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TEMA DI PEDAGOGIA - LA PRIMA ETÀ ADULTA

pedagogia



TEMA DI PEDAGOGIA

INTRODUZIONE

Crescere è sempre stata l'avventura stupenda che dalla notte dei tempi ha interessato gli uomini e le donne, in tutte le fasi della loro vita. Il corpo che cambia, la voce che si modifica, le nuove esperienze, il mutamento degli impegni e dei doveri hanno sempre caratterizzato l'uomo e il suo sviluppo, ma se il passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza è da uno stadio di gioco a uno di progettazione del proprio futuro, seppur in uno scompenso ormonale e fisico, 747d32h quando si diventa adulti si è chiamati ad una reale realizzazione di sé e del proprio futuro sia professionale che umano. Insomma si deve scegliere! E scegliere spesso non è facile, il matrimonio e la professione saranno determinanti per la realizzazione futura e la felicità. Nel periodo che va dai 18 ai 22 anni all'individuo è chiesto di fare una sintesi e di immaginarsi come persona adulta che partecipa attivamente alla vita sociale ed economica, consapevole che tutto questo sarà determinato dalle esperienze personali, seppur sotto temi di sviluppo comuni.

1.LA PRIMA ETÀ ADULTA

Il giovane adulto, definito così dallo psicologo Erikson che divide l'età adulta in due fasi che consistono nella progettazione (prima fase) e nella realizzazione (seconda fase) del sé in relazione con l'altro e con il mondo esterno, si trova ad affrontare il concetto nuovo di COPPIA, se nel periodo dell'adolescenza le relazioni con l'altro sesso erano state caratterizzate dall'amicizia e dalla complicità, ora egli si trova a fare i conti con uno spostamento del rapporto, l'IO da sé si muove verso l'altro in uno movimento che è di donazione e di creazione, i singoli IO, nella nuova identità che si sta scoprendo, iniziano un cammino che li porterà ad essere un NOI, realtà nuova che lentamente li porterà i singoli alla formazione di una famiglia.



Erikson sostiene che questa fase della vita dell'uomo (e della donna) sia caratterizzata da intimità e solidarietà opposta ad isolamento, questo perché in questo momento il giovane ha bisogno di intimità che può realizzarsi attraverso una "fusione" con l'altro, ma le esperienze negative che dovessero emergere porteranno il singolo ad un isolamento che non gli permetterà di fidarsi dell'altro e di realizzarsi completamente. A caratterizzare la prima fase dell'età adulta è la decisione professionale che comporta disagi e problemi diversi per i sessi: ricerche hanno evidenziato che per le donne conciliare lavoro e famiglia è spesso fonte di conflitto, anche se è da ricordare che la situazione impiegatizia è pari a una su tre, quando invece per l'uomo il conflitto è tra il giudizio della società e la realizzazione personale e ad egli è richiesto esplicitamente (pena la condanna sociale) di dare il suo contributo allo sviluppo della società.

2.LA SECONDA ETÀ ADULTA

L'uomo cresce, si realizza e la sua vita procede con il suo ritmo incalzante e frenetico, la realizzazione professionale e la famiglia hanno raggiunto un buon grado quando, in modo più o meno intenso si evidenzia un disagio, i valori e gli ideali che fino allora avevano sorretto l'identità personale vengono meno ed iniziano i dubbi e le preoccupazioni specialmente sulla morte e sulla religione, ci si chiede se la strada intrapresa e la vita che si è vissuta sia quella giusta e a cosa porti. La molla di scatto di queste problematiche è rappresentata dai mutamenti biologici e fisici, che comportano uno scompenso simile a quello già creatosi e superato nell'adolescenza. Il corpo umano inizia il suo lento decadimento, i tessuti perdono parte della componente acquosa, la vista e l'udito diminuiscono le loro capacità recettive, le pareti arteriose s'ispessiscono, aumenta il rischio di disturbi cardiovascolari,. ma non si cambia solo in peggio! Il nostro corpo si adatta più facilmente alla temperatura dell'ambiente esterno, alla fatica e al digiuno. Per quanto riguarda la mente, le sue capacità di velocità di reazione, la memoria a breve termine e la percezione diminuiscono progressivamente non causando per questo una diminuzione delle capacità intellettive che si mantengono stabili. A questo si va ad aggiungere la realtà famigliare nel rapporto con i figli, la loro età adolescenziale e il loro abbandono del nido e la necessità di cure dei genitori anziani possono creare tensioni, l'adulto si trova caricato di notevoli responsabilità. Ma, come sostiene Winnicott, l'età adulta può essere una grande ricchezza perché è in essa che si ha il passaggio dal "falso Sé" al "vero Sé" perché guardandosi indietro l'individuo può rivalutare la propria vita e imparare a valorizzare anche parti della sua persona fino a quel momento nascoste.

3.LA TERZA ETÀ

La vita continua e l'uomo dal processo di maturazione si avvia alla conclusione della vita.

