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L'attivismo - CARATTERISTICHE DELLA SCUOLA NUOVA

pedagogia



L'attivismo


L'attivismo è un movimento pedagogico importante, che nasce tra la fine dell'800 e la prima metà degli anni '50 e rappresenta un forte innovamento educativo nella scuola.

L'influenza storico - culturale e l'estensione dei regimi democratici hanno provocato la sensibilizzazione sull'importanza dell'educazione e l'estensione dell'obbligatorietà (primi anni della scuola primaria).

Una grossa novità sta nel fatto che i problemi educativi non sono più solo discussi ma sperimentati.

All'attivismo sono state attribuite numerose definizioni: Claparede l'ha definito come un'educazione funzionale, mentre Cousinet, padre storico dell'attivismo, l'ha definito come una nuova educazione, cioè un'educazione centrata sui bisogni del bambino, che sposta il centro di interesse dai contenuti e dai programmi al soggetto stesso.

L'innovazione che si ha in questo periodo, quindi, è la centralità riconosciuta al fanciullo ed il puerocentrismo sarà uno dei temi portanti su cui si fonda l'attivismo, e che comporterà una maggior importanza verso l'infanzia e favorirà un'educazione che riconosce e parte dai bisogni del bambino.

L'attivismo si farà promotore di scuole nuove, di un nuovo modo di intendere l'educazione e di nuovi metodi ed approcci. Prenderà le distanze dalla scuola tradizionale e il suo slogan sarà: "Non più una scuola per la vita ma una scuola come vita stessa".



Ogni pedagogista darà i propri contributi ma ciò che li accomuna è un nuovo modo di organizzare e di fare scuola, una scuola che sappia leggere i bisogni del bambino e che crei un ambiente per favorirgli una crescita il più possibile armonica e uno sviluppo integrale della personalità del soggetto.

Un carattere dell'attivismo è che, oltre a non trasmettere conoscenze fini a se stesse pone maggiore attenzione al rapporto tra pensiero ed azione. Nasce un nuovo modo di intendere il rapporto tra docenti ed alunni, l'ambiente, le finalità che la scuola deve perseguire come agenzia educativa.

Secondo Cousinet, l'attivismo ha tre indirizzi:


Mistico

Ha come punto di riferimento Rousseau e i pedagogisti dell'800 e vi si ispirano autori come Tolstoj, la Montessori e Decroly. In questo indirizzo si riconoscerà l'infanzia come valore in sé per sé e la sua necessità. Viene attribuita grande importanza all'attività personale del bambino per favorire lo sviluppo intellettivo e l'educatore viene visto come una guida, come un regista che dà al bambino un ruolo centrale e un'ampia libertà di azione per sviluppare l'area morale, artistico espressiva ed intellettuale.

Filosofico

Ha come rappresentante Dewey. Secondo Dewey l'infanzia è una tappa necessaria, non è un valore ma uno stadio necessario che non può essere accelerato perché quanto più noi tendiamo a ridurlo, tanto più lo sviluppo sarà disarmonico e viceversa.

Il soggetto impara agendo e attraverso l'agire viene veicolato l'apprendimento.

Scientifico

In questo indirizzo rientra la pedagogia sperimentale e la pedagogia dell'età dello sviluppo. Utilizza il metodo dell'osservazione e studia l'area intellettiva oltre all'area affettiva ed emotiva del soggetto.

Nel 1921 si tenne il Primo Convegno di Pedagogia, dove la "Lega Internazionale della Nuova Educazione" iniziò a diffondere i principi pedagogici nel modo più capillare possibile. Tra questi principi i più importanti si riferiscono al nuovo modo di intendere il rapporto alunno/insegnante e quello tra docenti, il nuovo modo di intendere le attività di sostegno e l'ambiente e i nuovi metodi.

Questa scuola nuova propone un rispetto profondo della personalità del bambino, in quanto quest'ultimo deve essere rispettato fin dalla nascita perché è una persona. Come tale, si deve riconoscere lo sviluppo autonomo, la sua disponibilità a identificarsi e cooperare con gli altri, la sua individualità come una risorsa e non come un limite in quanto si ha uno sviluppo originale a parità di tappe in cui ci si viene a trovare.

L'educatore non deve plasmare il bambino ma metterlo nel suo ambiente naturale e osservare quello che fa, vedere quali sono i suoi bisogni ed esigenze e creare un'ambiente per conciliare le istanze educative. Inoltre deve conoscere i bisogni che caratterizzano il bambino in una data età e creare un determinato ambiente, agendo su questo e non sul soggetto, cercando di avere una visione prospettica sugli sviluppi futuri possibili a cui l'individuo andrà incontro.

