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INTELLIGENZA E PENSIERO

psicologia



INTELLIGENZA E PENSIERO.

I.    Le teorie implicite dell'intelligenza.

alcuni studiosi hanno cercato di individuare le cosiddette teorie implicite dell'intelligenza, ossia i complessi di opinioni che ogni individuo possiede circa l'intelligenza " cercando di raggruppare le caratteristiche attribuite all'intelligenza, Stenberg ha individuato le seguenti categorie:

capacità di soluzione dei problemi (capacità di ragionamento logico, di individuare relazioni tra le idee e di approfondirle, di adattarsi alle situazioni e di mantenere una mentalità aperta)



abilità verbale e competenza sociale (tolleranza verso gli altri, interesse per il mondo circostante, capacità di giudizio e capacità di riconoscere i propri errori, curiosità e puntualità)

il concetto di intelligenza è relativo al contesto culturale cui si appartiene e che, in particolari ambiti, esso include elementi che vanno oltre i temi classicamente studiati dalla psicologia del pensiero; le persone usano le proprie teorie ingenue per la valutazione delle capacità altrui


II.  Tipi di intelligenze.

le impostazioni di Binet (studio dell'età mentale) e di Stern (studio del QI), tese a ricavare un'unica misura dell'intelligenza, presuppongono che questa sia una capacità generale e omogenea che si manifesta in modo simile nei diversi campi cui l'individuo si applica


l'idea che l'intelligenza non sia un'abilità monolitica, ma che vi siano invece forme diverse di intelligenza, andò affermandosi soltanto in seguito, soprattutto grazie agli apporti dell'impostazione fattorialistica: secondo questa prospettiva, l'intelligenza è considerata una struttura articolata, scomponibile in parti, chiamate fattori, le quali corrispondono a distinte abilità che possono essere messe in luce attraverso appropriate metodologie sperimentali e di analisi statistica " se si parte dell'assunto che l'intelligenza sia un'entità composta da vari elementi, il problema diventa quello di stabilire quanti e quali sono i suoi fattori:

una teoria parsimoniosa (e in parte ancora vicina all'idea di intelligenza unica) è quella di Spearman, che prevede 2 soli tipi di fattori: un fattore generale (o fattore g), riferito ad un'abilità presente in tutti i compiti intellettivi, e alcuni fattori specifici propri dei diversi compiti

un'altra bipartizione è proposta da Cattell che distingue tra intelligenza cristallizzata (riflette l'effetto dell'acculturazione) e intelligenza fluida (fa riferimento ad abilità che non sono trasmesse dalla cultura)

Vernon distingue invece nell'intelligenza un'attitudine verbale-scolastica (collegata al linguaggio e al calcolo matematico) e un'attitudine pratico-operativa (corrispondente alle abilità spaziali e manuali)

Thurstone individua 5 attitudini intellettive primarie: ragionamento astratto, ragionamento spaziale, abilità numerica, fluidità di pensiero, significato verbale


le ultime tipologie citate suggeriscono l'idea che l'intelligenza si differenzi secondo l'ambito in cui si trova ad operare " in questa prospettiva, Gardner sostiene la cosiddetta teoria delle intelligenza multiple, in cui si continua a considerare l'intelligenza come composta da abilità distinte, che però non sono intese come fattori specifici per dominio: tali abilità si riferiscono non soltanto, come avveniva nelle teorie sopra esposte, alla sfera intellettiva, bensì sono individuate, come avviene nelle teorie implicite, in una maggior varietà di campi " ipotizza l'esistenza di 7 forme di intelligenza:

linguistica

musicale

logico-matematica

spaziale

corporea

intrapersonale

interpersonale

Gardner ha ipotizzato anche l'esistenza di 2 ulteriori intelligenze, denominate

naturalistica

spirituale, o esistenziale



III.    Architetture dell'intelligenza.

abbiamo sinora considerato un modo orizzontale di intendere l'organizzazione dell'intelligenza, un modo che porta ad individuare tipi di intelligenze poste, per così dire, sullo stesso piano, una di fianco all'altra D l'intelligenza può essere però articolata anche in senso verticale, ipotizzando vari livelli " una concezione di questo genere è stata elaborata da Guilford: secondo questo psicologo le varie capacità mentali sono ordinate secondo 3 assi:

