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Il terrorismo
Violento e
spettacolare, criminale e politico: questo è il terrorismo. Che può avere mille
facce.
Terrorista è la bomba anarchica lanciata contro il monarca; terrorista è il
colpo di pistola esploso contro il professore, il giornalista, il consulente,
il politico; terrorista è il suicida col corpo dilaniato dall ordigno;
terrorista è la mano di colui che uccide deliberatamente per seminare paura;
terrorista è lo Stato che bombarda i civili.
E' un'arma feroce quanto efficace, violenta quanto spettacolare, criminale e al tempo stesso politica. Ma soprattutto il terrorismo è un'arma.
A volte rappresenta l'extrema ratio per la realizzazione di principi c 636g68g he di per sé sarebbero anche nobili e condivisibili, se il terrorismo non avesse - quasi sempre - la caratteristica di sparare nel mucchio, di sacrificare civili inermi. Spesso la via terroristica rappresenta solo una scorciatoia per raggiungere finalità irraggiungibili per via pacifica.
Il fenomeno del terrorismo si è imposto a livello globale con il secolo appena trascorso, ma con un'intensità ed una violenza sempre in crescendo. Esiste per qualsiasi fenomeno che abbia implicazioni sociali un periodo di incubazione, una fase di maturazione e un momento, per così dire, conclusivo e terminale. Difficile, quasi sempre, però indicare il momento esatto della nascita di questo o quel fenomeno.
Per il fenomeno terroristico italiano è invece possibile indicare un preciso punto di svolta, una data che condizionerà il suo emergere ed il suo imporsi sulla scena politica del paese. Quella data è il 12 dicembre 1969: il giorno della strage di piazza Fontana a Milano.
Negli anni immediatamente precedenti la strage era cresciuto in Italia un movimento politico nuovo, quello del '68, formato da una generazione di studenti, ma anche di operai, che aveva come primo punto all'ordine del giorno la crescita politica del movimento stesso, l'elaborazione delle strategie necessarie a pervadere l'intero tessuto della società. La prima formazione armata italiana nasce a Genova da un Circolo frequentato da giovani operai e proletari. Si chiama XXII Ottobre. Quasi contemporaneamente a Milano si formano i GAP (Gruppi di azione partigiana) voluti da un ricco editore, uscito dal PCI dopo i fatti di Ungheria del 1956: Giangiacomo Feltrinelli.
Si tratta di due minuscole formazioni che avranno vita brevissima. Ma dopo sarà il diluvio: nasceranno le Brigate rosse che concluderanno la loro parabola solo nel 1988 (con una coda ancora misteriosa nel 1999 con l'omicidio D'Antona); spunteranno al sud i NAP e poi, soprattutto al nord, Prima Linea. Fino alla galassia del terrorismo diffuso. Il terrorista ha un vantaggio tangibile. Può attaccare in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo usando praticamente ogni tecnica. E' impossibile difendere ogni potenziale bersaglio, in ogni momento e in ogni luogo, da ogni forma di attacco. Alla luce di questo fatto, per sconfiggere i terroristi occorre dare loro battaglia - dare loro la caccia ovunque vivano, tramino e si nascondano e segnalare chiaramente agli Stati che li sostengono e danno loro rifugio che tali azioni avranno conseguenze. Mille facce, ma in realtà due soli volti: quello del guerrigliero che usa l arma del terrorismo come lotta estrema dove altre armi hanno fallito e quello dello stratega, che pianifica il terrorismo per un disegno più ampio.
Latto terroristico del guerrigliero mira ad un
risultato diretto, immediato e per lo più senza secondi fini. Il caso del
terrorismo ceceno, che ha come obiettivo il ritiro delle truppe russe e la sollevazione
dell opinione
pubblica "nemica", rientra in questa casistica, insieme ad Hamas in
Palestina, al terrorismo basco e a tutti quei gruppi che perlopiù
rappresentano la cosiddetta "ala militare" di movimenti o partiti
legali. Questi gruppi terroristici possono essere definiti irredentisti o
separatisti.
Osama bin Laden appartiene invece al secondo gruppo, quello di coloro che
utilizzano lo strumento del terrorismo per una strategia più complessa, i cui
effetti immediati non coincidono necessariamente con l obiettivo reale. Il terrorismo è tuttavia
un fenomeno che ha avuto una rapida espansione in tempi recenti, portando
guerra e lotta politica armata, nella vita quotidiana di Paesi in tempo di
pace, o estendendo i campi di battaglia fino nei bar, nei cinema, nei
ristoranti e nei trasporti pubblici di Paesi in guerra permanente, come accade
in Israele ad opera delle milizie arabe.
A causa della minaccia terroristica abbiamo profondamente modificato il nostro
modo di vivere, basti pensare alla cancellazione dei voli che si è resa
necessaria a Parigi in gennaio per le segnalazioni dei servizi segreti di un
possibile attentato, o alla restrizione delle libertà individuali seguite all attentato alle torri gemelle a New York. L effetto del terrorismo, oltre che sul nostro
quotidiano, incide profondamente sull assetto geopolitico del mondo e sulle strategie diplomatiche ed
economiche che gli Stati compiono. Sostenere che i terroristi non
raggiungono nessun obiettivo oltre a quello immediato di morte e distruzione E falso, ma purtroppo E un abitudine
di molti politici, preoccupati soprattutto di dimostrare la bontà delle loro
strategie
di lotta
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