L'educazione nuova dovrà predisporre un ambiente adatto ai bisogni che man mano il soggetto presenta nelle fasi di sviluppo in cui si viene a trovare.

Hessen muove una serie di critiche alla scuola tradizionale: secondo lui la scuola tradizionale è una scuola passiva, tendente all'uniformità, una scuola meccanica dove le materie sono il risultato della somma di conoscenze e abilità che devono essere assimilate, che non ha saputo valorizzare il ruolo e il senso delle discipline. In questa scuola gli alunni non sono collaborativi tra di loro ma spesso in competizione e in conflitto, dove anche i docenti sono uno contro l'altro e ognuno si occupa della propria materia senza essere legato alle altre. Essa alimenta un comportamento antisociale del soggetto, il quale non cresce agendo, con un ruolo attivo e manipolando la realtà, ma si riduce ad eseguire ciò che gli viene assegnato e al suo interno il metodo di insegnamento è puramente dimostrativo. L'insegnante non sperimenta nuove strategie e nuovi percorsi ma si limita a copiare un modello, ad essere un semplice esaminatore e sorvegliante della classe, la sua capacità e inventiva viene meno. Per concludere, secondo Hessen, la scuola tradizionale è anti-individuale, nega l'individualità e l'unicità del bambino come risorsa e come valore e nega le possibilità dei bravi e le opportunità di crescita dei meno bravi.

CARATTERISTICHE DELLA SCUOLA NUOVA


Su misura, cioè attenta ai bisogni del soggetto e cerca di rispondere il più possibile a questi.


Funzionale alle effettive necessità che il soggetto può presentare; infatti il soggetto con cui mi trovo a che fare è concreto, non astratto.


Vitale (ambito filosofico, Bergkson), cioè una scuola che fonda l'apprendimento sull'agire e veicola la cultura di cui si fa portavoce agendo, che vede l'apprendimento come il risultato di una azione del soggetto ed infine una scuola che si propone oltre che di educare, di istruire, dando priorità all'azione del soggetto.


Ambiente campestre dove viene attivato il laboratorio pedagogico. La scuola è strutturata sotto forma laboratoriale in una sede campestre lontano dalla città per favorire la conoscenza dell'ambiente e per sperimentare delle situazioni laboratoriali, cosicché il bambino possa vivere questa esperienza in maniera più serena.


Il bambino si autoeduca, perché agendo prende consapevolezza delle proprie attitudini ed arriva ad un autocontrollo e ad un'autoconsa-pevolezza. Egli, inoltre, impara a collaborare, a differire i propri bisogni e ad essere uomo cittadino.


Il maestro non è più un semplice esecutore e sorvegliante. Egli conosce gli interessi e i bisogni del bambino, non si limita ad assecondarli, ma partendo da questi li trasforma in una sorta di interessi guida, consoni con le attese della società. Non insegnerà la scienza o altre materie ma dovrà provocare nel soggetto l'insorgenza di problemi, questioni inerenti ai suoi bisogni vitali, grazie ai quali il soggetto perviene ad una risposta.

L'alunno sarà creativo, spontaneo, darà libero sfogo alla fantasia, sarà fanciullo attore e non larva umana.


NUOVI VALORI CHE VEICOLA LA SCUOLA NUOVA

Il bisogno di agire del fanciullo

Valorizza gli interessi immediati ed educativi del bambino

Valorizza la disciplina interiore, non quella esteriore

Valorizza la disponibilità sociale del bambino, in quanto animale sociale

Valorizza le caratteristiche individuali del bambino come risorse


FONDAMENTI SU CUI SI MUOVE LA SCUOLA ATTIVA

Dal punto di vista programmatico:

Fattibilità (proporre delle cose concrete, fattibili)

Operosità (valorizzare il più possibile l'impegno del bambino)

Operatività


Dal punto di vista dell'attivismo morale:

Partecipazione attiva del bambino ai processi conoscitivi oltre che l'autogoverno


Dal punto di vista dell'attivismo sociale:

Promotore della collaborazione democratica, anche all'interno della scuola


Dal punto di vista dell'attivismo individuale:

Ha come punto di riferimento il metodo dell'individualizzazione


FINALITA' EDUCATIVE

La scuola nuova si propone uno sviluppo integrale della personalità, una maggior attenzione alla vita fisica (psicomotricità) e una valorizzazione della vita intellettuale, morale e sociale, attraverso lavori di gruppo ed un ambiente idoneo per creare un clima di serenità e di piacere, perché il bambino abbia piacere ad andare a scuola.