operazioni: attività di base che la mente compie con le informazioni che riceve dai sistemi percettivo-sensoriali

contenuti: fanno riferimento alla natura delle informazioni

prodotti: si riferiscono alla forma assunta dall'informazione quando viene elaborata dalla mente, cioè ai risultati dell'applicazione di un'operazione ad un contenuto



una teoria recente dell'intelligenza è la teoria triarchica di Stenberg: questa si compone di 3 sotto-teorie:

teoria contestuale: definisce l'intelligenza in rapporto all'ambiente

esperienziale: studia l'interazione tra l'individuo e i compiti che deve affrontare

componenziale: cerca di individuare i meccanismi mentali di base, le componenti, appunto, dell'intelligenza


le componenti sono unità elementari di trattamento dell'informazione, unità che compiono una singola specifica operazione mentale, e sono organizzate su 3 livelli:

meta-componenti: sono responsabili dell'organizzazione generale del pensiero

componenti di prestazione: sono quelle che permettono di realizzare i piani stabiliti a livello di meta-componenti

componenti di acquisizione di conoscenze: sono utili per affrontare situazioni che si presentano per la prima volta


IV.    Pensare per analogie.

di fronte ad una situazione nuova, l'operazione mentale più economica consiste nel cercare nell'esperienza passata degli elementi che possano essere trasferiti (transfert) al caso presente; un tipo di transfert è dato dal ragionamento per analogia: questo si basa sull'applicazione di conoscenze relative ad una situazione nota ad una situazione non nota, attraverso un processo che permette di individuare una serie di corrispondenze tra la prima e la seconda; l'analogia di proposizione può essere così espressa: A sta a B come C sta a D


però, nella vita di tutti i giorni, capita raramente di trovarsi di fronte a situazioni così ben delineate come le analogie di proporzione " per studiare sperimentalmente questo genere di casi, viene impiegata una procedura che prevede una fase di acquisizione (viene presentata la source, ossia uno stimolo che contiene un'idea utile all'esecuzione del compito successivo) e una fase di problem-solving (viene presentato il target, un problema ambientato in un contesto molto diverso da quello della source, che tuttavia può essere risolto applicando un principio che è in essa incluso) " attraverso questo tipo di procedura è stato possibile individuare, nella soluzione di un problema per via analogica, 3 passaggi:

costruzione della rappresentazione mentale della source e del target

proiezione della source sul target: tale proiezione inizierebbe con il rilevamento di alcune corrispondenze tra le 2 rappresentazioni che si estenderebbe poi anche agli altri aspetti

generazione di un piano di soluzione per il target attraverso l'applicazione di azioni descritte nella source

tale piano di soluzione viene intesto come uno schema, cioè una struttura organizzata gerarchicamente in uno stato iniziale (comprendente i vincoli della situazione, le risorse disponibili), l'obiettivo da raggiungere e la strategia per raggiungerlo; si ragiona per analogia quando ci si accorge che source e target sottendono, ad un livello astratto, o profondo, il medesimo schema e che quindi ciò che è servito nella prima può risultare utile anche nella seconda (non è facile rilevare spontaneamente le corrispondenze tra source e target, perché questi presentano caratteristiche di superficie diverse, trattandosi di situazioni con differente contenuto)


V.  Ragionamento induttivo.

pensiero induttivo: da vari casi particolari ricaviamo una conclusione generale:

una semplice forma di induzione è data dalla formazione dei concetti; un concetto è un'entità che sussume tutti gli elementi che condividono certe proprietà; i concetti non sono stabiliti sulla base di un elenco di caratteristiche, ma sono organizzati secondo somiglianze di famiglia; possono essere intesi come insiemi sfumati, in cui vi sono elementi prototipici che si collocano nell'area centrale, in quanto possiedono le proprietà che maggiormente ricorrono negli esemplari della categoria, anche se non sono proprietà definitorie ed elementi non prototipici che si collocano alla periferia, in zone che sfumano in quelle di altre categorie

il pensiero induttivo non porta soltanto a costruire concetti, ma anche a formulare ipotesi; i soggetti tendono a formulare ipotesi molto specifiche e propendono a confermare le proprie ipotesi, anziché a falsificarle, strategia che sarebbe più vantaggiosa