Nelle moderne società occidentali si calcola che per l'essere umano la vecchiaia, o terza età, abbia inizio fra il 65° e il 70° anno di vita. Il processo di senescenza segue tuttavia ritmi diversi a seconda dei diversi individui. Nelle società antiche la vecchiaia iniziava molto prima: i quarantenni erano considerati già vecchi. Grazie al progresso della medicina e dell'igiene, e al miglioramento della qualità della vita, è aumentato, rispetto al passato, il numero degli individui che raggiungono i 65 o i 70 anni. La percentuale degli anziani rispetto al resto della popolazione è andata sempre aumentando, in parte grazie alle nuove risorse della medicina, ma anche per la diminuzione del tasso di natalità, che ha ridotto la percentuale dei giovani. Il fenomeno è evidente anche in Italia, dove negli ultimi cinquant'anni si è assistito a un progressivo minor peso relativo dei giovani e a un corrispondente incremento delle classi di età avanzata della popolazione. Pur essendo statisticamente opportuno classificare come anziani coloro che hanno superato i 65 o i 70 anni di età, esistono ovviamente grandi differenze individuali. Non pochi, a esempio, assistono ancora i propri genitori ottantenni o novantenni; alcuni sono ancora attivi negli affari o nella politica; altri invece soffrono di vari gradi di invalidità. Il processo d'invecchiamento causa generalmente una certa quantità di cambiamenti fisici e psichici. I riflessi divengono più lenti, le giunture più rigide, udito e vista diminuiscono. Verso i 65 anni, quattro soggetti su cinque accusano almeno un condizionamento cronico (dovuto per esempio ad artrite, cardiopatie, arteriosclerosi), che tuttavia può non imporre limitazioni alla loro attività principale. Sia l'estensione che la gravità dei problemi fisici aumentano tuttavia col procedere dell'età; dopo i 75 anni si registra un maggior numero di affezioni croniche e invalidità che tra i 65 e i 74 anni. Gran parte dei processi cognitivi, come percezione, intelligenza, memoria, declinano con l'età, sebbene molti anziani continuino a possedere capacità che consentono una discreta efficienza. Gli effetti dei cambiamenti sia fisici che psichici presentano comunque considerevoli variazioni individuali.

4.TERZA ETÀ NELLA SOCIETÀ MODERNA

Il ruolo riservato agli anziani nella società odierna è molto diverso da quello tradizionalmente assegnato loro nelle società preindustriali. Sarebbe errato affermare che in queste ultime gli anziani fossero universalmente onorati: in alcune venivano tenuti in grande rispetto, mentre in altre erano trattati duramente. In genere, tuttavia, nelle popolazioni economicamente stabili, non soggette a rapidi cambiamenti sociali, gli anziani hanno ruoli di primo piano: esercitano una notevole autorità sui membri più giovani della famiglia e detengono in larga misura le redini del potere politico ed economico. La loro anzianità è rispettata, e la loro esperienza e conoscenza è tenuta in grande considerazione. Nelle società in rapido mutamento, tuttavia, il bagaglio di esperienze degli anziani è meno utile, e la loro posizione sociale tende a perdere d'importanza. Nelle società industriali moderne, il legame tra anziani e comunità si è spesso completamente spezzato. Molti anziani vivono soli, o in case di riposo, estromessi quasi del tutto dalla vita economica e separati da figli e parenti.Anche se non isolati dalla società, nella stragrande maggioranza gli anziani devono acquisire nuovi ruoli sociali. Ciò significa che devono superare almeno una transizione (dal lavoro al pensionamento, dalla salute alla malattia, o dall'indipendenza alla dipendenza). Poiché le donne vivono in media più a lungo degli uomini, molte donne anziane sperimentano anche il passaggio dalla vita coniugale alla vedovanza. Il modo di adattamento a questi cambiamenti varia da persona a persona, ma nella maggioranza dei casi si registrano reazioni abbastanza positive. Quanti si ritengono maggiormente soddisfatti della propria vita tendono ad avere meno problemi economici e a essere più sani e indipendenti. Il reddito, l'assistenza sanitaria e la qualità della vita sono gli aspetti fondamentali su cui si gioca l'impegno della società nei confronti degli anziani.

Gli anziani godono spesso di un reddito inferiore a quello della maggioranza della popolazione. Molti possono accedere a risorse come case, beni mobili, pensioni, assicurazioni sulla vita. Altri però dipendono, per la loro sussistenza, dai figli o da varie forme assistenziali. Nelle società più evolute si tende a considerare la salute un diritto e ad assicurare agli anziani l'assistenza medica e ospedaliera gratuita, anche se talvolta ciò non basta ad alleviare penosi stati di indigenza. Gli anziani cercano generalmente di mantenere il più a lungo possibile la propria indipendenza, ma spesso non possono sfuggire alla povertà, alla solitudine e all'isolamento: vengono assistiti da servizi comunitari che forniscono loro pasti preparati, aiuto domestico e occasionali visite domiciliari. Oggi si tende a istituire centri per anziani, che organizzano attività sociali e culturali d'ogni genere. Coloro che sono troppo vecchi o ammalati per considerarsi autosufficienti sono accolti nelle case di riposo, che vanno dagli istituti finanziati dagli enti pubblici o da fondazioni filantropiche, alle case-albergo per i più abbienti.

Crescere è si un'avventura stupenda ed è l'avventura più importante della vita dell'uomo, la nostra capacità sta nel crescere dentro prima che fuori imparando a dare spazio alla nostra interiorità, alle nostre emozioni perché la vita è una e sta a noi crearci la nostra felicità!




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