide alla civiltà, e dalla sua risposta dipende il destino della stessa civiltà.

Se una risposta è fortunata risolvendo il problema in quel momento, allora la civiltà può evolversi, mentre se la risposta è sfortunata, la civiltà può cadere nella stagnazione e addirittura scomparire.


Per Toynbee esistono le sfide ambientali di tipo fisico ed umano.


Le sfide dell'ambiente umano possono essere interne ed esterne.


Quando una sfida è esterna abbiamo la figura dello straniero.


Quando una sfida è interna abbiamo la lotta tra classi.


3.LE CIVILTA' SECONDO TOYNBEE


Nel corso della storia Toynbee rintraccia 21 civiltà.


Vi sono civiltà che non hanno saputo dare una risposta fortunata alle sfide dell'ambiente fisico o umano e si sono "arrestate".


Se prendiamo come unica genitrice la civiltà siriaca ,vedremo che alcune società sono ancora esistenti ( la cristiana e la islamica), altre si sono arrestate diventando delle società "fossili", ( ebraica).


Toynbee fa un'ulteriore divisione:


Vi sono civiltà abortite, civiltà arrestate e civiltà sviluppate.


Le civiltà abortite : sono quella celtica e scandinava;

quelle arrestate sono quella eschimese, quella nomade e quella spartana.


Toynbee ci dice anche che queste civiltà si sono arrestate perché avevano una rigida divisione del lavoro formando delle caste chiuse.



Inoltre dividevano gli esseri umani in 2 o 3 gruppi ,inoltre gli eschimesi umanizzavano i loro cani formando quindi:

i cacciatori,

i loro cani alleati,

gli altri animali.


Stessa cosa per le civiltà nomadi che dividevano in :

i pastori

i cammelli loro alleati

il bestiame.


Una differenza si ha invece nella società spartana dove gruppi di uomini venivano degradati a livello di bestie ( gli iloti).









4.COME E perché CROLLANO LE CIVILTà


Secondo Toynbee vi sono 3 fattori per la disgregazione di una civiltà:


Il venir meno della forza creatrice della minoranza ( i pionieri) , che diventano quindi minoranza dominante in quanto devono utilizzare la forza per mantenere una posizione che non si meritano più.

Un corrispondente rifiuto di imitazione da parte della maggioranza;

Una conseguente perdita di Unità all'interno della civiltà.


Quando questo processo è in corso, un'altra civiltà potrebbe sferrare il colpo decisivo.


Infatti le 6 civiltà sconfitte dall'Occidente erano già implose.


Quando una civiltà è sul punto del crollo, gli attori sociali possono assumere 2 diverse reazioni:

-la reazione passiva

-la reazione attiva.


Nella reazione passiva la mimesi è rivolta verso gli eroi fondatori della civiltà.


Nella reazione attiva si rifiuta qualsiasi mimesi e si cercano di creare nuovi personaggi.


Vi è una forma ancora più complessa:


essa è la trasfigurazione, cioè un movimento di ritiro-ritorno.


Se si pensa a Gesù egli disse:


Il mio Regno non è di questo mondo ( ritiro)

Sono qui per portarvi la buona novella ( ritorno).

Nel momento del ritiro si prepara il programma, nel ritorno si attua.





















LA CIVILTA' SECONDO BRAUDEL


Nella sua ricerca sul Mediterraneo ai tempi di Filippo II, possiamo vedere tre livelli di analisi.


Come per Erodono, anche Braudel parte dalla descrizione dell'ambiente, inserendo caratteristiche orografiche, quali la descrizione dei monti, dei fiumi, ma anche dei sistemi di comunicazione, ecc.


Per Braudel una civiltà sta in uno spazio e vive in un tempo.


Il secondo livello riguarda le strutture: gli scambi economici e culturali,le istituzioni, la religione, la tecnologia, ecc


Il terzo livello riguarda gli eventi.


Per Braudel Cultura e Civiltà sono termini che non possono essere separati, Cultura O Civiltà significa non disgiunzione, ma interscambiabilità.


Un altro concetto importante da capire per comprendere l'analisi di Braudel sul mediterraneo al tempo di Filippo II, è il concetto di rete.


Ogni civiltà è una rete di relazione tra uomini, istituzioni, economie, culture, ecc.

I nodi periferici saranno a maggior contatto gli uni con gli altri, avranno quindi più possibilità di sovrapposizione e di conflitti.


Tali contatti danno luogo alla teoria dei prestiti e dei rifiuti.


