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L'asilo di Mompiano - Caratteristiche della Scuola Materna

pedagogia



L'asilo di Mompiano

Nel 1895 le sorelle Agazzi si trovavano a Mompiano in un asilo improvvisato, frequentato da 100 bambini e dotato del materiale didattico froebeliano, contro di cui Rosa Agazzi mosse le sue serrate critiche nel Congresso Pedagogico nazionale di Torino del 1897, nel quale si operò il rilanciò del Metodo Agazzi e la consacrazione di Mompiano ad asilo modello. L'opera di Mompiano cominciò con una bonifica igienica dell'ambiente, che poté dirsi giunta a buon punto, quando ogni bambino ebbe asciugamani, fazzoletti, bavaglini individuali. Poi, nell'esperienza d'ogni giorno, ecco che veniva maturando il metodo. Si cominciarono anche gli esercizi di giardinaggio e si fece il primo allevamento d'animali domestici.

Caratteristiche della Scuola Materna

Il nuovo asilo d'infanzia, secondo l'indirizzo Agazzi - Pasquali, ricevette il nome di "Scuola materna". Questo nome significa: il nuovo istituto per l'infanzia che vuole ispirarsi all'ambiente familiare, ma ad un ambiente familiare modello, ordinato, pulito, dove ci si vuol bene e ci aiuta scambievolmente. Esso è "scuola" perché vi s'insegnano tante cose, ma rifugge 626h75g dallo scolasticismo: è una scuola in cui soprattutto si agisce, si parla, si vive come in famiglia. Nella scuola materna prevalgono esercizi di vita pratica: come il disegno spontaneo, in cui il bambino riproduce il suo mondo interiore, il canto, l'esecuzione di facili lavoretti ornamentali. Il materiale didattico è il più vario e il più impensato. Basandosi sull'osservazione che il bambino ama raccogliere e custodire nelle sue tasche, come oggetti insignificanti come sassolini, bottoni, le sorelle Agazzi cominciarono a creare il "Museo delle Cianfrusaglie". Perché le piccole cose da nulla divengano materiale didattico, occorre ordinarli secondo criteri; gli oggetti possono essere ordinati secondo il colore, in modo da consentire esercizi sensoriali.Una delle attività più tipiche della scuola materna è il giardinaggio, sul quale Rosa Agazzi torna con insistenza nelle sue opere e che ha molteplici scopi: occupare piacevolmente i bambini in un lavoro utile e all'aria aperta, dare loro la soddisfazione di veder nascere il fiore o il frutto del loro lavoro, istruirli sul ciclo delle stagioni in rapporto al ciclo naturale delle piante coltivate ed educare il senso della proprietà e delle responsabilità.



La scuola materna comunità di tipo familiare

L'asilo come scuola materna è una gran casa ben arieggiata e piena di luce, nella quale i bambini trascorrono le loro giornate alternando libere attività con canti e giochi. L'arredamento è intonato alla massima semplicità: tavolinetti e piccole sedie facilmente spostabili, mensole e qualche quadro alle pareti e fiori alle finestre. I bambini si aiutano a vicenda in tutti i lavori che richiedono l'ordine e la pulizia della casa e curano il giardino che è l'elemento più interessante per le loro attività e i giochi all'aria aperta. L'insegnante deve essere osservatrice sagace, dev'essere sempre pronta a cogliere i momenti opportuni per favorire il libero sviluppo dei bambini, suscitando il loro interesse di conoscere cose nuove, partecipando ai loro giochi. Si tratta, dunque, di creare tutto un ambiente che consenta ai bambini di muoversi a loro agio. L'ambiente, per l'educazione, ha fondamentale importanza, non solo perché costituisce lo spazio materiale, adeguato alle esigenze di movimento dei bambini, ma soprattutto perché esprime la personalità dell'insegnante, perché ne rispecchia l'ordine interiore, perché soddisfa ai sentimenti d'affetto e di semplicità dei bambini evocandoli e ravvivandoli nella serena atmosfera di una comunità familiare.

Il Metodo delle sorelle Agazzi

Ciò che si chiama metodo Agazzi, non è un sistema di procedimenti didattici fissati una volta per sempre, da osservare rigidamente nella pratica educativa. L'insegnante, il metodo deve costruirselo da sé, giorno per giorno, attraverso la viva esperienza. Più che di metodo si deve, dunque, parlare d'esperienze didattiche delle sorelle Agazzi, in altre parole di quei mezzi e procedimenti che esse, col loro intuito, trovano ed attuano nella pratica educativa. Se si vuol parlare di metodo, bisogna affermare che, si tratta di un metodo di ricerca; di un metodo, cioè, che non impone procedimenti rigorosi, ma che intende indicarli e suggerirli quali mezzi idonei al raggiungimento di  determinati fini.Le Agazzi hanno la vista serena, non velata da complicazioni intellettuali. L'ordine delle cose, esse lo vedono in trasparenza, lo colgono con l'intuito. Il metodo evita ai bambini, una vita troppo sedentaria: nell'aula si starà il meno possibile; solo quanto basta per le preghiere, per i trattenimenti, per i canti. Il resto della giornata è occupata dalle libere attività che esigono movimento nella Scuola e all'aperto.

