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Nei dialoghi giovanili Platone è totalmente impegnato nella problematica del maestro, al punto che questi dialoghi costituiscono la fonte più attendibile per ricostruire la filosofia di Socrate. I grandi temi sono quelli:
dell'identità tra 313c22d virtù e scienza
della determinazione di questa scienza come scienza del bene e del male
della conseguente insegnabilità della virtù come il coraggio, la saggezza, l'amicizia, la santità, alla virtù scienza in generale
Quindi tutte le virtù particolari si riducono alla scienza del bene e del male. Per identificare cos'è il bene e cos'è il male, Platone propone i motivi più caratteristici del Socratismo:
la doverosità del dialogo
la ricerca della verità mediante la discussione
esame critico delle reciproche convinzioni
la persuasione che solo nell'ambito di un esame critico possono emergere quei valori universali e stabili che devono poter presiedere alla condotta di tutti gli uomini.
Il convincimento che il bene, una volta conosciuto può essere attuato, dal momento che esso, presentandosi come ciò che è sommamente utile e piacevole, attrae irresistibilmente la volontà dell'uomo e il suo desiderio. Tuttavia, proprio nell'accettazione delle tesi socratiche, cominciano a nascere nella riflessione platonica, problemi ed esigenze nuove. Prima di tutto, Platone avverte come quei valori di cui Socrate era andato alla ricerca tutta la vita, non possono pretendere di avere quella stabilità e quell'universalità che è loro richiesta se continuano ad essere concepiti come realtà che cadono sotto i nostri sensi che mutano e che periscono; e bisogna anche considerare che ogni consenso che si raggiunge nel dialogo, viene rimesso in discussione e la discussione nasce in una situazione d'ignoranza (cioè il sapere di non sapere. Ma per Platone la vera scienza non può essere scienza dell'eterno, cioè possesso stabile ed immutabile di ciò che è sempre vero e reale. Consegue da ciò non solo una rinnovata critica alla retorica sofistica, in quanto produttrice di una persuasione senza verità, ingannevole e capace di trovare credito solo tra gli incompetenti, ma anche una revisione profonda dei principi del socratismo da cui Platone marca un progressivo distacco.
In antitesi ai sofisti ma procedendo oltre lo stesso Socrate, Platone ritiene che la scienza abbia i caratteri della stabilità e dell'universalità e quindi della porzione ed essendo convinto che il pensiero rifletta l'essere, ossia che la mente sia una riproduzione di ciò che esiste, Platone si chiede quale sia l'oggetto proprio della scienza. Ovviamente non possono costituire oggetto della scienza le cose del mondo sensibile apprese dai sensi che sono mutevoli e imperfette e quindi dominio di quella corrispondente forma di conoscenza MUTEVOLE E IMPERFETTA che Platone chiama OPINIONE (doxa). Oggetto della scienza per Platone non possono che essere le Idee. Per Platone l'idea un'entità immutabile e perfetta che esiste per suo conto, una oèsia - sostanza, o realtà autonoma che costituisce, con le altre idee una zona di essere, diversa dalla nostra, che Platina chiama metaforicamente mondo IPERURANIO (dove hanno sede le Idee appunto) che significa aldilà del cielo. Le idee platoniche che dunque sono i modelli unici e molteplici della realtà delle cose molteplici e imperfette di questo mondo.
Rapporto tra mondo sensibile: copia della realtà
PARUSIA (somiglianza)
METESSI (partecipazione)
MIMESIS (imitazione della realtà)
e mondo iperuranio : MODELLO DELLA REALTA' oèsia
Facendo un primo inventario possiamo dire che che per Platone esistono 2 gradi fondamentali di conoscenza:
OPINIONE/SCIENZA = (Dualismo Nosologico) a cui corrispondono due tipi di essere distinti: LE COSE E LE IDEE = (Dualismo Ontologico)
Il fatto che le Idee presentino caratteristiche strutturali diverse dalle cose, non esclude un loro stretto rapporto con gli oggetti che Platone configura nei termini di copia-modello. Per il filosofo le cose sono infatti copie o imitazioni imperfette delle Idee. Ad esempio, nel nostro mondo esiste una pluralità di cose che sono più o meno belle o giuste, ma nel mondo delle idee esistono la bellezza e la giustizia come IDEE-VALORI in sé oltre ai modelli delle singole cose belle e giuste. La verità imperfetta dell'opinione dipende dalla configurazione imperfetta del suo oggetto, ossia del carattere mutevole e trascendente delle cose testimoniate dai sensi. La verità perfetta della scienza invece dipende dalla configurazione perfetta del soggetto: Le Idee. In altri termini, la scienza costituisce una conoscenza stabile, duratura e perfetta proprio perché la realtà che indaga è stabile, duratura e perfetta
Platone nega che la conoscenza possa avere il suo fondamento nella sensazione, se deve avere i caratteri di immutabilità e oggettività. Egli ritiene necessario andare oltre la stessa ricerca socratica, oltre la sua dimensione confutatoria e critica. Occorre ancorare la condotta umana (e la stessa vita della polis) a valori oggettivi, a un ordine superindividuale e superumano. Il processo conoscitivo viene descritto attraverso la teoria della linea, nella quale i gradi di conoscenza sono quattro:
eikasia 2. pistiw 3. dianoia 4. noesiw
Immaginazione credenza Ragione dianoetica Ragione noetica
Opinione (doja Scienza (episthmh)
La conoscenza delle immagini superficiali della realtà
visione degli oggetti sensibili
conoscenza delle scienze MATEMATICO - SCIENZE (Algebra, geometria fisica, musica, astronomia) Dialettici
visione intellettuale Filosofi
Platone stabilisce un legame essenziale tra l'anima e le Idee (infatti hanno gli stessi attributi: Le Idee sono eterne come l'anima è immortale). Le Idee sono la fonte della vera scienza, l'essenza vera che solo l'intelletto può vedere. La presenza nell'anima, di un patrimonio sepolto di verità si esplica con la teoria dell' anamnesis, cioè sul principio che conoscere è ricordare. Secondo questo principio l'anima nella nostra vita conosce già le cose perché le ha contemplate nel mondo iperuranio prima di incarnarsi nel corpo che una volta morto permetterà all'anima di ritornare nel mondo iperuranio e poi ancora, dopo migliaia di anni, di incarnarsi in un altro corpo.
Nel mito del Fedro viene evidenziata la trascendenza delle Idee, ovvero la loro lontananza dal mondo sensibile. In questo mito, infatti l'anima è raffigurata come un cocchio su cui si trova un AURIGA (la Ragione) un guidatore che governa una coppia di cavalli, uno bianco e uno nero. CAVALLO BIANCO: Animosità CAVALLO NERO: Istinto e Passione. L'anima viene guidata al seguito degli dei, nella regione che è sede dell'essere, cioè nela vera sostanza (ousia). I due cavalli che guidano il cocchio sono perennemente in conflitto tra loro, in quanto uno è di buona razza, l'altro no. Quando l'auriga, cioè la ragione non riesce a governare la pariglia dei cavalli, l'anima dal cielo precipita su questa terra, si incarna in un corpo e così perde la visione delle essenze. Solo grazie all'eros è possibile recuperare la dimensione razionale ed esistenziale del "Bello in sé" e delle altre essenze ideali.
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