VI.    Ragionamento deduttivo.

quando si possiede un principio generale, si può compiere il percorso inverso dell'induzione: la deduzione, consistente nel ricavare conclusioni particolari da affermazioni generali:

una forma di deduzione è il ragionamento condizionale, che si attiva quando occorre stabilire se un enunciato generale è applicabile ad un caso particolare sono possibili 2 tipi di errori:

tendenza a validare un principio attraverso casi positivi e non attraverso esempi falsificanti

errore dell'affermazione del conseguente che induce a ritenere simmetrico il rapporto di implicazione logica presente nel principio (così come essere mamma implica essere donna, ma essere donna non implica essere mamma)

si è meno indotti a commettere errori di questo genere se il compito viene presentato, mantenendo la medesima struttura logica, con riferimento a situazioni concrete e familiari

un'altra forma di deduzione è data dal sillogismo categoriale, struttura logica in cui, date 2 premesse, in cui si enunciano 2 rapporti nei quali ricorre il medesimo termine (termine medio), si trae una conclusione in cui non compare il termine medio anche in questo caso si possono produrre degli effetti psicologici che portano a commettere degli errori:

uno di questi è l'effetto atmosfera, secondo cui le premesse creano una sorta di aspettativa che induce il soggetto, per esempio, a ritenere corretta una conclusione del medesimo tipo delle premesse

in altri casi è il contenuto delle deduzioni sillogistiche a trarre in inganno: se una conclusione scorretta dal punto di vista logico è conforme a ciò che accade abitualmente nel mondo, si è portati a considerarla valida (e viceversa)


VII.    Ragionamento probabilistico e presa di decisione.

il nostro pensiero non è chiamato soltanto a inferire conclusioni certe; molte volte deve compiere previsioni circa eventi il cui verificarsi è verosimile ma non è assicurato " in questi casi si tratta di stimare la probabilità di ottenere certi risultati e su questa base prendere decisioni; vi sono principi logici e leggi statistiche che permettono di stabilire il grado di probabilità di certi eventi, ma il nostro pensiero non vi si adegua sempre; perché si incorre nell'errore detto fallacia della congiunzione (viene stimato meno probabile il verificarsi di un evento rispetto al verificarsi di tale evento in congiunzione con un altro evento)?? perché quell'evento ci sembra più rappresentativo dell'idea che ci siamo fatti; talvolta l'errore dipende non dall'euristica (strategia di pensiero) dalla rappresentatività, ma dall'euristica della disponibilità, ossia dalla facilità con cui riusciamo a farci venire in mente un caso che possiede determinate caratteristiche; queste fallacie nelle stime di probabilità possono tradursi in incongruenze nella presa di decisione


VIII.  Lo spazio del problema.

è possibile formulare una descrizione generale di come procede il pensiero?? è ciò che si è tentato di fare nella prospettiva dell'elaborazione dell'informazione (o dell'HIP: Human Information Processing), proponendo un modello generale di problem-solving " la soluzione di un problema richiede che vengano definiti i seguenti elementi:

stato iniziale

stato finale che si intende raggiungere

gamma di operatori (ossia delle azioni) che possono essere applicati allo stato del problema al fine di trasformarlo

vincoli che pongono condizioni ulteriori, rispetto al semplice raggiungimento dello stato finale, perché il processo solutorio possa dirsi soddisfacente (es: raggiungere lo stato finale con il più basso numero possibile di passaggi)

si viene così a costituire lo spazio del problema, rappresentato da tutti gli stati che potenzialmente sono raggiungibili, a partire da quello iniziale, attraverso l'applicazione degli operatori disponibili; assume la forma di un grafo; la soluzione del problema è data dalla sequenza di operatori che possono trasformare lo stato iniziale del problema in quello finale nel rispetto dei vincoli dati; risolvere un problema significa trovare la strada che dallo stato iniziale permette di raggiungere lo stato finale o goal (obiettivo); è possibile adottare 2 tipi di strategie: gli algoritmi e i metodi euristici

la procedura algoritmica consiste nell'esplorazione sistematica di tutte le possibili vie di soluzione, scegliendo uno dei possibili stati che seguono allo stato iniziale, a partire da tale stato si esplora uno di quelli che sono raggiungibili e così di seguito finché o si trova la soluzione o ci si imbatte in un punto cieco, in quest'ultimo caso si retrocede al penultimo stato esplorato e si imbocca un altro percorso