1979, Programmi scuola Media

1985, Programmi Elementari  Rileggiamo alcuni aspetti

1991, Nuovi Orientamenti   dell'attivismo






Maria Montessori


Una delle più grandi pedagogiste dell'attivismo del 900, la Montessori ha dato grandi contributi in metodologia della ricerca e al discorso pedagogico. E' stata la prima donna a laurearsi in medicina, dopo essersi trasferita a Roma dove ha potuto maturare un interesse per le discipline scientifiche.

Nel 1896 gli è stato assegnato un incarico importante, come assistente in una clinica psichiatrica della facoltà di medicina. Qui la Montessori matura un'esperienza come medico e pedagogista e formula un metodo sia per soggetti sani che per soggetti malati.

Il suo non è un approccio di tipo assistenzialistico e curativo ma fa una scommessa di tipo educativo per questi bambini, elaborando strategie ed interventi specifici, cercando di operare una trasformazione della loro personalità e interventi di tipo pedagogico-educativo.

Compito della psicologia è quello di descrivere un fenomeno mentre quello della pedagogia è, attraverso alcune strategie, individuare la possibilità di trasformazione che è attuabile nella personalità del soggetto, senza fermarsi ad una pura osservazione.

Nel corso degli anni, la pedagogia si era lasciata così influenzare dalla psicologia da rimanere al livello dell'osservazione. Se si vuole affermare come scienza autonoma, deve attivarsi per operare una trasformazione nella personalità del soggetto.

Nel 1907 la Montessori ha la possibilità di fare un'esperienza che costituirà una svolta: le viene affidata la direzione della "Casa dei Bambini" in via dei Marsi a Roma.

La Casa sorgeva in un ambiente deprivato in ambito sociale ed economico ed erano presenti sacche di emarginazione come ad esempio disoccupazione, prostituzione e barbonismo. Il Comune ha elaborato dei piani per il recupero economico, sociale e culturale, attraverso l'elaborazione di progetti edili, sia per dare case, sia per offrire lavoro, sia per offrire luoghi di accoglienza per i bambini delle famiglie.

La scommessa della Montessori consisterà nel trasformare la casa in un luogo di educazione che diventerà una scuola per l'infanzia.

Il 1907 rappresenta una data fondamentale: è la data in cui la Montessori ha avuto la possibilità di trasferire il metodo elaborato per i soggetti anormali anche ai soggetti normali.

La Montessori ridisegna un nuovo volto del bambino: il Bambino Laborioso. Se posto in un ambiente adatto ed individuati i suoi veri bisogni ed interessi, il bambino sarà attivo, con voglia di fare e di apprendere.

Due autori che rappresentano un modello di riferimento per la Montessori sono Itard e Seguin.

Essi hanno fatto un esperimento su un ragazzo che è stato trovato nei boschi, Victor, chiamato anche il selvaggio dell'Aveyron. Sono stati i primi ad elaborare una metodologia scientifica e ad utilizzare il metodo scientifico partendo dall'osservazione e dall'individuazione dei bisogni del soggetto. Hanno messo in atto delle metodologie per operare una trasformazione del soggetto.

L'educazione era basata su cinque livelli:

Educazione sociale e morale per portarlo ad amare la vita nella società.

Educazione ai sensi: risvegliare la sua sensibilità nervosa.

Estendere la sfera delle sue idee per sviluppare i suoi bisogni

Condurlo all'uso della parola

Partendo dai suoi bisogni fisici avviare attraverso le più semplici operazioni uno sviluppo mentale.

L'intervento durò per 8 anni (termina nel 1801) e i risultati sono:

Victor non è più né selvaggio né idiota

Ha imparato a leggere e scrivere

Ha imparato a servirsi dei vocaboli che ha appreso

Ha imparato a stabilire rapporti affettivi, a piangere, a provare dell'affetto

Purtroppo però c'è anche un fallimento: Victor non imparerà mai a parlare né a sviluppare forme di pensiero complesso e farà una fine tragica in quanto verrà sottratto ad Itard, rinchiuso in una dependance nell'istituto per sordomuti (manicomio), e morirà all'età di 45 anni circa.