Molti prestiti ha fatto il mondo islamico a quello occidentale, ma anche l'Occidente ne ha fatti al mondo Bizantino , ( basta ricordare Toynbee : Il monotesismo e l'idea dell'ordine nel governo nella società).


Per comprendere la natura di una civiltà è forse meglio soffermarci su cosa essa rifiuta.


Ad esempio la civiltà Islamica e l'ebraica rifiutano il culto delle immagini sacre, e permane ancora oggi il divieto di mangiare carne di maiale.


Per Braudel quindi per individuare una civiltà bisogna prendere in considerazione:

l' area culturale con le sue frontiere

i prestiti

i rifiuti.



Come abbiamo già detto Braudel comincia il suo studio con la descrizione dei luoghi.


Il mediterraneo è visto come un mare puntellato da isole che servono come appoggio alla navigazione.


Se il mediterraneo ha visto un'alternanza di popoli e civiltà, esso è dovuto proprio alla sua natura di rete di scambi.


Braudel traccia una linea di divisione, da una parte l'occidente, dall'altro l'oriente.


Inizialmente le traversate erano costantemente svolte da Oriente verso occidente, solamente grazie all'impero Romano, si effettua anche dall'altra parte.


Il mediterraneo costituisce un mondo, un mondo che può essere percorso da oriente verso occidente in una sessantina di giorni.


Questo universo è un'economia - mondo.


Ogni economia-mondo ha un centro, e nel XVI sec questo centro del mediterraneo è costituito da :


Venezia,

Genova,

Milano,

Firenze.


In questo periodo però il centro di gravità si sposta gradualmente da Venezia a Genova.


In questo universo sono presenti due importanti attori politici:


Da un lato la Spagna di Carlo V, che costruisce un impero dove non tramonta mai il sole, e suo figlio Filippo II che sarà protagonista dell'opera di braudel.


Dall'altra parte l'impero Turco.


In questo conflitto- religioso- culturale la rete degli scambi è sempre operante.


Nella metà del XVI sec l'impero Turco/ l'islam, e l'Occidente/ la cristianità occupano territori enormi, come punto di frizione si avrà l'andalusia.


Quando gli spagnoli riconquistano l'andalusia , la minoranza islamica presente ancora in Spagna ( i mori ) saranno massacrati.


Cio non venne fatto per razzismo, ma ciò che li ha mossi è l'odio per la loro civiltà e religione. (cioè un conflitto di civiltà).


Solo ciò ci può spiegare il motivo per cui essi condannavano tutto il loro modo di vivere: dai costumi arabi, alle cerimonie, alla lingua araba.


Tutto ciò a distanza di secoli si è potuto vedere che non ha portato a nulla, infatti il "moro" dentro di se era rimasto fedele alla propria cultura.


La differenza di come sono state trattate le minoranze, deriva da una questione demografica: la civiltà cristiana troppo popolata, quella turca non abbastanza fornita di uomini.


Per Braudel lo spostamento degli eventi di valore storico dal mediterraneo all'atlantico non sono dovuti alla scoperta dell'America, benzì dalla debolezza dei confini orientali dell'impero turco e l'inizio della discesa di quello spagnolo.


Diciamo quindi che i motivi interni dell'uno e dell'altro impero hanno creato le condizioni per la perdita di importanza del mediterraneo nella scena globale.


LO JUS PUBLICUM EUROPAEUM COME NOMOS DEL MONDO GLOBALE.


Lo spazio è sicuramente uno dei protagonisti dell'opera di Schmitt.


La sua teoria del politico è strutturata a partire da un'idea molto semplice:


Ogni sovranità è sovranità su un territorio, una configurazione di oggetti, strutture ed esseri viventi in una certa posizione dello spazio.


Tra gli elementi dello spazio esistono rapporti di Super-Ordinazione e di Sub-Ordinazione, centri e periferie.


La riflessione di Schmitt riguarda questi rapporti e la formazione di un mondo unico a partire da differenti immagini del mondo.


2.1IL NOMOS DELLA TERRA


Per Schmitt il termine NOMOS non sta ad indicare legge, regola o norma, ma egli attribuisce a questo termine un significato più profondo. Per Schmitt "Nomos"  si riferisce all'atto originario di misurare la terra, la prima misurazione, è la divisione del pascolo.


Vale a dire l'occupazione di terra, cioè l'atto di appropriazione.


Quest'atto fonda la legittimità del possesso.


Questo concetto è la base del suo paradigma interpretativo della storia dell'occidente.


2.2LA RIVOLUZIONE SPAZIALE DEL XX SEC E IL NUOVO MONDO UNICO.