un'altra strategia algoritmica suggerisce invece di analizzare tutti gli stati che si diramano da quello iniziale, si procede quindi analizzando tutti i successivi possibili stati intermedi raggiungibili da tale primo livello di stati e così via sino ad identificare uno stato che corrisponda alla soluzione

le procedure descritte assicurano sempre, prima o dopo, il raggiungimento della soluzione, ma richiedono tempo e fatica perché esigono che siano provate tutte le possibili trasformazioni


nell'impossibilità, o difficoltà, di applicare un algoritmo, si può tentare l'attivazione di una strategia euristica; il termine euristica è qui impiegato per designare le procedure che contribuiscono a ridurre la ricerca di una soluzione rispetto all'esplorazione di tutte le alternative possibili: ciò viene perseguito limitando il numero delle alternative da esaminare a quelle che sembrano avere maggiori probabilità di successo; non essendo prese in considerazione tutte le possibili sequenze di mosse, non vi è la certezza di giungere alla soluzione, né di giungervi attraverso la via ottimale


IX.    Metodi euristici.

una prima strategia euristica è l'arrampicata sulla collina: si scelgono gli stati intermedi più vicini al goal

una seconda euristica è il subgoaling, consistente nell'individuare un sotto-obiettivo il cui raggiungimento è preliminare al conseguimento dello stato finale e nel concentrarsi sulla ricerca della strada per arrivare a tale sotto-obiettivo

una terza strategia consiglia, stabilito lo stato iniziale e la meta finale, di ridurre progressivamente la distanza tra i 2 stati

un'ultima strategia euristica è la ricerca all'indietro; si ha una ricerca in avanti quando si applica, come negli esempi sinora considerati, un operatore allo stato attuale del problema per produrre un nuovo stato; si attua la ricerca all'indietro quando, anziché partire da uno stato iniziale per pervenire al goal, si procede partendo dallo stato finale per individuare quali operatori vi conducano


X.  Il pensiero divergente.

nelle situazioni sinora considerate vi è uno stato iniziale che dev'essere trasformato in un ben definito stato finale; in altri casi il pensiero non ha una precisa idea dell'obiettivo da raggiungere; si avverte che ciò che è disponibile è inadeguato ma non si sa ancora bene che cosa si vuole ottenere perché il punto di arrivo non è già dato, ma dev'essere trovato o inventato " in questi casi il pensiero deve diventare creativo " pensiero divergente


pensiero convergente

pensiero divergente

viene attivato nelle situazioni che permettono un'unica risposta pertinente

è attivato nelle situazioni che permettono più vie di uscita o di sviluppo

rimane circoscritto entro i confini della situazione e segue le linee interne alla situazione stessa rispettando o utilizzando regole già definite e codificate

va al di là di ciò che è contenuto nella situazione di partenza, ricerca in varie direzioni e produce qualcosa di nuovo


si tratta di situazioni per le quali non c'è un'unica risposta corretta, non occorre riferirsi a regole o all'esperienza passata (si possono immaginare casi mai sperimentati), si possono prospettare soluzioni che evadono dai termini del problema, il quale viene così impostato in una nuova ottica


secondo Guilford, i principali aspetti che contraddistinguono il pensiero divergente sono:

fluidità: capacità di produrre tante idee, senza riferimento alla loro qualità o adeguatezza

flessibilità: capacità di passare da una successione o catena di idee ad un'altra, da una categoria di elementi ad un'altra

originalità: capacità di trovare idee insolite, cioè idee cui in genere le altre persone non pervengono

elaborazione: capacità di percorrere sino in fondo la linea di pensiero intrapresa; affinché un'idea originale possa produrre risultati apprezzabili occorre che l'intuizione iniziale venga sviluppata sino a giungere ad una formulazione rapportabile allo specifico problema in relazione al quale essa è sorta

valutazione: capacità di selezionare, tra le varie idee prodotte, quelle più pertinenti agli scopi


questa visione del pensiero creativo, basata sulla produzione ricca di idee e sulla loro valutazione, è presente anche in concezioni più recenti " secondo Johnson-Laird la creatività si fonda sulla generazione casuale di idee e sulla loro selezione; esistono 2 tipi di selezione:

il primo è definito neo-darwiniano, in quanto prevede un primo stadio in cui le idee vengono generate in modo casuale e un secondo stadio in cui esse vengono valutate secondo certi criteri: sopravvivono solamente le idee che superano questa valutazione

il secondo è neo-lamarckiano, perché la produzione delle idee è guidata da un criterio: in questo caso si generano soltanto idee all'interno di un ambito prefissato