Itard rappresenta un presupposto importante per la Montessori, sia come supporto nell'approccio analitico, sia perché ha dimostrato com'è possibile produrre una trasformazione della personalità del soggetto attraverso un lavoro accurato.

Dal positivismo la Montessori riprende il concetto di scienza e di metodo scientifico. Una disciplina può dirsi scientifica quando utilizza un metodo rigoroso basato su osservazione, raccolta dei dati e sperimentazione continua e se perviene a risultati validi ed oggettivi.

La Montessori prende anche delle distanze dal positivismo: infatti i positivisti pensavano che la pedagogia fosse succube della psicologia. L'ottimismo della scienza influenza la Montessori in quanto la sua è una pedagogia scientifica perché utilizzando un metodo scientifico è possibile operare una trasformazione in positivo del soggetto.

La Montessori non risente solo di questi influssi. Nell'elaborazione del suo pensiero risente di una serie di scoperte in ambito biologico, e in particolare nell'ambito della Genetica e dell'Embriologia. L'elaborazione del suo pensiero teorico e la teoria sulle fasi dello sviluppo psichico del soggetto avverrà solo dopo l'elaborazione del metodo pedagogico. Nel pensiero teorico si troveranno alcune discrepanze con il metodo pedagogico ma la Montessori non lo rivedrà più.

Le sue opere più importanti sono:

"Il segreto dell'infanzia"

"La mente del bambino"

nelle quali elabora il pensiero e la sua teoria psicologica sul bambino.

Queste opere sono importanti perché la Montessori definisce l'immagine di bambino e quali sono le caratteristiche dell'infanzia per cui si può parlare di quest'ultima come una fase a sé, indipendente rispetto alle altre fasi di sviluppo del soggetto.


RITRATTO DEL BAMBINO MONTESSORIANO

Non è giocoso e ludico (si identifica nel gioco e nella fantasia nei loro aspetti negativi)

Non dà un'immagine negativa di sé come un essere apatico, inerte, privo di volontà, che deve essere sottoposto a premi e punizioni perché agisca.

Non è illogico, privo del senso del dovere


LA MONTESSORI DA' UN'IMMAGINE DIVERSA:

Bambino laborioso, che spontaneamente si appresta a lavorare se motivato.

Non ha bisogno di premi e punizioni

E' disciplinato, concentrato e attento

Nel compiere gli esercizi li porta fino in fondo e non si lascia distrarre

E' scrupoloso, calmo e tranquillo, non irrequieto

Arriva spontaneamente nel ricercare il gusto dell'imparare a scrivere, a leggere e ad imparare.


La Montessori, nel bambino laborioso, individua il segreto dell'infanzia. Consiste nello scoprire l'autentica natura del bambino, cioè scoprire come il bambino è, per natura, un essere estremamente creativo, dotato di una straordinaria energia creativa, ricco di potenzialità incredibili.

L'insegnante deve predisporre un ambiente adeguato perché la potenzialità possa essere sviluppata al meglio per una crescita armonica del soggetto. L'educazione deve favorire un pieno adattamento del soggetto (influenza positivista). Questa scoperta porta la Montessori ad operare un'altra affermazione: è indispensabile che l'educazione avvenga in tempi precoci, in quanto vi è la necessità di un'educazione tempestiva a partire dai primi anni di vita perché il soggetto riceve stimoli per la personalità futura ed in questi anni si porranno le basi per lo sviluppo del soggetto (necessità di una scuola per la prima infanzia).

Nella descrizione del bambino autentico, la Montessori offre una definizione di chi è il bambino e di come avviene il suo sviluppo psicologico. Secondo lei il bambino all'origine è un EMBRIONE SPIRITUALE. La Montessori risente degli influssi della biologia e degli influssi del clima filosofico culturale degli inizi del 900 e anche Berkson influenzerà il suo pensiero teorico.

Anche se la definizione può sembrare originale, la novità della Montessori è che ha colto alcune correlazioni tra sviluppo biologico e sviluppo mentale. La teoria sullo sviluppo mentale trova forti parallelismi nella modalità in cui avviene lo sviluppo biologico del soggetto. Le modalità del primo le possiamo trovare nel secondo.

Per capire bisogna tenere presente alcune scoperte nell'ambito della biologia umana, dell'embriologia moderna e della genetica.



Wolff, padre dell'embriologia moderna, ha influenzato anch'egli il pensiero della Montessori. Egli sostiene che nulla preesiste, ma l'individuo esiste da sé, viene a svilupparsi da sé, sulla base di una serie di contatti che si vengono a creare nell'ambiente intrauterino. L'evoluzione non avviene in modo lineare ma può avere traiettorie e percorsi diversi, anche impensabili, sulla base dell'interazione che il soggetto ha con l'ambiente.

