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L'"ISLAMISMO" è l'insieme di credenze, di leggi, di riti
fondati sul Corano, diffuso da Maometto (Muhammad). Il termine deriva dal verbo
"aslama" (sottomettersi) che vuol dire completa sottomissione, dipendenza, del
fedele da Dio (Allah). La parola "musulmano", usata normalmente, proviene da
"muslim", cioè credente, dedito a Dio.
I simboli dell'Islamismo, ancora oggi, sono: un minareto, un fedele
inginocchiato su una stuoia rivolto verso la Mecca, la mezzaluna e la stella,
impresse, queste ultime, su bandiere, cupole di moschee ed anche su
autoambulanze (corrispettivo della croce rossa occidentale).
La mezzaluna e la stella hanno un significato particolare, connesso alle
antiche credenze della cultura araba (non dimentichiamo che l'Islam ha le sue
origini proprio nell'Arabia). A differenza di altre religioni, nelle quali il
sole viene considerato una divinità benevola e maschile, nella religione
preislamica questo assume una posizione secondaria, divinità femminile - 242d38c dea
Sole - , in quanto, con il suo calore bruciante, paralizza e distrugge le
attività rivelandosi ostile alla vita.
Al contrario, secondo le interpretazioni di molti studiosi, viene riservato un
culto particolare al dio Luna, benevolo e fecondante ed al pianeta Venere,
anch'esso maschile (la stella), che ha la funzione di stella di orientamento
notturno nel periodo delle trasmigrazioni delle greggi nel deserto. In merito
alla diffusione, indubbiamente l'Islam è una delle religioni missionarie più
penetranti, dalle sue origini fino ai giorni nostri: infatti, a meno di un
secolo dalla sua fondazione, si estende già dall'India alla Spagna. Attualmente
i Musulmani costituiscono la seconda comunità religiosa del mondo, dopo il
Cristianesimo: se ne possono contare oltre 800 milioni (numero destinato ad
aumentare), che vivono non solo nei Paesi arabi, ma anche nell'Asia Occidentale
e Meridionale, nell'Africa occidentale ed orientale e nell'America del Nord (i
famosi "musulmani neri", considerati una forza eversiva).
Non bisogna dimenticare, poi, che in seguito al fenomeno
dell'emigrazione dai
Paesi di origine verso l'Europa (è storia dei nostri giorni), anche qui si sono
formate comunità più o meno numerose di musulmani (albanesi, pakistani, curdi,
ecc. sono infatti in massima parte di religione islamica: esempio concreto di
questa situazione è la moschea in provincia di Milano al confine con il comune
di Segrate, che, se pure piccola, è dichiarata monumento nazionale, in quanto è
stata la prima ad essere inaugurata in Italia.
L'Islamismo , come già detto, si basa su un totale "affidamento" o fede
spontanea e radicale verso Allah, nome dato a Dio già dalle popolazioni
preislamiche: Allah è visto come il "solo" (monoteismo: dal greco, un solo dio,
rigidissimo), che si fa conoscere attraverso un messaggio (il Corano) profetico
e rivelato (da Maometto). Nonostante il tempo, il progresso, il contatto con
altre culture, il monoteismo, il profetismo, la rivelazione rimangono i tre
elementi centrali della religione islamica.
L'Islamismo dunque sorge nel VII secolo d.C., in Arabia, dove già esistono
culti a divinità legate alla pastorizia e all'allevamento del bestiame; inoltre
l'ebraismo, il cristianesimo, il manicheismo ed altre sette gnostiche
esercitano una qualche influenza nell'ambiente arabo. Non a caso, infatti, la
rapida accoglienza e diffusione dell'Islamismo anche al di fuori dell'Arabia,
sono dovute proprio al fatto che Maometto ha saputo tener conto e conciliare
insieme elementi di diverse culture e religioni.
MAOMETTO
Maometto (Abul-Kasim ibu'Abd-Al-lah, detto Muhammad, il "glorificato, il
lodato") nasce il 20 aprile dell'anno 570 d.C. nella città araba della Mecca,
luogo sacro perché vi è la Caaba (o Ka'ba), cioè il "Cubo", edificio appunto a
forma di cubo , che conserva la "Pietra nera", forse un meteorite, che si crede
mandato da Dio.