IL BRAINSTORMING

 




è un metodo ideato da Osborn per sviluppare la creatività nell'ambito dell'organizzazione aziendale e nel campo delle innovazioni tecnologiche; riguarda la terza e la quarta fase della soluzione di un problema e si compone di 2 momenti:

il primo è un momento produttivo in cui, dato un problema, viene chiesto di proporre in relazione ad esso il maggior numero possibile di idee, non importa quanto adeguate alla soluzione

il secondo momento è di tipo valutativo: le idee proposte vengono giustificate e selezionate in base alla propria efficacia

durante il brainstorming è importante che l'individuo rispetti il principio del differimento del giudizio: egli deve esprimere liberamente, senza porsi alcun limite, quanto gli passa per la mente, evitando di formulare valutazioni ed evitando di inibire o abbandonare idee che possano sembrargli fuori luogo, bizzarre o ovvie; il brainstorming si basa infatti sulla convinzione che quanto maggiore è la ricchezza e la varietà delle idee emerse, tanto maggiore è la probabilità di trovare suggerimenti interessanti e nuovi


XI.    Associazioni creative di idee.

un aspetto che aiuta a caratterizzare il pensiero creativo è rappresentato dal particolare tipo di legame che collega un elemento mentale ad un altro; Mednick ha proposto di identificare la creatività con la capacità di stabilire associazioni remote, ossia mettere insieme in modo utile idee usualmente non collegate tra loro, combinare in modo nuovo e inconsueto elementi disparati che apparentemente hanno poco in comune tra loro " la visione associazionistica della creatività è stata ripresa in tempo recenti da vari autori:

secondo Weisberg il soggetto creativo, di fronte ad un problema, cerca di recuperare informazioni dalla propria memoria per immaginare possibili soluzioni (ruolo attivo del soggetto)

su questa linea, Simonton postula l'esistenza di elementi mentali che, combinandosi, danno luogo a configurazioni; così, possono intervenire delle variazioni nel modo con cui gli elementi si combinano; le variazioni creative dipendono dalla numerosità degli elementi mentali posseduti e dalla forza delle associazioni che si stabiliscono tra questi

anche Schank vede all'opera nel pensiero creativo un meccanismo associativo: la creatività emerge quando, invece di cercare una spiegazione tipica per l'evento, si prende come punto di partenza un altro evento simile a quello originario ma abbastanza diverso perché conduca ad un altro genere di idee


esistono varie tecniche per incrementare la creatività che si basano su principi di tipo associazionistico:

il metodo delle relazioni forzate consiste nel porre in relazione 2 elementi al fine di farne scaturire un terzo (esempio del leggere sdraiati a letto)

un utilizzo sistematico della combinazione degli elementi del problema si ha con l'analisi morfologica: la procedura richiede inizialmente di scomporre il problema da risolvere nei suoi aspetti o punti principali; successivamente tali elementi vengono combinati tra loro in modo casuale, al fine di produrre associazioni che possono rivelarsi particolarmente utili (esempio del nuovo veicolo da inventare)


XII.    Il pensiero produttivo e la ristrutturazione.

la creatività talvolta sembra dipendere da un cambiamento nella visione complessiva della situazione " il pensiero che porta ad individuare in ciò che è dato qualcosa di nuovo è stato chiamato dagli psicologi della teoria della Gestalt pensiero produttivo D modalità di pensiero riproduttive, le quali portano il soggetto a riprodurre meccanicamente procedimenti precedentemente appresi; il pensiero produttivo non è contraddistinto né dal procedere per tentativi né dalla riattivazione automatica di una risposta consolidata, ma dall'emissione istantanea di una nuova risposta a seguito di un insight (intuizione): il soggetto ha una sorta di illuminazione e la situazione gli si presenta improvvisamente in una nuova luce e diviene immediatamente evidente qualche suo nuovo aspetto prima non avvertito o non considerato; il pensiero riproduttivo si limita invece alla registrazione, talvolta automatica, degli aspetti superficiali, senza una reale comprensione della struttura; nonostante i tentativi di riportare la ristrutturazione a processi di tipo associazionistico, o nell'ottica Human Infomation Processing, pare innegabile la presenza nel pensiero di momenti critici, in cui si attuano delle svolte cognitive di tipo qualitativo che portano a comprendere la situazione in modo diverso " sono vari gli ostacoli che si contrappongono alla ristrutturazione:

fissità: fa sì che alcuni elementi del problema mostrino una certa resistenza alla trasformazione: essi paiono essere dati come immutabili (una forma particolare è la fissità funzionale, vale a dire la tendenza ad impiegare gli elementi del problema secondo il loro uso comune, o tradizionale, mentre la soluzione richiede invece che tali elementi vengano impiegati in un ruolo insolito)

meccanizzazione del pensiero: consiste nella tendenza a ripetere la medesima strategia già attuata con successo nel passato, anche se la situazione attuale permette l'applicazione di una strategia diversa e maggiormente economica

atteggiamento latente: una persona con un proprio caratteristico modo di rispondere ad una certa categoria di problemi è portata a rispondere ad un diverso genere di problemi secondo la medesima modalità, anche se questa ora non è più pertinente

direzione: il persistere in una strategia improduttiva

oltre agli ostacoli sopra ricordati, la soluzione di un problema può risultare impedita da fattori di ordine linguistico (nfattmaggiormente economica (:el QI)certe espressioni verbali che compaiono nell'enunciato del problema, che di per sé permettono una duplice interpretazione, tendono ad essere decodificate in un unico senso così da nascondere la soluzione)

L'INCUBAZIONE

 




l'emergere di idee innovative segue improvvisamente ad un periodo in cui il problema in questione era stato abbandonato " come si spiega questo fenomeno??

una prima spiegazione chiama in causa l'affaticamento: gli individui che possono avvalersi di un periodo di sosta si riposerebbero, cosicché potrebbero in seguito riprendere il problema con maggior efficienza; altri sostengono che accadrebbe proprio l'opposto: i soggetti si avvantaggerebbero del periodo di interruzione per compiere ulteriori tentativi di soluzione (il periodo di incubazione potrebbe inoltre aumentare la probabilità che si verifichino eventi esterni che possono aiutare la soluzione)

secondo un'altra interpretazione, si sostiene che il periodo di incubazione serve alla persona per dimenticare le direzioni improduttive precedentemente imboccate dal pensiero

infine, viene anche ipotizzato che la mente, quando il problema viene abbandonato, continui a lavorarvi sopra, ma in una modalità inconscia


XIII.  Pensiero e metacognizione.

la metacognizione indica l'insieme delle riflessioni che l'individuo è in grado di compiere circa il funzionamento della mente, propria e altrui; nella mente si può innanzitutto individuare un primo livello di contenuti e di processi, quello della cosiddetta cognizione, in cui sono collocabili le operazioni delle quali un individuo si avvale per svolgere funzioni quali dedurre, prendere decisioni, ..; al di sopra della cognizione si ritiene sussista un ulteriore livello di attività psichica, quello della metacognizione, collegato alla consapevolezza e alla conoscenza che noi abbiamo di quanto avviene nella mente al livello inferiore; vi è anche un aspetto più attivo della metacognizione che fa riferimento alla possibilità di attingere a ciò che si sa, o si presume di sapere, circa il modo di funzionare della mente per controllare i propri processi di pensiero; le abilità collocate a livello di meta-componenti sono le seguenti:

saper definire la natura del problema o della situazione che si deve affrontare

selezionare le fasi necessarie per la soluzione

la strategia pertinente

la rappresentazione mentale adeguata delle informazioni

saper distribuire le risorse intellettive

saper verificare la soluzione


altri elementi metacognitivi riguardano la valutazione della facilità o semplicità del compito, la stima del tempo, dell'impegno, dello sforzo e del carico mentale richiesto per l'elaborazione cognitiva, il riconoscimento delle potenziali fonti di difficoltà e di errore; la rilevazione dei vantaggi e dei limiti connessi a certi tipi di materiali e di processi mentali e l'esame delle risorse che sono a disposizione; l'essere coscienti delle proprie capacità, abitudini e preferenze, il senso di insicurezza o di padronanza che suscitano certi compiti o che scaturisce da certe strategie, il tipo di emozioni e di motivazioni che si collegano all'attivazione di determinati processi mentali quanto più l'individuo è metacognitivamente competente, tanto più ha successo nei compiti di ragionamento





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