Questa tesi è confermata dal genetista, in quanto lo sviluppo del soggetto non è da ricondurre a fattori genetici ma a contatti con l'ambiente (e ricchezza di risorse più quantità di materiale). Dal punto di vista genetico noi riceviamo delle potenzialità e queste diventano atto a seconda delle interazioni che il soggetto ha con l'ambiente.

Per la Montessori né l'ambiente da solo, né i fattori ereditari incidono sullo sviluppo biologico e psicologico, perché questi ultimi sono il risultato di un atto di creazione e di interazione che si ha con l'ambiente. Lo sviluppo organico è il risultato delle interazioni tra i centri di attività delle catene cellulari e l'ambiente mediante il quale si determina lo sviluppo dell'organismo ed alcune funzioni; queste determinate funzioni non possono essere previste a priori dalla cellula germinale, noi non siamo in grado di dire quale individuo scaturirà ma quali abilità avrà.

Lo sviluppo dell'organismo non è solo il risultato del patrimonio genetico né solo il risultato dell'ambiente ma è il risultato di un atto creativo.

Secondo la Montessori lo sviluppo psichico non è riconducibile a fattori di tipo ereditario, né lo sviluppo delle facoltà del soggetto ma è il risultato dei influenze ambientali.

Lo sviluppo psichico percorre le stesse fasi dello sviluppo biologico: all'origine c'è l'embrione spirituale, mentre nello sviluppo biologico c'è all'origine la cellula germinale. Grazie all'intervento dei centri di sensibilità, che la Montessori chiamerà nebule (centri che hanno la funzione di incorporare la maggior quantità di stimoli o materiali che il soggetto ha dall'ambiente e consentono lo sviluppo di una determinata facoltà) e grazie ai periodi di sensibilità, da questa energia vitale si origineranno le diverse facoltà psichiche (intelligenza, linguaggio, memoria), che la Montessori chiamerà organi.


Es. Nebula del linguaggio:

Non consente al soggetto di parlare ma è quel centro di sensibilità che contiene tutti i presupposti che consentiranno al soggetto, tramite interazioni con l'ambiente, di produrre il linguaggio verbale. L'interazione deve avvenire nei momenti di sensibilità nei quali una nebula è maggiormente recettiva allo sviluppo di un'abilità. E' necessario che in quel periodo l'ambiente sia ricco di informazioni in quanto la nebula assorbe il maggior numero di informazioni possibili.


La teoria della Montessori presenta alcuni aspetti innovatori ed alcuni limiti. Un aspetto innovatore sta nel fatto che ha sottolineato come lo sviluppo della personalità del soggetto è il risultato di un processo interattivo tra soggetto (patrimonio genetico ed ereditario, sfera biologica) e ambiente. Lo sviluppo non sarà armonico se mancherà un solo elemento.

Da tutto ciò trae fondamento il discorso pedagogico e la possibilità di educabilità del soggetto. Per la Montessori l'educazione deve essere precoce in quanto l'educazione in età prescolare è indispensabile per un buon sviluppo della personalità.

Un limite, invece, sta nel fatto che la Montessori risente di una teoria atomistica (l'io è dato dalla somma dei diversi atomi) nello spiegare lo sviluppo dell'attività psichica del soggetto, che rispecchierà il suo metodo analitico.

La Montessori chiama la mente e l'attività psichica dei primi tre anni di vita, MENTE ASSORBENTE: l'attività mentale all'inizio è inconscia, lo scopo delle interazioni del bambino è diverso da quelle dell'adulto. Questi agisce con l'ambiente per conoscere mentre il bambino interagisce con l'ambiente perché è questo l'unica forma di sopravvivenza. E' un bisogno vitale, l'espressione della vita stessa, è l'unica forma per potersi adattare e porre le basi di uno sviluppo integrale.

Per la pedagogista, lo sviluppo del soggetto è determinato non solo da processi maturazionali ma anche da processi che tengono conto della crescita. Essa sostiene che la maturazione non può essere fatta coincidere con i fattori genetici che il soggetto porta con sé.

Possiamo paragonare lo sviluppo di un uomo alla creazione di un oggetto artigianale e lo sviluppo di un animale ad un oggetto prodotto in fabbrica, prodotto in serie e uguale agli altri. L'uomo invece equivale all'oggetto artigianale, unico, originale risultato della genialità e della creatività dell'artigiano: è il prodotto di un atto creativo.