I genitori di Maometto, 'Abda-Allah, commerciante, e Amina, appartengono
alla tribù dei Coraisciti, che domina la Mecca: il padre, però muore prima che
il bambino nasca e la madre scompare quando il figlio ha solo sei anni. Alle
vicende reali della vita di Maometto si mescoleranno ben presto molte leggende
(per esempio la madre ha una visione dei castelli della Siria e ode la voce di
un angelo che le dice: "Tu sarai la madre del profeta del mio popolo").
Maometto dunque viene affidato dai parenti ad una balia, avendo modo così, nei
primi anni della sua vita, di assimilare la cultura del deserto, custodendo le
greggi insieme con il fratello di latte. In seguito viene preso in custodia da
una zio, che lo avvia, ancora adolescente, verso l'attività commerciale
carovanica. E' proprio grazie al suo lavoro che Maometto viene a contatto con
uomini di diverse religioni e con quella che sarà la sua futura moglie, la
ricca vedova Khadigia. Nonostante i molti anni di differenza (Maometto 25,
Khadigia 40), il matrimonio, celebrato nel 595 d.C., durerà felicemente per 25
anni. Dopo la morte della moglie , tuttavia, Maometto sposa nove donne ed ha,
oltre a quelli di Khadigia, molti altri figli.
Verso i quarant'anni comincia a sentire il bisogno di dedicarsi alla
meditazione, per cui prende l'abitudine di ritirarsi, per alcuni giorni
all'anno, nel deserto, ai piedi del monte Hirà: è interessato e tormentato,
particolarmente, dalle questioni riguardanti il giudizio divino e le "mancanze
umane".
Nell'anno 610 d.C. Maometto, durante una delle sue notti trascorse a meditare
in una grotta, si addormenta ed ecco che gli appare in sogno l'arcangelo
Gabriele, il quale gli comanda di leggere (ricordiamo che Maometto non sa né
leggere né scrivere) ciò che è scritto nel rotolo di pergamena: si tratta di
una prima rivelazione di Allah, cui faranno seguito diverse altre.
Il profeta è in grado di recitare, al suo risveglio, i versetti mostratigli
dall'angelo: ha così inizio il suo ministero profetico, al quale credono, per
primi, la moglie Khadigia, il cugino Alì, il servo Zaid ed un notabile della
Mecca Abu-Bakr. Negli anni seguenti, dunque, Maometto riceve le altre
rivelazioni, che lo inducono a considerarsi l'ultimo ed il più grande - "suggello"
- dei centoventiquattromila profeti di Allah (da Adamo fino a Gesù, secondo,
come importanza, solo a Maometto), messaggero di gioia per i credenti. Egli
dunque compie la sua missione alla Mecca, annunciando la fine dei tempi ed
esortando alla penitenza ed alle opere buone; ribadisce fermamente l'unicità di
Allah, al quale i credenti devono sottomettersi ed abbandonarsi completamente e
fiduciosamente (Islam). Nell'ambiente della città i poveri e gli schiavi
iniziano a seguirlo, mentre i grandi mercanti, ricchi e potenti, gli sono
ostili, in quanto vedono minacciati i loro interessi e la fede tradizionale.
Nell'anno 622 Maometto è costretto a lasciare la Mecca ed a rifugiarsi a nord:
questa "fuga" o "Egira", dà inizio all'era musulmana.
Nella nuova località il profeta fa costruire la prima moschea islamica.
Lentamente, con il passare del tempo, Maometto, oltre alla sua missione
profetica, assume anche il ruolo di legislatore e capo militare e politico:
alle rivelazioni precedenti, riguardanti la fine del mondo, le gioie del
paradiso, le pene dell'inferno, aggiunge dei contenuti di carattere etico ,
giuridico, politico-sociale. Inoltre, come punizione verso quegli abitanti
della Mecca che gli si sono dimostrati ostili, vengono condotte delle
battaglie, vinte dal profeta e dai suoi seguaci: in realtà il profeta ritiene
che tali vittorie siano dovute ad Allah ed ecco allora che, piano piano, si
arriva ad attribuire l'espansione del dominio islamico mediante le armi al volere
di Allah. Nasce così il concetto di "gihad" o "guerra
santa". Intanto si arriva all'anno 630, quando finalmente Maometto,
pacificamente, può entrare a dorso di cammello alla Mecca, cavalcando per sette
volte intorno a Ka'-ba: prende possesso della "pietra nera", proclama la Mecca
"città santa" dell'Islam ed istituisce il rito del pellegrinaggio alla stessa
città.