Il primo ordinamento concreto considerato da Schmitt sono il papato e l'impero romano ( inteso come impero romano d'occidente ricostruito da Carlo Magno).


In questa struttura vi è una sovra-ordinazione del papato all'impero.


Le crociate quali guerre di riconquista dei luoghi santi, cristiani, sono l'esempio del concreto funzionamento di questo sistema giuridico politico.


Questa struttura si presentava già come un "mondo", la situazione pre-globale è infatti caratterizzata da una pluralità di mondi, ognuno con pretese di egemonia sugli altri.


Questi ordinamenti sono però parziali, non vi è ancora un ordinamento che comprenda tutta la terra.


Le civiltà conosciute fino al XVI sono civiltà della terranee, che hanno in orrore il mare.


La Bibbia fonda una civiltà della terra, la casa è il simbolo di queste civiltà.







2.3 LO JUS PUBLICUM EUROPAEUM


Globale è per Schmitt il carattere Planetario - Complessivo tra superficie marina e superficie terrestre : è come se tutto il globo fosse un'unica superficie.


Su questa immensa superficie possiamo tracciare delle linee di amicizia ( Amity Lines), che dividono il globo in due parti:


a Est delle Azzorre vi è un territorio nel quale valgono le relazioni di diritto internazionale tra stati europei;

a Ovest delle Azzorre, vi è un territorio libero, libero di essere conquistato.


Lo JUS PUBLICUM EUPAEUM, vale a dire il nuovo ordinamento globale, individua la terraferma e il mare libero e predispone per ognuno una norma giuridica.


I rapporti tra Stati Europei e in Europa sono improntati su norme civili, la guerra è un affare da gentil'uomini, è ridotta ad una sorta di duello.

Sul mare libero, cioè oltre la linea dell'amicizia, le relazioni sono quelle della competizione e della guerra marittima.


Il diritto sui territori liberi deriva dalla capacità di occuparli.


Mentre in Europa gli stati sovrani sono occupati in piccole guerre territoriali, l'Inghilterra costruisce la sua potenza.


2.4 LA CRISI DELLO JUS PUBLICUM EUROPAEUM E L'IMPERIALISMO AMERICANO.



Altri attori sono intervenuti sulla scena globale e lo Jus Publicum Europaeum è in piena crisi.

La crisi è  il graduale spostamento che tende a collocare il centro del sistema in America.


In un primo momento gli Stati Uniti vivono come se fossero un'isola.


La non ingerenza degli Stati uniti negli affari della vecchia Europa implica la non ingerenza degli europei nell'emisfero Occidentale.


Il processo di dissoluzione dello Jus Publicum Europaeum iniziato nel 1885 nella conferenza del Congo, peggiora nel 1900 con la partecipazione del Giappone contro la Cina.


L'ingresso del Giappone nel novero delle grandi potenze mondiali segna secondo Schmitt, il passaggio di un nuovo ordinamento non più eurocentrico.


Nella crisi dello Jus Publicum Europaeum, la prima guerra mondiale segna il punto di catastrofe.


La prima guerra mondiale ha segnato la fine dell'egemonia mondiale dell'Europa.


Le questioni europee non vengono più risolte dall'Europa.


Si crea un nuovo ordine mondiale:


L'ordinamento giuridico mondiale non è più politico ma economico, cioè la nuova religione è l'economia ed è l'economia ad imporre il regime politico.


Per Schmitt lo Jus Publicum Europaeum era un ordine, il nuovo ordinamento è solo un caos senza nessuna struttura.


Lo Jus Publicum Europaeum era in grado di limitare la guerra, il nuovo ordinamento non ne è capace.


Lo Jus Publicum Europaeum derivava da un'unica civiltà, il nuovo ordinamento non ha nessun concetto comune di civiltà da cui trarre una certa omogeneità.










































HUNTINGTON: CULTURA, RELIGIONE, CIVILTA'



Per Huntington, l'unità elementare di analisi per lo studio delle relazioni internazionali, non è lo Stato, ma le Società.


Egli infatti afferma che la storia umana è la storia delle civiltà.


La religione è l'elemento basilare delle civiltà-


Ma Huntington pensa alla religione come ad un insieme di norme capaci di guidare i comportamenti umani.


La religione strutturando gli stili di vita diventa uno degli aspetti delle civiltà , e poiché le civiltà discendono dalle religioni, esse sono immagini del mondo.