La Montessori prima elabora un metodo e poi una teoria. Nel lasso di tempo che intercorre tra queste due fasi, oltre che agli influssi di Itard e Seguin, risente dell'influenza di altri autori, in particolare Freud. Da lui riprende una concezione per quanto riguarda il ruolo dei divieti e delle punizioni anche a volte travisando le sue stesse teorie e dandogli una nuova e personale interpretazione.

Tutto questo ha influenzato l'elaborazione teorica; nonostante in questi 30 anni la Montessori riceva nuovi influssi che la portano a rivedere l'immagine del bambino, interviene con alcune modifiche solo a livello teorico, mentre la metodologia rimane invariata. Vi è uno scollamento tra la dimensione psicologica e quella pedagogica del suo pensiero. Tra l'aspetto teorico e la metodologia e tra la dimensione teorica e quella operativa.

Nel definire il metodo con precisione, la Montessori ha ritenuto opportuno descrivere quali sono le tappe dello sviluppo del soggetto. Ha individuato due fasi di sviluppo:


MENTE ASSORBENTE (0-3 anni)

Ruolo fondamentale dell'apprendimento: consentire al soggetto di elaborare forme di adattamento

Serve al soggetto per poter realizzare le prime forme di adattamento all'ambiente

MENTE MATEMATICA (3.6 anni)

La mente da inconscia (assorbente) diventa cosciente

Il bambino grazie alla quantità di materiale ed esperienze accumulate, sente il bisogno di dare un'organizzazione logica al tutto

Ruolo fondamentale è espletato dall'educazione

L'intelligenza intesse un legame con la manipolazione

Il bambino mette ordine al materiale grazie alla manipolazione e alle informazioni che derivano dai sensi


Due forme di conoscenza per cui il bambino arriva a percepire la realtà, rappresentarsela e darle un senso sono la conoscenza sensoriale unita alla manipolazione. Il bambino conosce attraverso la conoscenza percettiva, sensoriale (che gli deriva dai sensi) e sensomotoria; la Montessori per prima riconosce questo.

Nel metodo analitico vi è l'importanza di utilizzare esercizi che sviluppino la capacità motoria e la capacità sensoriale prima singolarmente e poi si passerà a diverse gradazioni della qualità, così il bambino passerà dal particolare all'idea globale e arriverà dalla qualità alla rappresentazione ed infine all'oggetto. L'educazione sensoriale deve avvenire con esercizi mirati a focalizzare le singole qualità sensoriali.

La Montessori chiama la mente del bambino matematica perché utilizza lo stesso rigore che viene usato in qualsiasi disciplina scientifica ed inoltre perché si prefigge di ordinare le esperienze in modo rigoroso.

Per definire cosa renda il bambino autentico, la pedagogista ha individuato quali sono gli ostacoli alla crescita armonica del soggetto: sono delle barriere che il bambino può trovare interagendo con l'adulto emettendo divieti, punizioni e suggerimenti.

Anziché facilitare uno sviluppo armonico provoca una sorta di squilibrio

Il bambino anziché sentirsi nella condizione di poter agire ed esplorare l'ambiente, finirebbe per mettere in atto meccanismi di difesa

Il bambino ha tre tipi di fughe: il gioco, le barriere (attraverso le quali reagirebbe a punizioni, divieti e obblighi) e l'immaginazione.

Se da un lato la Montessori riconosce alla creatività un elemento importante per lo sviluppo del soggetto viene ad elaborare un concetto negativo della stessa; la vede come un meccanismo di fuga dalla realtà. Il bambino apatico ha adottato come meccanismo la fuga nell'immaginazione o nel gioco. Quest'ultimo viene visto non come un'attività fondamentale per sviluppare le capacità e le abilità ma come una forma di deviazione dello sviluppo normale del soggetto, soprattutto se è veicolato dall'adulto.

Secondo la Montessori i giocattoli limitano lo sviluppo autentico della personalità. Infatti danno una visione distorta della realtà e sono delle costruzioni artificiali che allontanano dalla realtà e non lo avvicinano. Il bambino non può utilizzare giochi costruiti ma giochi tradizionali, oggetti dell'ambiente.

Le barrire sono dei muri che il bambino utilizza quando non si sente compreso; il bambino pigro viene scambiato per un bambino apatico o ritardato, quando non lo è.