Nei due anni seguenti il profeta si dedica completamente ai suoi compiti di
capo religioso e politico, compie un ultimo pellegrinaggio alla Mecca e subito
dopo il suo ritorno a Medina si ammala e muore. La sua tomba si trova, oggi,
nella moschea di Medina, circondata da una cancellata in ferro battuto e
ottone, sulla quale è sintetizzato il credo islamico: "Non c'è alcun Dio
all'infuori di Allah. Maometto è l'inviato di Allah".
Alla morte di Maometto si verificano delle scissioni, causate dal problema
della successione al profeta nella guida religiosa e politica della comunità
musulmana: "Ummah". Attualmente la grande maggioranza del popolo
islamico è rappresentato da: Sunniti (quasi il 90%), Sciiti (circa il 9%) e
altre sette (circa l'1%) . I Sunniti sono i musulmani fedeli alla Summah ("la
tradizione"): secondo loro nessuno può succedere a Maometto, in quanto egli è
il "sigillo dei profeti", con lui termina la rivelazione. Il successore e
vicario del profeta, il "Califfo", può essere solo custode dell'eredità
profetica, può dirigere i credenti ed amministrare gli affari della comunità
secondo il Corano.
Il califfo viene scelto tra i membri maschi della tribù dei quraish (alla quale
apparteneva Maometto), con il consenso della comunità.
Attualmente il califfato come istituzione dinastica non esiste; infatti i
musulmani sembrano d'accordo su questo principio: se i governi nazionali degli
stati islamici osservano la "shari'ah", cioè la legislazione comunitaria
completa già stabilita, non è necessario l'ufficio sopranazionale del
califfato. Gli Sciiti sono i seguaci della "shì'a", partito di Alì,
cugino e genero di Maometto: si dividono in ismailiti, imamiti ed in altri
gruppi minori. Alì sarebbe stato istruito dal Profeta, poco prima della morte,
sui più profondi segreti dell'Islam; a sua volta avrebbe trasmesso il suo
sapere alla famiglia. I suoi diretti discendenti sono perciò considerati imàm:
"guide" e custodi di questa sapienza , con un'autorità incontrastabile (La
maggioranza degli sciiti è presente in Iran).
L'islam è una religione sociale, nel senso che si esprime come osservanza di
comportamenti sociali e religiosi accettati dalla collettività. Maometto
infatti ha creato come "legame" del suo popolo "una comune fede in un solo
Dio", distruggendo quelli che erano antichissimi legami e consuetudini tribali.
La Legge o norma, Shari'ah: sentiero, via, non è altro che la volontà di
Dio nella storia, proclamata per mezzo del Profeta, superiore alla sapienza
umana: è l'insieme dei doveri religiosi, sociali, familiari, politici,
personali dei fedeli e regola anche i rapporti con le altre religioni, che sono
tollerate, a patto che non danneggino l'Islamismo.
IL CORANO
La Legge ha come sue fonti: il Corano, testo fondamentale rivelato da Allah
a Maometto, che contiene i comandamenti di Dio per i fedeli; esso costituisce
il bene più alto di un musulmano, in quanti sarebbe l'ultima rivelazione
comunicata agli uomini, tramite il profeta Maometto. Il Corano (al - qur'an",
libro da recitare, da leggere), si compone di 114 "sure" (parti o capitoli),
formate, a loro volta, da "versi". Ogni sura, tranne la 9, si apre con la
formula "nel nome di Allah, il Clemente, il Misericordioso; la prima sura, o sura
"aprente", viene addirittura sussurrata nell'orecchio ad ogni bambino appena
nato. Il Corano è scritto in arabo e viene insegnato e fatto imparare nelle
scuole;
la Summah, che si può identificare con la condotta di Maometto (azioni,
silenzi, detti suoi) e che ha valore di legge, perché ispirata da Dio, per i
sunniti; il Qiyas o deduzione analogica, ossia prescrizioni legali che si
deducono dal Corano e dalla Summah, mediante ragionamenti analogici;
l'Igma o consenso degli esperti, che proprio per la loro scienza possono
pronunciare dei giudizi.
I capisaldi dottrinali dell'Islamismo si possono enucleare in pochi temi
fondamentali.