La didattica in azione

Diversamente dalla Montessori, le Agazzi considerano il linguaggio come facoltà espressiva. L'attività che si collega al suo apprendimento dev'essere, dunque, attività creativa, deve sorgere come manifestazione di bisogni ed espressione di sentimenti. Il bambino sviluppa questa facoltà spontaneamente e gradualmente in relazione al possesso concreto di conoscenze e alle azioni che compie. Per l'insegnamento della lingua, le Agazzi escogitano, un espediente che si rivela pratico e geniale: contrassegnare con simboli diversi i singoli oggetti che costituiscono il corredo di ciascun bambino. Ripetendo i nomi degli oggetti raffigurati dai contrassegni (albero- foglia- cavallo ecc.), i bambini riconoscono le proprie cose distinguendole da quelle degli altri. L'originale espediente implica, perciò, molte cose:

Chiarisce il significato sociale del linguaggio;

Sviluppa il giusto senso della proprietà;

Abitua alla precisione e, soprattutto, promuove e allarga la cerchia degli interessi, giacché ad ogni contrassegno corrisponde concretamente l'oggetto raffigurato e che fa parte del materiale didattico.



Un altro espediente che si connette ed avvalora e intensifica il precedente, è il Museo dei poveri. Quotidianamente è raccolto un materiale vario, economico e a portata di mano come bottoni, vecchi giornali e riviste, tubetti, nastri, conchiglie ecc. insomma un emporio riccamente assortito di piccole cose, di vere e proprie cianfrusaglie.

Il metodo Agazzi si presenta, dunque, educativo di tutti i diversi aspetti della personalità.

E' molto curata l'educazione del sentimento. Servono a questo scopo brevi riflessioni suggerite dalla maestra al momento opportuno, poesie, racconti che hanno per argomento la mamma, il papà, la vita di Gesù; piccoli atti di cortesia, il lavoretto preparato per donarlo alla mamma. Il sentimento sociale è stimolato suggerendo ai bambini più grandi di aiutare i più piccoli, facendo giochi e lavori in comune, con la collaborazione di tutti.

L'educazione morale è innanzi tutto curata con l'apprendimento di buone abitudini d'ordine e di pulizia e ancora con racconti e scenette educative.

L'educazione religiosa si realizza mediante la conversazione sulle ricorrenze religiose dell'anno; preparando il presepio, ricordando qualche episodio dei Vangeli, facendo riflettere il bambino sulle cose della natura, che sono state create da Dio. L'educazione fisica è curata con la pratica delle norme igieniche e inoltre con esercizi ritmici, con il gioco all'aperto, con la ripetizione mimica di gesti connessi con l'esercizio di determinati lavori (esercizi d'imitazione).Alla sua affermazione in Italia contribuì molto il giudizio del Lombardo Radice che, nel 1928, dedicò la maggior parte del suo volume sul "Problema dell'educazione infantile" alla celebrazione dell'asilo di Mompiano. Il metodo Agazzi gli parve l'esatta traduzione dei suoi principi pedagogici nell'educazione dell'infanzia.

Le opere scritte da Rosa Agazzi

Rosa Agazzi è stata autrice di numerose opere, frutto della sua esperienza educativa; esse non hanno mai l'aspetto di scritti sistematici, ma piuttosto di scritti occasionali, dettati sul momento dell'esperienza. Esse abbracciano tutte le attività della scuola materna: gli esercizi di lingua, il canto, i lavoretti.

Le opere maggiori sono in ordine di tempo le seguenti: La lingua parlata. L'opera fu stampata la prima volta a Brescia nel 1898. Rosa Agazzi si preoccupa di eliminare alcuni gravi difetti, comunemente presenti anche nel linguaggio che la madre usa col suo bambino: le storpiature, i diminutivi, che anziché semplificare l'apprendimento delle parole, lo complicano e lo rendono più confuso. L'abbiccì del canto educativo, pubblicato la prima volta nel 1908. "Bimbi, cantate!" edito nel 1911, a compimento dell'opera precedente. Come intendo il museo didattico nell'educazione dell'infanzia e della fanciullezza, che uscì in prima edizione nel 1922. Questo libro, quando apparve, aveva chiaramente l'intenzione di liberare definitivamente, la scuola infantile dall'artificioso e geometrico materiale Fröebel. Invece dei simboli froebeliani, le Agazzi presentano oggetti reali, naturali, veri, tali da poter suscitare la curiosità e la simpatia del bambino.






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