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J. G. FICHTE (1762-1814)
Tematiche Principali
Concezione di Coscienza come Libertà, in quanto la filosofia nasce solo con la libertà.
Uomo deve tendere all'infinito superando i propri limiti, costantemente trovati dalla nostra coscienza.
Problema
della "cosa in sé", questione tipica
del pensiero dogmatico, che presuppone un punto di partenza già dato nella
realtà esterna. Il dogmatico è un reazionario, in lui non sono presenti le
concezioni di vita come Tat (azione)
e Streben (tendere) che lo
potrebbero rendere attivo all'interno di una ricerca filosofica vista come una
lotta dialettica tra io e non-io (vincoli presenti nel corpo e nella società).
Un uomo diventa idealista quando diventa consapevole del fatto che la natura è prodotta dall'io.
Non-Io
Il non-io è rappresentato da qualsiasi cosa non parta dal soggetto.
L'uomo vive come un oggetto tra altri oggetti e può considerarsi o come parte del non-io o come io puro dotato di energia e forza, come essere in grado di fare tutto.
E' idealista colui che mette il soggetto (condizione necessaria per pensare) al centro della conoscenza: idealismo soggettivo.
Intendendo la coscienza come "coscienza di un limite", Fichte afferma che la vita è una continua lotta contro il limite, in cui si arriva alla conoscenza attraverso il contrasto tra io e non-io, tra creatività e limite.
L'idealista riesce ad avvicinarsi a questo limite grazie all'io puro, che resta invece nascosto nel dogmatico.
La filosofia Fichtiana è una filosofia utile per la vita morale: idealismo etico.
In una serie di lezioni universitarie, Fichte individua nel "dotto" la guida che deve portare l'umanità al perfezionamento e al completamento delle proprie capacità razionali.
Base indispensabile di questo percorso è un'educazione di stampo critico e non nozionistico.
La Perfezione non può essere raggiunta pienamente. Soltanto nel corso della storia l'uomo riuscirà a conquistarla. Esiste quindi un rifiuto di qualsiasi tipo di ascetismo (la perfezione è un obiettivo comune dell'umanità che deve essere raggiunto dagli individui in quanto esseri intersoggettivi con l'aiuto dell'intellettuale impegnato, il dotto appunto) e viene negata l'ipotesi kantiana di un perfezionamento dell'anima (e della sua immortalità) dopo la morte corporale.
La missione del dotto consiste pertanto nel creare uomini liberi e responsabili.
Per l'uomo solo la società è necessaria: lo stato può essere eliminato.
Nel periodo in cui la Germania è in guerra contro la Francia Napoleonica, Fichte si pronuncia circa i concetti di stato e nazione.
Lo stato è un apparato formale, innaturale, mentre la nazione ha radici nel popolo, nella cultura popolare comune a tutti.
Pertanto Fichte afferma che non si può combattere una nazione perché questa si ribellerà e vincerà: il messaggio è che la Germania in quanto nazione è superiore all'avversario francese. Queste parole verranno poi fraintese e usate come propaganda nazionalistica e nazista. Tuttavia il filosofo non parla mai di razzismo e antisemitismo.
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