Ci sono inoltre la fede in Allah, Dio uno ed unico, creatore di tutte le
cose e Signore del mondo, sostegno, guida, distruttore, restauratore,
conservatore di tutto, giudice supremo nel giorno del giudizio. In rapporto al
genere umano Allah è il Misericordioso, Compassionale, Clemente, e così via:
sono 99, infatti, i "bei nomi di Dio" che i fedeli ripetono a memoria e che
costituiscono i 99 grani di un rosario; la completa sottomissione (Islam) del
credente ad Allah, che agisce sempre liberamente e retribuisce gli uomini con
il Paradiso o l'Inferno. L'essere umano è pienamente consapevole del suo stato
di assoluta subordinazione, dipendenza e nullità nei confronti del Signore; la
credenza nel Paradiso e nell'Inferno, descritti nel Corano con termini molto
vivaci e materialistici, per illustrare in modo efficace il premio o la
punizione che toccherà ai giusti ed ai peccatori (il Paradiso luogo di delizie,
fanciulle vergini sottili e profumate, fiume dell'abbondanza, liquore
limpidissimo; l'Inferno luogo di tormento del corpo e dell'anima, fuoco
eterno); la credenza negli angeli e nei demoni: i primi sono "messaggeri",
creature obbedienti e sottomesse ad Allah, inferiori agli uomini, ma
"guardiani" del genere umano (i più noti sono Gibraili, Gabriele, che ha
"deposto" il Corano nel cuore di Maometto; Mikail, Michele; Israfil, Serafino,
che suonerà le trombe nel giorno del giudizio; Izra', l'angelo della morte, che
prende in cura le anime dei profeti). I demoni sono invece presenze spirituali,
che interferiscono nella vita quotidiana dell'uomo con proposte ingannatrici,
controbilanciate, però dall'angelo custode, vicino ad ogni creatura.
I demoni sono sessuati: maschi e femmine; la fede nell'immortalità
dell'anima: secondo il Corano l'anima comanda al male; rimprovera chi ha
compiuto il male; è tranquilla; la credenza nella risurrezione e nel giudizio
finale: la risurrezione è conseguenza diretta della creazione ed è segno della
potenza di Allah, il quale esercita funzione e potere di giudice giusto; la
fede nei profeti: la serie dei profeti inizia con Adamo, prosegue fino a Gesù e
termina con Maometto, suggello dei profeti.
La Torah ebraica costituisce una fonte del Corano, così come Maometto conosce i
Salmi ed il Vangelo di Gesù: storie bibliche, infatti, sono recepite e
rielaborate nel patrimonio religioso islamico. Gesù è il Messia, è il
messaggero e possessore del Vangelo, è lo spirito che viene da Allah; per di
più egli ha il potere di guarire gli ammalati e di risuscitare i morti. Maria,
sua madre è citata spesso nel Corano e gode di grande considerazione.
Nell'Islamismo non ci sono dogmi né sacramenti; la legge islamica si estende in
tutti i campi: dalle modalità della preghiera alle azioni più normali della
vita quotidiana.
Esaminiamo ora i cosiddetti "Cinque pilastri" di questa religione, che
rivestono grandissima importanza e che ogni buon musulmano è tenuto ad
osservare: la professione di fede o "shahada": "non vi è Dio oltre Dio;
Maometto è il Profeta di Dio". Tale affermazione esprime pienamente il
principio dell'unicità di Allah, il monoteismo assoluto, che esclude
l'esistenza di altri dei; per questo si può combattere per l'Islam e morire
nella Guerra Santa;
la preghiera canonica o "salat", ossia un insieme di gesti rituali,
movimenti e posizioni del corpo, accompagnati da formule religiose, ripetuti
cinque volte al giorno, in direzione della Mecca, e preceduti da una purificazione
simbolica (si lavano le mani e le braccia fino al gomito, i piedi fino al
malleolo, si sciacqua la bocca e si bagna la testa). Tutto ciò viene eseguito,
di norma, nella moschea, in particolare al venerdì a mezzogiorno (il venerdì è
il giorno festivo per i musulmani).