Oggi abbiamo 8 civiltà:


Civiltà Occidentale,

Civiltà Islamica

Civiltà Cinese

Civiltà Giapponese

Civiltà Indiana

Civiltà Ortodossa

Civiltà Latino-americana

Civiltà Africana.




Se per definire la propria identità. Ogni civiltà ha bisogno di un nemico, di denigrare le altre civiltà, i rapporti tra di esse non potranno non essere di tensione e conflitto.


La civiltà Occidentale per Huntington, subisce un processo di erosione dall'interno.


Ciò non è dovuto solamente alla diffusione della droga, della violenza, della criminalità, bensì la vera minaccia è rappresentata dagli immigrati provenienti da altre civiltà che rifiutano l'assimilazione, e continuano a praticare valori e usanze propri della loro società di origine.


L'occidente deve misurarsi oggi con due grandi civiltà:


islamica

asiatica.


Secondo Huntington nella fase successiva alla guerra fredda, l'Islam è la civiltà più aggressiva.


Le ragioni profonde del conflitto vanno ricercate nel senso di superiorità di entrambe.


L'islam oltre che con l'Occidente ha rapporti conflittuali con la Russia,L'india e la civiltà africana.


La sfida asiatica proviene soprattutto dalla Cina. Sono in corso trasformazioni economiche, politiche e culturali per far sì che la Cina torni ad occupare il posto di grande civiltà.


Alcune civiltà, sia per i loro trascorsi storici, sia per problemi di competizione all'interno delle aree del mondo, hanno rapporti più tesi con alcune civiltà e più pacifici con altre.


La civiltà occidentale come abbiamo detto ha rapporti conflittuali con quella islamica e Sinica (Cina), meno conflittuali con quella africana e latino- americana.


Per gestire questi conflitti, l'occidente, (l'america), deve adottare il principio di non ingerenza nelle faccende delle altre civiltà.


L'altra regola riguarda il ricorso alla mediazione congiunta di tutte le civiltà interessate nel conflitto.


La sua proposta è di iniziare a concepire l'occidente come una delle tante civiltà e non come la migliore.


Sul piano politico dovrebbe avvenire una riforma dell'onu e del consiglio di sicurezza, assegnando ad ogni civiltà un seggio rappresentativo.


Huntington divide i conflitti tra:


conflitti di stato

conflitti di faglia


I conflitti di civiltà , di stato sono conflitti tra stati guida di civiltà;

I conflitti di faglia sono conflitti tra civiltà confinanti ed hanno come protagonisti gruppi di religione.
























WALLERSTEIN


Un sistema- mondo è per Wallerstein una struttura di relazioni umane ordinate gerarchicamente all'interno di un certo spazio.


Esistono dei gruppi in conflitto tra di loro per la distribuzione delle risorse, ma esistono anche dei sistemi ideologici volti a legittimare la struttura delle disuguaglianze del sistema.


Wallerstein paragona le caratteristiche di un sistema-mondo a quelle di un organismo dalla vita breve, le cui caratteristiche per un certi aspetti mutano, per altri rimangono stabili.


Wallerstein fa una divisione tra sistemi-mondo e mini-sistemi.


I mini-sistemi sono economie di sussistenza relativamente piccole e ampiamente autonome, ma che non rientrano in un sistema che richiede regolarmente tributi.


I sistemi-mondo si riconoscono per la loro ampiezza e perché al loro interno vi è un ampia divisione del lavoro. Inoltre esiste anche una molteplicità di culture.


Tra mini-sistemi e sistemi-mondo non vi è una successione storica.


I sistemi mondo sono divisi in :


imperi - mondo

economie - mondo


Negli imperi mondo vi un unico sistema politico ma che ha un controllo effettivo limitato del territorio.


Le economie mondo possono avere un unico sistema politico, ma che non copre tutto il territorio o più sistemi politici.


Neppure tra queste unità vi è una successione temporale.


Le economie-mondo possono trasformarsi in imperi mondo, gli imperi-mondo possono disgregarsi e formare economie -mondo.


2.DALL'ECONOMIA MONDO EUROPE, AL SISTEMA GLOBALE.


La formazione dell'economia-mondo europea avviene durante il XVI secolo.


In questo periodo il centro del sistema si ha in Spagna, dove Carlo V tenta di costruire un impero universale.


Il suo tentativo fallirà e il centro del sistema si colloca nella Spagna e nel Portogallo.


In questo periodo si formano delle gerarchie tra gli Stati e si crea una subordinazione della campagna alla città.


Tra il 1650 e il 1750 il centro del sistema si sposta più a nord, nei Paesi Bassi, in Olanda e in Belgio.