Per questa teoria la Montessori si richiama alle teorie psicanalitiche: non comprende le caratteristiche di immaginazione e gioco come momenti di normalità del bambino. Queste diventano patologie quando diventano l'unica modalità attraverso cui il bambino si relaziona con la realtà.

Nel suo metodo possiamo ritrovare alcune critiche verso la scuola tradizionale: perché il bambino sia veramente liberato dalle deviazioni che impediscono una crescita armonica, l'ambiente deve essere strutturato perché il bambino si senta a suo agio e percepisca un ambiente sereno.

Per prima cosa critica il banco (per la scuola materna e quella elementare). Nella scuola tradizionale questo rappresenta una sorta di schiavitù per il bambino. La scienza pensa di intervenire per operare una modificazione del banco che originariamente era unito alla sedia: viene ridisegnata la figura del banco tenendo conto dei contributi dei medicina, antropologia, fisiologia, psicologia ecc.. e viene pensato di separare il banco dalla sedia, di allargare la superficie del sedile, migliorare la posizione della schiena ecc..

In passato il banco serviva per tenere il bambino immobile, così che non potesse compiere atti di perversione sessuale (fase dell'esplorazione) ed era costretto a non muoversi, a non esprimersi con l'azione (per il soggetto la lezione era frustrante), mentre non si era capito che l'errore fondamentale era, non cambiare il modello di banco ma il tipo di attività proposte ai bambini, in quanto essi hanno bisogno di muoversi, di libertà.

Un metodo alternativo consiste nel fatto che la pedagogia deve far propri gli attributi delle scienze umane e fisiologiche e deve contribuire alla trasformazione del soggetto. Finché la pedagogia si era posta il problema di sollevare delle problematiche senza dare delle risposte non era pedagogia. La pedagogia sperimentale ha come compito specifico quello di dare delle risposte.

Nella scuola nuova dobbiamo trovare arredamento scolastico proporzionato al soggetto, come:

Tavoli leggeri, colorati, di più forme e misure, che devono essere ricoperti con tappeti e vasi



Sedie leggere, proporzionate alla forma del corpo del bambino, non una semplice imitazione di quelle dei grandi

Lavabo basso, che sia accessibile ad un bambino di 3 anni

Credenze basse, chiuse o da tendine o da ante con diverse chiavi che sono a portata di mano, affinché ogni bambino riponesse le proprie cose, rendendosi, in questo modo, indipendenti.

Sulle pareti lavagne e quadri che raffigurino famiglie, cose allegre, che vengono cambiate regolarmente

Mobilio leggero, meglio se lavabile per far imparare ai bambini a lavare


Un'altra critica che la Montessori fa alla scuola tradizionale è alla disciplina; libertà del bambino non vuol dire che io debba guidare il bambino a capire quale sia un comportamento corretto ma devo portarlo a capire che nel caos non può apprendere. Il bambino deve comportarsi liberamente, sempre che questa libertà non sia a svantaggio o impedimento del lavoro degli altri.

MAESTRA:

Deve presentare il materiale al bambino e insegnargliene l'uso

Deve avere una "tranquilla sicurezza", cioè svolgere i suoi compiti con sicurezza e serenità

L'ambiente è fonte di apprendimento per il bambino, la maestra deve metterlo a contatto con esso ed insegnargli l'utilizzo degli oggetti


PRINCIPI:

Deve saper riconoscere il polarizzarsi dell'attenzione. Se il bambino è concentrato non deve interromperlo né con lodi né con interventi

Deve agevolare quando l'apprendimento è produttivo e riprendere quando è fine a sé stesso

Deve riconoscere cosa occorre al bambino esercitandosi ed osservando saprà capire in cosa consiste il suo compito (solo con una osservazione continua)

Deve capire i limiti del bambino senza mai sottolineare le debolezze e deve aiutarlo a superarli e lo deve valorizzare


L'ambiente ha lo scopo non di mettere il bambino nella condizione di fare tutto quello che vuole (bambino indisciplinato), ma di predisporre un ambiente per il soggetto che gli consenta di apprendere agendo.

Le forme di apprendimento sono veicolate attraverso le azioni. Un ruolo importante è dato all'arredo e al materiale da utilizzare, il quale ha una funzione formativa ed educativa oltre a quella di tipo didattico (funzione prioritaria che deve essere perseguita dall'ambiente).