Nel caso in cui non sia possibile trovarsi in una moschea, il rituale della
preghiera viene comunque rispettato ed eseguito, a corpo scoperto ed a piedi
scalzi, su un tappeto od una stuoia, che serve a delimitare lo spazio sacro e
sempre in direzione della Mecca;
il digiuno nel mese del Ramadan (Ramadan è il nome del nono mese del
calendario musulmano che non ha cadenza fissa): è l'unico mese citato
esplicitamente nel Corano e la notte tra il 26 ed il 27 è molto importante per
i musulmani, in quanto è la ricorrenza di quella "notte sacra" in cui il Corano
viene "calato" nel cuore di Maometto; il digiuno ed anche l'astinenza sessuale
vanno rispettati dall'alba al tramonto, in modo molto scrupoloso.
L'elemosina o Zakat è la beneficenza prescritta dal Corano. Tale
elemosina, con il passar del tempo, si è trasformata in realtà in un'imposta:
infatti oggi è usata per attenuare il dislivello tra più ricchi e più poveri ed
anche a giustificarsi e purificarsi davanti a Dio; il pellegrinaggio alla Mecca
o "hagg" deve essere compiuto almeno una volta nella vita, da ogni
musulmano maggiorenne, senza distinzione di sesso. Il fatto che i credenti di
ogni parte del mondo; appartenenti a strati sociali diversi si ritrovino tutti
insieme nella città santa, non fa che rafforzare il loro spirito comunitario,
rendendoli ancora più coscienti ed orgogliosi dell'unità della "ummah"
islamica: quest'ultima, infatti, rappresenta quasi un enorme "grembo materno"
che annulla qualunque differenza di Paese, di razza, di etnia. Anche al
pellegrinaggio, poi, sono legati cerimonie e riti vari.
Oltre ai cinque pilastri vi sono osservanze, obbligazioni culturali rilevanti
dal punto di vista religioso, come, ad esempio, i riti della nascita, della
circoncisione; l'astensione dalla carne di maiale; il rito matrimoniale (il
diritto concede al fedele libero quattro mogli ed un numero illimitato di
concubine, ma in realtà le condizioni economiche costringono la maggioranza dei
musulmani alla monogamia) e infine i riti funebri.
Luogo di culto per i musulmani, come già detto, è la moschea: questo tipo
di edificio, all'inizio, non è altro che la riproduzione, sebbene in scala più
vasta, della casa araba con cortile abitata da Maometto. In seguito si
aggiungono elementi architettonici quali colonne o pilastri, oppure addirittura
vengono trasformate in moschee chiese a cupola bizantine od altri edifici sacri
già esistenti, luoghi di culto di altre religioni. Uno o più minareti
caratterizzano la moschea: dall'altro di tale torre alta e slanciata il "muezzin"
chiama i fedeli alla preghiera. All'interno dell'edificio elementi
architettonici di spicco sono: la nicchia che indica la direzione della Mecca;
una specie di pulpito, raggiungibile mediante una scala stretta e ripida; un
tipo di podio cui si accede grazie ad una gradinata; infine esiste anche un
leggio per le recitazioni del Corano.
I pavimenti delle moschee sono interamente coperti di tappeti (il fedele entra
scalzo nella moschea).Questi luoghi di culto sono ornati da motivi geometrici
arabeschi e raramente da piante ed animali stilizzati; sono privilegiati i
caratteri della scrittura, mentre è vietata la rappresentazione della
divinità. Esempi di moschee particolarmente belle si trovano a Gerusalemme
(moschea di Omar), a Istanbul, a damasco, al Cairo, a Samarcanda. Un cenno, da
ultimo, al Neoislam, inteso come forza politico-religiosa diffusa in
settori sempre più ampi del mondo islamico.
Attualmente si possono distinguere quattro principali correnti d'opinione
nei rapporti stato-religione. La prima, definita "fondamentalismo islamico",
propugna un ideale ritorno alle origini, realizzando l'unione stretta tra
religione ed organizzazione statale. I fondamentalisti rifiutano dunque le idee
ed il modo di vivere del mondo occidentale (Pakistan, Iran). La seconda è
costituita da quei musulmani "secolaristi", che sostengono una forma laica di
stato (Iraq, Siria, Egitto, Turchia). Alla terza corrente appartengono i
cosiddetti "tradizionalisti" che, pur osservanti dell'antico spirito della
religione islamica anche nella vita pubblica, in politica estera non assumono
atteggiamenti negativi verso il mondo occidentale (Arabia Saudita, Stati del
Golfo): La quarta corrente è rappresentata dai "liberali", che propugnano la
religione musulmana, ma non accettano una visione integralista dello stato.
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