Tra il 1750 e il 1917 l'egemonia passerà alla Gran Bretagna. In questo periodo però paesi periferici come la Russia e la Germania inizieranno ad assumere ruoli da protagonisti.


Le due guerre mondiali segnano l'egemonia degli stati uniti.


Per Wallerstein un economia-mondo può svilupparsi se riesce:


a espandersi

a controllare il lavoro

a rafforzare politicamente sia l'uno che l'altro.


Un economia-mondo è un modo per organizzare le disuguaglianze in un certo spazio.


La  divisione del lavoro esalta le capacità di alcuni di acquistare quote più alte di surplus prodotto.


Si ha una gerarchia nelle mansioni:


Nelle aree superiori le mansioni richiedono maggiore specializzazione e vi è una conseguente maggiore capitalizzazione.


Ma Wallerstein crede che sia possibile creare una società migliore, una società diversa, una società Buona.


Per Wallerstein una società buona è una società più libera ed uguale.


Affinché essa possa essere costruita però, bisogna "cogliere" la natura del sistema mondo modern per prevederne gli sviluppi.


Wallerstein vede una fase di declino della potenza degli stati uniti e vede invece emergere l'Europa come uno degli attori del XXI secolo.






















NEGRI E HARDT



Secondo Negri e Hardt la modernità non è solo il processo di razionalizzazione capitalista e neppure la graduale costruzione del sistema degli Stati-nazione.


Per Negri e Hardt la modernità è l'ordine contro il desiderio.

Essa è la continua chiusura al mondo e alla vita delle forse sociali, culturali e religiose che pongono il desiderio e la vita delle moltitudini al centro del processo storico.


Essi vedono nei processi in corso nel mondo un prodotto dell'iniziativa delle moltitudini.


Ora è possibile creare un mondo dove realizzare una società veramente umana.

Un punto centrale della loro analisi è il concetto di potere.


Su questo punto si avvalgono dell'analisi Foucaultiana.


Per lui il potere è una relazione sempre aperta:


ad ogni presa corrisponde una resistenza, ad ogni mossa una contraria.


Con questa concezione del potere, egli ricostruisce i sistemi di disciplinamento della popolazione: dall'esercito alla fabbrica, alla famiglia e alla società nel suo complesso.


L'esercizio del potere presuppone micro poteri diffusi nella società.


Da questo punto di vista il potere è un non-luogo. Non vi è un luogo sociale o politico del quale impadronendosene si ha potere.


L'esercito,la fabbrica, la scuola sono dei luoghi dove si elabora il sistema di disciplinamento che poi verrà applicato all'intera società.


Egli tenta di dimostrare che il sistema di disciplinamento non reprime le energie umane, ma le incanala per altri rivoli.


Nella costruzione degli stati-nazione si può rintracciare un processo di espansione, sia verso l'interno che verso l'esterno.


Il passaggio di fase dall'imperialismo all'impero avviene quando il processo di saturazione dello spazio è compiuto.


Quando non vi è né spazio interno ( creazione dell'omogeneità culturale delle popolazioni europee) né quello esterno ( il dominio su altre popolazioni).


In altri termini il passaggio dall'imperialismo all'impero giunge a compimento quando si forma un mondo globale.


Publio vede nella costituzione l'origine della superiorità di Roma sulle altre civiltà e popoli.


La costituzione romana riunisce in sé le caratteristiche della monarchia, aristocrazia e democrazia.


La costituzione imperiale è quindi una forma di governo misto.


La prima considerazione da fare sull'Impero è che esso non ha confini, infatti coincide con il mondo.


La seconda è riguarda la sua struttura.


La struttura dell'impero è piramidale. Al suo vertice troviamo gli Stati Uniti d'America e gli altri 7 Grandi Nazioni (G7), essi esercitano un potere imperiale in quanto hanno il monopolio della forza.


Al secondo livello troviamo gli altri Stati-nazione forti e che svolgono un ruolo senatoriale aristocratico.


Al terzo livello abbiamo la moltitudine, gli stati nazione deboli, le organizzazioni non profit, ecc


L'impero tende alla pace pur essendo nato da conflitti.


Secondo gli autori vi sarebbe una sorta di sfida da parte della moltitudine verso l'impero.


La posta in gioco è proprio la sopravvivenza dell'impero.


La moltitudine oppone resistenza che genera modifiche e aggiustamenti all'azione del potere imperiale.


La sua azione tende alla cittadinanza mondiale.


Il potere costituente immanente della moltitudine trasforma l'impero in una società umana universale.





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