L'ambiente ha una funzione di apprendimento: grazie ai mobili leggeri e alla portata del bambino, l'ambiente favorisce in lui una certa autonomia dell'apprendimento (autoapprendimento). Attraverso gli esercizi, il bambino impara dai propri errori, impara a tenerli sotto controllo e perviene a delle forme più elevate di apprendimento. Ad esempio, se il bambino sta facendo il gioco dell'incastro, se si accorge che la forma che ha scelto non si incastra, in seguito imparerà qual è la forma giusta, e perverrà da forme di azione semplici a forme sempre più complesse.

La Montessori sottolinea che nell'attuazione del metodo anche il materiale deve essere scelto secondo alcune caratteristiche:

MATERIALE DI SVILUPPO, costituito da

Incastri

Materiali colorati

Materiali sonori

Diverse forme geometriche

Una caratteristica sta non nella quantità di materiale che metto a disposizione del bambino ma nel modo in cui io mi servirò di questo. Troppo materiale provocherà un disorientamento nel bambino e quindi bisogna utilizzarlo in modo appropriato. Soprattutto nel periodo della scuola materna, dato che il bambino fa uso di un'intelligenza sensomotoria, per un'educazione sensoriale è importante che l'insegnante isoli dal materiale a disposizione una qualità e faccia lavorare il bambino sulla qualità del colore, della forma ecc.. (1° principio). Il bambino in questo modo conosce la realtà e la rappresenta attraverso la percezione. In un secondo tempo (2° principio) l'insegnante deve mettere a disposizione il materiale trovato per gradazioni sempre più differenziate. Ad esempio non deve solo distinguere un suono forte da uno debole ma anche saper fare una classificazione attraverso differenze anche minime. Il bambino ha una mente cosciente e quindi deve creare ordine e il materiale deve favorire la costruzione di questo ordine (sempre in età prescolare).

La Montessori applica l'approccio atomistico nel suo metodo, cioè parte dall'elemento ed arriva ad una conoscenza sempre più complessa della realtà.

Il limite nel delineare questo metodo sta nel fatto che l'intelligenza è legata all'attività motrice del bambino. In realtà il concetto della Montessori di intelligenza è diverso da quello di Piaget (conoscenza percettiva). Per la pedagogista l'intelligenza è qualcosa di separato dai sensi a differenza dell'attività sensoriale.

Una contraddizione si può ritrovare nel suo non riconoscimento nelle teorie sensiste e associazioniste, per cui il concetto èil risultato di idee semplici. In realtà per la Montessori noi abbiamo un io distaccato con un ruolo attivo, che non può fare a meno dei rapporti che alimenta con la parte sensibile e motoria. Da una parte dice che non c'è conoscenza senza le informazioni dei sensi, dall'altra dice che l'io è semparato dai sensi. In questo modo l'io diventa succube e dipendente dai sensi.

Il metodo montessoriano vine applicato anche alla scrittura: infatti il metodo analitico si attua attraverso l'analisi delle singole lettere, l'associazione delle sillabe ed infine la composizione della parola.


MERITI:

La sua è stata la prima pedagogia che ha valorizzato l'infanzia e per prima ha valorizzato l'importanza di un insegnamento precoce (ha avuto successo in tutto il mondo).

E' stata una delle prime ad aver sottolineato l'importanza del metodo sperimentale in pedagogia.

Aver sottolineato come non abbia senso in un approccio con il bambino utilizzare il puro verbalismo ma aver sottolineato come si possa far lezione anche offrendo al bambino dei materiali e spronarlo ad apprendere agendo. L'educatore offre dei materiali ma è talmente abile da proporli in un modo che faccia nascere in lui la voglia di sperimentare e apprendere (arriverà spontaneamente a leggere e a scrivere).

Risentirà sempre del clima della società industriale, un valore della quale è l'esaltazione dell'individuo, l'unico che riesce ad imporsi grazie alla propria audacia etc.. La Montessori trasferisce nell'ambito pedagogico il concetto di originalità del soggetto; l'approccio non può essere tarato su un approccio standard di una classe.

Ha smentito una immagine stereotipata del bambino, come essere pigro e indolente.

Aver scommesso sul bambino e aver elaborato una serie di strategie adeguate. Ha svelato la vera natura del bambino (essere che impara agendo).


LIMITI:

Ha usato alcune espressioni poco scientifiche (Nebule, Mente assorbente, etc..) rendendo più fragile la sua elaborazione teorica.

Attraverso esercizi strutturati ha dato poco spazio alla creatività del bambino.

Aver prevalentemente fatto uso di un apprendimento individuale. L'apprendimento sociale non viene individuato come strategia efficace.



















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